Autore Topic: Io so...perché sono un intellettuale  (Letto 29200 volte)

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CP 4.0

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #120 : Mercoledì 13 Agosto 2014, 14:02:14 »
anzi visto che mo mai scatenato su uno degli argomenti che trovo piu' interessanti, ti diro di piu' :D

sono dell'idea, ma non sono il solo, che prima prendiamo decisioni subcosciamente e poi con la ragione 'inventiamo' una giustificazione.

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #121 : Mercoledì 13 Agosto 2014, 15:08:53 »
Ma Frusta ha tirato dritto...
Vabbè che stiamo parlando di lame :) ma più che a tirare dritto Frusta si limita a prendere atto.
E, dopo aver rasato tutto il rasabile (cominciando dal fumus da dibattito di sezione che, caro Giglic, per definizione non ha mai portato a niente) invita a constatare che la vera prova pratica fra quello che funziona e quello che non funziona lo fa il Tempo, o la Storia, se preferisci.
Ed insieme a loro fa la Civiltà, che cammina solo se scarta quello che non funziona e conserva quello che funziona. 
E quindi il Wilkinson-Gillette Frusta non può che ripetere il proprio concetto, e cioè che l'ideologismo non funziona, perché qualsiasi ideologia di riferimento è troppo condizionante per "funzionare" e che, come dice Cartesio, è preferibile guardarsi intorno e prendere un po' di qua un po' di là da ogni teoria solamente il poco o il tanto che ha superato la prova pratica del "funzionare".
Soprattutto senza aver bisogno di intellettuali di riferimento, per i quali vale lo stesso discorso.

E dato che ci siamo, e nel caso che ancora ti interessi, passo a darti la mia definizione: merita l'appellativo di intellettuale colui che esprime un pensiero che supera l'esame del tempo e della storia e che contribuisce a far camminare la civiltà.
Gli altri al massimo possono essere definiti sedicenti. ;)

...Invano CP e io abbiamo tentato di far notare che non tutte le teorie sono verificabili col criterio del funzionamento sic et simpliciter, vuoi perche' l'essere umano assomma bisogni di diversissima fatta (bisogni immateriali, sirituali, ideali, culturali oltre quelli concreti...
Vero, ma qui permettimi di andare OT, e, perdonami-non-lo-faccio-cchiù ma me tocca rinominà Pasolini.
Il quale manca infinitamente più a me che a chiunque lo rimpianga come ideologo.
Mi manca come mi sarebbero mancati Garcia Marquez o Verlaine o Proust se avessero sprecato il loro talento, perché a me manca come artista e come poeta, e mi manca soprattutto per il poeta che avrebbe potuto essere e non è stato perché non ha avuto il coraggio, essenziale in un artista, di esporre nella propria arte se stesso, e non svilirla facendo passare le sue esigenze erotiche da omosessuale medio, le sue erezioni per gli adolescenti poveri sottoproletari e borgatari per grandi riflessioni sociali.
E così invece di avere un grande poeta abbiamo avuto uno che ha sprecato tutto il proprio colossale talento nel tentativo di malipolare i fini politici (altrui e per finta: pensa se se avesse affrancato davvero quei poveracci dal  ruralismo e dal poverismo che lo attizzavano tanto) a vantaggio delle proprie erezioni.
(Al contrario di Abberluscone che manipolava le erezioni a vantaggio dei propri fini politici,  8) ma questa, come diceva Minà, è un'altra storia)

Se io dico che è così perché Dio ci ha messo al centro dell'Universo, tale teoria è sicuramente "confutabile" (il bilama di cui sopra la confuta meravigliosamente)
Se è per questo tu ci riesci ancora più meravigliosamte, quello che mi stupisce è il fatto che tu non voglia mettere sullo stesso piano la fede ideologica e quella religiosa, dato che accecano allo stesso modo.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #122 : Mercoledì 13 Agosto 2014, 16:43:38 »
anzi visto che mo mai scatenato su uno degli argomenti che trovo piu' interessanti, ti diro di piu' :D

sono dell'idea, ma non sono il solo, che prima prendiamo decisioni subcosciamente e poi con la ragione 'inventiamo' una giustificazione.

Bell'argomento. Molto estivo per giunta, quando ci si rilassa dalle cose serie (flaminio, gestori, e lotititame vario) e si può finalmente cominciare a parlare delle cose che ci piacciono di più: la Lazio ed il confronto di idee. Quando poi le cose coincidono la faccenda diventa esaltante  ;D

tu dici che la giustificazione razionale è un " a posteriori". In parte lo penso anche io, ma non gli do quel senso di "scusa" per la scelta fatta "di pancia" (consentimi il termine) . Penso che, come tutte le cose che si evolvono gradualmente (ossia come l'universo nel suo essere) le idee vengono fuori - ed hanno quindi il loro corredo razionale che le rendono più forti - quando è il tempo giusto: l'idea di far compiere lavoro al vapore è vecchia almeno 2000 anni, ma solo da due secoli e mezzo è diventata una soluzione in grado di dare un'accelerata sostanziale al progresso della civiltà (senza voler discutere di qualità, qui io parlo di quantità). Questo perché 2000 anni fa l'idea (di pancia come tutte le idee: qui hai ragione, non esiste una concatenazione logica inesorabile che porti alla soluzione razionale come motore primo del progresso: in queste cose ci credono solo Poirot e Frusta, che crede che Pasolini sia sprecato e Proust no) non trovò un mondo capace di sviluppare razionalmente quel concetto.
In questo, pensiamo ad una cosa come l'evoluzione naturale: chissà quante volte la mutazione casuale avrà portato un pollice opponibile: ma solo quando le mani non sono più diventate necessarie al movimento tale "evoluzione" è diventata un valore aggiunto, affermando razionalmente il suo vantaggio.

Offline zorba

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #123 : Mercoledì 13 Agosto 2014, 17:03:25 »
Proprio ieri sera parlavano del tema nel programma "In onda" su la7, Carlo Freccero, Gianni Vattimo e Luca Mastrantonio.

Se può interessarvi, nel caso non l'aveste visto, ecco il link:

http://www.la7.it/in-onda/rivedila7/in-onda-12-08-2014-135542
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline cartesio

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #124 : Giovedì 14 Agosto 2014, 07:03:44 »

In questo, pensiamo ad una cosa come l'evoluzione naturale: chissà quante volte la mutazione casuale avrà portato un pollice opponibile: ma solo quando le mani non sono più diventate necessarie al movimento tale "evoluzione" è diventata un valore aggiunto, affermando razionalmente il suo vantaggio.

Da http://www.newscientist.com/article/dn11047-birdlike-dinosaur-boasted-opposable-fingers.html#.U-xCfM1gakI

Birdlike dinosaur boasted opposable fingers

10:45 29 January 2007 by Jeff Hecht
For similar stories, visit the Dinosaurs Topic Guide
Chalk up another evolutionary first for dinosaurs: Bambiraptor evolved opposable fingers 75 million years ago, long before our ancestors developed opposable thumbs.




e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline cartesio

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #125 : Giovedì 14 Agosto 2014, 07:17:02 »
In realtà le teorie di cui parlava Popper (vado a memoria) erano "falsificabili", ossia posso dire che una teoria è buona se posso concepire un esperimento dal cui esito dipende la sua "bontà". Tutte le teorie posso essere confutate, soprattutto quelle "non falsificabili".

Giusto.
Ho sbagliato parola, anche se ciò che seguiva mi pare fosse abbastanza chiaro.

Ma allora seguiamo Popper, che proponeva di considerare solo le teorie "confutabili", ovvero che potessero essere sottoposte a verifica.

Confutare in genere non vuol dire un granché.

Non lo accetto perché non rispetta le tre leggi della robotica.

Che je voi di'? Per lui le tre leggi sono il fondamento di tutto.

Tornando alla definizione di intellettuale, io sono chiaramente sbilanciato in favore di coloro che portano conoscenza. Altri possono essere più interessati a chi fornisce suggestioni, motivazioni, valori, e daranno un'altra definizione. Ma da questo punto di vista io sono kantiano:

Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.


PS Il gallinaccio di cui sopra si chiama Bambiraptor. Nome molto mal scelto, secondo me.


e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #126 : Giovedì 14 Agosto 2014, 07:44:08 »
Giusto.
Ho sbagliato parola, anche se ciò che seguiva mi pare fosse abbastanza chiaro.

Confutare in genere non vuol dire un granché.

Non lo accetto perché non rispetta le tre leggi della robotica.

Che je voi di'? Per lui le tre leggi sono il fondamento di tutto.

Tornando alla definizione di intellettuale, io sono chiaramente sbilanciato in favore di coloro che portano conoscenza. Altri possono essere più interessati a chi fornisce suggestioni, motivazioni, valori, e daranno un'altra definizione. Ma da questo punto di vista io sono kantiano:

Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.


PS Il gallinaccio di cui sopra si chiama Bambiraptor. Nome molto mal scelto, secondo me.



QUasi del tutto d'accordo (e dove non lo sono non è "falsificabile"  ;D ) (si lo avevo immaginato che avevi usato una parola pensado ad un'altra ma, come Massimo Alfredo Giuseppe Maria Buscemi sono "tassonomico e non nozionistico"  ;) )

Sul dinosauro della Disney, La posizione eretta ha portato al pollice opponibile: mi sembra che quanto da te riportato confermi la mia teoria. Poiché, oltretutto, stiamo parlando dell'evoluzione verso gli uccelli, ne deduco che non fosse enorme come dimensioni (come noi, forse?) quindi, la manipolazione del mondo (che per un T.rex sarebbe stata utile solo a partire da oggetti molto grandi, che rendono il pollice opponibile meno utile) diventava un grosso valore aggiunto.

Noto, e mi fa piacere, che hai - nonostante il concetto di prendere un po' di qua un po' di la - un intellettuale di riferimento (e che intellettuale! la summa del pensiero illuminista e la preparazione al XIX secolo in un uomo solo)  :P

CP 4.0

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #127 : Giovedì 14 Agosto 2014, 09:55:39 »
Bell'argomento. Molto estivo per giunta, quando ci si rilassa dalle cose serie (flaminio, gestori, e lotititame vario) e si può finalmente cominciare a parlare delle cose che ci piacciono di più: la Lazio ed il confronto di idee. Quando poi le cose coincidono la faccenda diventa esaltante  ;D

tu dici che la giustificazione razionale è un " a posteriori". In parte lo penso anche io, ma non gli do quel senso di "scusa" per la scelta fatta "di pancia" (consentimi il termine) . Penso che, come tutte le cose che si evolvono gradualmente (ossia come l'universo nel suo essere) le idee vengono fuori - ed hanno quindi il loro corredo razionale che le rendono più forti - quando è il tempo giusto: l'idea di far compiere lavoro al vapore è vecchia almeno 2000 anni, ma solo da due secoli e mezzo è diventata una soluzione in grado di dare un'accelerata sostanziale al progresso della civiltà (senza voler discutere di qualità, qui io parlo di quantità). Questo perché 2000 anni fa l'idea (di pancia come tutte le idee: qui hai ragione, non esiste una concatenazione logica inesorabile che porti alla soluzione razionale come motore primo del progresso: in queste cose ci credono solo Poirot e Frusta, che crede che Pasolini sia sprecato e Proust no) non trovò un mondo capace di sviluppare razionalmente quel concetto.
In questo, pensiamo ad una cosa come l'evoluzione naturale: chissà quante volte la mutazione casuale avrà portato un pollice opponibile: ma solo quando le mani non sono più diventate necessarie al movimento tale "evoluzione" è diventata un valore aggiunto, affermando razionalmente il suo vantaggio.

quando il calcio giocato di un certo valore e' a 10 giorni di distanza ed il F5 Day a piu' di due settimane, si ha tempo di parlare di cose non importanti :)

quanto ho affermato prima era solo in ambito del topic, quindi intelletivo, tra scelte di teorie, ideologie e intellettuali.

discutere l'uso del vapore come forza motrice sposta il contesto in un campo con molte piu' variabili da un lato, dalla tecnologia agli interessi economici, alle condizioni ambientali, e meno dall'altro, dall'idealismo, alle capacita' prosaiche del comunicatore ed ai gusti personali. (giusto per fare un conto molto sommario).

ovvio quindi che la mia affermazione dovra' essere adattata a tale contesto.

parlare dell'evoluzione delle teorie geo o elio centriche non e' la stessa cosa che parlare dell'evoluzione dei motori a vapori.

e' uguale a voler 'inchiodare' la definizione di intellettuale chiedendo se si e' macellai. :D

attenzione poi ad usare la parola 'razionalmente' sia in campo di progresso tecnologico che in campo di evoluzione, i creazionisti e gli amanti del disegno divino ci vanno a nozze.

a me personalmente, pero',  denota una certa visione dell'uomo come prodotto ultimo, e quindi superiore dell'evoluzione (il dito opponibile non e' una scelta a caso, is it?) ;), ritornando proprio a quel discorso del perche' si scelse la teoria geocentrica e della scienza come rimpiazzo una volta incapaci di sentirci 'the chosen ones' con la religione, che facevo prima.

CP 4.0

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #128 : Giovedì 14 Agosto 2014, 10:04:11 »
...10:45 29 January 2007 by Jeff Hecht
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Chalk up another evolutionary first for dinosaurs: Bambiraptor evolved opposable fingers 75 million years ago, long before our ancestors developed opposable thumbs.[/i]
...

i dinosauri furono i primi 'dominatori' del pianeta, e gli unici oltre l'uomo, in un periodo dove i rettili erano ancora gli unici animali, non insetti, terrestri.

ovvio che siano stai loro 'a sperimetare' tutto lo sperimentabile prima che arrivassero i mammiferi e gli uccelli.

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #129 : Giovedì 14 Agosto 2014, 16:13:53 »
Da http://www.newscientist.com/article/dn11047-birdlike-dinosaur-boasted-opposable-fingers.html#.U-xCfM1gakI

Birdlike dinosaur boasted opposable fingers

10:45 29 January 2007 by Jeff Hecht
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Chalk up another evolutionary first for dinosaurs: Bambiraptor evolved opposable fingers 75 million years ago, long before our ancestors developed opposable thumbs.

Phil Senter at Lamar State College in Orange, Texas, US, made the discovery while investigating the arm movements that could have been made by a dromeosaur called Bambiraptor. The team were studying an exceptionally well-preserved example of the predatory dinosaur, about as tall as a man's knee.





Quindi poco più de na mezzametrata ;D Si fosse evoluto avrebbe cominciato direttamente dalle nanotecnologie.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #130 : Sabato 16 Agosto 2014, 16:54:48 »

Quindi poco più de na mezzametrata ;D Si fosse evoluto avrebbe cominciato direttamente dalle nanotecnologie.

Bravo, hai letto bene e confermi, in un linguaggio - diciamo così - diverso, quello che dicevo io.


Passando invece al discorso dell'intellettuale, e quindi ai commenti seri, volevo aprire un altro fronte di discussione. Tutto parte dal discorso di Di Battista (M5S) sull'ISIS e sul terrorismo in genere (è sul blog di Grillo, inutile anche mettere il link). Discorso che non condivido al 100% (a dire la verità neanche al 50%), ma che apre due discussioni:
 - La traduzione dei maggiori media italiani (tranne il FQ, quello bistrattato da tutti) come un "appoggio ai terroristi", quando l'analisi che Di Battista fa è lievemente diversa (il discorso dell'opposizione brutta sporca e cattiva: Di Battista va "forzato" quando dice cose intelligenti perché altrimenti si capisce che esiste un pensiero contro il grande fratello attuale, e questo a quasi tutta la stampa da noia perché al contrario di Crimi e Scie chimiche varie, è un politico vero, come del resto Civati e Mineo, guarda caso misteriosamente scomparsi dai media da quando hanno votato contro la porcata senatoriale);
 - La seguente frase, che secondo me invece è il nucleo del suo intervento:
"Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l’insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram?"

Il discorso da fare è quindi: intellettuale è anche chi (come nel caso di Di Battista verso di me) dice cose non solo spiacevoli, ma anche in profondo disaccordo con le mie opinioni, partendo comunque da posizioni "oneste" (come del resto Pasolini, che "stimava" il PCI senza prendere una lira da lui, anzi essendone emarginato in quanto, come diceva Frusta, con problemi personali).
Non si tratta quindi di prendere da chi capita (discorso che non mi convince: naturalmente si è più portati verso un pensiero piuttosto che verso un altro - vedi carteggio nostro con Kant "l'altro"), ma di riconoscere il pensiero "nuovo" indipendentemente dalla provenienza, diciamo così, politica: Di Battista pone un problema (fa una domanda, come continuo a dire io), che nessuno - almeno in Italia - si pone a livello di "massa" (nel senso di sviluppo non elitario del pensiero).

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #131 : Sabato 16 Agosto 2014, 21:45:39 »
Bravo, hai letto bene e confermi, in un linguaggio - diciamo così - diverso, quello che dicevo io.
Mah, diciamo che voleva solo essere un linguaggio scherzoso.
Non è un mistero che nel nostro tipo di adattamento* le dimensioni sono il risultato di un percorso obbligatorio, dato che fra il cretacico ed il terziario si è estinto il 75% di mammiferi superiore ai 25 chili. Se pooi consideriamo le dimensioni craniche dei primati dell'oligocene possiamo dire di discendere da pro-progenitori delle dimensioni, al massimo, di una pantegana.

* Considero l'uomo, darwinianamente, niente più che il risultato di uno dei tanti tipi di adattamento; ci si può continuare a sopravvalutare quanto si vuole attribuendoci arbitrariamente un "spirito" per staccarci dalla materia e dal mondo "animale", ma quello che chiamiamo pensiero è solo il risultato di una chimica che agisce in maniera differente tanto fra il comportamento di un uomo ed una capra che fra quello di un'ape ed un totano. Non c'è nessuna scelta esterna, aliena o soprannaturale in quello che chiamiamo evoluzione: ci si adatta e basta.
Darwin non conosceva la genetica ma sarebbe rimasto sorpreso nello scoprire che aveva molta più ragione di quanto sapesse di avere dato che un gene non "fa" nulla per evolversi ma si ritrova in posizione dominante per selezione naturale.
E pure la filosofia deve rivedere un sacco di cose, spero che ne tengano conto quelli che su questi argomenti tirano in ballo Spinoza o Kant quando il massimo della scienza ai loro tempi era rappresentato dalla teologia naturale del reverendo Paley o dall'ontologia divina di Cartesio.
O pensiamo che Platone se fosse stato a conoscenza del funzionamento degli acidi nucleici, della composizione dell'universo e della chimica di cui in realtà è intessuta la vita avrebbe ancora vaneggiato sul mondo delle idee?

Di Battista pone un problema (fa una domanda, come continuo a dire io), che nessuno - almeno in Italia - si pone a livello di "massa" (nel senso di sviluppo non elitario del pensiero).
A parte che, secondo me "a livello di massa" il problema chiunque sia minimamente informato se lo pone eccome, il buon Di Battista parla a vanvera perché (ex falso sequitur quodlibet) parte da presupposti falsi.
Quando dice che "il terrorismo è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella" parte dal presupposto, falsissimo, rappresentato dal verbo "ribellarsi". E' lo schiavo che "si ribella" non una banda di tagliagole fondamentalisti il cui unico scopo è quello di imporre una dittatura islamista che ammazzi o schiavizzi chiunque non si assoggetti ad essa. l'Isis (che mò ha cambiato di nuovo nome, ha deciso di chiamarsi semplicemente I.S.) sta usando lo stesso metodo di Gengis Kan, può rappresentare un "interlocutore" con cui si possa trattare? Trattare cosa, poi se l'unico scopo che dichiara è quello dell'istaurazione di un califfato?
Poi, vabbè, sbrocca da dilettante allo sbaraglio quando dice che "il cancro si combatte eliminandone le cause, non occupandosi esclusivamente degli effetti." Se un cancro già c'è provi ad eliminarlo con la chiururgia e con la chemio, le cause le elimini prevenendole, ma nel caso dell'Isis mi sembra ci sia ormai ben poco da prevenire.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #132 : Sabato 16 Agosto 2014, 21:59:55 »
Dimenticavo di aggiungere (sennò vado O.T sul tuo definire discorso da intellettuale ancorché diverso dalle tue opinioni quello di Di Battista): quindi qualsiasi discorso da bar come quello suo va bene, o che?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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« Risposta #133 : Sabato 16 Agosto 2014, 22:03:48 »
Incredibile: riesci a non commentare l'unica frase che ho scritto: ma come fai?

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #134 : Sabato 16 Agosto 2014, 22:12:57 »
Incredibile: riesci a non commentare l'unica frase che ho scritto: ma come fai?
Lo sai meglio di me che quella è una cosa seria, e non la si può mettere insieme alle cazzate del primo grillino che passa ed a cui sembra che tu dia più credito di quello che meriti.
(Mi viene da chiedermi perché questo genius proponga di parlare coi terroristi ISIS, mentre con Renzi non ci parla "perche' non è credibile" tanto per dirne una)
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Cliath

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #135 : Domenica 17 Agosto 2014, 00:46:32 »
Bravo, hai letto bene e confermi, in un linguaggio - diciamo così - diverso, quello che dicevo io.


Passando invece al discorso dell'intellettuale, e quindi ai commenti seri, volevo aprire un altro fronte di discussione. Tutto parte dal discorso di Di Battista (M5S) sull'ISIS e sul terrorismo in genere (è sul blog di Grillo, inutile anche mettere il link). Discorso che non condivido al 100% (a dire la verità neanche al 50%), ma che apre due discussioni:
 - La traduzione dei maggiori media italiani (tranne il FQ, quello bistrattato da tutti) come un "appoggio ai terroristi", quando l'analisi che Di Battista fa è lievemente diversa (il discorso dell'opposizione brutta sporca e cattiva: Di Battista va "forzato" quando dice cose intelligenti perché altrimenti si capisce che esiste un pensiero contro il grande fratello attuale, e questo a quasi tutta la stampa da noia perché al contrario di Crimi e Scie chimiche varie, è un politico vero, come del resto Civati e Mineo, guarda caso misteriosamente scomparsi dai media da quando hanno votato contro la porcata senatoriale);
 - La seguente frase, che secondo me invece è il nucleo del suo intervento:
"Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l’insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram?"

Il discorso da fare è quindi: intellettuale è anche chi (come nel caso di Di Battista verso di me) dice cose non solo spiacevoli, ma anche in profondo disaccordo con le mie opinioni, partendo comunque da posizioni "oneste" (come del resto Pasolini, che "stimava" il PCI senza prendere una lira da lui, anzi essendone emarginato in quanto, come diceva Frusta, con problemi personali).
Non si tratta quindi di prendere da chi capita (discorso che non mi convince: naturalmente si è più portati verso un pensiero piuttosto che verso un altro - vedi carteggio nostro con Kant "l'altro"), ma di riconoscere il pensiero "nuovo" indipendentemente dalla provenienza, diciamo così, politica: Di Battista pone un problema (fa una domanda, come continuo a dire io), che nessuno - almeno in Italia - si pone a livello di "massa" (nel senso di sviluppo non elitario del pensiero).

Posso chiederti in cosa non lo condividi?



P.S. per Frusta: mi sorge il dubbio che tu non abbia letto il 'discorso da bar' di Di Battista, perché non credo che chiunque sarebbe in grado di fare discorsi da bar del genere...

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #136 : Domenica 17 Agosto 2014, 06:54:37 »
P.S. per Frusta: mi sorge il dubbio che tu non abbia letto il 'discorso da bar' di Di Battista, perché non credo che chiunque sarebbe in grado di fare discorsi da bar del genere...

Cliath, rispondo a te rispondendo pure al perché "l' unica domanda" che pone Giglic, merita, rispetto al resto resto del suo discorso, la considerazione che non gli ho dato.
Ho letto il post di Di Battista malgrado la sua lunghezza ma non ci ho trovato niente di quello che mi aspettavo da uno che passa per il più intelligente della brigata grillina. Nel senso che per interpretare in chiave terzomondista tutti i mali del terzo mondo non è che ci voglia chissà quale alzata di genio.
Dopo averla sentita ripetere millanta volte millanta intellettuali terzomondisti, chiacchiera da bar ci diventa di default.
Tanto da diventare una domanda senza risposta, o un tacito invito a batterci il petto, cosa che il fondo era quello che ci chiedeva, l' "unica" domanda di Giglic.
Che ripeto nella sua interezza, così, tanto per batterci in pò il petto pure sulla Palestina.
"Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l'insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram? Il fatto che Gaza sia un lager ha a che fare con la scelta della lotta armata da parte di Hamas?"
Embè, Cliath, il discorso di Di Battista non è una chiacchiera da bar, è peggio. Perché lui che dice di "non giustificare" i terroristi, col suo discorso in realtà li sta assolvendo. Dire che una cosa orribile sia "l'unica cosa che ti rimane" è come dire che è legittima difesa: "uccidere è vietato, ma siccome è l'unica cosa che mi rimane da fare, allora sono costretto a farlo".
Non si pone, come tutti i terzomondisti senza se e senza ma, domande diverse dalla domanda retorica che Giglic accoglie e rilancia "non è forse tutta colpa dell'uomo bianco?"
E poi è geniale il ragionamento "se hai un drone sulla testa l'unica cosa che puoi fare è farti saltare in aria dentro una metropolitana".
Ennò, caro Di Battista, per non avere droni sulla testa ci stanno un mucchio di cose sagge da fare; mai sentito parlare, per esempio che che le popolazioni che NON portano fucili mitragliatori ai matrimoni, non lapidano donne, non impiccano omosessuali, non inneggiano alla jihad, non finanziano al qaeda, non fanno video con le teste mozzate degli infedeli, non si fanno esplodere con una cintura di plastico dentro un supermarket, non sparano razzi dai tetti delle scuole "soffrano"  una certa  scarsità di droni sui loro cieli?
Poi il colpo di genio finale: elevare i terroristi al ruolo di interlocutori.
Ma a quello gli ha risposto Spinoza.it come meglio non si poteva:
“Il terrorista non è un soggetto disumano con il quale non si può dialogare". Quello è Bersani.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #137 : Domenica 17 Agosto 2014, 07:10:09 »
Posso chiederti in cosa non lo condividi?

In tanta cose: ti cito solo le più - per me - eclatanti:

“Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana”

A parte le tecniche nonviolente, le altre sono esattamente quelle adoperate da chi ti bombarda il villaggio: l'uccisione di civili innocenti. Quindi stai dando ragione a chi lo fa. A parte le tecniche nonviolente...(che discorso meraviglioso: a parte l'istruzione bisogna lasciare i nemici nell'ignoranza...)

"Il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno”
Che stronzi quelli che hanno lasciato ammazzare Moro... (come se si potesse elevare ad interlocutore uno che ammazza civili)

"I tremila morti dell’attentato alle Torri Gemelle (una panacea per il grande capitale nordamericano) furono utilizzati come pretesto per attaccare l’Afghanistan, un paese con delle leggi antitetiche rispetto al nostro diritto ma che con il terrorismo internazionale non ha mai avuto a che fare, e l’Iraq”
Qui siamo al gomblddismo alla Giulietto Chiesa. Ovvio che non puoi che essere preso a pernacchie.

Assieme a discorsi che individuano a mio modo di vedere bene le radici del problema, le soluzioni sono - quindi - quelle un poco ingenue di chi si sente animato da un sacro fuoco missionario senza però essere mai stato li. Intendiamoci: per me i "martiri di Nassirya" e tutta la retorica Cocciolonistica dell'Iraq è propaganda allo stato brado: se andiamo armati in un paese nemico può capitare di essere fatti prigionieri o di morire. Difendere la pace mandando armamenti se lo poteva permettere Uno Scipione a caso, non di certo uno stato del XX o XXI secolo.

Ma ormai la propaganda fa breccia nella mente di tanti: nessuno ad esempio che si chieda perché l'ISIS sia da condannare senza se e senza ma (come è giusto che sia) DOPO che è nato grazie al finanziamento fatto da tanti ai ribelli siriani. Nessuno di quelli che ora si sta scandalizzando per il genocidio di cristiani che posti cifre su quante sono le vittime fatte dall'ISIS anche di altre religioni (es. Sciiti). Nessuno che si domandi perché I Curdi Turchi erano "comunisti" (vedi Ocalan) e quelli siriani ed iracheni vadano invece armati... (qui Di Battista torna ad avere ragione)


(Mi viene da chiedermi perché questo genius proponga di parlare coi terroristi ISIS, mentre con Renzi non ci parla "perche' non è credibile" tanto per dirne una)

Ti dovrebbe venire anche da risponderti, visto che con Renzi il M5S ci ha parlato. la tua frase latina contiene tutti i tuoi post, come vedi.

A scanso equivoci: continuo a ritenere il M5S un partito di base estremista di destra, sia per organizzazione interna sia per fesserie dette. E continuerò a non votarlo fino a quando sarà gestito da un comico e da un guru seminascosto dal suo cappelletto. Ma ovviamente visto il pensiero unico presente ormai in parlamento e sulla stampa, tocca attaccarsi a tutto. Quindi ben vengano uscite come quelle di Di Battista, anche se non condivisibili.

Offline Cliath

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #138 : Domenica 17 Agosto 2014, 11:24:34 »
A scanso equivoci: continuo a ritenere il M5S un partito di base estremista di destra, sia per organizzazione interna sia per fesserie dette. E continuerò a non votarlo fino a quando sarà gestito da un comico e da un guru seminascosto dal suo cappelletto. Ma ovviamente visto il pensiero unico presente ormai in parlamento e sulla stampa, tocca attaccarsi a tutto. Quindi ben vengano uscite come quelle di Di Battista, anche se non condivisibili.

Ecco, esattamente il mio pensiero.

Offline cartesio

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #139 : Domenica 17 Agosto 2014, 22:03:35 »
Noto, e mi fa piacere, che hai - nonostante il concetto di prendere un po' di qua un po' di la - un intellettuale di riferimento (e che intellettuale! la summa del pensiero illuminista e la preparazione al XIX secolo in un uomo solo)  :P

Ad essere sinceri, non ho letto molto di Kant.
Credo di aver letto solo degli estratti su un testo di filosofia del liceo. Però quella frase mi ha sempre affascinato. Sopra di me solamente il cielo stellato, non un dio. E la legge morale viene da dentro, non da un'autorità superiore, soprannaturale o terrena, leggasi chiesa di qualche tipo.

Se dovessi scegliere un intellettuale che ha avuto un ruolo nella mia formazione, sceglierei Bertrand Russell. Ai tempi del liceo lessi molto, e conservo ancora quei libri, che non apro da decenni. Ma adesso non riesco a considerarlo un intellettuale di riferimento. Quando devo farmi un'opinione, non vado sicuramente a rileggermi i suoi libri.


e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.