www.lalaziosiamonoi.itdi Andrea CentogambeFORMELLO - Riecco la Lazio. Cinica, spietata, implacabile. Lontana anni luce dalla squadra timida e insicura vista a Napoli. Diverte e segne come un anno fa, la pratica Vicenza è archiviata con un perentorio 5 a 1. Primi tre punti per i biancocelesti, Inzaghi vede pian piano la sua nuova creatura prendere forma. Il tecnico piacentino ha più di un motivo per sorridere: Borecki si fa apprezzare per personalità e sicurezza nei propri mezzi, Palombi è già al terzo gol in due partite, Tounkara si carica sulle spalle le nuove leve. In attesa di avversari più probanti, appare un po' più roseo il futuro all'orizzonte.
FORMAZIONI – Sono diversi i cambi rispetto allo sfrortunato esordio contro il Napoli in quel di Sant'Antimo: fuori De Angelis, guantoni a Guerrieri. A centrocampo, invece, Borecki prende il posto di Pace, questa volta nemmeno convocato. È proprio il playmaker biancoceleste l'escluso tra i quattro '95 in rosa, a beneficiarne e Oikonomidis, che forma il tridente insieme a Palombi e Tounkara. Difesa confermata, con Pollace a destra, Seck a sinistra, Dovidio e Silvagni al centro. Completano il centrocampo Murgia e Verkaj, che si piazzano ai lati di Borecki.
PRIMO TEMPO – Casa dolce casa. La Lazio fa ritorno al Fersini, rimette piede nel suo fortino inespugnabile. E non ha voglia di perdere tempo, ci sono i primi tre punti della stagione da conquistare. Tounkara parte a razzo, è determinato e desideroso di mettersi in mostra. Sembra quasi che si debba guadagnare una maglia da titolare. È proprio questo che gli chiede Inzaghi: vestire i panni del leader umilmente, trascinare un gruppo nuovo, inesperto, che ha bisogno come il pane di esempi da seguire. Il tridente capitolino comincia a ingranare, al minuto numero 8 le aquile sono già in vantaggio. Oikonomidis scodella al centro per Palombi, che prende posizione e in acrobazia sigla un gol da urlo. Passano tre minuti, Murgia calcia splendidamente una punizione dalla trequarti, nel mucchio spunta la testa di Silvagni: 2 a 0. Esultanza rabbiosa del capitano biancoceleste che riscatta prontamente l'erroraccio di Napoli. È un monologo laziale, il Vicenza non riesce a prendere le contromisure. Al 18' entra in scena Verkaj: gioco di gambe dell'ex Eintracht Francoforte e rasoiata dal limite dell'are di rigore. Cappa è trafitto per la terza volta, il tedesco d'origini albanesi si scrolla di dosso un po' di tensione. Non finisce qui, Palombi al 22esimo cala il poker sfruttando l'assist al bacio di Seck. La partita vive un'inevitabile fase di stasi, i padroni di casa rifiatano ma continuano a presentarsi in area avversaria senza troppo affanni. Solo un intervento prodigioso di Cappa impedisce a Oikonomidis di iscriversi al tabellino dei marcatori. Si va al riposo sul risultato di 4 a 0.
SECONDO TEMPO - Subito un cambio per il Vicenza. Mister Zanchi, in panchina al posto dello squalificato Beghetto, manda in campo Stocco e richiama Frimpong. La scossa sperata non arriva, i veneti sono incapaci di organizzare una reazione degna di tal nome. Cappa è sempre indaffarato, l'estremo difensore dei biancorossi si esalta sulla conclusione ravvicinata di Oikonomidis. Al 59' Verkaj alza bandiera bianca, Inzaghi è costretto a giocarsi il primo cambio del match. È Mika Mario Rokavec il prescelto, per una Lazio che non cambia disposizione in campo. È tempo di sperimentare, poco dopo anche Seck si accomoda in panchina per fare posto a Pasqualoni. I cambi scuotono il Vicenza, che al 69' prova a rendere più frizzante il finale di gara. Lancio lungo dalle retrovie, Bartulovic coglie impreparata la retroguardia laziale e si presenta a tu per tu con Guerrieri. Per il numero 9 dei veneti è una formalità depositare la sfera in rete. Standing ovation al 70', Palombi passa il testimone a Rossi. La gara si avvia placidamente verso la conclusione, ma la sorte porta in dote ancora due notizie. Una buona e una cattiva. Prima Borecki corona una prova maiuscola firmando il 5 a 1, poi Pasqualoni toglie il sorriso a Inzaghi. Il terzino biancoceleste è sfortunatissimo al minuto 87, quando in fase di ricaduta subisce la distorsione del ginocchio. Grande preoccupazione sugli spalti, la giovane aquila classe '97 viene portato subito via in barella. Una note dolente, al termine di una lieta giornata.