Autore Topic: Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti  (Letto 24125 volte)

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Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #100 : Domenica 31 Ottobre 2010, 23:41:10 »
Per borges-

mi fa piacere il tuo post di condivisione perchè come ben sai è difficile essere critici e tifosi allo stesso tempo.



   
 
La Var è un abominio. E' uno stupro fantascientifico alla storia del calcio. Prima che un'arma micidiale in mano alla mafia.

Offline ammiraglio

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #101 : Lunedì 1 Novembre 2010, 22:07:38 »
Ciao Ammiraglio,

accetto di buon grado il tuo appunto e ti rispondo al volo.
I voti di chiunque chiaramente non sono mai scientifici. Come ho sempre postato sul forum io sono un estimatore speciale della combattività di Ledesma a cui sono legato parecchio.
Ma l'argentino oltre a rivestire un ruolo di ulteriore protezione davanti alla difesa è anche responsabile di una funzione che dovrebbe essere prioritaria, quella di dirigere e costruire. E sbaglia sempre palloni di grande importanza. In avanti oggi ne ha giocati in modo brillante solo un paio nella ripresa. Non stiamo parlando di Brocchi o di Gattuso. Se Ledesma avesse avuto solo quel compito il discorso sarebbe stato chiaramente differente.
Nonostante la fisicità diversa tra i due, a livello di impostazione il discorso di Ledesma è un pò quello di Felipe Melo. E' stato un grave errore per Juventus prima e Brasile poi affidargli compiti registici. Ora che la Juve si giova di un vero interprete come Aquilani, le prestazioni di F. Melo sono migliorate perchè inidirizzate verso altri orizzonti, gli unici che lo caratterizzano.     
Quando si prova a focalizzare un voto è sempre giusto tener conto di tutti i fattori.
Diciamo che oggi per Ledesma c 'è un 7.5 da una parte e un 5.5 dall'altra. Il resto è ordinaria questione di aspetti estemporanei.     
Mi sembra invece di aver attribuito sempre voti adatti alle partite di Ledesma; rispetto le tue vedute ma in questo caso non le posso condividere :) 

Molto più giusto per me dare quest'oggi estrema importanza su tutti a A. Dias, abbiamo vinto grazie alla sua prodezza, e Muslera la cui portentosa difesa del risultato mi ha addirittura commosso.       


           
grazie, ho letto la tua replica.

ciao lj, un caro saluto e alla prox.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #102 : Martedì 9 Novembre 2010, 10:54:44 »
Ci sono due dati facilmente individuabili che spiccano circa la partita di domenica pomeriggio (ce ne sono anche degli altri di cui però non mi interessa parlare). Entrambi i dati sono autentici. Un dato è la peccaminosa tendenza arbitrale, l’altro è l’assenza di gioco biancoceleste.
Appunto ambedue sono oggettivi.
Dare maggior peso ad uno rispetto ad un altro e l’indirizzo da attribuire a tale espressione sono l’ago della bilancia dell’animo del soggetto.
Ciascuno di questi dati ha un luogo appropriato alla sua relativa espressione. La serietà e l’identità di un ambiente si riconoscono nel trattamento scelto per aspetti sostanzialmente diversi. A disposizione una dimensione pubblica e una dimensione (coscienza) privata.
Nella fattispecie la società Lazio e i suoi rappresentanti hanno l’obbligo di rivendicare, attraverso un canale pubblico, l’inaccettabile ostilità arbitrale del corso della stracittadina (un vento tendenzialmente nemico sin dall’inizio del match che poi nel secondo tempo è divenuto “semplicemente” più tagliente). In questo senso i danni consistenti ci sono stati e sono addirittura indipendenti da un’analisi al microscopio circa gli episodi di gioco e comportamentali della partita.
Tale modus operandi, funzionale e indispensabile per le sorti di un club, coesiste con uno spazio inverso: quello privato, interno. Indipendentemente dallo status interiore del singolo tifoso o interessato, dentro casa la Lazio non deve infatti sottovalutare i limiti enormi delineati all’interno del campo. L’assenza di gioco biancoceleste anche nel derby risulta tristemente evidente. Al di là degli errori individuali, devono far riflettere complessivamente la paura e l’insicurezza, la presunzione e la pertinacia (figlie delle prime due) di investire in un copione privo di intenzioni realmente costruttive. A rapporto con se stessa, la Lazio deve quindi far prevalere su tutto il resto un atteggiamento di forte autocritica.
Contro un avversario menomato e di caratura convenzionalmente sopravvalutata, alla luce dei precedenti diretti beffardi e tutt’altro che lusinghieri, l’auto-distruttività della squadra di Reja è stata impietosa. Rinunciare del tutto ad una frazione di gioco ed impiegare in modo confuso e già compromesso il tempo rimanente, è una formula sostanzialmente auto-lesionistica. Non manca di destare preoccupazione anche la preparazione mentale dell’appuntamento. Così come non passano inosservate alcune contraddizioni tecniche rispetto a dichiarazioni recenti.
Lo 0-0 del primo tempo può essere ingannevole: se l’avversario ha cercato, pur miseramente, di investire su entrambe le frazioni, la Lazio ha iniziato a proporsi (improvvisando) soltanto dopo aver incassato. Come se le catene fossero state allentate solo dopo aver preso un goal.
E’ sempre scorretto rinunciare a rispettare un tempo di gioco. Cercare di valorizzare entrambe le frazioni aiuta a portare a casa il risultato.
Mentre fuori di casa, in casi specifici, la famiglia va sempre difesa, dentro occorre saper avere senso di sé. Altrimenti si finisce per prendersi in giro, indirizzo mai auspicabile e che potrebbe essere controproducente.

Sono trascorse 10 giornate, diciamo quindi il primo quarto di campionato, la Lazio è prima in classifica: un fatto aritmeticamente positivo che non dovrebbe però impedire l’ascolto di campanelli d’allarme già percepiti e non certo improvvisi. Specialmente in relazione ad obiettivi di un certo spessore. 
I segni della giusta elaborazione di questa esperienza saranno verificabili dalle prossime gare e dal modo in cui verranno interpretate.   


Detto ciò, trascrivo la mia solita e personale valutazione in relazione al derby,

Muslera – Conferma i suoi perenni limiti psicologici, sul rigore stoltamente eseguito da Borriello ma anche in altre occasioni.
Voto: 5


Liechtsteiner – Intervento di mano sulla botta di Simplicio, ma non il peggiore in campo.
Voto: 5.5

Stendardo – Stordito.
Voto: 4

A.Dias – La dimostrazione più tangibile della pessima preparazione mentale di squadra per l’appuntamento. Ma non è colpa sua. I suoi errori al derby non appartengono assolutamente ad una presunta supponenza del brasiliano ma sono solo l’effetto della tensione e dell’insicurezza generale.
Voto: 4
 
Radu - difensivamente il meno responsabile. Come avvisato la scorsa settimana meritava di tornare al centro per tentare di avere finalmente ambizioni di spinta a sinistra.
Voto: 6

Brocchi – sempre in battaglia.
Voto: 6

Ledesma – Oltre alla proverbiale assenza di gioco, questa volta è deficitario anche sul recupero palla.
Voto: 4

Mauri – Nel primo tempo quasi sempre impreciso. Nel secondo invece detta bene l’ultimo passaggio e si guadagna un rigore.
Voto: 6
 
Hernanes – Assurdo come già spiegato rifugiarsi dentro il clichè della stanchezza e continuare a sottovalutare o peggio ignorare la forzatura ad un impiego che non rispetta la sua natura.
Non giudicabile

Floccari – Che non sia un uomo derby è la più facile e ingenerosa delle scorciatoie. Come si può giudicare un attaccante se il gioco non lo agevola mai e lo costringe quasi sempre a gravitare lontano dalla porta, Dio solo lo sa. Un po’ come chiedere ad un delizioso ballerino o ad un fiorettista di classe di mettersi a fare il dromedario. Comunque anche lui sbaglia l’approccio alla gara.
Voto – 5

Rocchi – Difendibile soltanto da chi è accecato dal tifo o peggio ancora da interessi personali.
Voto: 3


Dalla panchina

Zarate – La sua vivacità serve alla Lazio come a tantissime altre squadre, indipendentemente da altri aspetti. Mette sempre sotto pressione la difesa avversaria anche quando sbaglia. Sul suo profilo tecnico, a breve un post specifico.
Voto – 6+

Foggia – Il modo in cui calcia il pallone del pareggio è difficilmente digeribile. Anzi non lo è per niente.
Voto: 3.5

 
 
                                     
   

   
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Offline Kim Gordon

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #103 : Martedì 9 Novembre 2010, 11:05:56 »
 
 

sei un pò troppo severo nei giudizi IHMO

soprattutto nei confronti di Foggia.

EPPure Floccari nel primo tempo è stato l'unico che c'ha provato...

Insomma.

Per me le pagelle sono uno caxxata.

lo dice il giudizio condiviso su Hernanes.

A BAri 7,. al derby 5 o NG...

quando credo che sostanzialemnte l'unica differenza tra le due prestazioni starebbe in un piede, quello di Bertagnoli, una parata de un buciodeculo unico (seppur a porta spalancata per il nostro)...mentre  a Gillet je passa fra le gambe..

.. non faccimoci prednere dall'entropia.

Offline Thom

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #104 : Martedì 9 Novembre 2010, 11:09:14 »
Ci sono due dati facilmente individuabili che spiccano circa la partita di domenica pomeriggio (ce ne sono anche degli altri di cui però non mi interessa parlare). Entrambi i dati sono autentici. Un dato è la peccaminosa tendenza arbitrale, l’altro è l’assenza di gioco biancoceleste.
Appunto ambedue sono oggettivi.
Dare maggior peso ad uno rispetto ad un altro e l’indirizzo da attribuire a tale espressione sono l’ago della bilancia dell’animo del soggetto.
Ciascuno di questi dati ha un luogo appropriato alla sua relativa espressione. La serietà e l’identità di un ambiente si riconoscono nel trattamento scelto per aspetti sostanzialmente diversi. A disposizione una dimensione pubblica e una dimensione (coscienza) privata.
Nella fattispecie la società Lazio e i suoi rappresentanti hanno l’obbligo di rivendicare, attraverso un canale pubblico, l’inaccettabile ostilità arbitrale del corso della stracittadina (un vento tendenzialmente nemico sin dall’inizio del match che poi nel secondo tempo è divenuto “semplicemente” più tagliente). In questo senso i danni consistenti ci sono stati e sono addirittura indipendenti da un’analisi al microscopio circa gli episodi di gioco e comportamentali della partita.
Tale modus operandi, funzionale e indispensabile per le sorti di un club, coesiste con uno spazio inverso: quello privato, interno. Indipendentemente dallo status interiore del singolo tifoso o interessato, dentro casa la Lazio non deve infatti sottovalutare i limiti enormi delineati all’interno del campo. L’assenza di gioco biancoceleste anche nel derby risulta tristemente evidente. Al di là degli errori individuali, devono far riflettere complessivamente la paura e l’insicurezza, la presunzione e la pertinacia (figlie delle prime due) di investire in un copione privo di intenzioni realmente costruttive. A rapporto con se stessa, la Lazio deve quindi far prevalere su tutto il resto un atteggiamento di forte autocritica.
Contro un avversario menomato e di caratura convenzionalmente sopravvalutata, alla luce dei precedenti diretti beffardi e tutt’altro che lusinghieri, l’auto-distruttività della squadra di Reja è stata impietosa. Rinunciare del tutto ad una frazione di gioco ed impiegare in modo confuso e già compromesso il tempo rimanente, è una formula sostanzialmente auto-lesionistica. Non manca di destare preoccupazione anche la preparazione mentale dell’appuntamento. Così come non passano inosservate alcune contraddizioni tecniche rispetto a dichiarazioni recenti.
Lo 0-0 del primo tempo può essere ingannevole: se l’avversario ha cercato, pur miseramente, di investire su entrambe le frazioni, la Lazio ha iniziato a proporsi (improvvisando) soltanto dopo aver incassato. Come se le catene fossero state allentate solo dopo aver preso un goal.
E’ sempre scorretto rinunciare a rispettare un tempo di gioco. Cercare di valorizzare entrambe le frazioni aiuta a portare a casa il risultato.
Mentre fuori di casa, in casi specifici, la famiglia va sempre difesa, dentro occorre saper avere senso di sé. Altrimenti si finisce per prendersi in giro, indirizzo mai auspicabile e che potrebbe essere controproducente.

Sono trascorse 10 giornate, diciamo quindi il primo quarto di campionato, la Lazio è prima in classifica: un fatto aritmeticamente positivo che non dovrebbe però impedire l’ascolto di campanelli d’allarme già percepiti e non certo improvvisi. Specialmente in relazione ad obiettivi di un certo spessore. 
I segni della giusta elaborazione di questa esperienza saranno verificabili dalle prossime gare e dal modo in cui verranno interpretate.   


Detto ciò, trascrivo la mia solita e personale valutazione in relazione al derby,

Muslera – Conferma i suoi perenni limiti psicologici, sul rigore stoltamente eseguito da Borriello ma anche in altre occasioni.
Voto: 5


Liechtsteiner – Intervento di mano sulla botta di Simplicio, ma non il peggiore in campo.
Voto: 5.5

Stendardo – Stordito.
Voto: 4

A.Dias – La dimostrazione più tangibile della pessima preparazione mentale di squadra per l’appuntamento. Ma non è colpa sua. I suoi errori al derby non appartengono assolutamente ad una presunta supponenza del brasiliano ma sono solo l’effetto della tensione e dell’insicurezza generale.
Voto: 4
 
Radu - difensivamente il meno responsabile. Come avvisato la scorsa settimana meritava di tornare al centro per tentare di avere finalmente ambizioni di spinta a sinistra.
Voto: 6

Brocchi – sempre in battaglia.
Voto: 6

Ledesma – Oltre alla proverbiale assenza di gioco, questa volta è deficitario anche sul recupero palla.
Voto: 4

Mauri – Nel primo tempo quasi sempre impreciso. Nel secondo invece detta bene l’ultimo passaggio e si guadagna un rigore.
Voto: 6
 
Hernanes – Assurdo come già spiegato rifugiarsi dentro il clichè della stanchezza e continuare a sottovalutare o peggio ignorare la forzatura ad un impiego che non rispetta la sua natura.
Non giudicabile

Floccari – Che non sia un uomo derby è la più facile e ingenerosa delle scorciatoie. Come si può giudicare un attaccante se il gioco non lo agevola mai e lo costringe quasi sempre a gravitare lontano dalla porta, Dio solo lo sa. Un po’ come chiedere ad un delizioso ballerino o ad un fiorettista di classe di mettersi a fare il dromedario. Comunque anche lui sbaglia l’approccio alla gara.
Voto – 5

Rocchi – Difendibile soltanto da chi è accecato dal tifo o peggio ancora da interessi personali.
Voto: 3


Dalla panchina

Zarate – La sua vivacità serve alla Lazio come a tantissime altre squadre, indipendentemente da altri aspetti. Mette sempre sotto pressione la difesa avversaria anche quando sbaglia. Sul suo profilo tecnico, a breve un post specifico.
Voto – 6+

Foggia – Il modo in cui calcia il pallone del pareggio è difficilmente digeribile. Anzi non lo è per niente.
Voto 3,5 

avrei alcuni chiarimenti da chiedere sulle valutazioni, se vuoi spiegarmi meglio.
Muslera: io ricordo una bella parata a terra nel secondo tempo, non mi sovvengono grossi errori, quali sono? e perchè sbaglia nell'occasione del primo rigore?
Dias: io non penso a supponenza, ma perchè deresponsabilizzarlo dell'errore in occasione del primo rigore?
grazie.
Elenn sìla lùmenn' omentielvo

Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #105 : Martedì 9 Novembre 2010, 11:34:16 »
KG, condivido la tua accezione delle pagelle in generale, anche se per me sono una scemenza i voti non i giudizi così come dare troppa importanza alla lettura dei voti è pure una scemenza.

Quindi ti rispondo sui giudizi: Foggia è un giocatore tendenzialemnte privo del senso della squadra. Al di là dell'occasione sparata a porta spalancata che significa mandare alle ortiche il pareggio.

Su Floccari sei forse caduto in contraddizione e quindi influenzato dal voto anziché concentrarti sul giudizio. Paga soltanto la difettosa preparazione mentale all'incontro, come del resto tutti.


Su Hernanes, se non ho capito male, condividi il fatto che ho scelto di non giudicarlo. Ma non hai tenuto conto però che io a Bari ad Hernanes ho messo 6 e non 7.


Sull’entropia sorvolo. Sei stato complessivamente troppo precipitoso.
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Offline Kim Gordon

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #106 : Martedì 9 Novembre 2010, 11:45:01 »


Sull’entropia sorvolo. Sei stato complessivamente troppo precipitoso.

come spesso, quasi sempre, sempre. chiedo scusa. per il precipizio.
complessivamente io credo che il Derby sia una partita da N.G. complessiva.
troppo influente il risultato e l'umore che ne deriva.
non volevo assolutamente delegittimare i tuoi giudizi.
che di calcio tra l'altro ce capisco come uno che ha giocato in terza categoria.

sull'entropia sorvolo è un bellissimo verso. :)

Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #107 : Martedì 9 Novembre 2010, 11:51:18 »
avrei alcuni chiarimenti da chiedere sulle valutazioni, se vuoi spiegarmi meglio.
Muslera: io ricordo una bella parata a terra nel secondo tempo, non mi sovvengono grossi errori, quali sono? e perchè sbaglia nell'occasione del primo rigore?
Dias: io non penso a supponenza, ma perchè deresponsabilizzarlo dell'errore in occasione del primo rigore?
grazie.

Muslera ha difetti mentali che ho già descritto nella pagella di Palermo. Dal momento che il rigore è un rigore platealmente sbagliato, con un pizzico di concentrazione in più poteva essere evitato che finisse in porta. E poi il voto è influenzato da altre titubanze di gioco o scelte particolari come l'uscita sul traversone del goal annulato a Greco. Ogni portiere alla fine di ogni gara trasmette un senso generale.


Su Dias mi fa piacere che non credi a supponenza. Ma come fai a dire che lo ho deresponsabilizzato? Ho anzi messo in evidenza che è il primo segno dimostrativo della pessima preparazione mentale al derby, perchè se persino uno della sua esperienza fa intravedere diverse imprecisioni (e non soltanto in occasione del primo rigore, ma anche nel primo tempo quando perde un pallone dentro la propria area di rigore) a mio avviso è comprovato un lavoro psicologico non all'altezza del derby.       
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Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #108 : Martedì 9 Novembre 2010, 12:19:44 »
complessivamente io credo che il Derby sia una partita da N.G. complessiva.
troppo influente il risultato e l'umore che ne deriva.


E' vero.
A tal proposito ho aspettato 48 ore ma per ragioni tecniche, che non ti sto a spiegare, alla fine ho inserito anche i voti. 

P.S. non c'è bisogno davvero di scusarti, ho quasi sempre simpatia per i tuoi interventi e qualche volta li condivido pure.     

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Offline Ataru

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #109 : Martedì 9 Novembre 2010, 22:26:29 »
per poter giocare, comunque, non ci deve essere il cassetti di turno che interrompe l'azione con un fallo e ne esce, puntualmente, indenne.

è così che si crea nervosismo in una squadra e tranquillità in quella avversaria.

i nostri dicevano a reja: "non si può giocare 11 contro 12". forse si riferivano agli equilibri di cui gli allenatori moderni parlano tanto?

è ormai troppo tempo che, specialmente al derby,dopo 15 minuti di gioco la partita è finita sul piano nervoso.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline jegue98

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #110 : Martedì 9 Novembre 2010, 23:29:50 »
per poter giocare, comunque, non ci deve essere il cassetti di turno che interrompe l'azione con un fallo e ne esce, puntualmente, indenne.

è così che si crea nervosismo in una squadra e tranquillità in quella avversaria.

i nostri dicevano a reja: "non si può giocare 11 contro 12". forse si riferivano agli equilibri di cui gli allenatori moderni parlano tanto?

è ormai troppo tempo che, specialmente al derby,dopo 15 minuti di gioco la partita è finita sul piano nervoso.



Esatto, ed è per questo che, come dice il buon LongJohn, questa partita và preparata mentalmente in un altro modo.
Sono pienamente d'accordo.
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Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #111 : Giovedì 11 Novembre 2010, 03:14:19 »
Adesso rendersi conto che la Lazio non ha minimamente gioco è forse compreso pure da chi è affetto da sfortunata cecità. Ed è dannatamente amaro perché accompagnato dai risultati negativi, come dopo aver perso contro l’ultima in classifica, un avversario davvero modesto, tenuto in piedi soltanto dalle capacità di un allenatore ambizioso.
Eppure i segnali sono stati onnipresenti. Durante l’intero campionato solo l’unica eccezione di Chievo (a parte gli ultimi minuti in trincea), dove la squadra è stata oggetto di rotazione “incidentale” (vedi commento post Chievo-Lazio) perché successiva al turno infrasettimanale di maggior importanza contro il Milan. Rotazione appunto solo parzialmente (perché cmq incompleta) e casualmente positiva, che non è servita nemmeno per continuare a lavorare sulla quella falsariga: una tappa che invece poteva (utopicamente) essere strumento d’aiuto e d’ispirazione soltanto aggiungendo riflessioni ed facendo emergere altri spunti. L’augurio espresso (consapevolmente con poca speranza) dopo Verona è stato purtroppo ignorato sin da subito. Appunto si viaggiava nel territorio dell’utopia, perché sapersi correggere o cambiare è sempre qualità di estrema rarità.               


Dopo il derby è trascorso circa il primo quarto di campionato. Faccio una brevissima analisi retrospettiva, ripercorrendo in sintesi quanto ho espresso sinora sul forum in generale e su questo stesso topic, in relazione a quanto avvenuto sul campo. 
Gli errori della guida tecnica sono lampanti almeno sin da questa estate, quando c’è stata la triste constatazione di schieramenti improvvisati nelle amichevoli, senza rispettare l’indole della stragrande maggioranza dei giocatori in rosa e addirittura senza contemplarne una fetta cospicua.
Dalle critiche estive, poi sono cominciate le partite ufficiali. Ecco i passi più significativi: la meritata sconfitta di Genova (il nostro primo tempo figlio solo dell’entusiasmo d’esordio e dell’individualità), contro una Sampdoria provata sotto il profilo psico-fisico per aver disputato tre giorni prima i supplementari di Champions contro il Werder; le vittorie casalinghe contro Bologna e Brescia, forse le partite più brutte dell’intero tragitto fin qui intrapreso, sbloccate soltanto per inerzia, la prima a circa venti minuti dalla fine grazie ad un’intuizione di Brocchi…, la seconda nell’unica vera occasione dell’intero incontro, tirata fuori letteralmente dal cilindro del Profeta (messo in castigo); il pareggio stentato in casa contro il Milan, un Milan che taluni hanno definito “rullo compressore se gli lasci spazio”, mentre invece nei primi due mesi di campionato ha girato a vuoto come era lapalissiano che fosse per aver cambiato allenatore, sistema di gioco e giocatori, lasciando punti ad altri avversari dall’organico meno importante della Lazio o vincendo con sofferenza e fortuna massicce. Altre vittorie sono arrivate solo per la galvanizzazione accumulata, strada facendo, con il favore dei risultati nonché grazie alla bravura dei nostri giocatori che sono mediamente di spessore importante in relazione a questo campionato, ma sempre senza il minimo gioco.
Quello che taluni hanno definito, a spron battuto, gioco di assoluto controllo sull’avversario,  coniando la folkloristica “formula della densità” in relazione alla disposizione in campo, niente altro è stata che superficiale strategia di distruzione: la Lazio ha puntato sempre sulla distruzione dell’avversario e mai sulla costruzione del gioco. A tal riguardo uomini in consegna e schieramento vanno di pari passo. 
E come tutti sanno, distruggere è molto più facile che costruire e ancora più facile che saper costruire. Non v’è mai merito alcuno a distruggere solamente.
E sia per distruggere che per costruire di modi ne esistono una gamma infinita. La Lazio ha scelto di distruggere e basta. Il resto è nato dall’improvvisazione.   





Di conseguenza mettersi a giudicare adesso i singoli giocatori a mio avviso rischia di essere estremamente superficiale. Quando non c’è alcun gioco sarebbe meglio non sbilanciarsi troppo sui singoli elementi, soprattutto quelli schierati in modo innaturale: hanno fatto anzi tendenzialmente il loro meglio e lo comprovano i punti.
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Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #112 : Giovedì 11 Novembre 2010, 15:23:36 »
Votazioni superficialmente riferite a Cesena-Lazio, stadio Manuzzi di Cesena, 10 novembre 2010.
11°giornata di serie A, stagione 2010/2011.


Titolari

Muslera – Assolutamente incolpevole sul tiro da fuori di Parolo. Sostenere il contrario significherebbe essere vittime di pregiudizio. Il giudizio normale su qualsiasi portiere deve vivere invece sempre del comportamento e della sicurezza generale trasmessa all’interno della singola gara. E l’uruguagio anche oggi, nel primo tempo, non trasmette sicurezza.
Voto: 5.5

Diakité – La prima da titolare non poteva che riservare anche a lui un compito differente dalle sue prerogative fisiche e d’orientamento tecnico. Nonostante è assurdo far marcare lateralmente le alette del Cesena da un bestione come il francese nonché schierare una squadra con 4 centrali di difesa contemporaneamente sa di delirio, la sua prova dimostra che non è un giocatore qualsiasi.
Voto:  6+

Biava – Solo un rilancio errato ad inizio partita, poi sempre affidabile.
Voto: 6.5

A.Dias – E’ dimostrato che al derby ha pagato la nefasta preparazione mentale generale. Anche a Cesena gioca con sicurezza. Giustamente dopo aver assistito all’ennesimo spettacolo di impotenza strategica per novanta minuti e aver subito il goal, si va a sfogare scalciando il palo (superato solo nella ripartenza finale del Cesena quando ormai si era fuori con tutte le ruote da un pezzo).
Voto: 6.5

Radu – Ormai questo celeberrimo fuori ruolo, si è adattato ad uno status di cattività e a livello difensivo (il suo pane) sa cavarsela sempre positivamente. Esente da responsabilità per l’assenza di spinta a sinistra.
Voto: 6.5

Ledesma – E’ l’antitesi del regista ma continua a toccare più palle di tutti. Dopo un derby disastroso è ancora sotto choc.
Voto: 4-

Matuzalem – Se non riceve compiti chiari anche lui può pagare umanamente la baraonda e gli scarabocchi d’impostazione preesistente. Sbaglia alcuni passaggi che di solito non sbaglia e fa sentire di meno la sua presenza, ma prendersela con lui sarebbe delittuoso. Tra i migliori.
Voto: 6

Foggia – Questa volta è un legno sfortunato ma è un soggetto totalmente avulso dal senso della squadra e da qualsiasi volontà costruttiva.
Voto: 4+

M. Bresciano – Senza incarico. Ce la mette tutta ed è buttato nel piatto come se fosse un surplus misterioso della mensa, quando invece è un rinforzo prezioso.
Voto: 5.5

Zarate – Mette in difficoltà e affatica gli avversari anche coi suoi sbagli. Ma stavolta sbaglia di più rispetto alle ultime gare, in relazione a quest’ultimo punto specifico, probabilmente, è colui che avverte addosso di più il danno morale del derby, dove è stato il migliore. A chi dovrebbe passare la palla, solo Dio lo sa.
Voto: 5

Floccari – Impegno massimo ma un altro che deve, suo malgrado, preoccuparsi di cose di un altro mondo o quantomeno appartenenti senza motivo ad una realtà triste e povera. 
Voto: 5.5

Dalla panchina senza voto.

 

 

 
 
 
La Var è un abominio. E' uno stupro fantascientifico alla storia del calcio. Prima che un'arma micidiale in mano alla mafia.

Offline pizzeman

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #113 : Giovedì 11 Novembre 2010, 19:51:00 »
Zarate – A chi dovrebbe passare la palla, solo Dio lo sa.

 

questo sintetizza tutto.
Non il nome dietro, ma il simbolo davanti.

Offline Fraplaya

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #114 : Venerdì 12 Novembre 2010, 00:57:25 »
Non sono d'accordo con Long John, con il quale ho il piacere di reincrociare le parole.

Reja ha dato alla squadra una precisa identita', sia nella fase offensiva che in quella difensiva.

Attacco: la cosa piu' facile e meno semplice da quando esiste il calcio, tutti devono muoversi tra le linee avversarie per ricevere il pallone, spostato con velocita' orizzontalmente e verticalmente a seconda degli spazi concessi. Ovviamente se nessuno suggerisce, il pallone non si muove e chi lo detiene troppo a lungo si incarta per forza.

difesa: perso il pallone, rincorsa della difesa della posizione, l'uomo piu' vicino a dove e' stata persa palla ha il compito di rallentare la ripartenza avversaria pressando da subito, mentre gli altri recuperano la posizione. Manca un po' di difesa alta, ma anche qui siamo all'abc della tattica.

In definitiva reputo buono e riconoscibile il lavoro fatto da Reja finora, fino al derby. Ed in questo non sono d'accordo con l'amico Long John.

Nelle ultime due partite, non so se per la stanchezza dei singoli, o per equilibri di spogliatoio, con gli uomini non ha cambiato la filosofia, che deve per forza sposarsi con quelli che scendono in campo. Se metti Diakite', o rocchi, o foggia, o Bresciano non puoi pretendere che interpretino lo stesso spartito che suonano i Mauri, Hernanes ecc.
Se lo spartito cambia, devi fare in modo che gli interpreti lo capiscano altrimenti viene fuori una squadra confusa, come successo a cesena. In definitiva questo paio di sconfitte ce le ha sul groppone.
E in questo credo di trovarmi d'accordo con LJ.
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

Offline benvolio

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #115 : Venerdì 12 Novembre 2010, 08:33:16 »
Sono molto d'accordo con Fraplaya, soprattutto con l'ultima affermazione: Reja ha dato un'identita' alla squadra ma mercoledi' no. I sostituti in campo hanno vagato alla ricerca di una collocazione, perdendosi nella confusione o eccedendo nei personalismi. Evidentemente per fare un turn over efficiente c'e' da lavorare molto di piu'. La partita di Zarate e' stata sintomatica perche' e' sembrato davvero quello dello scorso anno. Per non dire dei lanci alla cieca di Ledesma, delle discese libere di Diakite' o del nomadismo triste di Bresciano. Credo pero' che andare a fare una retrospettiva partendo da Cesena significa che se vincevamo colla palombella di Foggia avremmo intonato nuovi peana come a Palermo. Non sarebbe stato giusto come credo non sia giusto narrare in negativo le partite passate.

Offline LongJohn

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #116 : Sabato 13 Novembre 2010, 20:15:48 »
Osservo che gli ultimi interventi dimostrano che il thread sta raccogliendo venti contrastanti ma altrettanto preziosi per la sua resistenza: quello delle condivisioni e quello delle divergenze o addirittura delle critiche.

Per il carissimo Jegue – Hai fatto a mio semplice avviso un'associazione post-derby molto contestuale  ;)

Per Pizzeman – Su Zarate occhio in comune.


Mi soffermo sulle ultime divergenze.

Per l’amico Fraplaya – Ti saluto volentieri di nuovo. Continuiamo ad avere opinioni piuttosto diverse. Ma, al riguardo, con te questo lo sappiamo già da parecchio. Ti rispondo in breve circa la mia visione: innanzitutto va detto che usare la parola “identità” vuol dire spostare la discussione di significato, perché “identità” è una cosa, “gioco” è un’altra. Come risulta dai miei interventi, “identità” non è un termine, proprio perché di accezione potenzialmente generica, che ho adottato. A doverlo adottare posso anzi opportunamente affermare (associandolo al senso e alle parole dei miei testi) che sul piano dialettico l’identità della Lazio c’è ed è finora quella della distruzione in fase passiva e dell’improvvisazione e del nervosismo in fase attiva. Ti invito invece a riflettere sulla vera costruzione della manovra avanzata. Non si può definire gioco quello nostro, innanzitutto perché non c’è fonte o meglio fonte autentica (Hernanes arretrato o almeno l'ottimo Matuzalem privo di interferenze nocive). Costruire è la cosa più difficile in ogni campo non solo su quello verde, ed è quindi la direzione spesso e volentieri da imboccare. Che saperlo fare sia difficile è proprio “relativa” legge naturale. Se in Italia negli ultimi anni siamo messi male (poi anche qui ci sono alcune distinzioni da fare) non può divenire un alibi, ma all’estero la mentalità è mediamente molto migliore e i risultati internazionali lo comprovano. I fattori che concorrono al riguardo sono molti ma esiste soprattutto una radice mentale (generica ed indipendente dall'adesione a paradigmi tattici diversi tra loro).
La Lazio ha secondo me adottato quindi una direzione tattica da un lato molto limitata e dall'altro molto controversa; bisogna continuare a studiare quanto utile in relazione alle risorse in mano, agli obiettivi da raggiungere e al rapporto tra queste due componenti.   
Sull’organizzazione difensiva che delinei nella sua base elementare puoi invece solo trovare conferme, ma appunto la sua esasperazione è l'ipocentro di un programma tattico adibito solo alla distruzione del comportamento avversario. Da sottolineare anche che così non può garantire neanche un'immunità proporzionata allo sforzo difensivo profuso proprio per la sua stessa "tendenza" monotematica. Su questo ho già dato la mia interpretazione tattica.   
Ciò che ho ravvisato riguarda, sia a livello tattico che di senso, quasi tutte le esibizioni fin qui accumulate nel torneo. Tendenzialmente la stessa “identità”.   
Tu sembri d’accordo con me sulle ultime due partite; ma paradossalmente devo aggiungere alcuni spunti perché Mauri ed Hernanes (titolari) che giustamente citi, non c’erano a Cesena ma c’erano al derby. A mio parere sia con titolari fissi che con alternative in campo la mentalità generale non cambia, ma a seconda dell’opzione possono esserci variabili di risultati e di valori prettamente individuali. Come ho già detto la Lazio finora non ha avuto gioco per giocatori e relativi impieghi, ma soprattutto per mentalità. E questo non vuol dire andare all’arrembaggio cieco o perpetuo, ma avere una volontà ben indirizzata nonché cercare di sfruttare il meglio di sé. I risultati possono essere però anche indipendenti proprio perché i giocatori che vanno in campo, quando di valore, mantengono almeno potenzialmente (e fortunatamente) la capacità di imporre giocate repentine ed individuali a priori.         
Termino così la mia risposta che per te si limita a queste righe precedenti. Il pallone corre sul filo delle opinioni così come in campo rotola, rimbalza o schizza via. Un caro saluto Fraplaya.   


Credo così di aver già comunicato in parte la mia opinione anche al prodigo Benvolio. Per lui aggiungo appunto alcuni cenni tecnici sulla natura del presente thread che ho inaugurato durante l’estate: un contenitore prettamente tecnico che cerca di parlare del gioco dei biancocelesti in campo. Essendo quindi uno spazio tecnico è normale adottare criteri di base come commenti, pagelle con giudizi e periodicamente retrospettive.

Non pensavo fosse necessario (dal momento che non si tratta di nulla di “dialetticamente” rivoluzionario), ma approfitto per chiarirlo. In questo caso le retrospettive in mente sono quattro (ognuna ogni quarto di campionato, non a caso nei recenti post riepilogativi ho sempre usato l’espressione “primo quarto”, 10 giornate di campionato), anche questo strumento utile per caratterizzare il topic con una visione non frammentaria o dispersiva e compattare le opinioni personali di chiunque. Dare consequenzialità attraverso il ricorso ad aggiornamenti tecnicamente studiati credo sia coerente e soprattutto contribuisca a diffondere idee alla luce del sole.
La prossima specifica retrospettiva è dunque datata da parte mia per la fine del girone d’andata. Se poi per amara coincidenza tali retrospettive impattano con delle sconfitte, trovo invece un po’ irrazionali e poco logiche certe forzature di valutazione. Le retrospettive tecniche si basano sull’imparzialità, sull’analisi del gioco e non sullo stato emotivo dettato dai risultati. Al riguardo forse è opportuno interrogarsi sulla linea di pensiero del singolo utente all’interno del forum, ma probabilmente tutti i vecchi interventi lasciati su questo come su altri topic servono a poco. Come d’archivio, l’unico mio commento positivo di campionato (in realtà, più che altro, un forte auspicio) è stato a Chievo che considero tutt’ora, sul piano tecnico, una parziale eccezione dell’iter laziale.
Avrei piacere di dover rispondere su inviti diretti e non trasversali, qualora in altri post siano riportati aspetti appartenenti a miei interventi.               

La Var è un abominio. E' uno stupro fantascientifico alla storia del calcio. Prima che un'arma micidiale in mano alla mafia.

Offline dukenduke

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #117 : Sabato 13 Novembre 2010, 21:47:46 »
LJ la tua disamina è la mia, però ti chiedo: siamo sicuri che sia solo "colpa" degli allenatori?

Negli ultimi due anni di rossi, in quelli di ballardini e di  reja la squadra sembra avere sempre lo stesso gioco lento e macchinoso.
Senza grinta, senza voglia di andare a far male ma anzi con la stessa paura addosso.

Non sarà anche "colpa" dei giocatori a cui non puoi infondere la voglia di vincere, la cattiveria agonista e la fame di vittoria?

Fammi sapere come la pensi in merito.
Il gol acrobatico di Hernanes che usa la gamba d'appoggio come leva e si gira in torsione come una molla e 'l'immagine della Lazio e dei laziali: umilmente assorbi l'energia e poi liberala e falla fluire...

Offline syrinx

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Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #118 : Sabato 13 Novembre 2010, 23:50:24 »
LJ la tua disamina è la mia, però ti chiedo: siamo sicuri che sia solo "colpa" degli allenatori?

Negli ultimi due anni di rossi, in quelli di ballardini e di  reja la squadra sembra avere sempre lo stesso gioco lento e macchinoso.
Senza grinta, senza voglia di andare a far male ma anzi con la stessa paura addosso.

Non sarà anche "colpa" dei giocatori a cui non puoi infondere la voglia di vincere, la cattiveria agonista e la fame di vittoria?

Fammi sapere come la pensi in merito.

La tua idea sarebbe da prendere in considerazione se i giocatori fossero rimasti li stessi. La Lazio di oggi è molto diversa sia da quella di Rossi che di Ballardini.

TD

Re:Per chi è interessato al gioco dei biancocelesti
« Risposta #119 : Domenica 14 Novembre 2010, 00:00:38 »
Queste lunghe esplorazioni sul gioco di una squadra di calcio sono lodevoli, perché mostrano l'intelligenza al lavoro: il segno d'intelligenza più brillante è la curiosità, soprattutto se si applica alla comprensione di un meccanismo.
L'esercizio, protatto nel tempo, dell'osservazione "dal vivo" delle partite di calcio mi ha portato a modificare di molto l'atteggiamento rispetto al gioco di una squadra. Che non è un impianto tattico come quello degli scacchi: non c'è modo di ricominciare una partita se hai sbagliato strategia, davanti a una scacchiera. Sul campo verde, invece, c'è sempre un'altra azione e un diverso equilibrio in campo, legato a centinaia di fattori imponderabili. La costruzione di un meccanismo di gioco non può tenere conto di certi fattori: serve solo ad addestrare la squadra a risolvere certe situazioni, a fare le scelte migliori, a trovare la lettura ideale su circostanze "date". In molti sostengono che l'eccesso d'informazione tattica (l'eccesso di compiti tattici, per meglio dire) sia dannoso per un giocatore. E spesso ci si è trovati delusi davanti al gioco avaro espresso da squadre guidate da maestri della tattica.
In realtà ci sono dei fattori che incidono pesantemente, al di là dell'impianto di gioco, e condizionano fortemente l'andamento delle partite. E' importante, certo, creare i presupposti per impostare un'azione d'attacco o un dispositivo difensivo dando istruzioni ai giocatori. E' fondamentale, però, la scelta che il singolo opera sul campo. Il che, inesorabilmente, antepone le caratteristiche del materiale umano alle attitudini dell'allenatore: avere Hernanes o rinunciarci riduce enormemente le potenzialità di costruzione della squadra. Perché lui sa. Non perché gli sia stato detto cosa fare. Lo stesso discorso, poi, vale per la condizione, che fa la differenza, perché comunque bisogna ricordare che la differenza tra fenomeni non è tanta. Fenomeni attaccanti, centrocampisti, difensori: tutti i giocatori di serie A lo sono, a modo loro, chi più chi meno. Dunque gioca tantissimo la prontezza, la concentrazione, la capacità di rimanere attenti allo sforzo che si fa. Contrariamente a quanto pensavo ai tempi di Zeman, ritengo che l'addestramento e l'impianto tattico siano meno importanti dell'allenamento, e che sia la condizione degli interpreti e la loro capacità di rimanere uniti e concentrati a fare la differenza. Ovviamente partendo da un minimo di organizzazione di gioco, che in serie A hanno tutti, nessuno escluso.
Se si riesce a guardare una partita come la somma di centinaia di singole situazioni si ha una visione più vicina alla realtà. Immaginiamoci alle prese con un problema: indovinare la soluzione non è sempre immediato. Ma certe volte riesce subito. I giocatori più bravi sono quelli che trovano le soluzioni. Gli allenatori migliori sono quelli che li mettono in condizioni di trovarle, il che non è affatto, in prevalenza, un problema tattico, o di gioco. Ma di capacità di risolvere un problema, da soli o in compagnia. Zarate non trova soluzioni da solo, secondo me, perché ha perso la condizione che gli dava le qualità per trovarle. Poi può darsi che nessuno gli detti un'alternativa valida. Di certo, lui dal cilindro non cava più conigli. Prima lo faceva, ma non certo per fortuna.
Un allenatore incide se limita al minimo i danni. Questo è un luogo comune. Ma tenere i giocatori in condizione psicofisica ottimale vuol dire tirargli fuori la giusta tensione, la concentrazione, le giuste risposte alle sollecitazioni del campo. Che non si possono rappresentare sulla lavagnetta, perché la velocità con cui vanno lette è molto diversa.
La Lazio che ho visto quest'anno, in televisione, ha mostrato grandi capacità di gioco, perché ha interpretato le partite con saggezza, accelerando o rallentando a seconda delle circostanze, usando delle soluzioni apparse subito ben rodate: una squadra che fa girare palla elegantemente, una squadra che subisce poco, tutte le cose che ci siamo detti nel tempo. Rimane una squadra che non ha grandissime variabili in attacco. Nel senso che non ha molte idee e che vive dell'enorme talento di Hernanes, dell'istinto attaccante di Mauri, dello spunto furioso offerto dalla capacità d'accelerazione non comune di Zarate. I giocatori meno istintivi e più accorti tatticamente, in attacco, mi sembrano Floccari e Rocchi. Tommaso, purtroppo, è fiaccato dagli anni, Floc è un piacere guardarlo. Kozak potrebbe dare un grosso contributo portando forza e capacità di lottare dentro alle difese più munite, ma come tutti gli arieti rischia di impoverire la varietà di temi. Comunque preferisco la semplicità di Reja agli eccessi di un dogmatico, alla lunga mi sembra che la rigidità non paghi. Ci vorrebbe il giusto equilibrio, ma Ancelotti allena il Chelsea e tifa per la rioma, dunque non è roba per noi...