Autore Topic: Italia-Argentina del 1990  (Letto 4732 volte)

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malacarne

Italia-Argentina del 1990
« : Lunedì 23 Giugno 2014, 19:51:37 »
Visto che siamo in tema di mondiali vorrei aprire un topic su quell'amara semifinale...

Questa partita la ricordo come la prima grandissima delusione calcistica della mia vita da tifoso italiano (e non potrebbe essere altrimenti visto che sono nato nel 1983).

Ricordo con discreta chiarezza le incazzature dei miei familiari nei confronti di Vicini e un po' più vagamente le polemiche sul comportamento dei tifosi napoletani, accusati di aver sostenuto l'Argentina e non l'Italia, polemiche che poi sono andate avanti per diverso tempo.

A distanza di tanti anni ogni tanto ne parlo ancora con alcuni colleghi napoletani che hanno un po' più di primavere sulle spalle del sottoscritto.

Alcuni di loro dicono di aver fieramente tifato per l'Argentina e per Maradona in particolare perchè, come Maradona stesso disse, "Ha fatto più lui per Napoli che non lo stato italiano e poi ci hanno richiamato alla nostra italianità solo in occasione di Italia-Argentina" (però come festeggiavate a Napoli nel 2006 dico io) altri invece mi dicono che tutta questa storia in realtà è un finto mito pompato a gogo dai media di allora e cioè che si, ci furono alcune persone che tifarono per l'albiceleste, ma che la stragrande maggior parte dello stadio si schierò con l'Italia limitandosi semplicemente a non fischiare gli avversari unicamente per rispetto nei confronti di Maradona perchè era per loro impossibile fischiare lui e la squadra per cui giocava al San Paolo.


Voi cosa ricordate di questa partita per l'ambiente che si creò prima, durante e dopo?
E come l'avete vissuta?

Offline disabitato

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #1 : Lunedì 23 Giugno 2014, 19:52:51 »
Una cazzata enorme giocarla a Napoli.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline Drenai

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #2 : Lunedì 23 Giugno 2014, 19:55:54 »
vabè ma il calendario si decide prima. l'argentina si qualificò da ripescata mi pare. nessuno poteva prevederlo. mica potevano spostarla.

io non ricordo granchè sul piano personale. ci sarò rimasto male lì per lì e amen. come sempre mi capita con la nazionale. quello per me non è "vero" tifo.
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Larry Bird

Offline cuchillo

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #3 : Lunedì 23 Giugno 2014, 20:10:05 »
Grande sbornia!

Una gioia immensa, vedere quelle facce da culo di Giannini, Berti, Bergomi, Ferri, Serena, Baggio, Schillaci, Vicini, Matarrese uscire mesti mesti dalla disfida. Mi spiaceva solo per i milanisti, che all'epeca mi piacevano e li rispettavo tutti.

Essendo laziale tifavo per Troglio e per l'ex sempre amato Dezotti.
Sconfitta contro un'Argentina indecente...Oddio, le risate, quella sera...

Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Zapruder

Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #4 : Lunedì 23 Giugno 2014, 20:18:35 »
Ricordo il mio stupore alla compilazione del calendario, quando fu reso noto che l'Italia avrebbe giocato la sua possibile semifinale, vincendo il solito gironcino con Botswana, Wyoming e Mompracem che spetta ai padroni di casa, a Napoli, interrompendo la sequenza di partite all'Olimpico: un paziente uso del manuale Cencelli pallonaro aveva relegato San Siro a un quarto di finale, mentre Napoli e Torino si dividevano le due penultime partite, e il buon Matarrese s'era acchittato la finalina a Bari. Il COL, chiaramente, contava di beneficiare nel penultimo atto - che lo sviluppo teorico del calendario faceva coincidere con un Italia-Brasile - del calore del pubblico napoletano eccetera eccetera. Inspiegabile, comunque, abbandonare l'Olimpico, visto che doveva essere lo stadio di casa per le prime 5 partite e per l'ultima: perché mai spostarsi per la sesta e solo per quella, non mi è mai riuscito di trovarci una logica calcistica.

Ovviamente, una scelta così sciocca meritava la punizione peggiore: prima fu tale Omam Biyik a castigare l'Argentina, che arrivò terza nel suo gruppo e andò a sbattere subito contro il Brasile negli ottavi: Maradona vinse da solo una partita che, esistessero gli annali delle "vittorie rubate", sarebbe ai primi posti della graduatoria, se non al primo.

Così, dopo un quarto sfangato ai rigori, Maradona ebbe modo di preparare accuratamente il terreno, e le sue esternazioni ebbero effetto, eccome. Si giocò in un clima ben diverso da quello che circondava di solito la Nazionale all'Olimpico. Segnò l'Italia con un gol in abbondante fuorigioco, poi però avvennero alcuni imprevisti: prima di tutto, si stava giocando contro un avversario vero e non una delle comparse affrontate fin lì; secondo, il tecnico argentino intuì il modo di mettere in difficoltà la squadra italiana e nell'intervallo rimpolpò il centrocampo con Troglio (avete letto bene), e gli Azzurri non videro più una palla che fosse una, fino al meritato pareggio degli argentini. Vicini lasciò fuori Baggio, incredibilmente, e tenne in campo il fantasma di Giannini fino a partita avanzata. Vautrot allungò un supplementare fino al 23' (!), ma non ci fu nulla da fare, del resto l'idea che l'Italia potesse segnare prima dei rigori non passava per la capa a nessuno, guardando la partita.

Ai rigori, Baggio Baresi e De Agostini, i tre tiratori "buoni", fecero centro, poi io dissi "addìo" quando vidi avvicinarsi al dischetto Donadoni e Serena: ma, d'altra parte, furono proprio Baggio e Baresi a sbagliare, quattro anni più tardi: col senno di poi ci fai i bruscolini...

Fu un Mondiale giocato dall'Italia con una squadra più che degna di vincerlo, dove gli "aiutini" alla squadra di casa erano concreti e ben distrubuiti qui e là, ma senza esagerare: si doveva solo vincerlo. Fu buttato dalla finestra. Meglio così, forse: è stato il più orrendo mai visto, sotto ogni aspetto.

In finale, la Mafia italiana si scatenò in tutta la sua rabbia sanguinosa e precluse all'Argentina - che pure era praticamente ruzzolata in finale - ogni possibilità di vittoria, regalando ai crucchi un rigore da scioglimento della FIFA per indegnità.

Offline DinoRaggio

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #5 : Lunedì 23 Giugno 2014, 20:21:06 »
vabè ma il calendario si decide prima.
Infatti. Siccome la finale si giocava a Roma, fu deciso che le semifinali sarebbero state disputate a Torino e Napoli. L'Italia, prima nel suo gruppo, ebbe praticamente un'autostrada per la semifinale. Il tifo dei napoletani non me lo ricordo così filoargentini, anzi. Non c'era l'entusiasmo dell'Olimpico, ma nemmeno indifferenza o, peggio, tifo per l'Albiceleste maradoniana.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline cuchillo

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #6 : Lunedì 23 Giugno 2014, 21:34:05 »
Tra l'altro, l'espulsione di Giusti per la presunta testata rimane un mistero.
Non esiste un'immagine, non esiste un filmato. Manco un 8mm di Zapruder. E Vatrout non l'aveva vista.
Ha visto Baggio per terra e tirato per la giacchetta tirò fuori il rosso.
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Offline pizzeman

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R: Italia-Argentina del 1990
« Risposta #7 : Lunedì 23 Giugno 2014, 22:26:03 »
Un black out alle 21.30 durato fino a mezzanotte.
Partita ascoltata in macchina... avevo 16 anni, non ho altri ricordi.
Forse l'unica Italia per cui ho tifato oltre quella del 2000....

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Non il nome dietro, ma il simbolo davanti.

ThomasDoll

Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #8 : Lunedì 23 Giugno 2014, 22:55:48 »
I Mondiali di Gazza e di Schillaci, all'ombra del divino figlio del dio Eupalla.
Perdemmo per una cazzata del più bravo o quasi: Zenga era una garanzia, ma quella topica faceva parte del suo modo di essere e raccontava la sua carriera di beautiful loser. Si pensava di vincerli, pianse un sacco di gente, ci andammo più vicini ancora con Sacchi ma forse quella del '90 è la squadra che alimenta più rimpianti. Chissà che cosa sarebbe successo se ci si fosse mnimamente impegnati a sfruttare il talento del Mancio, invece di cazzeggiare con Giannini. Vicini ha avuto a disposizione Vialli, Baggio, Mancini, Schillaci che era una specie di Re Mida e Donadoni tutti giovani e nel pieno delle loro enormi potenzialità. Ce n'era di che stravincere...

Offline cuchillo

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #9 : Lunedì 23 Giugno 2014, 23:01:57 »
Sarebbe bastato mettere il Milan in campo, compresi Evani e Colombo con Vialli e Mancini al posto di Van Basten e Gullit.
Ma vuoi mettere giocare con quei ciabattini di Bergomi e Ferri che si incollavano agli avversari, De Napoli in mediana e Giannini a giostrare il gioco?
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Offline Ataru

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R: Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #10 : Lunedì 23 Giugno 2014, 23:25:59 »
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline ML

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #11 : Martedì 24 Giugno 2014, 01:13:45 »
Questa partita la ricordo come la prima grandissima delusione calcistica della mia vita da tifoso italiano

Fino ad allora non credo di essere stato un tifoso. Ero da poco diventato della Lazio dopo qualche anno da blando simpatizzante juventino. Fu la prima competizione a cui mi appassionai realmente. C'era un'aria irripetibile in Italia quell'estate. Eravamo un paese che stava bene, c'era la voglia di sognare insieme. O magari era solo che avevo sedici anni, che ne so. Però me le ricordo quelle giornate, e quelle serate, fu la mia educazione sentimentale al gioco del calcio. Conobbi insieme la sua magia e la sua crudeltà e ne rimasi segnato. Per sempre.
Il mio legame con la nazionale si è rafforzato di sconfitta in sconfitta. I rigori del '90, del '94, del '98, ma anche rigore di Zola nel '96. La sera di Italia-Argentina non ero preparato a quell'epilogo. Ero ancora un ingenuo convinto che tutto sarebbe andato bene. Quando Donadoni andò sul dischetto mio padre disse "ma come si fa a farlo battere al numero diciassette?". In quel momento ho capito che l'avrebbe sbagliato, e non credo di averlo mai perdonato per aver aperto bocca. A quei tempi vivevo aspettando l'estate, ma nel 1990 sembrava non dovesse più esserci nessuna estate. Dopo l'ultima parata di Goycoechea l'imminente partenza per il mare, i due mesi di vacanza che ancora avevo davanti mi parvero insignificanti. Poche altre sconfitte mi hanno turbato in quella maniera. Forse solo lo scudetto perso dalla Lazio nel 1999 e la finale di Parigi dell'anno prima. Fino al 2006 ho vissuto ogni Mondiale e ogni Europeo come se avessi un conto in sospeso col destino, a parte l'Europeo del 2000 in cui ero ancora troppo sazio della felicità provata il 14 maggio.
Il rigore di Grosso ha chiuso un cerchio, ha tappato un buco. In questo momento scambierei la vittoria di un altro Mondiale con quella di un Europeo, che ancora mi manca "in bacheca". Sia nel 2010 che quest'anno ho sentito un trasporto minore rispetto all'Europeo del 2008 e a quello del 2012. Sarà che in entrambe le occasioni ci siamo presentati con una squadra modesta, palesemente insufficiente a lottare per la coppa, non lo so. Servirebbe la controprova almeno di un Brasile-Italia nei quarti. Ma sto scivolando off topic. Italia-Argentina mi fa male ancora adesso a rivederla. C'è tutta intera su Youtube e quando l'ho fatto, giusto qualche mese fa, ho scoperto che ricordavo ancora benissimo quasi tutte le fasi di gioco. Vautrot che fa durare il primo supplementare più di 22', perché probabilmente si era dimenticato dell'inversione di campo. De Agostini che spara un diagonale da vicino sui guanti del portiere, la punizione di Baggio. Ce l'ho tutta davanti agli occhi. Quel giorno sono entrato nel tunnel.

Offline ML

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #12 : Martedì 24 Giugno 2014, 01:25:46 »
Ma vuoi mettere giocare con quei ciabattini di Bergomi e Ferri che si incollavano agli avversari, De Napoli in mediana e Giannini a giostrare il gioco?

Forse non ero ancora un vero tifoso, ma già avevo delle opinioni tecniche. Di quella squadra pensavo soprattutto due cose: primo, che Ferrara e Vierchowood sarebbero stati molto meglio di Bergomi e Ferri; secondo, che Giannini era un bluff. Il vero regista di quella squadra era Franco Baresi, che quasi sempre saliva fino a centrocampo per raccogliere il passaggio orizzontale dell'impiastro romanista e prendersi, lui, la responsabilità di impostare l'azione.

Offline Er Matador

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #13 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 04:38:13 »
Sarà che siamo coetanei, ma mi ritrovo in gran parte nella ricostruzione di ML per le notazioni sia ambientali sia tecniche.
In particolare, di quel Mondiale mi è rimasto impresso questo

C'era un'aria irripetibile in Italia quell'estate. Eravamo un paese che stava bene, c'era la voglia di sognare insieme.

Per me non fu il debutto in materia di tifo, del quale avevo già un concetto a mio modo, ma ricordo esattamente in quei termini l'atmosfera di quel periodo.
Con un dettaglio aggiuntivo: la partecipazione del pubblico femminile, mai così convinta e capillare anche nelle partite che non riguardavano da vicino gli Azzurri.
Si fosse cavalcato quel potenziale di passione e interesse, oggi avremmo forse mogli che intimano ai mariti di non disturbare perché c'è la partita.
Ricordo i dati dell'Auditel, con 27 milioni di spettatori a segnare un record imbattibile fino a chissà quando.
Ricordo le facce dei ragazzi in giro per i paesi: accasciati sui motorini, senza parole, svuotati più che delusi.
Fu un trauma collettivo: nulla lasciava presagire qualcosa di diverso dalla vittoria, a cui il Paese nella sua interezza era preparato come non mai.
A causa di uno schiacciamento temporale che caratterizza certi momenti di emotività condivisa, era come se il Mundial spagnolo fosse finito il giorno prima, chiudendo il malinconico tramonto messicano e il sottovalutato Europeo di due anni prima in una parentesi di nessuna importanza.
Che si continuasse, nella maniera più naturale, con la tappa successiva dei festeggiamenti come se l'Italia non potesse fare altro che coronare una festa già partita in proprio.
Il tutto sulle note del duo Bennato-Nannini, musicalmente un tantino superiori ai più recenti inni ufficiali con la loro Notti magiche: altra tessera, come colonna sonora, nel mosaico di un trionfo immancabile.
Averla sentita cantare a squarciagola dopo la notte di Berlino, in maniera del tutto spontanea, le ha reso giustizia con qualche anno di ritardo.
E confermato il link mentale fra le due situazioni

Fino al 2006 ho vissuto ogni Mondiale e ogni Europeo come se avessi un conto in sospeso col destino [...] Il rigore di Grosso ha chiuso un cerchio, ha tappato un buco
 
Quella semifinale, nella mia vita di tifoso azzurro, non fu l'inizio ma l'inizio della fine.
Fin lì, la Nazionale aveva rappresentato qualcosa a metà fra una chiesa e un'ambasciata.
Un luogo sacro e neutrale al tempo stesso, in cui sospendere le pur sentitissime - e per il resto fondamentali - rivalità interne per riscoprire qualcosa di fondamentale in comune.
Un luogo in cui "Cabrini e Conti si davano la mano", per parafrasare il cantastronzate molisano.
Un luogo in cui Bruno Conti era semplicemente l'ala che aveva fatto volare l'Italia al Sarrià e al Bernabeu: che militasse in una squadra di club, in quei momenti, era semplicemente rimosso.
Forse questa mentalità si è trasformata in una "prigione di lunga durata" (F. Braudel): ma tutt'oggi non riesco a immedesimarmi in quanti, assistendo alle prestazioni di totty in azzurro, si vedono davanti un giocatore della xxxx.
E, pur rispettando il loro sentire, continuo a pensare che la perdita di quello spazio sacro e neutrale sia al tempo stesso sintomo e causa di degrado della cultura sportiva media.
Ebbene, prima che il sacchismo spazzasse via dalla Nazionale qualsiasi patrimonio di civiltà condivisa, quella semifinale aprì una prima ma profondissima crepa nella mia percezione dell'azzurro.
Era chiaro che in campo non andava la squadra degli Italiani, sia pure con tutti i particolarismi del caso fra i quasi 60 milioni di commissari tecnici, ma un privé di raccomandati che del Belpaese rappresentavano tutt'al più il marciume clientelare.

I dubbi, in realtà, erano precedenti all'inizio del torneo.
A partire dal portiere più sopravvalutato di ogni epoca, che al Tacconi di quell'anno - proveniente da un biennio di lavoro con Zoff alla Juventus, non dimentichiamolo - poteva pulire i guantoni.
Una pestifera anteprima del tottismo mediatico fu il martellamento sul suo record di imbattibilità, peraltro fasullo rispetto al dato del campo.
Il conteggio dei minuti senza subire gol si era, infatti, interrotto già all'ultima gara della fase a gironi con la rete del cecoslovacco Griga, che però venne annullata per un'irregolarità - un fuorigioco, mi sembra - inesistente.
Seguivano, in marcatura, i suoi due compagni di squadra.
A Zio Bergomi, per i ricordi spagnoli, si poteva perdonare il posto da titolare rubacchiato all'emergente e già fortissimo Ferrara.
Ma che un fabbro bergamasco ghettizzasse fuori dai primi undici uno fra i più grandi difensori di sempre - che ovviamente giostrava con la più assoluta disinvoltura fra uomo e zona, con buona pace di certe battaglie ideologiche - sembrava davvero troppo.
Almeno finché non si arrivava al vero scandalo, quello in cabina di regia.
Lo stesso Maldini non era al riparo da critiche, se si pensa alla sua particolare interpretazione del ruolo: perché affidare le mansioni di fluidificante a uno che brillava soprattutto nella fase difensiva e non disponeva di un sinistro naturale, avendo a disposizione un De Agostini quantomai brillante?
Il peggio, però, venne nel reparto offensivo.
La ricerca del partner per Vialli, leitmotiv della gestione Vicini, aveva incoronato Andrea Carnevale: e quella scelta era entrata nel meccanismo delle famigerate gerarchie.
In pochi ricordano che a mettere fuori gioco l'attaccante di Monte San Biagio fu il "vaffa" in mondovisione al tecnico, dopo il cambio nella seconda gara contro gli Usa.
Senza quel provvidenziale sfogo, anche Totò e le sue notti magiche sarebbero rimasti in panchina.
Per la gara con l'Argentina si superò ogni limite, con Vialli imposto come titolare nonostante uno stato di forma non compatibile col ruolo di protagonista obbligato.
Insieme alla strana coppia Schillaci-Baggio, si spezzò un'alchimia irripetibile: e a poco valse reinserire in corso d'opera il futuro Codino, ma come "10" classico al posto del bluff di Frattocchie.
Pressioni di sponsor e dirigenti, rivolte di spogliatoio: si disse di tutto sulle pressioni di cui Vicini fu oggetto al riguardo.
Addirittura, si sparse la voce che un gruppo di giocatori avesse minacciato di non scendere in campo se Vialli non avesse fatto parte dell'undici iniziale.
E questo, se confermato, getta le ombre più lunghe proprio sul Ct.
Aveva tutti i mezzi per rinunciare ai rivoltosi, schierando una squadra comunque superiore a quella rabberciata degli Olarticoechea e dei Serrizuela.
Non ci provò neppure, a conferma di una personalità troppo modesta.

Il tanfo di camarilla e raccomandazioni diventa ammorbante se si ripensa agli episodi decisivi: la papera in coabitazione tra Zenga e Ferri sul pareggio; la penosa esibizione del ragno - altro che Uomo Ragno - nerazzurro, coricatosi con mezz'ora di anticipo su quasi tutti i tiri dal dischetto argentini.
Fummo sconfitti, assai più che dagli avversari, da gente che con un minimo di meritocrazia non avrebbe neppure giocato.
Una sconfitta nel contesto emotivo descritto, e per cause tanto evitabili, spezzò per sempre qualcosa nella mia percezione della Nazionale.
La controprova fornita dall'Under 21, vincendo tre Europei consecutivi proprio per la maggiore autonomia nelle valutazioni tecniche, chiuse il cerchio.

Per rispondere alla domanda di Malacarne: sì, l'atteggiamento del pubblico di Napoli fu indecente.
A peggiorare la situazione contribuirono le cretinerie neoborboniche addotte come motivazione.
Bastava scambiare i campi con Germania-Inghilterra, che avrebbe comunque regalato al San Paolo un evento di primaria importanza.
E possibilmente, a cose fatte, escludere a tempo indeterminato il capoluogo partenopeo dal novero delle sedi azzurre.

Qualche considerazione, poi, sul cammino dell'Albiceleste

In finale, la Mafia italiana si scatenò in tutta la sua rabbia sanguinosa e precluse all'Argentina - che pure era praticamente ruzzolata in finale - ogni possibilità di vittoria, regalando ai crucchi un rigore da scioglimento della FIFA per indegnità.

Il vero scandalo fu che quella squadraccia fosse arrivata così avanti: col mani di Maradona contro l'URSS ignorato da Fredriksson (per portare a forza l'Argentina alla seconda fase) e l'arbitraggio di Roethlisberger (per far fuori la Jugoslavia nei quarti), persino la direzione di Codesal Méndez trova degna compagnia.
Sottolineo che il fischietto della finale chiuse lì la sua carriera, mentre l'amichetto di Blatter venne in seguito squalificato a vita: il fatto che siano stati scaricati in quel modo conferma, al di là di ogni dubbio, il loro utilizzo con le mansioni di boia.
Ho qualche riserva anche sulla centralità della mafia italiana: perché, ad esempio, la Germania Ovest aveva già risolto il quarto contro la Cecoslovacchia con un rigore inesistente? Interessamenti nostrani anche lì?
Se i tedeschi vinsero quel trofeo fu perché il ruolo dell'Adidas e il marketing nel Belpaese, spinto dai tre tedeschi dell'Inter e da una maglietta che andò a ruba, ne facevano sul piano politico-economico i veri padroni di casa della competizione.

P.S. Abbiamo dimenticato tutti, e stavo per farlo anch'io, un dettaglio fondamentale: i fischi all'inno argentino.
Che c'entrano assai poco con la semifinale, perché iniziarono già a Torino per l'ottavo col Brasile.
Rientro fieramente fra quelli che inaugurarono la manifestazione con gli "olé" ai giocatori del Camerun, perché la presenza nelle sue fila di un'incarnazione dell'antisportività come quello della Mano de Dios metteva la Selección al primo posto nella graduatoria del tifo contro.
Del tifo, però: mentre quello scempio - per giunta perpetrato ai danni di un Paese con parecchio sangue italico, ma sarebbe stato tale anche contro una rappresentativa di alieni - rientrava in una barbarie senza precedenti, al limite della profanazione.
In seguito, quell'infame usanza ha preso discretamente piede: ma noi, a quanto mi risulta, siamo stati i primi.
Se qualcuno mi smentisce e mi toglie di dosso questo macigno, gliene sarò grato.
Ma nulla potrà cancellare le sensazioni legate a quei momenti.
Nonostante le innumerevoli malefatte di casa nostra, forse solo per il caso Tortora ho provato una vergogna così profonda e imbarazzante.

Offline MCM

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #14 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 09:42:35 »
Fecero bene a Napoli a tifare contro l' Italia.

malacarne

Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #15 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 14:03:34 »
Perché?

Offline MCM

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #16 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 14:13:18 »
Perchè Napoli è una città (meravigliosa) dimenticata dallo stato.

Offline WombyZoof

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #17 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 15:07:04 »
Grande sbornia!

Una gioia immensa, vedere quelle facce da culo di Giannini, Berti, Bergomi, Ferri, Serena, Baggio, Schillaci, Vicini, Matarrese uscire mesti mesti dalla disfida. Mi spiaceva solo per i milanisti, che all'epeca mi piacevano e li rispettavo tutti.

Essendo laziale tifavo per Troglio e per l'ex sempre amato Dezotti.
Sconfitta contro un'Argentina indecente...Oddio, le risate, quella sera...

ecco
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Boks XV

Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #18 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 15:52:03 »
 Fino al 2006 ho vissuto ogni Mondiale e ogni Europeo come se avessi un conto in sospeso col destino

curiosità mia.
per te e per tutti coloro che vorrano rispondere.

Mondiale alla Nazionale o Coppa Italia alla Lazio?

Offline cuchillo

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Re:Italia-Argentina del 1990
« Risposta #19 : Mercoledì 25 Giugno 2014, 15:53:37 »
curiosità mia.
per te e per tutti coloro che vorrano rispondere.

Mondiale alla Nazionale o Coppa Italia alla Lazio?

Fammece pensà...
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