www.calciomercato.comTutti contro tutti.
Lazio-Inter e una rissa furibonda: spintoni, urla, giocatori caduti a terra, inseguimenti vari. Come e perché è successo? Al minuto 81 del secondo anticipo dell’ottava giornata di Serie A Felipe Anderson porta in vantaggio la squadra di Sarri con un tap-in su una ribattuta corta di Handanovic. L’azione del gol ha una genesi particolare. Inizia con un fallo a metà campo di Leiva su Dimarco, con l’Inter che però non si ferma e arriva al tiro con Lautaro Martinez (che probabilmente non vede il compagno a terra). Reina para la convulsione centrale dell’argentino e fa ripartire in contropiede i suoi. Dimarco si rotola a terra, ma la Lazio prosegue l’azione.
Da regolamento, tutto corretto: Irrati, l’arbitro dell’incontro, giustamente concede la norma del vantaggio sul fallo di Leiva. La Lazio non butta il pallone fuori dal campo, ma l'Inter aveva proseguito.
E il gioco in queste situazioni può essere fermato solo dall’arbitro in caso di infortuni gravi, vale a dire alla testa o particolarmente violenti. Non è quindi questo il caso. Ma nell’istante in cui Anderson segna si scatena la rabbia degli interisti.
Tutto parte da Dumfries: blocca il brasiliano che festeggia il gol, lo strattona, lo tira a sé. Felipe allarga le braccia, come a far vedere all’arbitro che è protagonista in modo passivo dell’episodio. Arriva anche Immobile, a difendere il compagno, provandogli a staccare di dosso Dumfries. Subito dopo ecco capitan Handanovic che si butta su Immobile, e dietro di lui Milinkovic-Savic che cintura Dumfries. A quel punto accorrono gli altri calciatori. L’esterno olandese dell’Inter finisce a terra, e mentre lo fa trascina con sé Anderson che, steso, allarga le braccia, come a richiamare l’attenzione dell’arbitro (ancora lontano dal parapiglia).
E’ questo il momento in cui arriva dall’altro lato del campo Lautaro, di corsa. L’argentino supera di slancio uno svogliato Brozovic e
si ferma davanti a Felipe Anderson: gli urla contro, si inginocchia (Felipe è sempre a terra) e si mette faccia a faccia con il brasiliano. Intanto alle loro spalle c’è un capannello formato da diversi giocatori, a cui Irrati rivolge l’attenzione. Il gruppo si divide in due; da un lato ancora Handanovic e Dumfries opposti a Milinkovic, Luiz Felipe e Cataldi (accorso dalla panchina), dall’altro Luis Alberto e Marusic con Vecino, Skriniar e Correa.Mentre Irrati fa il gesto di cacciare dal taschino il primo giallo, Felipe Anderson è sempre schiena a terra con Lautaro che lo sovrasta minaccioso.
Luis Alberto va a urlare in faccia ad Handanovic, che lo spinge via. L’arbitro si mette al centro del caos e inizia ad allontanare i giocatori. Che pian piano si disperdono, tutti tranne Lautaro, sempre furibondo con Anderson: ancora gli si avvicina faccia a faccia. Zaccagni prova ad allontanarlo, inutilmente. Felipe, sempre da terra, gesticola e sembra quasi giustificarsi. Arriva Cataldi, lo alza di peso e lo porta via. Ma Lautaro, inizialmente bloccato da Zaccagni, si svincola ed insegue Cataldi e Anderson. Quest’ultimo gli mette le mani sulle spalle, come ad abbracciarlo, ma Lautaro lo spinge via e continua a urlargli contro. Luis Alberto si accorge della scena e prova ad intervenire, inutilmente. Felipe sembra quasi scusarsi, allarga le braccia, l’arbitro si avvicina e osserva l’ennesimo assalto di Lautaro. C’è bisogno del corpo di Milinkovic per allontanare l’argentino, che poi viene trascinato via da Barella. Finalmente l’arbitro può decidere chi ammonire: giallo a Dumfries, Lautaro, Milinkovic e (inspiegabilmente) a Felipe Anderson.
Non è finita qui.
Al triplice fischio il laziale Luiz Felipe salta addosso all'ex compagno Correa. Un gesto nelle sue intenzioni goliardico, uno scherzo con un amico. Che però ha appena perso una partita sentita, e la prende male. L'arbitro assiste alla scena ed estrae il rosso per il difensore della Lazio, che scoppia in lacrime. Disperato, perché Correa è uno dei suoi migliori amici, e tutto voleva fuorché essere offensivo. Insomma, si sente come vittima di un'in giustizia. Ma intanto l'espulsione è arrivata, atto finale di una partita folle.