Autore Topic: Io so...perché sono un intellettuale  (Letto 28525 volte)

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Offline benvolio

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #20 : Venerdì 1 Agosto 2014, 20:16:28 »
Io volevo solo provare a definire la nozione di intellettuale in un modo articolato. Infatti ho detto che mi ritrovo molto nella definizione di cuchillo. Ma volevo anche intendere, e forse Frusta ha frainteso, che aggettivare un intellettuale e percio' stesso limitarlo significa perderne l'opera. Ora ammesso e non concesso che Pasolini sia stato un mentecatto comunista , o nonostante questo se piu' aggrada a Frusta, la domanda e': era un intellettuale oppure no?
Il senso del topic era questo, mi spiace non averlo reso pienamente.

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #21 : Venerdì 1 Agosto 2014, 20:42:18 »
Io volevo solo provare a definire la nozione di intellettuale in un modo articolato. Infatti ho detto che mi ritrovo molto nella definizione di cuchillo. Ma volevo anche intendere, e forse Frusta ha frainteso, che aggettivare un intellettuale e percio' stesso limitarlo significa perderne l'opera. Ora ammesso e non concesso che Pasolini sia stato un mentecatto comunista , o nonostante questo se piu' aggrada a Frusta, la domanda e': era un intellettuale oppure no?
Il senso del topic era questo, mi spiace non averlo reso pienamente.

Pasolini non è un intellettuale universale così come non può esserlo un Hans Heyse, tanto per farti un esempio.
E' invece un intellettuale comunista, e lo è a prescindere dall' opinione che può avere di lui il ptrimo Frusta che passa.
Se invece non volessimo aggettivarlo dovremmo considerarne il pensiero sfrondandolo dalla caratterizzazione politica, operazione che con Pasolini mi sembra piuttosto ardua.
Pensa, Benvò, mi risulterebbe difficile farlo anche con Zola :)
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Skorpius

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Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #22 : Venerdì 1 Agosto 2014, 21:01:07 »
Non esiste un intellettuale universale
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #23 : Venerdì 1 Agosto 2014, 21:58:28 »
Non esiste un intellettuale universale
Quindi non esiste un intellettuale senza aggettivi, mi dispiace per Benvolio.
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Offline Cliath

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #24 : Venerdì 1 Agosto 2014, 23:23:15 »
E' bello leggervi.  :occhiolino:

Offline Skorpius

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Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #25 : Venerdì 1 Agosto 2014, 23:25:34 »

Quindi non esiste un intellettuale senza aggettivi, mi dispiace per Benvolio.

Sopratutto per quello che lo legge l'aggettivo esistera' sempre? Specie per questioni morali che, per loro natura, non possono essere mai universali.
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Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #26 : Sabato 2 Agosto 2014, 08:07:08 »

Skorpius, Benvolio (Benvò, non ritengo affatto di averti frainteso) parla chiaro:

...Così per esempio, a livello collettivo, sulla figura dell'intellettuale abbiamo perso tutto il contributo che va da Gramsci a Pasolini, se siamo portati a considerare intellettuali uomini che hanno a che fare in senso lato con l'esercizio del pensiero o con la creazione del consenso.
Allora proviamo, se volete, a definire cos'è un intellettuale e chi è oggi in Italia intellettuale?

Benvolio, dopo aver dato per scontato che Gramsci o Pasolini siano stati un esempio di intellettuale universale, (infatti ritiene che la loro sia stata una perdita che risentiamo "a livello collettivo") ci chiede, oltre alla definizione del termine (ma qui ci possiamo infilare di tutto, da Hari Seldon a Qfwfq), se ci sia oggi una qualche figura di intellettuale che possa avere "a livello collettivo" la risonanza di un Gramsci o di un Pasolini.

Io sostengo di no, dato che il loro pensiero non è mai stato esercitato "in senso lato" ma dedicato esclusivamente all'affermazione di una determinata pars politica, (più giù citerò Baruch e il suo leggere per, leggere affinché")

Tu dici che non esiste un intellettuale universale, quindi in qualche modo sostieni la stessa cosa, non ritenendo universale il pensiero di Gramsci o Pasolini.
 
Baruch, a ben leggerlo, anche, dal momento che per lui, (ma anche per me, e se ho ben capito anche per te: chi si sposa non è più scapolo chi sposa una ideologia non è più libero) "L’intellettuale dev’ essere anzitutto libero, altrimenti non può esistere attività teoretica."
E perché, inoltre:
"L’intellettuale è dunque chi è capace non solo di leggere un evento, ma di leggere attraverso esso o tra essi. Però, ed è l’assunto di partenza di Benvolio, si finisce per leggere per, leggere affinché"

Solo che io (e Benvolio mi perdoni) in quel "leggere per, leggere affinché" ci vedo, politicamente, l'esatto contrario del suo assunto.
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Offline cartesio

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #27 : Lunedì 4 Agosto 2014, 03:22:24 »
Stiamo partendo da una parola usata ed abusata per dare una definizione di un ruolo che difficilmente concepiamo allo stesso modo. Quindi non possiamo sperare di essere d'accordo, ma possiamo sperare di raggiungere una migliore comprensione reciproca.

Per me un'intellettuale è una persona che cerca di capire.

Cosa?

Qualsiasi cosa.

Non penso che un intellettuale, per essere tale, debba necessariamente occuparsi del futuro. Magari saranno altri ad usare le sue idee per guardare avanti. L'importante è avere idee originali. Essere un ricercatore, in un campo qualsiasi, scienza, politica, sport. Proporre nuovi punti di vista. Nuovi in relazione al contesto in cui vive. Colombo va a cercare l'America, ed era un intellettuale/ricercatore nel vero senso della parola, anche se l'America l'avevano già "scoperta" i Vichinghi, e magari anche altri prima di loro.
Penso che ogni intellettuale sia condizionato dalle proprie scelte, oltre che dal contesto in cui vive. Colombo cercava l'America, il resto non gli interessava. Le sue idee avranno avuto un valore per coloro che erano interessati allo stesso problema, da un punto di partenza simile. Se, ipoteticamente, ci fossero stati dei discendenti dei Vichinghi al corrente dell'esistenza di un continente al di là dell'Atlantico, per loro le idee di Colombo non avrebbero avuto alcun interesse, se non forse antropologico.

...Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico...

Che è più o meno quel che dicono i grillini di se stessi, sostituendo il Paese con la Politica.
I grillini sono meno offensivi, perché delimitano meglio il Fronte del Male.
Alla base dell'atteggiamento comunista prima e grillino poi c'è proprio questa presunzione di essere il meglio per il solo fatto di aver deciso di non far parte del Fronte del Male.
Male individuato insindacabilmente da loro.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Andre

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #28 : Lunedì 4 Agosto 2014, 07:14:33 »
Alla base dell'atteggiamento comunista prima e grillino poi c'è proprio questa presunzione di essere il meglio per il solo fatto di aver deciso di non far parte del Fronte del Male.
Male individuato insindacabilmente da loro.

una cosa del genere mi sembra ci sia anche nel calcio  ;D
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #29 : Lunedì 4 Agosto 2014, 07:46:06 »
Ovviamente, pretendere "universalità" ed "imparzialità" è un gioco scorretto e vecchio come il mondo, nelle confronto di idee: di base, si considera universale ed imparziale quello su cui siamo d'accordo, ed il resto non è "in disaccordo": è "sbagliato". Retorica che è contraria al dialogo.

L'intellettuale, nella definizione data cuchillo, da benvolio o da cartesio (che secondo me non sono contrastanti, ma complementari), è necessariamente partigiano. Qualsiasi analisi del pensiero è "di parte", altrimenti non esisterebbe, senza dicotomie, nessuno sviluppo del pensiero.

la frase di Pasolini (che estrapolata dal contesto sembra una campagna elettorale in stile M5S o Renzi o Berlusconi - altro giochetto retorico che è pietoso) diceva - se si va a leggere l'intero saggio/articolo, che mi sembra sia nelle lettere luterane - ben altro che non l'apologia del PCI. Parlava di come - ed in questo trovava sponde inaspettate, come Montanelli - chi decidesse o scegliesse di "essere comunista" in quegli anni facesse parte di una comunità di diversi, perché la disciplina e l'applicare gli ideali del PCI alla vita di tutti i giorni ti faceva sentire una comunità migliore. A differenza del paese normale, dove il predicare e razzolare in maniera diversa era lo standard. I comunisti erano gente seria, di cui aver paura proprio perché seria, diceva Montanelli, e non ci vedo questa grande differenza rispetto a Pasolini. Tirare in ballo i rubli di Mosca, i Dollari di Kissinger, e Gladio e tutto l'armamentario vecchio di un secolo per riaprire polemiche fresche quanto la battaglia di Canne è inutile in questo senso.

Gramsci e Pasolini furono intellettuali, ed intellettuali di parte, esattamente come furono intellettuali di parte Prezzolini e Flaiano. Perché essere intellettuale, per me, vuol dire essere di parte. A metter d'accordo tutti, in diecimila anni di storia, ci è riuscita solo la triste mietitrice.

Offline Skorpius

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #30 : Lunedì 4 Agosto 2014, 10:11:39 »
Condivido quello che dici giglic anche perchè se esistesse qualcuno capace di dire verità universali accettate da tutti su ogni campo ci sarebbe bisogno di una parola diversa da "intellettuale" per definirlo.

Quindi l'intellettuale è necessariamente di parte, per questo la sua figura non coincide con quella del filosofo, il filosofo la parte in cui stare se la crea (spesso anche da zero).
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Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #31 : Lunedì 4 Agosto 2014, 14:44:51 »
Sorvolando su espressioni come "gioco scorretto" o "giochetto retorico che è pietoso" e lasciandole ad esclusivo trastullo di chi le ha scritte, vorrei tornare alla domanda di fondo di Benvolio:
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.


... aggettivare un intellettuale e percio' stesso limitarlo significa perderne l'opera. (...) la domanda e' : (Pasolini) era un intellettuale oppure no?
(...) e chi è oggi in Italia intellettuale?

Vorrei timidamente ribadire quanto ho scritto finora e cioè che:
a) Non esistendo (e qui mi sembra che si sia tutti d'accordo, a meno che non si voglia risalire all'unico che abbia meritato l' "ipse dixit") un intellettuale che possa definirsi "universale", NON possiamo NON oggettivare Pasolini.
E la sua opera non può considerarsi persa fino a quando la pars politica, ed esclusivamente quella, cui era rivolta non deciderà di considerarla tale.

b) Pasolini era un intellettuale oppure no?
Dal momento che Pasolini era un intellettuale con incorporato un aggettivo più grosso dell' universo munno, NON si può NON limitarlo: quindi l'unico modo con cui possiamo correttamente definirlo è  intellettualecomunista, scritto così, con una parola sola.

c) Chi è oggi in Italia intellettuale?
Chiunque venga ritenuto tale da qualsiasi insieme umano che si riconosca nell'aggettivo che lo caratterizza.
 
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Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #32 : Lunedì 4 Agosto 2014, 15:44:03 »
Sorvolando su espressioni come "gioco scorretto" o "giochetto retorico che è pietoso" e lasciandole ad esclusivo trastullo di chi le ha scritte,

E su cui correttamente, avendo torto marcio, non rispondi

vorrei tornare alla domanda di fondo di Benvolio:

Vorrei timidamente ribadire quanto ho scritto finora

Tranquillo avevamo capito chiaramente senza bisogno che rispieghi il tuo discorso "anticomunista". E timidamente levalo pure, non ti si addice: in bocca a te suona ipocrita, cosa che mi guardo bene dal pensare



a) Non esistendo (e qui mi sembra che si sia tutti d'accordo, a meno che non si voglia risalire all'unico che abbia meritato l' "ipse dixit") un intellettuale che possa definirsi "universale", NON possiamo NON oggettivare Pasolini.
 

Esticazzi. Detto per parlar francese, in quanto io intellettuale non sono. Pasolini è intellettuale. La tua "oggettivazione" conta quanti quella di chiunque altro (PS: credo tu poi voglia parlare di "aggettivazione". Di "Oggettivamente" nel tuo periodare c'è ben poco. Tante "opinioni", questo si, anche se riconducibili al solito mantra.


E la sua opera non può considerarsi persa fino a quando la pars politica, ed esclusivamente quella, cui era rivolta non deciderà di considerarla tale.



OK - Abbiamo appreso che che l'opera di un intellettuale vale "esclusivamente" per la sua parte politica. Quindi adesso ho un problema: Le opere di Newton di Galilei e di Kant chi deve "esclusivamente" decidere di tenerle? Niente, ti hanno spiegato che il comunismo è male, e continui fino a sostenere discorsi paradossali tipo quelli sopra la tua crociata. Fortunatamente è divertente contraddirti.

Sorvolando su espressioni come "gioco scorretto" o "giochetto retorico che è pietoso" e lasciandole ad esclusivo trastullo di chi le ha scritte, vorrei tornare

b) Pasolini era un intellettuale oppure no?
Dal momento che Pasolini era un intellettuale con incorporato un aggettivo più grosso dell' universo munno, NON si può NON limitarlo: quindi l'unico modo con cui possiamo correttamente definirlo è  intellettualecomunista, scritto così, con una parola sola.

 

vedi considerazione sopra: non si giudica l'opera ed il pensiero di Pasolini, ma il suo essere "comunista" (e già va di lusso) e quindi limitato (per te, ovvio: ma cerchi di "oggettivare")

c) Chi è oggi in Italia intellettuale?
Chiunque venga ritenuto tale da qualsiasi insieme umano che si riconosca nell'aggettivo che lo caratterizza.
Quindi se io ritengo un idraulico in realtà un macellaio, e questo si riconosce nell'oggettivo, gli chiedo dei filetti?

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #33 : Lunedì 4 Agosto 2014, 16:35:43 »
Che problemi hai, Gig? No, parlo sul serio, eh.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Giglic

Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #34 : Lunedì 4 Agosto 2014, 16:42:26 »
Io? Nessuno. Rispondi, però.

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #35 : Lunedì 4 Agosto 2014, 16:45:18 »
Ah, certo che era "aggettivare" ;) è da due giorni che parlo d intellettuali con aggettivo annesso, e un refuso può anche scappare.
L'importante è che non scappi la strumentalizzazione a Giglic.
 
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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #36 : Lunedì 4 Agosto 2014, 16:46:15 »
Io? Nessuno. Rispondi, però.
A cosa, Gig?
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Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #37 : Martedì 5 Agosto 2014, 07:48:59 »
Ah, certo che era "aggettivare" ;) è da due giorni che parlo d intellettuali con aggettivo annesso, e un refuso può anche scappare.
L'importante è che non scappi la strumentalizzazione a Giglic.

Ecco di nuovo il giochetto retorico: la strumentalizzazione? Giuro che non è necessaria: ti strumentalizzi benissimo da solo. Concordi con me però che, essendo le due lettere sulla tastiera abbastanza lontane, un dubbio di lapsus freudiano viene (il refuso sarebbe se avessi scritto sggettivazione).

A cosa, Gig?

Fattelo spiegare da benvolio, lo stavi cercando per questo, no?  ;D

Giglic

Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #38 : Martedì 5 Agosto 2014, 07:55:05 »
Tornando invece alle cose serie, credo che una delle cose che ancora non sia stata messa in luce (se lo è stata me ne scuso) sia la capacità dell'"intellettuale", qualsiasi inutile aggettivo vogliate metterci dopo, di trovare non solo nuove risposte a domande esistenti, ma anche nuove domande.
Sottolineo tale aspetto, perché l'indicare "dove" esplorare, anche se poi l'esplorazione sarà campito di altri, è un'attività intellettuale altrettanto importante di quella dell'esplorazione del pensiero esistente, per me.

Offline Frusta

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Re:Io so...perché sono un intellettuale
« Risposta #39 : Martedì 5 Agosto 2014, 08:45:36 »
Ecco di nuovo il giochetto retorico: la strumentalizzazione? Giuro che non è necessaria: ti strumentalizzi benissimo da solo. Concordi con me però che, essendo le due lettere sulla tastiera abbastanza lontane, un dubbio di lapsus freudiano viene (il refuso sarebbe se avessi scritto sggettivazione).
Fosse un luglio normale darei la colpa al caldo.   ;)

Fattelo spiegare da benvolio, lo stavi cercando per questo, no?  ;Dte ne accorgeresti ;
Mi devo far spiegare da benvolio cosa che devo rispondere a te? Mi rivolgo a lui perché sto parlando con lui; tu, more solito, sei entrato a vanvera e sragionando alla cieca (e contraddicendo te stesso, soprattutto, ma di questo non te ne faccio una colpa  :-* se te ne accorgessi te ne accorgeresti) come ti succede ogni volta che si nomina il tuo dio invano.
Comunque stai calmo e non ti agitare, ti prometto solennemente che quando avrò bisogno di un' opinione da chierico fervoroso mi rivolgerò direttamente a te.
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