Autore Topic: Il PCI - l'immagine di sé  (Letto 17440 volte)

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Il PCI - l'immagine di sé
« : Lunedì 8 Settembre 2014, 22:26:45 »

Riprendo un ramo di discussione nato nel topic pasoliniano e lasciato a metà. Parto dalla risposta di Giglic ad un mio post.

Anche per me, e per chiunque abbia un minimo di rigore morale. Ma nel caso specifico, trattandosi di politica e non di vita di tutti i giorni (che non lo dico io, ma in tanti, avere delle regole diverse da quelle della persona) serietà vuol dire fedeltà all'idea, anche a costo di essere cinici ed amorali.

No.
Serietà vuol dire onestà.
Se tu mi dici (vado di fantasia) che mangiare uova diminuisce il colesterolo, non ti comportando seriamente con me. Magari lo sarai rispetto al consorzio produttori di uova, e magari consideri quella la tua missione, ma non basta a fare di te una persona seria.

Fedeltà all'idea che - era questo il succo del discorso di Montanelli (chiedo perdono, non sono a Roma e non posso ricercarti la fonte con esattezza, ma era una sua "stanza" sul Corriere della Sera) gli uomini degli altri partiti non avevano.

Neanche questo. I primi tempi sì, ma subito dopo la guerra il gruppo dirigente aveva capito che in Italia non si sarebbe fatta alcuna rivoluzione. E ha giocato sull'ambiguità. L'idea della rivoluzione armata serviva ad attrarre giovani idealisti e a conservare il grosso dei militanti cresciuti a pane e rivoluzione. Come scrisse Giorgio Galli, il PCI non poteva andare contro i duecentomila militanti (negli anni '50) che costituivano la vera forza del PCI, oltre alle sue relazioni internazionali.
Purtroppo molti giovani rimasero affascinati dall'idea della rivolta armata fino ad al terrorismo. Un fall-out imprevisto e indesiderato dal PCI, ma di cui era corresponsabile. 

Della fedeltà al'idea il PCI si deve essere dimenticato anche in occasione del voto sull'inserimento del Concordato nella Costituzione. Fino al giorno prima della votazione era per il no, ma poi votò a favore. 
Nasce anche da qui l'immagine del partito dalla doppia verità, una brutta espressione per indicare un partito di cui non ci si poteva fidare.

Torno poi a domandarmi: si accusano (tu lo fai con educazione, e portato discorsi circostanziati, ma in nuce la cosa è uguale a quella di altri) i comunisti di essere brutti sporchi e cattivi. Riporti frasi come "tanti suoi militanti non hanno fatto nella vita quotidiana". Ma che ne sai? quanti militanti conosci? nel '70 erano 8 milioni circa, sei sicuro che nella loro vita quotidiana (che NON comprende solo la politica) fossero tutti non seri?

A suo tempo sono rimasto stupito da questo errore di calcolo. Gli 8 milioni potevano essere voti, non militanti. E sì che Giglic arriva a confutare  l'uso della parola confutare al posto di falsificare.   :P  Un tipo preciso.
Perché proprio questo errore?
Qual era l'immagine del PCI che ha portato Giglic a sopravvalutare in modo così grossolano la consistenza del PCI?

"La convenienza ha fatto premio sulla serietà". Frase che si attanaglia perfettamente a quaranta anni di governi DC, ma che tu giri verso il PCI, quasi che il problema, in Italia fosse stato solo ed esclusivamente un partito di opposizione, e non altro.

Il PCI è stato battuto corrompendolo.
Inserendolo in quel giro di convenienze politiche-affaristiche-clientelari che portava soldi, carriere, opportunità ai dirigenti e ai militanti. Ne ho visti tanti fare strada al posto di altri ugualmente o più meritevoli.
Ed ho visto un repellente atteggiamento di superiorità nei confronti di chi non aveva le stesse opportunità. Tante volte, in occasioni molto varie.
Anche per loro la stessa domanda: quale immagine di sè avevano, per comportarsi così?

A proposito, qualcuno ricorda uno degli slogan berlingueriani meno citati?
L'occupazione della società. Che voleva dire, secondo voi?

Io non capisco (ripeto: essendo del '68 sarà questione di età) questo astio feroce verso un pezzo di storia italiana.

Io l'astio feroce ce l'ho verso nei confronti di parecchi attori della scena politica italiana. Ora come ora è CL l'oggetto dei miei sentimenti più intensi, ma non per questo dimentico il passato.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Giglic

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #1 : Martedì 9 Settembre 2014, 07:16:50 »
Riprendo un ramo di discussione ...


No. stai rispondendo a me  ;D

E rispondi in modo tale da non lasciare spazi. Non sei d'accordo con me. Bene (anzi, benissimo, non vorrei avere amici che siano d0accordo con me: non li stimerei - semicit.  ;D ). Ma cosa vuoi che ti risponda a cose come
No.
Serietà vuol dire onestà.

Sono tue sensazioni. per me onestà vuol dire onestà e serietà, invece, vuol dire serietà. Si può essere seri e disonesti, o onesti ma non seri. Altrimenti, che le avrebbero fatte a fare due parole distinte?. Tanto più che tu stesso dici che il PCI si è battuto corrompendolo, ossia non facendolo essere più "serio", rinunciando a quella sua "diversità". Di questo dobbiamo dire grazie a quella corrente migliorista che, nata con Amendola che invece era una persona seria, è poi proseguita con un "alto esponente delle istituzioni attuale", che ha rovinato tutto.

Per quanto mi riguarda, torno a ripetere: la storia del PCI (ma anche del PSI e della stessa DC) è un meraviglioso affresco del XX secolo, con i suoi splendori e le sue miserie (la peggiore: quella di Secchia e di Nino Seniga) in Italia. Affresco che mi fa rimpiangere quell'Italia. Tu dici di avere astio feroce verso CL: ci rendiamo conto della differenza tra un partito come il PCI ed una lobby clericale-affaristica? è come se io dicessi che avevo un astio feroce prima per Berlusconi, poi per Gasparri. Suvvia, non c'è paragone  ;D

Offline Frusta

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Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #2 : Martedì 9 Settembre 2014, 09:08:04 »
...Se tu mi dici (vado di fantasia) che mangiare uova diminuisce il colesterolo, non ti comportando seriamente con me. Magari lo sarai rispetto al consorzio produttori di uova, e magari consideri quella la tua missione...

Si può essere seri e disonesti, o onesti ma non seri.

Infatti il PCI è stato un partito serissimo, sempre detto io  :D

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

CP 4.0

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #3 : Martedì 9 Settembre 2014, 10:35:41 »
dici bene, l'immagine di se'.

un narciso che a forza di rimirarsi non si e' accorto di cadere dalle scale.

per poi rialzarsi e pensare di poter far finta che nessuno se ne e' accorto.

Giglic

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #4 : Martedì 9 Settembre 2014, 10:39:50 »
dici bene, l'immagine di se'.

un narciso che a forza di rimirarsi non si e' accorto di cadere dalle scale.

per poi rialzarsi e pensare di poter far finta che nessuno se ne e' accorto.

?

CP 4.0

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #5 : Martedì 9 Settembre 2014, 10:54:06 »
il problema con il comunismo in Italia in particolare e' stato sempre quello di considerarsi il meglio del meglio.

Non si sarebbe votato Bertinotti pur di voler ribadire quanto si era comunisti nonostante fosse chiaro si sarebbero date le chiavi del paese a Berluska, ne si sarebbe accettano il colpo di stato se non fosse stato il narciso per eccellenza, D'Alema, che da Berlusconi aveva preso solo schiaffi nella bicamerale per le riforme.

E si misero i bastoni tra le ruote del compromesso storico pur di poter rivendicare una vittoria totale, perche' convinti di essere i prescelti, finendo pero' per disciogliersi pochi anni dopo.

sempre pronti all'autocritica perche' convinti di essere gli unici che potessero criticarli.

questo e' sempre stato il vero problema della sinistra in Italia. Il rimirarsi il proprio uccello convinti che fosse l'unico bello. (disclaimer: nessun riferimento a Pasolini, ma solo licenza poetica di rima baciata :) )

Offline Frusta

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Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #6 : Martedì 9 Settembre 2014, 10:55:14 »
dici bene, l'immagine di se'.

1)un narciso che a forza di rimirarsi non si e' accorto di cadere dalle scale.

2)per poi rialzarsi e pensare di poter far finta che nessuno se ne e' accorto.

parole sante

?

1) a forza di dire a se stesso che era il migliore ha finito col prendersi sul serio malgrado stesse diventando (io dico malgrado fosse fin dall'inizio peggiore di) esattamente come quelli che definiva peggiori di sé.

2) un bel colpo di spugna su tutto, una bella minimizzazione/relativizzazione del passato e chi osa parlare di quanto sopra va relegato nell' angolo del veteroanticomunismo becero nel migliore dei casi o perculato nel peggiore.

P.s.
Solo la spocchia di ritenersi migliori, malgrado le evidenti ammaccature della caduta dalle scale, è rimasta intatta.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Giglic

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #7 : Martedì 9 Settembre 2014, 11:04:06 »
il problema con il comunismo in Italia in particolare e' stato sempre quello di considerarsi il meglio del meglio.


Questa frase la condivido... in parte.  ;)

nel senso che il comunismo, come tutte le "ecclesie" era fondato sulla concezione di essere migliori di altri (in Italia, parlo. Non ho la pretesa di parlare anche per gli altri paesi. parlo solo di ciò che ho studiato). Il "qualcuno era comunista" di Gaber sintetizza abbastanza bene cosa voleva dire essere comunisti in Italia. E la convinzione di essere "migliori" c'era, eccome. C'era così tanto che i Silone, i Giolitti, etc. che "cambiarono idea" vennero esecrati come eretici.

ma poi chi mi vai a prendere come esempio di comunista? Bertinotti e D'Alema? Ossia ciò che di peggio è rimasto dalla fine del PCI - quello vero? Suvvia, si possono prendere ad esempio di come la sinistra italiana, orfana di quella "ecclesia" non sia riuscita a produrre niente di meglio che non un "cangaicero" che gente seria come Togliatti e Berlinguer avrebbero fortemente disprezzato ed un uomo di apparato che ha pensato più alla sue fortune che non a quelle del partito in cui stava. L'unico, vero, erede del PCI (non del comunismo: sarebbe come parlare di eredi del feudalesimo, o dell'impero romano: saremmo nell'anacronismo più totale) è Cossutta. Che infatti non è cambiato, ma si è consumato con la fine di quella storia.

Giudicare il comunismo o il PCI con la storia di queste due persone sarebbe come voler giudicare la DC da Buttiglione e Bindi, o il PSI da Intini e Cicchitto. Io credevo che Cartesio volesse fare un'analisi storica su cosa era stato il PCI in Italia, non parlare dell'attualità (che con il PCI non ha nulla a che fare)

CP 4.0

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #8 : Martedì 9 Settembre 2014, 11:25:12 »
ma infatti gli esempi di Bertinotti e D'Alema e' proprio per dimostrare quanto si e' scesi pur di mantenere una certa convinzione di se'.

per certi versi poi sono contento poi che usi la parola 'ecclesia' :) , non volevo dirlo ma un altro, e pure peggior, aspetto del comunismo fu quello di predicare contro la religione perche' oppio dei popoli senza accorgersi di essere una religione esso stesso.

forse alla fine altro motivo per essersi consumato, come Cossutta :)

non metto in dubbio che ci siano stati nel movimento personaggi degni di nota, ma cio' non e' una prerogativa del comunismo.

Giglic

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #9 : Martedì 9 Settembre 2014, 11:37:33 »
ma infatti gli esempi di Bertinotti e D'Alema e' proprio per dimostrare quanto si e' scesi pur di mantenere una certa convinzione di se'.

per certi versi poi sono contento poi che usi la parola 'ecclesia' :) , non volevo dirlo ma un altro, e pure peggior, aspetto del comunismo fu quello di predicare contro la religione perche' oppio dei popoli senza accorgersi di essere una religione esso stesso.

forse alla fine altro motivo per essersi consumato, come Cossutta :)

non metto in dubbio che ci siano stati nel movimento personaggi degni di nota, ma cio' non e' una prerogativa del comunismo.

Assolutamente no. I personaggi degni di nota sono ovviamente ovunque.
la storia della "ecclesia" sta proprio nel modo in cui il comunismo veniva vissuto sia all'esterno sia, soprattutto, all'interno del partito.
Io però credo che bisogna indagare (o meglio, scambiarci opinioni) sul perché a differenza di altre nazioni, il "correttivo capitalista" non sia stato demandato ad un partito socialista che pur esisteva ed era pieno di personaggi degni, ma ad un PCI che invece, fino agli anni '70, affermava che il "metodo democratico" era solo una via ad un differente tipo di società (e l'errore clamoroso della DC del "preambolo" di Donat Cattin, credo fosse il 1981, fu quello di considerare il PCI del post compromesso storico come quella di Togliatti e Secchia, secondo me: una sconfitta soprattutto sua: basti vedere i risultati politici del 1983).
Il fatto che i comunisti fossero la forza egemone della Resistenza (e solo perché a differenza di tanti altri partiti erano "rimasti", invece che essere esiliati come gran parte dei socialisti o del PdA) spiega alcune cose, ma non tutto. Così come l'errore (mastodontico, secondo me) di Nenni che preferì il fronte Popolare con Togliatti invece che il riformismo di Saragat spiega la stanca risacca del PSI fino alla fiamma craxiana, fiamma che però l'ha portato all'autocombustione.
Il PCI aveva un grande merito, secondo me (cosa che il PSI di Nenni non riusciva ad avere: Pertini, con la sua poca preparazione politica, invece, si. Altra enorme occasione persa): era un partito di massa, e lavorava sulla massa. Sui ceti sociali, sui lavoratori, agendo - come del resto faceva anche la DC - non solo sul cervello delle persone ma anche (qualcuno direbbe soprattutto) sulla pancia.

Zapruder

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #10 : Martedì 9 Settembre 2014, 12:40:40 »
Il PCI è un po' come Ledesma: ti rendi conto del suo peso quando non c'è.

A meno che non ci sia qualcuno che pensi che questo paese sia migliore rispetto a un quarto di secolo fa...

C'è chi colloca la fine del PCI nel '73, con lo strappo da Mosca, l'eurocomunismo ecc.

C'è chi la colloca dentro la R4 di Moro, che chiuse l'esperienza per alcuni della "Prima Repubblica", quella che lentamente e con le proprie forze si sottraeva, per quanto possibile, alla pregiudiziale anticomunista e alleggeriva il gioco dell'influenza USA.

C'è chi la colloca al funerale di Berlinguer, giorno in cui moriva anche il senso di "superiorità morale" che era riconosciuto anche dalle controparti politiche.

Nel tempo, mi sono convinto del fatto che il PCI abbia lentamente esaurito il suo ruolo storico. La società che rappresentava non esisteva più. Grazie anche al PCI stesso.

Certo, l'assalto ai diritti dei lavoratori e l'esasperato materialismo andati in scena dall'avvento del craxionalsocialismo in poi, fa pensare un po'. Ma continuiamo pure con questa andatura: senza lamentarsi degli 800 Euro al mese, del precariato e di tutto il resto, però. E' la società che abbiamo voluto. Tutti.

Offline BobLovati

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Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #11 : Martedì 9 Settembre 2014, 12:48:52 »
nonostante sia stato il mio peggior avversariio politico, preferisco la gran maggioranza dei comunisti italiani a qualsiasi votante di Berlusconi
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

CP 4.0

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #12 : Martedì 9 Settembre 2014, 13:16:31 »
...Nel tempo, mi sono convinto del fatto che il PCI abbia lentamente esaurito il suo ruolo storico. La società che rappresentava non esisteva più. Grazie anche al PCI stesso.

Certo, l'assalto ai diritti dei lavoratori e l'esasperato materialismo andati in scena dall'avvento del craxionalsocialismo in poi, fa pensare un po'. Ma continuiamo pure con questa andatura: senza lamentarsi degli 800 Euro al mese, del precariato e di tutto il resto, però. E' la società che abbiamo voluto. Tutti.

questo per me e' un punto importante.

Il PCI, o comunque un certo modo di vivere il comunismo, non ha esaurito il proprio ruolo storico, ed e' proprio per la sua scomparsa che da allora vediamo il risorgere di certi problemi.

piuttosto, a forza di rimirarsi non ci si e' accorti di essere inc****i.

proprio perche' si era convinti che tanto non si poteva sbagliare, non si sono mai fatti i veri conti con i propri errori, si e' sempre soltanto messa su un'autocritica di parvenza che rendeva ancor piu' forte la convinzione che nessun altro potesse giudicare chi era comunista.

il compormesso storico, il 5% di Bertinotti ed il dalemone hanno questo in comune.

la convizione che non si doveva fari i conti con la realta' perche' tanto la purezza del proprio spirito avrebbe vinto, e se non vinceva era perche' gli altri giocavano sporco.

il tutto ovviamente dimenticando che nessuno e' piu' bianco del bianco.

Zapruder

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #13 : Martedì 9 Settembre 2014, 13:31:05 »

il compormesso storico, il 5% di Bertinotti ed il dalemone hanno questo in comune.

Il compromesso storico, permettimi, con due personaggi che hanno brillato della luce riflessa sulle macerie del PCI, non c'azzecca nulla.

Giglic

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #14 : Martedì 9 Settembre 2014, 13:40:45 »
Il compromesso storico, permettimi, con due personaggi che hanno brillato della luce riflessa sulle macerie del PCI, non c'azzecca nulla.

Ovvio.

Quella fu una fase complessa, e che vide contro non solo i "terroristi" (quella storia secondo me va ancora scritta per bene), ma anche sia il PSI sia pezzi importanti di Democrazia Cristiana.
Berlinguer era convinto che fosse una scelta "obbligata", in questo trovando sponda nel politico che, caratterialmente (ma solo caratterialmente) più gli somigliava: Moro. Le pressioni USA (Kissinger aveva paura) portarono poi al termine di quell'esperienza, che per il PCI fu deleteria, ma che era probabilmente l'unica scelta possibile, La legislatura successiva (1979-83) fu costellata di mezze figure DC, che prepararono la strada a Craxi. L'opportunità - forse - vera la si ebbe, a mio modo di vedere, con Spadolini, ma il PRI privo di La Malfa era ormai un fantasma.

CP 4.0

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #15 : Martedì 9 Settembre 2014, 14:15:48 »
Quindi tutti coloro che facevano parte del pci o lo votavano erano favorevoli al compromesso storico e pronti ad allearsi con l'odiato nemico DC?

ThomasDoll

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #16 : Martedì 9 Settembre 2014, 14:48:18 »
Nel tempo, mi sono convinto del fatto che il PCI abbia lentamente esaurito il suo ruolo storico. La società che rappresentava non esisteva più. Grazie anche al PCI stesso.

E' così.
Giudicare il PCI con gli occhiali di oggi è un esercizio che ha poco senso. Nel momento in cui è esistito e ha pesato un senso ce l'aveva eccome. Si credevano migliori, in parte lo erano, in parte erano dei poveri illusi che col tempo sono finiti su un binario morto. Parlando di queste cose si finisce sempre per banalizzare. E' palese che nello schieramento attuale non esiste una forza di sinistra, per la destra vale in parte lo stesso, ma restano sullo sfondo due diverse visioni del mondo. Quelle non sono morte e in base a quelle si giudica l'oggi. Anche con pregiudizio.

Offline cartesio

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Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #17 : Martedì 9 Settembre 2014, 22:47:48 »

Sempre sulla serietà, nessuno dubiterebbe della serietà di Cosa Nostra, che però non vuole presentarsi come paladina di legalità e democrazia. Nel momento in cui invece il PCI si presenta come co-fondatore della Repubblica, deve smettere di parlare di rivoluzione. E altro che parlare, c'erano fior di depositi di armi pronte ad essere usate per ... difendere la democrazia? La democrazia che non volevano e che gli era stata imposta con le armi dagli Alleati? O altro? E c'era una organizzazione pronta alla lotta armata, e collegamenti internazionali pronti ad attivarsi nel caso.
Il PCI ha ciurlato nel manico per decenni, lucrando consensi in fasce sociali sensibili all'argomento rivoluzione. Quando poi una generazione di ribelli si è indirizzata verso la lotta armata, ha finto di non avere responsabilità in merito.

Ipocrisia.

Così come era ipocrisia la presunta assenza delle correnti. Le correnti c'erano, gli ingraiani sicuramente non avevano molto a che spartire con gli amendoliani, tutti avevano i loro legittimi momenti di incontro, ed al momento di votare si ricordavano bene con chi stavano. Però, e questo era gran motivo di orgoglio per i militanti, e di disprezzo nei confronti dei partiti che invece le ammettevano, nel PCI le correnti non esistevano.
I militanti del PCI hanno per decenni tranciato giudizi pesantissimi sugli altri partiti, democristiani mafiosi, socialisti ladri, radicali froci e puttane, repubblicani servi del padrone, e poi mosche cocchiere, avventuristi, fascisti (questo un po' per tutti, al momento giusto) , con il gioiellino "socialfascisti" rivolto ai riformisti. Sono talmente tanti che me ne ricordo una minima parte. Però poi quando toccava a loro ricevere qualche apprezzamento pepato, perché solo a noi?
Condanne verbali a palate, per coltivare un'immagine del PCI come centro nobile della democrazia italiana. Immagine a cui molti ex seguaci continuano a credere ancora oggi.

Per me il PCI è stato per quarant'anni la palla al piede della democrazia italiana.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Giglic

Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #18 : Mercoledì 10 Settembre 2014, 06:08:27 »

Per me il PCI è stato per quarant'anni la palla al piede della democrazia italiana.

Con questo, hai chiuso la discussione.

Offline leomeddix

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Re:Il PCI - l'immagine di sé
« Risposta #19 : Mercoledì 10 Settembre 2014, 09:06:39 »

Il tuo giudizio sul PCI mi sembra -come dire- poco sereno.
Questo partito è nato con una matrice rivoluzionaria, ma non era composto da un gruppo di matti anti-democratici pronti in qualsiasi momento all'insurrezione.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il PCI ha perseguito -nei fatti- una politica riformista (Togliatti parlò di "riforma della strutture") e già Gramsci aveva previsto che dopo la caduta del fascismo non ci sarebbe stato l'avvento della dittatura proletaria, ma una fase costituente in cui i comunisti avrebbero dovuto collaborare con le forze "borghesi".
E quello che tu ascrivi al PCI come colpa ("lucrare consensi in fasce sociali sensibili all'argomento rivoluzione"), è invece un grande merito di questo partito, perchè il PCI -almeno fino agli anni '60-  è riuscito a evitare derive estremiste e suicide dei settori più 'inquieti' della società: è vero che numerosi partigiani nascosero le armi dopo la guerra, ma è anche vero che i dirigenti comunisti fecero comprendere a tutti che il tempo della lotta armata era finito, e che ora il cambiamento passava attraverso la lotta politica (quando l'attentato di cui fu vittima riattizzò un clima di guerra civile nel nostro Paese, fu lo stesso Togliatti il primo a sedare gli spiriti più bollenti).
I militanti del PCI "hanno tranciato giudizi pesantissimi sugli altri partiti"? I giudizi "pesantissimi" erano di casa anche all'interno delle altre forze politiche, con la differenza che nei riguardi di molti militanti comunisti questi giudizi si trasformarono presto in epurazione dai luoghi istituzionali e in licenziamenti dai posti di lavoro.

Il PCI, come ogni altra organizzazione umana, aveva limiti e contraddizioni, ma affermare frasi come questa:
Per me il PCI è stato per quarant'anni la palla al piede della democrazia italiana.
secondo me significa avere una visione un pò distorta della storia del nostro Paese.
È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)