"Vai Ciccio..." - Il Trentennale

[Zapruder]

Quella serata per motivi anagrafici me la sono sentita raccontare. Ma mille volte, e mille volte ancora mi piacerebbe sentirla, anche qui sul forum dove il racconto di Boks in Curva Nord rimane una perla rara.
La cosa che non capirò mai, al di là della loro indole quaqquaraquà, è la sicumera con la quale approcciarono all'evento, con la città già imbandierata e il senso di andare incontro a una festa annunciata, che si trasformò in incubo solo strada facendo, durante la partita. Voglio dire, il Liverpool non era certo una banda di bruscolinari in vacanza: se a Roma-Lecce i giri di campo prima del match potevano essere, per quanto capaci di menare gramo, comprensibili, considerando che l'avversario era retrocesso a Carnevale, quell'ottimismo di cui si racconta prima di quella finale mi è sempre suonato strano. Al di là della loro spacconeria, forse era stato il cammino pseudo-ridicolo per arrivare in finale (e se a Roma-Dundee non fosse successo ciò che si sa...) a far pensare che tutto sarebbe stato facile. Magari chi c'era può chiarirmi anche questo.
Riguardo al perché gli faccia così male, al di là dell'occasione storica perduta, è invece tutto più chiaro: è la serata che più di tutte ha fatto da spartiacque tra quello che poteva essere, ed il nulla nel quale sono invece sempre annegati nella storia.

Nella seconda metà dei Settanta, la percezione che si aveva di Lazio e Roma era sostanzialmente la stessa: le due squadre di quella che era ancora la città del Papa e degli uffici, mentre i motori del lavoro, dell'economia e del pallone erano saldamente collocati al Nord. L'informazione, ancora riservata alla televisione di Stato e ai quotidiani, trattava il calcio senza eccessi di enfasi e con una certa misura. La Lazio aveva colmato, almeno, grazie agli anni di Chinaglia e Maestrelli, la percezione "minore" che i tragici anni Sessanta avevano lasciato in eredità. Per dare un'idea, insomma, Lazio e Roma di allora valevano Genoa e Sampdoria, nell'immaginario cittadino e collettivo.

Le cose cambiarono a partire dal 1980, grazie (si fa per dire) a una serie di avvenimenti i cui effetti si sommarono in un'unica direzione. L'avvento di Dino Viola alla presidenza romanista, presidente dal profilo mediatico fin troppo abbondante, quanto di basso profilo (pochi sapevano perfino che faccia avesse) era stato il suo predecessore Anzalone: lo scandalo scommesse e la retrocessione della Lazio e i tremendi anni che seguirono per noi: il fatto che al sapiente sfruttamento di media vecchi - e nuovi, siamo ai primordi delle "private" e delle trasmissioni sul pallone - Viola accompagnò una crescita tecnica enorme e mai vissuta dai romanisti.

La stagione '81 è quella della lotta romanista per lo scudetto (cosa che non avveniva dal '42) e nei primi due anni l'as vince pure due Coppe Italia. L'Italia vince i Mondiali e l'anno dopo l'as vince il campionato. La Gazzetta titola "lo scudetto torna a Roma dopo 41 anni", la Lazio in tre anni è sparita dalla scena totalmente, non esiste più nemmeno a livello di percezione. L'editoriale della rosea parla di una squadra che "finalmente è pure simpatica", visto che i giallorossi (come la Lazio, del resto) negli anni precedenti suscitavano nei commentatori nordici l'antico disprezzo per tutto quello che di pallonaro (e non solo) avveniva al di sotto di Bologna.

Il campionato italiano è realmente l'ombelico del calcio mondiale, in quegli anni, e l'escalation romanista non sembra avere fine: si giocherà la finale di Coppa Campioni all'Olimpico e si dà quasi per scontato che ci arriveranno, e infatti ci arrivano. Un'ascesa che sembrava ormai definitiva, così come definitiva appariva la conclusione del dualismo cittadino. Tutto questo alimentava, ed era alimentato da, una spirale di esaltazione che coinvolgeva tifosi, radio, giornali, a ogni livello. Paradossalmente, il romanista di oggi subisce una propaganda dieci volte superiore e cento più "strutturata" e professionale di quella dell'epoca: ma è assai più abituato a quello che appare quasi una costante campagna pubblicitaria, e quindi molto meno sensibile: mentre all'epoca il tutto era piùà genuino, più spontaneo e quindi molto più penetrante.

Con questo quadro, è facile capire come si sentissero, realmente, i più forti del mondo. C'è anche da dire che delle squadre straniere si sapeva veramente poco e il cammino verso una finale era meno "impressionante" di quello di oggi. Il Liverpool, insomma, "non è più quello di qualche anno fa", scriveva il Corriere dello Sport, e veniva percepito come la vittima designata di una festa quasi dovuta. Tuttavia, se è vero come è vero che l'intero ambaradam romanista - tifoseria, giornali e tutto il resto - si avvicinò alla partita con la straconvinzione di vincerla, la squadra arrivò fin troppo concentrata e quasi schiacciata dalla tensione: il Liverpool invece giocò con la serenità di chi poteva anche permettersi di perdere, ma mettendo sul piatto tutta la sua enorme esperienza internazionale. Vinsero ai rigori perché a Conti e Graziani tremavano le gambe, a loro no.

[quantomanca?]

OT

Zap mi sembri una grande fonte di conoscenza sulla storia del calcio in generale e quello romano in particolare. non solo fatti ma interpretazioni di eventi, umori, cultura.
ti prego, scrivi di piu' su queste cose. roba che non si legge su nessun libro e non si 'googla' da nessun sito - ne leggerei tutto il giorno. 

[ML]

Ultimi due:

....io ne avevo 7, ricordo la partita, a quel tempo cominciavo a guardare il calcio......ricordo soprattutto tante tante bestemmie di papà.

ogni tanto ho ancora gli incubi con quel clown di portiere (grobbelaar) che balla sulla linea di porta innervosendo i nostri... che amarezza!

[GMar]

.....

lucido e acuto come sempre! 
a ripensarci oggi, con la giusta distanza, sembra veramente un miracolo essere riusciti a resistere a tutta quella propaganda, a quel pensiero unico...

il mio ricordo personale è legato soprattutto alla mattina dopo: passai in una salumeria del mercato trionfale prima di entrare a scuola e mi presentai in classe porgendo il pacchetto al mio compagno Renato (il più acceso dei romanisti) dicendogli "te l'ho portata io, la coppa!". 

la sua reazione fu alquanto scomposta (d'altra parte...) ma riuscii a evitare il peggio rifugiandomi nel bagno delle femmine e ripresentandomi a lezione iniziata...

ripensandoci, rischiai qualcosa anche col salumiere, che mi guardò malissimo quando gli  chiesi "due etti di coppa, per favore"... ma insomma, tutto sommato andò bene. anzi benissimo!
 

[DinoRaggio]

[Frusta]

Ricordo che a casa mia si fece un tifo senza pudore per la Roma: volarono bestemmie da saraceno impalato al gol di Neal e mugolii di piacere che manco Tarzan sodomizzato da Cita al gol di Pruzzo.
Personalmente ebbi in gran dispitto (che dura tuttavia) la viltade di Falcao per lo gran rifiuto e mi divorai le unghie dei diti delle mano fino ai gomiti e di quelli dei piedi fino ai menischi durante la lotteria dei rigori.
Ricordo che ejaculai copioso alla fetecchia di Nicol, piansi peggio di una vite recisa a quella di Conti e meglio di una prefica stuprata a quella ci Ciccio (grande Ciccio, da allora mi prese di costui piacer sì forte, che come vedi, caro ML, ancor non m'abbandona...).

Che momenti brutti brutti, però!   nn mecefate pensà.

[DinoRaggio]

Neal trentaduesimo anniversario del mitico "Vai Ciccio!" Kennedy te di celebrarlo tirando Souness acro rilievo che merita, Lee dove un tale topic dovrebbe essere Rushato vita natural durante Dal(glish) moderatore. "Hansen ti che silenzio c'è stasera" si poteva udire 32 anni fa.

[Il frigorifero]

A quel tempo avrei potuto scrivere un libro 
Che goduria suprema!

[LaLazioMia]

30/05/1984 , La felicita'
Servizi del Tg1 pre ROMA-Liverpool finalissima Coppa dei Campioni

Circo Massimo dopo la Finalissima di Coppa dei Campioni ROMA

[LaLazioMia]

[Pomata]

30/05/1984 , La felicita'
Servizi del Tg1 pre ROMA-Liverpool finalissima Coppa dei Campioni

Circo Massimo dopo la Finalissima di Coppa dei Campioni ROMA

Quanto so' brutti...e burini...

[Ataru]

Fanno 40 anni, oggi

[Eagleman]

Auguri giallozozzi

[Gasco luis veron]

Rigore epico.

A Scuola-calcio ti insegnano che per tenere la palla bassa bisogna piegare la schiena: il grande Ciccio, in effetti piego' la schiena ma la palla ando' a meta (cosa contro la fisica).

Un missile simile a "Lo chiamavano Bulldozer".

Eccezionale!

[Er Matador]

Dopo quarant'anni ancora grazie.

P.S. Oggi ricorrono anche trent'anni dalla scomparsa del loro Capitano di allora, Agostino Di Bartolomei.
La sua fascia è al braccio di tale Gianluca Mancini.
Neanche da morto ottiene un po' di rispetto.
Forse perché inconsciamente non l'hanno mai percepito come uno dei loro.

[Panzabianca]

Ho riletto con piacere tutto il topic.
Il silenzio, anche a me colpì quel silenzio, una pausa dalla loro boria, un momento di verità.
La loro è fatta solo di silenzio, un grandissimo silenzio. Nessuno che blateri, nessuno che attacchi nastrini o dipinga cassonetti, tacciono le radio, tacciono gli idioti. Tacci vostra, solo la sentenza del silenzio.
Hybris, ve la portate da casa.