Autore Topic: Intercettazioni Moratti-Bergamo  (Letto 17395 volte)

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bak

Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #80 : Lunedì 12 Aprile 2010, 13:41:54 »
il
pendere dalle labbra di biascica, no dico rendemose conto, biascica.
io non so piu' chi bestemmiare

Il Partito Democratico  ;D ?

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #81 : Martedì 13 Aprile 2010, 11:27:23 »
Domenica 28 Settembre 2008 00:58    .Dunque il 20 settembre è stato reso noto che Luciano Moggi è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per il reato di calunnia nei confronti del Maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio e dell'ex direttore sportivo della Roma, Franco Baldini.
"Baldini e Auricchio si dovrebbero vergognare", aveva detto Moggi in aula lo scorso 17 giugno. "La vicenda appare come una cosa macchinata e predisposta. Sono sconcertato: non ci sono prove, ma solo chiacchiere contro di me".
Per provare a capire perché l'imputato possa essersi spinto a fare affermazioni così gravi davanti al giudice, facciamo un piccolo passo indietro.
Secondo Bartolozzi e Mensurati (nel loro "Calciopoli, collasso e restaurazione di un sistema corrotto"), il rapporto tra il Maggiore dei Carabinieri e i dirigenti romanisti sarebbe da far risalire alla vicenda delle fideiussioni fasulle dell’estate 2003: l’ultimo giorno disponibile prima della scadenza dei termini, Franco Baldini e la consulente finanziaria Cristina Mazzoleni cercano di fornire alla Covisoc le garanzie per l’appianamento dei debiti giallorossi, ma si trovano di fronte all’impossibilità di giustificare un buco 7,5 milioni di euro rilevato dall’ente di controllo. Invece di spedire la Roma in C2 come la Fiorentina, la Covisoc, nella persona del segretario Turchetti, si mostra disponibile a sistemare le cose in extremis, fornendo anche un nominativo a cui provare a rivolgersi. Dopo un complicato giro di telefonate (descritto compiutamente qui), i dirigenti giallorossi rimediano una fideiussione che Turchetti, dati i tempi strettissimi, accetta sulla fiducia, e in ritardo rispetto ai termini previsti (il giorno dopo).
In seguito a più accurati controlli, la fideiussione si rivela falsa, eppure non solo la Roma riesce a sfangarla, ma Baldini, il 7 agosto, ai giornalisti parla di "estorsione" ordita dalla pur accondiscendente Covisoc. Allora Turchetti, risentito, chiama la Roma minacciando l’esclusione dal campionato, e ne avrebbe ben donde, ma per tutta risposta i dirigenti romanisti sporgono denuncia ai Carabinieri (per maggiori dettagli, vedi qui).
Circostanza ricordata da Auricchio davanti al giudice Fiasconaro: "Avevo conosciuto Baldini - ha detto l'ufficiale dei Carabinieri in qualità di teste al processo Gea - quando era venuto a presentare un esposto contro ignoti a nome della Roma per la vicenda delle false fideiussioni".
 E’ sufficiente per parlare di macchinazione? Ovviamente no. Ma intanto analizziamo gli altri sviluppi.

Secondo un articolo pubblicato dal Giornale il 5 luglio scorso, a firma Gian Marco Chiocci, gli inquirenti del processo GEA starebbero cercando altri elementi per supportare le loro accuse. Se così fosse, sarebbe un nuovo indizio della fragilità dell’impianto accusatorio.
Tre sarebbero i "nuovi" fatti sotto la lente degli inquirenti:
1) Il caso Bergamo-Sensi, nato da un’intercettazione del novembre 2003 in cui l’allora designatore, agente assicurativo dell’Ina Assitalia per la provincia di Livorno, raccontava a un amico di aver ricevuto dall'allora presidente romanista l'offerta della stipula di un'ingente polizza (all’epoca Ina era sponsor dei giallorossi) in cambio di una lista di 5 arbitri a lui graditi. Ai tempi ci fu un'inchiesta di un pm romano (lo stesso del processo GEA) che portò all'archiviazione nel 2006. Per i dettagli, vedi qui.
2) La “pace” fra Moggi e i Sensi del 7 luglio 2004, benedetta niente meno che dal sindaco juventino 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)', con tanto di Rosella che incensa Lucianone. Da allora, secondo la ricostruzione, le quotazioni di Baldini nella società giallorossa avrebbero iniziato a precipitare, mentre cominciarono a circolare voci di una sua sostituzione col figlio di Moggi (per altro mai avvenuta) per la rabbia della tifoseria.
3) L’intercettazione tra Moggi e Giraudo in cui, nell’estate 2004, i dirigenti juventini parlavano di «un contratto televisivo» per la Roma da subordinare alla cessione di Emerson. Secondo la vulgata mediatica di Farsopoli, sarebbe la prova di un ricatto perpetrato dai malefici Moggi e Giraudo per impadronirsi del giocatore brasiliano. Ma la Juve non era parte di alcuna holding di telecomunicazioni e non si capisce a che titolo Giraudo avrebbe potuto influire sulla destinazione dei diritti televisivi altrui. La canea forcaiola del 2006 volle vedere nell'intercettazione un riferimento a Sky, ma in modo del tutto fantasioso, anche perché il contratto della Roma con l'emittente venne stipulato nel novembre seguente, più di due mesi dopo la cessione di Emerson, avvenuta con la piena soddisfazione della società capitolina, che riuscì a strappare 15 milioni più Brighi. I diritti televisivi erano entrati a un certo punto nella trattativa sotto forma di un quadrangolare (per quattro anni, con proventi di sponsor e TV a favore della Roma) che i bianconeri volevano mettere sul piatto insieme ai 15 milioni già offerti (vedi qui). Nella telefonata incriminata, Moggi e Giraudo fanno considerazioni sull'opportunità di organizzare il quadrangolare (appunto comprensivo di diritti televisivi per la Roma) solo contestualmente alla cessione di Emerson, sospettando che i dirigenti romanisti volessero usare il centrocampista brasiliano solo come specchietto per le allodole.

Dal quadro che emerge dalle indiscrezioni del "Giornale", dunque, sembrerebbe che gli inquirenti stiano inseguendo un'ipotesi accusatoria di questo genere: finché Baldini lavorava alla Roma, il potere moggiano si sarebbe adoperato per vessarla; una volta uscito di scena lui, il terribile Luciano da Monticiano avrebbe allentato la sua morsa letale, consentendo alla Roma di operare sul mercato più agevolmente (vengono citati ad esempio gli arrivi nel 2005 dei pregiati Taddei, Nonda, Kuffour).
Il ruolo di Baldini nel processo si dimostrerebbe dunque centrale, e ciò verrebbe confermato anche dal fatto che, oltre all'incriminazione per calunnie, Moggi è stato messo sotto inchiesta anche per delle minacce che gli avrebbe rivolto il 19 giugno scorso, prima di un'udienza. «Sono stato minacciato da Moggi», aveva detto Baldini in aula. «Mi ha detto "buongiorno pezzo di m**da" e poi con il dito puntato a pochi centimetri dal naso ha aggiunto: "guarda che così finisci male"». Tutto ciò in un'udienza nella quale, messo a confronto con Baiocco, l'ex ds giallorosso era stato platealmente contraddetto
Inoltre, il pm Palamara avrebbe appena formalizzato l'iscrizione sul registro degli indagati anche per il calciatore del Napoli, Emanuele Blasi, con l'ipotesi di reato di falsa testimonianza. A che proposito? Manco a dirlo: per aver contraddetto la versione di un altro testimone chiave dell'accusa, l’ex procuratore Stefano Antonelli, il quale, sempre secondo le informative del 2005, si sarebbe presentato da Auricchio nel gennaio di quell'anno per consegnargli la registrazione di telefonate nelle quali il padre del calciatore lo licenziava per avere combinato troppi pasticci con la Juve.

A questo punto verrebbe da chiedersi se si tratti di un processo alla GEA world o a Luciano Moggi, il cui unico legame con la ormai disciolta società di procuratori è il fatto che uno dei titolari fosse suo figlio. Ma soprattutto viene da chiedersi perché viene concesso tutto questo credito al Baldini, che ha avuto importanti responsabilità dirigenziali in una società da anni protagonista di vicende alquanto controverse.
Proviamo a ricapitolare:
Anno 1999: Per i regali natalizi l'A. S. Roma non bada a spese: Rolex d'argento per gli arbitri, Rolex d'oro per i designatori Bergamo e Pairetto. Scoppia lo scandalo e i costosi orologi vengono restituiti.
Anno 2001: Baldini, da due anni dirigente della Roma, viene condannato dalla giustizia sportiva a 9 mesi di stop per la vicenda del passaporto di Recoba, nella quale, recita la sentenza "ebbe un ruolo ben piu' rilevante ed efficiente di quello di semplice tramite". Il tutto in seguito a un'inchiesta della procura di Udine che nel maggio 2006 condannerà Oriali e Recoba per concorso in falso e ricettazione.
Anno 2002: Caso Bergamo-Sensi. In un'intercettazione del novembre di quell'anno, il designatore parla di un elenco di arbitri graditi che il massimo dirigente giallorosso vorrebbe presentargli in cambio di un'ingente "commessa lavorativa". L'inchiesta che ne consegue finirà sui giornali nel 2005 e si esaurirà nel settembre 2006 dietro sollecitazione del pm del Processo GEA, che chiederà al GIP l'archiviazione.
Anno 2003: A luglio la Roma viene iscritta al campionato pur non avendone i titoli. A finire sotto inchiesta è un segretario Covisoc compiacente, e solo perché non accetta di passare pubblicamente per il responsabile di una fideiussione fasulla non presentata da lui. La sua testa verrà tagliata dall’Ufficio Indagini della Figc.
Anno 2004: La Roma, sempre in gravi difficoltà economiche, per appianare i debiti deve privarsi di alcuni suoi gioielli. Samuel viene venduto tranquillamente all’Inter, mentre il passaggio di Emerson all’odiata Juve suscita non pochi imbarazzi: per la stampa, Baldini, con la cessione di Emerson, fa un grande affare, di importanza vitale per le casse giallorosse; per la tifoseria romanista, invece, è un grave sfregio che si aggiunge al passaggio di Capello ai bianconeri, e Baldini comincia a defilarsi dalla conduzione della società.
Anno 2005: Secondo la prima informativa redatta da Auricchio, il 14 aprile Baldini si reca a deporre contro Moggi. Tra le tante bizzarrie del documento, la vicenda dei Rolex, su cui la locale procura aveva aperto un’inchiesta archiviata nel 2002, viene giustificata in quanto “goffo tentativo di proporsi in chiave di simpatia con la classe arbitrale” e fatta passare, a mo' di cappello dell'indagine, per un atto mirato a contrastare un presunto condizionamento arbitrale di Juve e Milan.
Anno 2006: Le informative romane finiscono sui giornali e scoppia Farsopoli. Tra le altre esce l’intercettazione sulla cessione di Emerson: la Guardia di Finanza indaga sul caso, perquisendo addirittura la casa del brasiliano e controllando i suoi conti, stabilendo alla fine che era tutto in ordine.

Vero o no che tutte le strade di Farsopoli sembrano portare a Roma?
Roma, che oltre ad essere la città che diede i natali all’ematologo D’Onofrio (come chi? L’autore della perizia sull’Epo, ovviamente, quella demolita dalla sentenza d’appello nel processo sul doping juventino), ospita la redazione di un giornale, il Romanista, che ai tempi di Farsopoli sembrò tra i più lesti a disporre delle informative sfuggite alla sorveglianza degli inquirenti.
Roma, dove i lupacchiotti locali sono sempre e comunque "parte lesa".
Roma, dove a processo ci finisce Moggi, semmai, e per le attività di una società per la quale nemmeno lavorava, né tantomeno sovvenzionava.
E ora queste nuove incriminazioni per calunnie e minacce. Bene. Si approfondisca e si accertino eventuali responsabilità, giusto, e il prima possibile.
Non come in quell'altro caso, quello dell'inchiesta sulla “rivelazione di segreti di ufficio” (art. 144, c.p.p.) per la fuga di notizie che nel maggio 2006 alimentò il linciaggio mediatico ai danni di Luciano Moggi e degli altri inquisiti. Sono più di due anni che aspettiamo novità, ma tutto tace.
Su Repubblica del 15 giugno 2006, Bonini e D'Avanzo scrivevano: "La novità è che a Napoli, l'ufficio del pubblico ministero individua il luogo e le persone che, uniche, hanno potuto violare il segreto. I nomi sono ora, nero su bianco, negli atti trasmessi alla Procura di Roma. C'è un'accusa grave in queste carte. La fuga di notizie, sostengono a Napoli, è stata così imponente e distruttiva che deve essere stata "autorizzata dal comando del Nucleo Provinciale dei carabinieri di Roma e da alti ufficiali dell'Arma da cui gerarchicamente dipende quella struttura".
Sarebbe bello poter sperare che sia questa la volta buona.
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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #82 : Martedì 13 Aprile 2010, 11:29:10 »
Il 4 luglio 2005 il quotidiano Il Tirreno esce con un articolo esplosivo su un presunto accordo tra il presidente della Roma Franco Sensi e il designatore arbitrale Paolo Bergamo: il primo avrebbe promesso contratti con la Ina-Assitalia (società assicurativa sponsor della Roma, nella quale lavorava Bergamo) in cambio di una lista di cinque arbitri graditi. Lo diciamo subito, è una vicenda spinosa che ha portato con sé minacce di querele. Al fine di restare fuori da ogni questione, ci limitiamo a riprodurre solo alcuni articoli tratti da quotidiani e riviste, lasciando al lettore ogni eventuale considerazione. Cominciamo con l’articolo originario, quello de Il Tirreno:

ROMA. Parlavano di un’altra bufera, Mario Saporito, imprenditore edile, e l’assicuratore Paolo Bergamo, designatore degli arbitri di serie A e B, amici e livornesi, in quel novembre del 2002. Non si spiegavano perché Igor Protti, artefice di quella squadra appena uscita dall’inferno, dopo una lite con gli ultrà, se ne stesse chiuso nella sua villa di Cecina a pensare se lasciare o meno il calcio giocato. Dal pallone di provincia, si sa, a quello nobile, il salto è breve. Anche perché quel giorno del 2002 Saporito - che qualche giorno fa è stato ascoltato come persona informata sui fatti dalla polizia giudiziaria - si trova a tu per tu con un personaggio, Bergamo, che nel mondo del calcio vive da sempre e ne conosce tutti i meandri.
Così l’ex designatore si mette a raccontare di una visita fatta un mese prima a villa Pacelli, residenza romana della famiglia Sensi. E mentre nella conversazione l’affaire Protti passava in secondo piano, facevano la loro apparizione ben altri argomenti che sarebbero tornati d’attualità due anni dopo, oggi. Scatenando una bufera.
Bergamo, dunque, racconta all’amico quella visita a Villa Pacelli a casa Sensi: «Ha dei quadri fantastici alle pareti», dice. «Sono dell’Ottocento, varranno 150 milioni l’uno. Mi ha fatto vedere anche quello che vuol regalare al Papa».
Saporito ascolta e Bergamo si sfoga. Non si è ancora scrollato di dosso l’affare degli orologi, i Rolex che proprio Sensi due anni prima aveva regalato per Natale ai 35 arbitri professionisti e che li avevano portati di nuovo in prima pagina. «Uno degli orologi era d’oro, quello regalato al direttore di un importante quotidiano sportivo. E gli altri arbitri, i miei colleghi, a lamentarsi perché ci era toccato solo uno Swatch (così si legge ndr) d’acciaio». Di Sensi e della Roma i due amici parlano e riparlano, anche perché sono i giorni in cui il presidente si lamenta degli arbitraggi che ricorrono più volte nella discussione, anche perché è l’anno in cui la Roma si sente vittima delle terne.
«Quella volta», rivela Bergamo, «Sensi mi parlò di una polizza. Mi disse: lei è assicuratore, vero? Perché io dovrei fare una polizza da due miliardi per una piattaforma petrolifera».
Vai a pensare che sotto il tavolino dell’ufficio di Saporito, in via Marradi 4, a Livorno, i finanzieri avevano piazzato una microspia cercando tutt’altre cose, rivelazioni e conferme riguardo all’inchiesta che si stava conducendo in città sugli intrecci tra politica e appalti.
E invece s’erano trovati nei nastri parole che avrebbero scatenato una tempesta nel mondo del calcio. Tanto da portare il sostituto procuratore del tribunale della capitale, Luca Palamara, ad aprire un fascicolo dove compaiono i nomi di Bergamo e di Franco Sensi, patron della Roma. L’ex arbitro,, sollecitato dal Tirreno, non lo ricorda proprio quell’episodio. «Io conosco Sensi come una persona perbene», ha detto al giornale e al suo legale di fiducia, Sergio Russo. «Come agente generale dell’Ina Assitalia per la provincia di Livorno non ho mai avuto a che fare col presidente della Roma. Contratti con una delle sue società con la mia agenzia? Mai stati fatti». Smentisce amareggiato.
E amareggiato, pochi giorni dopo quelle dichiarazioni, nel luglio scorso, lascia il mondo arbitrale e il suo ruolo di designatore. «Troppi veleni», dirà ai giornalisti che gli telefonano.
Eppure oggi è proprio quello il particolare illuminante che il magistrato romano cerca: la polizza che, secondo l’intercettazione, Sensi avrebbe promesso a Bergamo.
L’arbitro livornese vi accenna mentre parla con Saporito: «Un contratto da due miliardi», specifica. Seicento milioni la provvigione che l’assicuratore ne avrebbe tratto. «Un mese e mezzo dopo mi chiama un amico dell’Ina, uno che conosco da anni e lavora al settore della responsabilità civile. Se mi mette seicento milioni lì non posso mica rifiutarli».
Il registratore va avanti, macina minuti, e quelle parole oggi sono oggetto di un’indagine. Il rapporto della Guardia di Finanza è preciso, ma il magistrato vuole vederci chiaro e verificare se si tratti solo di parole ambigue e di sospetti oppure di episodi più concreti.
Capire, per esempio, perché Bergamo non informò la giustizia sportiva, e soprattutto se e come quel contratto sia stato compilato. In maniera diretta o, come Sensi avrebbe suggerito (lo dice sempre Bergamo nella conversazione intercettata) attraverso un’altra agenzia dell’Ina a Roma e poi fatta arrivare nel pacchetto clienti a Livorno.
Il pm Palamara ha già disposto l’acquisizione agli atti di quella polizza e quindi molte domande avranno presto una risposta. Tutti i protagonisti smentiscono con fermezza. Bergamo, soprattutto, ma anche la Roma, attraverso il suo direttore generale che annuncia querele e azioni giudiziarie contro i giornali che dovessero parlare ancora della vicenda: «Non c’è nessuna indagine, Sensi non è indagato». Un’indagine, invece, esiste, come il “Tirreno” documenta. E va avanti almeno da due anni. Prima è stata la polizia giudiziaria della Finanza a fare accertamenti. Addirittura gli inquirenti hanno fotografato dall’elicottero la piattaforma petrolifera al largo di Civitavecchia di proprietà della Italpetroli, società del gruppo Sensi. E sono anche andati alla ricerca degli eventuali favori che Bergamo avrebbe potuto fare a Sensi. In campo arbitrale, naturalmente, attraverso nomi di giacchette nere gradite ai giallorossi.
Così sono stati passati al setaccio risultati di tutte le partite di quello che fu per la Roma un “annus horribilis” contrappuntato da continui arbitraggi sfavorevoli da prima ancora di quel novembre 2002 e almeno fino alla fine del campionato. Ma anche questo è un nodo che solo il magistrato, una volta completato il lavoro, potrà sciogliere.

La vicenda era stata menzionata due giorni prima da alcuni giornali, ma il tutto si era limitato ad un pour parler. Vediamo cosa scrisse Repubblica il 2 luglio 2005:

Una chiacchierata lunga mezz' ora durante la quale un autorevole personaggio del mondo del calcio parla a ruota libera, fa il nome di cinque arbitri disposti ad accettare regali o somme di denaro, sostiene anche ipotesi di "pilotaggio" di designazioni: è in questa intercettazione ambientale, riassunta in due pagine dalla Guardia di Finanza di Livorno, il nuovo scandalo che scuote il mondo del calcio.
La cimice era stata messa in un ufficio all' inizio del 2002: gli inquirenti livornesi stavano indagando su una storia di tangenti (che ha portato al rinvio a giudizio di quattro persone) e soltanto casualmente si erano imbattuti nella chiacchierata "calcistica". Nella telefonata, oltre a quello degli arbitri, pare sia stato fatto anche il nome di Franco Sensi, presidente della Roma, che in quel periodo era particolarmente infuriato con Franco Carraro, numero 1 della Figc, e con i due designatori, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto. Il patron giallorosso si lamentava infatti per una serie di arbitraggi estremamente infelici nei confronti della sua squadra. È certo comunque che i cinque arbitri citati, e finiti nell' intercettazione, siano della Can di serie A-B.
Arbitri che, stando a chi parlava, erano particolarmente malleabili. L' ipotesi potrebbe quindi essere quella della frode sportiva, ma nel caso venissero fuori anche sospetti di scommesse si potrebbe aggiungere la truffa. Livorno ormai ha chiuso il suo lavoro: strano, comunque, che pur di fronte ad una "notizia criminis", ci sia soltanto un' intercettazione su questo personaggio calcistico (che probabilmente mai ha saputo di essere stato ascoltato e che non è stato sentito sinora dai magistrati). La pratica adesso è passata a Roma. Il pm Luca Palamara, che ha aperto un fascicolo, non ha allo stato iscritto alcun nome nel registro degli indagati: nei prossimi giorni il magistrato procederà alla identificazione certa della persona intercettata.
Per il momento nel fascicolo della procura capitolina vi sono soltanto le trascrizioni della conversazione telefonica (due pagine, appunto). Circostanze, nomi e atti che hanno ancora necessità di riscontri: se ne sta occupando la Guardia di Finanza di Roma. Ma anche l' Ufficio indagini della Federcalcio si è attivato, pur non avendo aperto alcun fascicolo in questo momento. Il generale Italo Pappa si è già incontrato, nei giorni scorsi, con i magistrati romani Torri e Palamara e ora attende i riscontri della Procura prima di decidere come (e se) muoversi. Tutto ruota, appunto, su quell' unica intercettazione.
Ora dovrà essere chiarita, nei dettagli. Da parte della Figc c' è la volontà di accertare la verità, per non lasciare alcuna ombra su questa vicenda. Pappa martedì chiuderà personalmente gli interrogatori sul caso Genoa con Preziosi e Dal Cin (più avanti dal capoluogo ligure gli arriverà il secondo filone, quello relativo alle scommesse). Poi il capo dell' Ufficio Indagini, scritta la relazione su Piacenza-Genoa e Genoa-Venezia, si concentrerà su "fischietti" e dintorni. Già lo scorso anno due arbitri, Marco Gabriele e Luca Palanca, erano finiti nel mirino di un' inchiesta giudiziaria, quella legata alle scommesse: la Dia di Napoli li aveva indagati per associazione a delinquere, ma, dopo un periodo di sospensione cautelare, erano potuti tornare ad arbitrare (Gabriele 6 partite in A, Palanca 3 nell' annata appena chiusa). L' indagine giudiziaria da tempo è ferma.
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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #83 : Martedì 13 Aprile 2010, 11:35:53 »
Che cos'è?
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #84 : Martedì 13 Aprile 2010, 11:49:57 »
"Ieri, nel corso della trasmissione Studio Stadio, in onda su Gold Sport, Nicola Penta, consu­lente sportivo di Luciano Mog­gi, ha anticipato che tra le intercettazioni ritrova­te ed ascoltate in questi ultimi giorni ce n’è una in cui un presidente di club dice ad uno dei due designa­tori "Passa da casa del maggiore azionista della so­cietà che ti deve dare un rega­lo". Ieri sera una conferma è giunta nel corso di Replay, in onda sulla Rai, dal direttore di Tuttosport, che ha rivelato trattarsi di un regalo del valore di 5.000 euro." (da ju29ro.com di oggi 13/4)

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #85 : Martedì 13 Aprile 2010, 12:31:51 »
ORE 12 - Fitto botta e risposta, con momenti anche di nervosismo, nel controesame del tenente colonnello dei Carabinieri, Attilio Auricchio, l'investigatore principale nell'inchiesta e uno dei legali dell'ex dg della Juventus, Paolo Trofino. In particolare esaminata una riunione a casa di Paolo Bergamo, uno dei designatori arbitrali, dopo una partita di anticipo del Milan a fine campionato, quando la Juve a 82 punti, era già automaticamente vincitrice del titolo, con il Milan a 78 punti. Ad Auricchio, Trofino ha chiesto anche se nel corso degli interrogatori si sia avvalso delle intercettazioni fatte nel corso delle indagini. "Se abbiamo agito su delega della Procura - è la risposta - è chiaro che abbiamo agito avvalendoci delle telefonate e facendole ascoltare per quelle che avevamo trascritto". Trofino insiste sulla coincidenza tra alcuni interrogatori-chiave e le prime notizie sui 41 avvisi di garanzia emessi nell'ambito dell'inchiesta, Auricchio precisa che queste avvennero nei "giorni successivi" all'11 maggio del 2005 e che "sicuramente gli indagati non venivano con piacere". E su domanda precisa dice: "Non sono stato mai a Trigoria a pranzo col signor Baldini".

ORE 11.44 - L'avvocato di Luciano Moggi, Trofino, legge in aula la telefonata fra Giacinto Facchetti, allora presidente dell'Inter e il designatore Bergamo, nella quale "gli detta la griglia degli arbitri - afferma Trofino - è la madre di tutte le telefonate". Ci sono momenti di tensione in aula. In realtà Facchetti dice a Bergamo: "Manda Collina".

ORE 11.24 - Alle domande dell'avvocato Trofino il colonnello Auricchio ha risposto di sapere che anche l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti era andato a casa dell'ex designatore Paolo Bergamo in alcune non meglio precisate occasioni. "Se mi chiede di Facchetti, mi risulta. Non mi risulta di Moratti".

Ore 10.57 - La difesa dell'ex dg della Juve, Luciano Moggi, ha chiesto alla nona sezione del Tribunale, davanti alla quale è ripreso il processo di Calciopoli, che disponga la trascrizione di 75 telefonate che erano inedite e che sono state esaminate dai proprio consulenti. Le telefonate si riferiscono a conversazioni con indagati, tra i quali gli ex designatori Bergamo e Pairetto da parte di diversi dirigenti di società di calcio. La questione è stata illustrata dall'avvocato Maurilio Prioreschi che insieme con l'avvocato Paolo Trofino assiste Moggi. La difesa ha chiesto altresì l'acquisizione di circa 3.000 contatti telefonici con indagati da parte di dirigenti di società (si tratta dei contatti ricavati dai tabulati anche relativi ai centralini dei club calcistici). Il presidente del collegio, Teresa Casoria, ha ricordato una precedente ordinanza del maggio dello scorso anno nella quale il tribunale diceva che la difesa poteva indicare anche altre telefonate, qualora le ritenesse significative per la loro trascrizione

ORE 10.55 - È iniziato il contro esame del tenente colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio dell'avvocato Trofino In aula è presente, tra il pubblico, anche il figlio di Moggi, Alessandro: non imputato nel processo

ORE 10.31 - Accolto dall'incoraggiamento di alcuni tifosi bianconeri, ha fatto il suo ingresso nel Palazzo di Giustizia di Napoli l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, principale imputato nel processo Calciopoli. Moggi non si è fermato con i cronisti: "ho un po' di raucedine e non posso sforzare la gola". Altri imputati presenti l'ex designatore Pairetto, e gli ex arbitri.

ORE 10.30 - Comincia il controesame del tenente colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio. Sta rivolgendo le domande l'avvocato Claudio Botti, difensore dell'ex vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini. Poi toccherà all'avvocato Trofino, difensore di Luciano Moggi

ORE 10.21 - L'avvocato Prioreschi, difensore di Luciano Moggi, ha chiesto la trascrizione di 75 telefonate che, ha detto, sono state "sottratte all'indagine".

ORE 10.12 - È iniziata l'udienza del processo sullo scandalo Calciopoli. Il presidente della nona sezione penale del Tribunale di Napoli, Teresa Casoria, ha chiesto a fotografi e cineoperatori di uscire dall'aula e procede all'appello dei 23 imputati.

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #86 : Martedì 13 Aprile 2010, 12:47:53 »
Borges, dovresti comunicare la fonte dei tuoi contributi sulla roma.

Quanto alla vicenda Bergamo-Sensi, bisogna dire che non possiamo sapere se Bergamo dicesse il vero al suo amico o si fosse inventato la storia della polizza e della visita a villa Pacelli.
In un mondo corretto, il PM avrebbe dovuto verificare se la polizza è stata efettivamente stipulata e la procura sportiva avrebbe dovuto verificare se Bergamo è effettivamente andato a villa Pacelli. 
Nell'assurdo mondo di Calciopoli, in cui bastava il minimo sospetto per arrivare a una condanna, le dichiarazioni di Bergamo avrebbero posto la roma in una posizione processuale molto peggiore di quelle di Lazio e Milan.

Offline FirUds

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #87 : Martedì 13 Aprile 2010, 13:20:21 »
11.48 AURICCHIO: «TELEFONATA FACCHETTI-COLLINA TRASCRITTA MA RITENUTA NON IMPORTANTE»
Il tenente colonnello Auricchio: «La telefonata in cui Facchetti chiede a Collina e parla della griglia con Bergamo è stata trascritta ma da noi ritenuta investigativamente non importante». In aula c'è chi si mette a ridere. A quel punto l'avvocato Trofino ribatte: «Ah, e invece avete ritenuto importanti le telefonate fatte da casa di Bergamo nelle quali le mogli parlavano del menu della cena...».

Dalla diretta da Napoli, sul sito Tuttosport.com
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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #88 : Martedì 13 Aprile 2010, 13:24:06 »
Borges, dovresti comunicare la fonte dei tuoi contributi sulla parte lesa .

Quanto alla vicenda Bergamo-Sensi, bisogna dire che non possiamo sapere se Bergamo dicesse il vero al suo amico o si fosse inventato la storia della polizza e della visita a villa Pacelli.
In un mondo corretto, il PM avrebbe dovuto verificare se la polizza è stata efettivamente stipulata e la procura sportiva avrebbe dovuto verificare se Bergamo è effettivamente andato a villa Pacelli. 
Nell'assurdo mondo di Calciopoli, in cui bastava il minimo sospetto per arrivare a una condanna, le dichiarazioni di Bergamo avrebbero posto la parte lesa  in una posizione processuale molto peggiore di quelle di Lazio e Milan.

se non ricordo male dalle indiscrezioni (articolo su repubblica?) uscite all'epoca, Bergamo raccontava dei dettagli di Villa Pacelli che in qualche modo confermavano la visita. Sull'effettiva stipula dei contratti hai ragione dal punto di vista penale, non da quello della lealtà sportiva. Il fatto che le intercettazioni non siano mai arrivate all'ufficio indagini della FIGC è scandaloso. Ancora di più il balletto tra procura e ufficio indagini che asseriscono entrambe di aver fatto il proprio dovere.


Offline aaronwinter

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #89 : Martedì 13 Aprile 2010, 14:08:14 »
Il processo sportivo si deve riaprire
di CORRADO ZUNINO


NAPOLI  -  Alle 11 e 48 di una mattina affollata e aggressiva, nell'aula 216 del Tribunale di Napoli l'avvocato Paolo Trofino materializza la più importante delle "nuove intercettazioni" su Calciopoli. Quelle che, anticipate a mozziconi, direbbero che tutti parlavano con i designatori nel calcio all'epoca di Moggi. Non solo Luciano Moggi direttore generale della vecchia Juventus, oggi imputato per associazione a delinquere ai fini della frode sportiva con altri 36. L'avvocato Trofino legge ciò che poi depositerà al processo, una conversazione del 26 novembre 2004 tra Giacinto Facchetti, in quel momento presidente pro tempore dell'Inter, e il designatore arbitrale Paolo Bergamo. "Senti, per domenica?", chiede Facchetti. Bergamo risponde: "Ci vuole un gruppo di internazionali". Intende arbitri internazionali, servono anche per dirigere la partita dell'Inter. Facchetti allora, cita Trofino in aula, suggerisce al designatore: "Metti dentro Collina". E' la telefonata clou, dice l'avvocato di Moggi, "la madre di tutte le 171 mila telefonate" della grande inchiesta su Calciopoli. "Metti dentro Collina". Settantacinque conversazioni al telefonino sono state rintracciate in queste settimane dai consulenti di Moggi con uno sfinente lavoro di ascolto, quindi masterizzate su un dischetto e ora consegnate alla cancelleria del collegio giudicante. Trofino promette che non citerà più Giacinto Facchetti, gloria calcistica e del paese che di lì a poco si spegnerà. Ma il tenore della comunicazione scuote l'aula.

Per la sesta volta consecutiva i difensori degli imputati stanno conducendo il controesame del colonnello Auricchio, architrave investigativa dell'intera Calciopoli. E l'avvocato Trofino, convinto di aver messo in difficoltà il carabiniere, ora alza il tono: "Perché non l'avete trascritta, questa intercettazione? Sulle griglie conosciute in anticipo Moggi è stato crocifisso per quattro anni e, invece, qui il presidente dell'Inter indica l'arbitro gradito e voi non avete trascritto la telefonata. Perché, perché?". Il colonnello Auricchio rettifica. Dice di conoscere quella telefonata, ma di non averla considerata "importante sul piano investigativo". Le difese, schierate in forza in aula in questo martedì cruciale per il processo, insorgono: si è indagato in una sola direzione. L'avvocato del guardalinee Gemignani arriva a scontrarsi con il pm Narducci: "Lei non può suggerire le risposte al colonnello". Poi si scuserà. Prende corpo la tesi moggiana: tutti parlavano con tutti. In altre nuove intercettazioni si ascolterebbero dirigenti della R.o.m.a., del Bologna, dell'Udinese, della Reggina (e questo si sapeva) conversare con i designatori, Bergamo in particolare. In una telefonata un dirigente dell'Inter inviterebbe un designatore a ritirare il regalo di Natale.


E' una tesi facile: tutti parlavano con i designatori, quindi Moggi non ha commesso reati, né realizzato illeciti sportivo. In realtà è importante ascoltare che cosa si diceva in quelle telefonate, con quale frequenza (e le telefonate di Moggi sono enormemente più ampie e profonde, in tutte le direzioni). Ed è importante valutare perché per nessun altro protagonista del calcio di metà Duemila sia emerso un corredo di incontri, cene riservate (in casa dei designatori), schede telefoniche svizzere segrete, forzature sul mercato e minacce come invece si è verificato per Luciano Moggi. Ma il "tutti parlavano, nessun colpevole" è una tesi  -  supportata dalle nuove 75 intercettazioni - che fornisce armi alla difesa di Moggi, e a ricasco dei designatori, dei satelliti moggiani. Massimo Moratti lo aveva detto nel 2006: "Parlavamo con i designatori, ma questo non sposta la questione: noi eravamo le vittime di un sistema che voleva controllare gli arbitri". La qualità dell'intercettazione su Giacinto Facchetti  -  "metti dentro Collina"  -  fa salire la qualità dell'intervento difensivo dell'Inter.

C'è materia per aprire un'inchiesta sportiva (che fin qui ipotizza slealtà sportiva da parte dei dirigenti dell'Inter, non illecito). Per capire se le rivelazioni telefoniche imprimeranno una nuova direzione al processo penale è necessario attendere la prossima udienza: i giudici diranno se acquisiranno le settantacinque telefonate oppure  -  come deciso una prima volta nel maggio 2008  -  le lasceranno fuori dal processo. (13 aprile 2010)

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Ci siamo.

E: Zunino, ben svegliato. Ti trovo nervoso.
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Offline mazzok

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #90 : Martedì 13 Aprile 2010, 14:15:17 »
aaron, quello che zunino doveva dire l'ha detto alla fine, compreso la fine che devono fare le telefonate con i dirigenti della roma:

"C'è materia per aprire un'inchiesta sportiva (che fin qui ipotizza slealtà sportiva da parte dei dirigenti dell'Inter, non illecito). Per capire se le rivelazioni telefoniche imprimeranno una nuova direzione al processo penale è necessario attendere la prossima udienza: i giudici diranno se acquisiranno le settantacinque telefonate oppure  -  come deciso una prima volta nel maggio 2008  -  le lasceranno fuori dal processo. (13 aprile 2010). Da Repubblica - Corrado Zunino"

Offline aaronwinter

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #91 : Martedì 13 Aprile 2010, 14:21:03 »
L'ho letto, ma la mia memoria visiva non è selettiva, ed ha catturato anche quello che ho evidenziato.

Zunino può esprimere i suoi più reconditi desideri. Ma chi ha cannato alla grande il primo Pogrom, non può ripresentarsi per organizzare il secondo.
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Offline mazzok

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #92 : Martedì 13 Aprile 2010, 14:41:36 »
aspettiamo la prossima udienza allora, al limite potremmo sempre organizzare una colletta per comprarci un CD, chissà se esiste un catalogo ?

Offline Clazia

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #93 : Martedì 13 Aprile 2010, 14:43:48 »
mbè',  allora?

vi siete informati?

indove e come si sbobina?

io sono a disposizione, eh.

Se volevo sentimme tranquilla mica che nascevo Laziale.

Take a sad song and make it better.

RobCouto

Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #94 : Martedì 13 Aprile 2010, 14:51:18 »
Tutto molto chiaro: se non volete correre rischi, mollate 'sto scudetto e le bobine torneranno dov'erano, cioè in qualche garage della Magliana.

Offline masti càzzi

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #95 : Martedì 13 Aprile 2010, 15:06:40 »
Il tenente colonnello Auricchio: «La telefonata in cui Facchetti chiede a Collina e parla della griglia con Bergamo è stata trascritta ma da noi ritenuta investigativamente non importante»
per cui, secondo auricchio, la -per esempio- telefonata in cui il figlio di moggi rivela ad un amico che ha speso diecimila euro per portare a cena a parigi ilaria d'amico e' stata evidentemente ritenuta "investigativamente importante"

chiaro tentativo di ridurre ai minimi termini alessandro moggi, attaccandolo ovunque, anche dal punto di vista professionale.
domanda: dov'e' che tutti dicevano sarebbe finito, alessandro moggi?

allora,
a pagina 414 dell'informativa di novembre 2005, viene citata una telefonata tra baldini e mazzini. vengono riportate solo un paio di frasi, quelle nelle quali baldini dice a mazzini di dire a moggi che con castagnini, un suo amico in odore di entrare nell'arezzo [societa' riconducibile a moggi], ci "aveva litigato da piccino". questa telefonata viene presa come prova [cito testuale] "dello strapotere di luciano moggi all'interno del sistema calcio".
il resto della telefonata non viene trascritta, probabilmente perche' "ritenuta investigativamente non importante".
eccola.

B “Pronto?”
M “Allora, prima te metti le segreterie.. io.. non..”
B “Ehehehe..”
M “Non si può continuare così..”
B “Innocenzo io devo fare un discorso serio co’ te, ma molto molto serio”
M “Ahah sarebbe l’ora, pupo…”
B “No, sarebbe l’ora… è il primo discorso serio che ti faccio..”
M “Ma io sempre faccio discorsi seri….”
B “Ti sei ricordato di dire a Moggi che Castagnini ha litigato con me da bambino e ancora non ci si parla più? Te lo sei ricordato di dirglielo, o no?”
M “Ma non lo so mica io.. T’hai litigato con Castagnini te?”
B “No, cogl***e, non l’ho mai fatto, però.. Se te lo porti agli appuntamenti dove c’hai in mano Moggi.. tu la prima cosa che gli devi dire è «Ecco, ti porto Castagnini perchè lui da piccino ha litigato con Baldini e per quello non si parla»..”
M “Appuntamenti con Moggi??”
B “Ascolta, io ti dico una cosa, Innocenzo. Forse se te ti comporti bene, quando farò il ribaltone – tanto lo farò perchè io vivo per quello, fare il ribaltone e buttar tutti di sotto dalla poltrona… – io ti salverò, forse.
M “Ma io c’ho i voti… mi servo da me!”
B “Hahah..”
M “Dimmi, amoreee..”
B “No, m’ha detto Renzo che se gli puoi dare una mano dagliela davvero, però l’importante è che tu glielo dica a Moggi, che lui ha litigato con me, sennò non gliela darà mai..”
M “Stammi a sentire”
B “Eh”
M “C’è la questione Castagnini che mi sta a cuore e tu lo sai perchè..”
B “Eh, ne abbiamo parlato da tempo, no?”
M “Gli voglio molto bene a Castagnini..”
B “Tu m’hai fatto chiamare persino 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)'.. perchè tu mi dicesti che forse era la persona giusta..”
M “Bravo! Ma lui è nel giro 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)', lui eh?”
B “Eh. Lo so, però.. se dal giro 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)' è passato al giro Moggi
.. lo puoi aiutà soltanto te.. non io”
M “Allora, stai a sentire.. stai a sentire! Mi chiama Castagnini e mi dice che lui ha incontrato il presidente.. Mancini (presidente dell’Arezzo, ndACB). Mancini per.. – io lo so da ?Darcoli?, lo conosci ?Darcoli? tu? -”
B “Sissi, lo conosco.. “
M “Il giornalista d’Arezzo..”
B: “Mario ?Darcoli?, sì”
M “che è un mio vecchio e caro amico..”
B “Eh, gli ho fatto avere interviste co’ Capello, co’ i ragazzi..”
M “e mi ha detto «Guarda che Mancini ora si è spostato tutto su Moggi perchè il suo direttore…”
B “Perchè ha paura di retrocedere! Tutto lì”
M “No, «il suo direttore sportivo che si chiama Fioretti – che io non conosco – è un uomo di Moggi». Benissimo. Allora capisco che è nel giro Moggi”
B “Certo”
M “Io chiamo Luciano Moggi e gli dico «Guarda Luciano che avrei il piacere che se per caso succede qualcosa ad Arezzo ricordati che c’è una persona che mi starebbe a cuore che si chiama Castagnini…»”
B “Perfetto”
M “Lui mi dice: «Si.. è un bravo ragazzo.. – dice – .. beh si so’ contento. Tra l’altro deve venire a trovarmi Mancini per decidere cosa fare.. per non retrocedere.. insomma stanno nei casini». ”Mi aveva detto Castagnini: guarda che io lo posso salvare e gliel’ho anche detto a ?Gamberi?.. Moggi mi dice: «Guarda che io lo incontro e gli dirò di Castagnini». Io richiamo Moggi per sapere come è andata. Tutto questo solo ed esclusivamente per amicizia tu capisci, perchè..”
B “Innocenzo certo, certo..”
M “… io non ho vantaggi particolari. Allora a questo punto mi dice: «Guarda che abbiamo parlato, abbiamo deciso di fare così: per ora mette in discussione non il direttore sportivo, che magari cambiamo a fine anno e gli ho detto di prendere Castagnini.. e semmai, se non vince un pò di partite rimandiamo via Tardelli (Marco Tardelli, allora allenatore.. ndACB), e o riprendiamo Marino (Pasquale Marino, attuale allenatore dell’Udinese, ndACB) o facciamo un’altra scelta». Questo mi ha detto Luciano Moggi con tutti i benefici di inventario di Luciano Moggi, perchè io son pure amico di Luciano Moggi, però conosco vita morte e miracoli, e per fortuna mia io scheletri nell’armadio di Luciano Moggi non ne ho, per cui quando mi dice così io penso non m’abbia raccontato una bugia. Cosa che ho puntualmente fatto dicendoglielo a Castagnini. Dico: «Guarda, Castagno.. il discorso fatto così, così e così, per cui io più di questo, amore, che devo fare..»”
B “No, nono.. tutto bene! Infatti a parte il fatto che ti fa enorme onore intellettuale dire che “io di scheletri nell’armadio con Moggi non ne ho”.. questo vuol dire che con qualcun altro sì e questo ti fa onore.. ahahah”
M “AHAHAH… bravo, bravo, bravo..”

B “A parte questo dicevo.. la cosa in più che puoi fargli è il certificargli a Luciano Moggi che Castagnini con me c’ha litigato fin da piccino perchè sennò se Luciano c’ha solo un dubbio che è mio amico evidentemente gli tagliamo le gambe.. e io agli amici gli vorrei essere d’aiuto, non di intralcio..”
(continua con Baldini che parla di una offerta nei suoi confronti da parte della Fiorentina, che pensa però a Corvino..)
B “Però veramente Renzo.. mi piacerebbe molto.. perchè oltretutto di quelli che sono in giro è sicuramente uno di quelli che merita più di altri per competenza, per capacità, per..”
M “Ma guarda io ci sto dietro, stai tranquillo”
B “C’è certa gente che lavora che non vale..”
M “Mamma mia… mamma mia..”
B “Conosci bene.”
M “No ma fra un anno e mezzo, quando cambieranno un pò di cose…”
B e M “HAHAHAHA..”
B “Oh, ma io mi sono guardato sempre bene di fare il tuo nome.. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo.. non ti ho mai nominato.
Ho avuto persino il timore che tu fossi un pò geloso..”
M “Son geloso del tuo charme… ahahah.. senti tesoro.. ma tu hai saputo niente qui di Firenze?”
(continuano parlando della Fiorentina e di quanto sia bravo Castagnini)
Ad un certo punto si salutano:
B “Senti, questo è un telefono che adesso lascio spento.. è da un mese addirittura che è spento..”
M “Parli davvero allora?”
B “Se mi lasci un messaggio io ti richiamo che tanto ogni tanto ascolto..”
M “Va beeene”
B “Perchè… tengo il telefono spento e basta!”
M “Va bene, amore!”
B “Grazie mille, Innocenzo”
M “Ciao, tesoro”

Offline mazzok

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #96 : Martedì 13 Aprile 2010, 15:27:45 »

http://download.ju29ro.com/processo_live.html


Anticipazione sulla trascrizione: Il pm prende la parola dicendo che non si opporrà alla richiesta di inserimento delle nuove telefonate "ritrovate" proposta dalla difesa Moggi. Anzi, secondo Narducci, alcune di queste, quelle di Foti per esempio, sono già agli atti. Viene indicata una serie numerosa di telefonate e la procura non si oppone, nemmeno su quella di Cipollini, presidente del Bologna, che riceve una telefonata di Bergamo che chiede il numero di Mazzone perchè c'è un giornalista che vuole intervistarlo. L'allora presidente del Bologna richiama Bergamo per fornire il numero di Mazzone.
La parte civile, invece, si oppone in quanto "La difesa Moggi vuole evidenziare che vi erano rapporti di tutti con i designatori e perchè vogliono far rilevare che i presunti illeciti sarebbero stati commessi anche da altri. Questo esula dai fatti del processo".
Trofino replica: Il pensiero della difesa di Moggi lo interpreta la difesa di Moggi.
La difesa Meani fa opposizione perché, delle nuove intercettazioni, non vengano trascritte quelle che rigurdano Meani, in quanto Meani non doveva neanche essere intercettato.

AURICCHIO HA TERMINATO IL SUO CONTROINTERROGATORIO.
Alla prossima udienza, il 2 aprile, ci saranno ancora testi dell'accusa, tra i quali Carlo Ancelotti.
Segue una dichiarazione spontanea di Paolo Bergamo.

Offline mazzok

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #97 : Martedì 13 Aprile 2010, 16:25:31 »
sempre dal sito sopra:

Avv. Prioreschi: Baldini. A Roma ha negato di avere rapporti di amicizia con lei, poi quando verrà glielo chiederemo. Anche in questo caso Lei non ha parlato di questa indagine?
Auricchio: Non di questa indagine
Avv. Prioreschi: Lei conosce la giornalista di “Milano Finanza”?
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: Come la conosce?
Auricchio: Me l'ha presentata Baldini, ma non è una novità...
Avv. Prioreschi: In quali circostanza e perché?
Auricchio: Per una iniziativa di acquisizione della Roma Calcio da parte della Augusta
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata insieme a Baldini?
Auricchio: Mi è stata presentata da lui
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata con lui?
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata perché le interessavano i profili economici di questa storia?
Auricchio: No, le attività per cui ho sentito la signora erano di tipo economico-finanziario relative all'indagine che stavo svolgendo. Mi ha fornito un documento di Capitalia relativo alla Roma Calcio. Sono già stato ascoltato sul punto, non ho niente da nascondere.
Avv. Prioreschi: In che data?
Auricchio: Non lo ricordo.
PM: Opposizione non è argomento di indagine
Auricchio: La colloco tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005
Avv. Prioreschi: Vorrei capire, dove è avvenuto l'incontro?
Auricchio: In Via del Corso
Presidente Casoria: Avvocato non insista, è marginale
Avv. Prioreschi: No, non è marginale, Giudice, perché è importante capire il ruolo che hanno avuto i grandi suggeritori in questo processo. La prima informativa su Capitalia è dell'ottobre 2004. Dove ha incontrato Baldini le altre volte?
Auricchio: In galleria, poi in un bar di Viale Mazzini.
PM: C'è opposizione, queste domande sono state già fatte al teste.
Presidente Casoria: Abbiamo capito che c'era una certa amicizia tra i due, e che prendeva informazioni.

Offline mazzok

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #98 : Martedì 13 Aprile 2010, 16:57:01 »
C'è un intervento di Bergamo, una dichiarazione spontanea:
"Mi sembra il caso di fare chiarezza su alcuni aspetti che sono stati male interpretati. mi sembra di essere diventato quello delle cene e del maghetto che faceva i sorteggi. Voglio dare alcuni chiarimenti: le mie sono verità certificabili, quell'anno, al mio sesto anno di lavoro con Pairetto, arrivo e decido che, essendo il mio ultimo anno (e non è vero che faccio la cena per essere confermato, perché avevo già deciso di dimettermi), avevo deciso con mia moglie che quando viene la Juve, l'Inter e il Milan a Livorno li ospito a casa. Arriva l'Inter a gennaio, chiamo Facchetti, lo vado a prendere all'aeroporto, lo porto a casa mia; poi dopo un mese viene e giocare il Milan chiamo Galliani, gli dico della cena, Galliani rimane titubante, lo richiamo il giorno dopo: lui mi dice che non era il caso perché era candidato alla rielezione alla Lega. Non viene ma le telefonate ci devono essere; a fine campionato, con il titolo già assegnato, ripeto l'invito alla Juve cercando di far venire anche Mazzini: ma non potevo farlo in prima persona e per correttezza dico a Giraudo: 'Avete piacere che venga anche Mazzini?' 'Ma ci mancherebbe altro'. Facciamo la cena a campionato assegnato e io ho la casa circondata di carabinieri. Credo che ci sia una disparità di trattamento. I regolamenti non impedivano di partecipare alle cene e vorrei introdurre anche il nostro ruolo. I regolamenti non impedivano che il designatore avesse rapporti con tutti quelli che chiedevano chiarezza. Il telefono non era il mio, ma della Federazione, i tabulati erano leggibili. Io decido di fare questo perchè arrivo alla carica dopo 15 anni di A e 10 di internazionale, designatore in coppa Campioni, e tante altre cose; e so che posso avere rapporti con le società e capire gli umori, capire cose che le società non mi dicevano, io in questa mano dovevo aver tutto quello che era possibile sapere. Mai ho fatto una telefonata ad un arbitro o un assistente per dire come comportarsi. Io con queste conoscenze, unite alla conoscenza della forma degli arbitri, vado a formare le griglie. E badate bene, io il sorteggio non lo faccio mai. In Tv si vede me che apro una pallina, ma quella pallina me l'ha data un giornalista. Anche il sorteggio dunque era regolare. Per i primi cinque anni siamo sempre stati riconfermati senza problemi. Quindi prima Nizzola, poi Carraro, se rinnovavano l'incarico che assegnò i primi due anni lo scudetto alla Lazio e alla Roma come mai era accaduto, poi l'anno dopo lo perse l'Inter e poi lo vinsero la Juve e il Milan che arrivarono in finale in Coppa e quindi erano le più forti, un motivo doveva pur esserci".



e certo, per dimostrare la sua correttezza Bergamo cita lo scudetto della Lazio e successivamente della roma.
Peccato che noi, nonostante fossimo di gran lunga la squadra più forte, l'abbiamo vinto per un pelo, riuscendo a sventare solo all'ultimo momento un secondo furto ai nostri danni dopo quello del '99. La juve in quell'anno fu "scandalosamente aiutata dagli arbitri".
La roma (e quelli che lo vinsero dopo) invece lo vinse col vento in poppa.

Offline violator

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Re:Intercettazioni Moratti-Bergamo
« Risposta #99 : Mercoledì 14 Aprile 2010, 01:22:20 »
Illusi. La finzione supera la realtà: qui ci sono tifosi della parte lesa che chiedono quello scudetto

http://web.community.gazzetta.it/forum/viewtopic.php?f=148&t=397667&st=0&sk=t&sd=a