Autore Topic: Lazio, Braafheid e Gentiletti le sorprese che non ti aspetti  (Letto 443 volte)

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Lazio, Braafheid e Gentiletti le sorprese che non ti aspetti
« : Martedì 16 Settembre 2014, 15:36:09 »
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Pioli: Gentiletti parla molto in campo e ha personalità

di Andrea Arzilli

ROMA - Ce la farà «Lo Storto» a dare una raddrizzata alla difesa della Lazio? La prima di «El Chueco», così gli argentini chiamano Santiago Juan Gentiletti da Departamento Caseros, piccolo centro di 32 mila anime tra Santa Fe e Rosario, dice di sì, forse il puntello è quello giusto. Certo, non si può dar torto a chi sostiene che occorrano test un po’ più probanti del Cesena sempliciotto, spuntato e già rassegnato alla festa dei laziali visto domenica scorsa all’Olimpico. Ma in attesa di farsi un’idea più precisa dai duelli con Higuain o Tevez, Gentiletti la sua voce l’ha fatta sentire.
Sì, la voce. Perché al di là delle chiusure perfette, dell’innato senso dell’anticipo e del turbante da combattente (5 punti di sutura) con cui il 29enne argentino ha chiuso in trionfo la partita, la Lazio ha finalmente trovato uno che strilla per comandare la difesa. Con «soli» due milioni di dollari la Lazio ha comprato la cosa più importante: la personalità.Il suo inserimento era, ed è tuttora, quello più delicato, per motivi sia tecnici che economici. Perché Santiago, fino a sabato un signor nessuno con un curriculum contraddittorio (ha vinto l’ultima Libertadores col San Lorenzo, ma ha steccato alla prima esperienza europea, in Francia col Brest in Ligue 1), era l’ultima cartuccia a disposizione di Pioli dopo la raffica di salve con Novaretti, Cana e Ciani, cioè l’ultima possibilità di evitare una falla in una zona chiave del campo. «È un giocatore che parla molto e ha una grande personalità - il commento a freddo del tecnico - Legge molto bene le situazioni, sapevo che non avrebbe avuto problemi».
E pure perché serviva il partner giusto per Stefan De Vrij, top acquisto dell’estate e difensore bravo, ma in cerca di leader, cioè con specificità tali da rendere indispensabile una compensazione tecnica. Per non buttare via i soldi gli 8,5 milioni investiti in tutta fretta per rimediare al pasticcio Astori.
Di sicuro, adesso Gentiletti non è più un ufo. I compagni si sono da subito appoggiati alla sua esperienza e al suo carisma, sia quelli più celebrati (e pagati, come Basta e De Vrij) sia quello che aveva tutto da dimostrare: Edson Braafheid. Anche lui alla prima non ha preso stecche, anzi. Un assist, il bel cross per Candreva, tante iniziative e tanti applausi ricevuti.
Di fatto è una scommessa, certamente non ancora vinta, la sua fase difensiva è ancora tutta da scoprire. E pure la condizione può solo crescere, normale dopo anni di inattività (in tribuna gli ultimi 450 giorni, per esempio). Ma l’impatto è stato ok, ora ha la simpatia dei laziali. Non è da tutti.

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