www.gazzetta.itdi Stefano Cieri
Dopo le bordate di venerdì e le mani verso le orecchie, il difensore fa marcia indietro: "Un gesto sbagliato dettato dall'adrenalina, non per mancanza di rispett0". Ma anche Luis Alberto...Prima le bordate (contro Sarri e contro i tifosi), poi le scuse repentine. Ma il caso resta aperto. In una Lazio che resta inquieta nonostante il 3-1 sul Genoa fanno rumore le parole di Francesco Acerbi, protagonista prima in campo, con il secondo gol segnato dai biancocelesti, e poi dopo la partita, con dichiarazioni che hanno lasciato il segno. Soprattutto perché pronunciate da un giocatore che è uno dei leader dello spogliatoio e che di solito è abituato a pesare ciò che dice. Stavolta però (lo ha poi ammesso lui stesso) si è fatto prendere dall’adrenalina del momento. Evidentemente aveva ancora il nervo scoperto dopo quanto accaduto domenica scorsa a Reggio Emilia. Dove era finito sul banco degli imputati per il secondo gol realizzato dal Sassuolo, maturato mentre lui era rimasto in attacco. A metterlo sotto accusa era stato lo stesso Sarri che a fine partita aveva sottolineato il suo errore. Ne erano seguite critiche nei suoi confronti da parte di molti tifosi attraverso i social e le radio. Così, dopo aver realizzato la rete del 2-0 al Genoa, Acerbi ha iniziato a togliersi i sassolini dalle scarpe esultando polemicamente con le mani alle orecchie. Gesto rivolto sia verso la panchina sia verso gli spalti. Poi, nelle interviste post-gara, ha rincarato la dose: “Delle critiche non mi frega niente. La gente non sa quello che succede negli spogliatoi e meno male che è così”. E poi ancora: “I tifosi allo stadio? Ci mancano, ce n’erano di più quando c’era il covid. Siamo passati da zero a 5 mila..”. E poi la parte riservata a Sarri: “Contro il Genoa l’importante era vincere non giocare bene (concetti opposti a quelli sempre predicati dall’allenatore, ndr)”.
La retromarcia --- Parole pesanti destinate a creare ulteriori polemiche. Così Francesco Acerbi (che ha rilasciato quelle dichiarazioni a caldo, nell’intervista fatta a bordo campo al termine della gara) ha fatto una repentina retromarcia attraverso un post pubblicato successivamente su Instagram: “Ho fatto un gesto sbagliato, è stato dettato unicamente dall’adrenalina, non per mancanza di rispetto. Mi dispiace, ma sapete quanto ci tenga alla Lazio, ai tifosi, al mondo Lazio. Vi mando un grande abbraccio, sempre forza Lazio”. Caso rientrato, quindi? Solo in parte. Perché quelle parole pronunciate da Acerbi sono la spia di un nervosismo latente nello spogliatoio, che ieri sera si è manifestato anche attraverso l’uscita polemica dal campo di Luis Alberto. Lo spagnolo, dopo il fischio finale, è rientrato nel tunnel visibilmente contrariato, nonostante la buona prova fornita nell’ultima mezz’ora (aveva cominciato in panchina). Due episodi (chiaramente molto più grave quello di Acerbi) che arrivano pochi giorni dopo la “fuga” dalla cena di Natale di alcuni giocatori, che sono andati via prima del discorso di chiusura del presidente Lotito. Un altro caso rientrato, ma non senza lasciare appendici polemiche. La rivoluzione sarriana, pienamente appoggiata da Lotito (i due hanno trovato l’accordo per il prolungamento al 2025 del contratto del tecnico) sta insomma creando parecchi malumori all’interno del gruppo. I risultati altalenanti ottenuti sul campo fanno il resto.
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