www.tuttosport.itLo scudettato del 2000: «Finora la società non mi ha mai cercato ma sono sicuro che arriverà un giorno quella chiamata e io tornerò a Roma e vincerò»ROMA - I tifosi della Lazio lo ricordano come un guerriero mai domo, protagonista della squadra scudettata del 2000. Ai microfoni di Radio Ies, Matias Jesus Almeyda, oggi tecnico del Banfield, torna a parlare dei biancocelesti: «Tornare è un sogno che ho da quando ho iniziato ad allenare. Sono certo che verrò ad allenare la Lazio per vincere uno scudetto. Mi piace proporre un calcio moderno e offensivo. Ho imparato tanto dagli allenatori che ho avuto e il mio obiettivo è quello di riproporre il meglio di ognuno di loro ma voglio portare avanti la mia idea di calcio senza copiare nessuno. La Lazio mi è rimasta nel cuore, è la mia seconda casa, mi sono sentito felice. So che tornando da allenatore vivrei lo stesso sentimento viscerale che avevo da giocatore».
LA PROMESSA - L'argentino ha le idee chiare: «Alla Roma non andrei mai. Finora la Lazio non mi ha mai cercato ma sono sicuro che arriverà un giorno quella chiamata e io tornerò a Roma e vincerò. Quando sono arrivato qui avevo la fortuna di aver giocato nel River Plate dove avevo vinto tre campionati e una Libertadores. Lì ti insegnano che bisogna solo vincere, quindi questo mi ha aiutato. Arrivare in Italia è stato un sogno. Nessuno mi conosceva ma grazie alla Lazio e al mister sono riuscito a farmi conoscere, avendo una possibilità straordinaria di vincere con questa maglia. Il trofeo a cui sono più legato è lo scudetto. I calciatori di quell'impresa sono rimasti nella storia del club e questo mi rende orgoglioso».
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