Autore Topic: Lazio, intreccio Parolo-Kone  (Letto 623 volte)

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Lazio, intreccio Parolo-Kone
« : Venerdì 20 Giugno 2014, 14:16:13 »
(Corriere dello Sport)



Pressing sull’azzurro per ottenere il sì. E’ pronto il greco in caso di mancato accordo


La matassa è intricata, l’intreccio è svelato: Parolo e Kone, Kone e Parolo. Chi sarà la mezzala di Pioli? Sono in corsa entrambi, si giocano il posto. Lotito e Tare hanno l’accordo col Parma da tempo, ma non riescono a convincere Parolo. L’azzurro ha preso tempo, vuole aspettare la conclusione del Mondiale. Ghirardi è preoccupato, ha dato l’ok a Lotito, sperava nel sì del giocatore, ballano 5,5 milioni (più 1,4 di bonus). Milan, Napoli, la Premier League: nei pensieri di Parolo potrebbero esserci squadre e campionati diversi. Si sarebbe fatto avanti il West Ham (da pochi giorni ha annunciato Zarate), l’Inghilterra è una meta gradita, il giocatore vuole capire se la strada può essere perseguita. La Lazio non ha perso le speranze, dagli agenti del calciatore (seppur non pubblicamente) erano arrivati segnali incoraggianti. Il sì di Parolo va strappato proponendo un contratto allettante (c’è ancora una differenza tra domanda ed offerta) e un progetto attraente.
Kone. Parolo e Kone, il greco ha affiancato l’azzurro. E’ un uomo che Pioli conosce bene, l’ha allenato con successo a Bologna, saprebbe integrarsi nei suoi schemi, li riconoscerebbe al volo. Kone fu trattato da Lotito nel 2011, il presidente era in parola col collega Corioni del Brescia. Ma la Lazio si tirò indietro a luglio, non sfruttò la pista preferenziale. Tre anni dopo il nome del centrocampista s’è diffuso nuovamente: il Bologna lo vende, è sprofondato in B, cerca soldi freschi, può riconoscere uno sconticino. Kone è valutato 6-7 milioni di euro, non giocherà nella serie cadetta, è in contatto con i suoi manager, valuta ogni alternativa.
Pioli, Lotito e Tare hanno parlato di mercato, il tecnico ha sintetizzato le sue idee, le caratteristiche che gli occorrono per applicare la sua filosofia. Lotito e Tare sono scesi in campo in anticipo, hanno messo nel mirino vari obiettivi, li hanno fatti conoscere al nuovo allenatore. C’è stata condivisione, ora bisogna passare ai fatti. Lotito, di giorno in giorno, diffonde comunicati su comunicati, fa promesse su promesse, deve mantenerle, al contrario si trasformerebbero in un boomerang.

Il ruolo. La mezzala occorre. La permanenza di Lulic non può cambiare le strategie. Lotito ha dichiarato che chiuderà cinque acquisti, il conto è presto fatto: un terzino destro (Basta), due centrali difensivi, una mezzala, un centravanti (Djordjevic). L’arrivo della mezzala è atteso da gennaio, da quando Hernanes salutò tutti e partì con destinazione Inter. Pioli ha dato priorità alla difesa, ma aspetta rinforzi a centrocampo. Ledesma e Biglia rimarranno, Onazi e Gonzalez potrebbero valutare offerte estere e garantire incassi da utilizzare sul mercato. Parolo e Kone sono in pole, nella lista della spesa figurano altri profili. E’ spuntato Schone dell’Ajax, è danese, è stato proposto. Da anni si segue Xhaka del Borussia Moenchengladbach, su di lui c’è anche l’Inter. Il diesse Tare ha seguito Mario Pasalic, è sotto contratto col Chelsea, un anno fa era di proprietà dell’Hajduk Spalato. E’ croato, la società lo trattò per settimane, non trovò l’accordo economico. Pasalic non ha spazio in Inghilterra, i biancocelesti sarebbero interessati ad un prestito biennale. E’ giovane, è quotato, ma servirebbe un giocatore pronto, affidabile, collaudato in serie A (sarebbe bene anche a livello internazionale). E’ spuntato Josef Husbauer, centrocampista (classe 1990) dello Sparta Praga, ha ottime doti d’inserimento. Dopo una fiammata iniziale (portò al riscatto di Candreva, all’acquisto di Basta e all’assalto a Parolo ed Astori), la Lazio vive una fase di stand-by. Il mercato non è facile, è progettato su un costo totale di 35 milioni (è la somma dei cartellini dei giocatori presi in considerazione), ma ogni operazione subisce scossoni e contrassalti. I tempi s’accorciano, il raduno è fissato per il 7 luglio. L’evoluzione di alcune trattative dipende anche dal Mondiale.
Daniele Rindone

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