www.laziopolis.itLa voglia di Cataldi, il feeling con il gol di Djordjevic. E Marchetti si prepara al riscattoI biancocelesti schiantano la Top 11 Radio Club 103 con il punteggio di 9 a 0 nella seconda amichevole del ritiro di Auronzo di Cadore. La preparazione va avanti. I test amichevoli andati in scena finora non sono certo probanti per la stagione che verrà. Le prime amichevoli hanno inoltre mostrato una Lazio affaticata. C’è poca freschezza atletica per il tanto lavoro svolto. ma i primi segnali cominciano ad arrivare.
Positivi sicuramente per un giovane su tutti, forse il più atteso di questa “nuova” Lazio: Danilo Cataldi. «L’anno a Crotone mi ha fatto maturare non solo sul campo» e si vede. Ha giocato nel primo tempo, come mezz’ala sulla destra. In campo si muove con sicurezza e personalità: non ha paura di giocare la palla, anche con lanci lunghi e precisi né d’inserirsi in zona gol al momento opportuno. «Bello prendersi le responsabilità» confida.
E’ entusiasta di questa nuova esperienza. L’anno scorso fu ad Auronzo solo di passaggio, ma quest’anno non ha intenzione di andarsene: «So che mi hanno cercato altre squadre, ma io voglio restare qui il più possibile. Ora sono tornato a casa…».
Meno incoraggianti segnali arrivano da uno che ha già incantato e, forse, abituato troppo bene i tifosi laziali. 6 gol e 9 assist in 35 presenze tra campionato ed Europa League nella passata stagione. Ora due amichevoli con i dilettanti, zero gol, più ombre che luci per Keita Baldé Diao. Ma metterlo in discussione adesso sarebbe una follia. Pioli lo sa e non gli ha messo pressioni, non lo ha ripreso durante la partita, ma si aspetta tanto da lui. Lo dimostrano le parole di qualche giorno fa: «L’atteggiamento degli attaccanti della Germania deve essere preso ad esempio da tutti. Anche da Keita». Probabilmente sul finale di gara il talento catalano si è ricordato queste parole ed ha acceso il motorino: due assist per lui. Cross per il gol di testa di Ciani e triangolo chiuso bene per Mauri, proiettato a rete. Lo aspettiamo tutti fiduciosi.
Un altro che invece comincia a prenderci gusto e sfregarsi le mani dal divertimento è Filip Djordjevic. Il centravanti serbo sta cominciando a entrare in forma ed è apparso ancora più brillante rispetto alla prima uscita di domenica. Sinistro potente e chirurgico, elegante nel modo di stare in campo. Oltre a fare gol - una doppietta per lui ieri - ha mostrato di avere anche una buona visione di gioco e spirito di squadra. Ha, infatti, costruito tre assist, non sfruttati a porta vuota da Cavanda e Keita, che lo affiancavano nel tridente sceso in campo nella ripresa. E’ pronto a entrare in concorrenza con Klose, a meno che Pioli ad agosto non dovesse decidere di sposare un modulo diverso, virando sulle due punte.
Segnali incoraggianti arrivano anche da Federico Marchetti. L’estremo difensore viene da una stagione che lo ha segnato fisicamente, ma anche mentalmente. Non era sereno e questo, oltre ai continui infortuni, ne ha condizionato il rendimento, fino a vederlo seduto in panchina ogni santa domenica. Basti pensare che, nel 2014, il giocatore ha disputato solo cinque partite, quattro in campionato e una in Europa League – quella con il Ludogorets – che forse era meglio non giocasse proprio.
E’ tempo di buttarsi tutto alle spalle. Stagione nuova, nuovo Marchetti. Dopo le vacanze il portiere è apparso più sereno. L’affetto dei tifosi, d’altronde, non è mai venuto meno e in questi giorni ad Auronzo si è fatto particolarmente sentire. Gli ha dato la carica giusta per allenarsi al meglio e tornare ai livelli di sempre.
Un segnale glielo ha dato anche mister Pioli. A differenza della prima gara, nel secondo test stagionale Marchetti è partito titolare. All’allenatore il portiere di Bassano del Grappa piace molto ed è sulle sue spalle che vuole costruire la nuova retroguardia biancoceleste.
Marchetti lavora sodo con Grigioni e punta Berisha. Le voci su una sua possibile partenza si sono ormai affievolite. Alle tante domande dei tifosi sul suo futuro ha sempre risposto secco: «Certo che resto. Da qui non mi muovo».