Perle Cosmiche dal web biancoceleste

[Matita]

Furono interminabili notti insonni di palpitazioni improvvise, budella attorcigliate e presagi di sventura. Un pensiero ossessivo e un’attesa snervante durante la quale avrei barattato la vittoria delle vittorie in cambio di un campionato anonimo, persino in concomitanza di una vostra lotta per lo scudetto.
E così è andata.
Certo, è facile parlare dopo. Ma è sempre meglio parlare dopo che fare i fanatici prima. Vedi col Liverpool, vedi col Lecce e vedi quel 26 maggio del 2013.
Un anno fa.
Eravate tutti pronti al trionfo servito sul piatto d’argento, sull’onda della solita spinta mediatica.
E invece no.
In quel gol di Lulic al 71°, alle 19.27 spaccate di un giorno di maggio vi è tutto tornato indietro.
I cori contro Paparelli, la strafottenza d’ordinanza con cui avete da sempre fatto scempio di questa città, l’arroganza da branco, la deformità della vostra filosofia di vita e della vostra orribile iconografia.
Tutto.
La fusione del ’27 in un giorno imprecisato, la valigetta di Viola prima della partita con il Dundee, le fidejussioni false, le partite truccate, la filastrocca sugli 11 anni di B, le centomila estati da campioni d’italia, l’autogol di Paolo Negro, l’ironia becera su Gascoigne, le purghe del capitano e i bambolotti dalla maglietta.
Tutto.
Un’altra volta.
Per l’ennesima finale finita ad osservare il trionfo degli avversari e la vostra abituale disfatta.
A voi le lacrime, agli altri le coppe.
A noi la coppa.
La finale delle finali.
Noi stavamo male prima, voi dopo.
Avete passato un’estate a prendere a calci le macchine dei vostri calciatori, e weekend al mare con il mento all’insù ad osservare gli aerei che vi sfottevano, a mangiarvi il fegato, a negare il semplice dovere coniugale tra lenzuola e cuscini impiastricciati di lacrime.
Il viagra lo hanno inventato per voi. E la pillola è pure blu.
Dite la verità: avrete rivissuto quell’azione mille volte prima di addormentarvi, per chi di voi ci fosse riuscito: a immaginarvi quel pallone sfilare a lato, o intercettato da Marquinhos. La traversa un minuto dopo. E se fosse entrata? E se avesse giocato Osvaldo? E se ci fosse stato quello o quell’altro?
No.
Mauri passa a Candreva che scatta sulla destra e scarica la palla al centro, il vostro portiere smanaccia goffamente e un bosniaco dalle orecchie a sventola la insacca lì.
Alle 19.27 del 26 maggio 2013.
Boato.
La data che voi e la vostra prosopopea avevate segnato sul calendario sicuri di ritrasformare la città in una tana di coatti vestiti da pupazzi.
L’avete rivissuta, rimasticata, ripensata.
Il 27 maggio avete visto il sole sorgere sul cielo biancoceleste sperando che la partita fosse ancora da giocare.

E invece no.
Eccolo lì, stampato nella storia, il profilo da triglia di Andreazzoli che fissa l’arbitro Orsato che alza le braccia al cielo e fischia tre volte.
Lo sguardo del vostro capitano inebetito dai colori biancazzurri mentre la vostra curva disertava il momento topico della premiazione.
Codardi. Da sempre.
Non sapere vincere perché non vincete mai; e non sapete perdere perché non siete veri tifosi, se non di voi stessi.
Poi è cominciata l’opera di elaborazione, di negazione, di normalizzazione. Sperando in una botta di libido che puntualmente, nemmeno quest’anno è arrivata.
Ad ascoltare voi e le vostre fanfare,  a leggere quello che scrivono i vostri direttori implumi, i comunicatori cafoni, gli scribacchini allineati sembra che sia sempre Natale per voi.
Ma voi a Natale non vi spetta nemmeno il tombolino.
Figuriamoci a maggio.
Avete fatto finta che dopo qualche mese di vittorie quella partita fosse un ricordo morto, ma noi conosciamo bene la vostra psicologia.
Siete pennuti da batteria, avete un arsenale psichico formato da un paio di pulsioni elementari. Non di più.
Le risate forzate, la logica del ragazzo del muretto, voi che portate il nome della città, che siete la squadra di regime per eccellenza. Che più perdete e più vi arrabbiate, e più vi arrabbiate e più perdete.
Mai come in questi dodici mesi ho capito quanto essere tifosi della roma sia una sciagura. Una sfida affannosa contro il destino che vi schifa. Tifare la roma è come fare sesso con una bambola gonfiabile senza nemmeno la soddisfazione di venire.
Ci provate coi soldi, con gli arbitri, con la stampa, gli sponsor, topolino, zeman. In un intreccio di favori e connivenze, chiese al centro del villaggio, isterismi dentro e fuori dal campo.
Come se la vittoria vi appartenesse.
No.
Non vi appartiene, non vi è mai appartenuta.
E potrete vivere mille anni, ma siete stati, siete e sarete sempre la più colossale macchina da sconfitta che sia mai stata inventata.


Cosmo LN

[Skorpius]

Non mi riescono a piacere queste cose

[Reflexblue]

Sì, cominciano a diventare ripetitive e stucchevoli.

[Aquila Maremmana]

Niente è stucchevole quando sbatti in faccia ai ratti coprofagi la loro ridicolezza.

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[Boks XV]

Sì, cominciano a diventare ripetitive e stucchevoli.

ma soddisfano, smisuratamente, l'ego di chiunque ritenga di saper mettere quattro parole in croce. 

romammerda me pare più che sufficiente.

[ThomasDoll]

è una bella questione che ogni tanto ritorna. Se si sente di scrivere Cosmo fa bene, si scrive anche per se stessi, non solo per chi legge, che giustamente può anche sentirsi infastidito, ma in quel caso niente vale come la crocetta in alto a destra. Un forum è una sorta di megabacheca, non ospita solo mirabili penne vaganti, ma anche direttori sportivi che comprano a poco e vendono a tanto, allenatori dalle idee rivoluzionarie, presidenti che moltiplicano il quattrino, finissimi analisti politici ed economici, critici musicali che Lester Bangs era una crocerossina, cinematografari che Ghezzi si nasconderebbe nella carrozzina della corrazzata Potiomkin.
E' una specie di sfasciacarrozze degli ingegni perduti di braccia devolute ad altro, che si sarebbero occupate volentieri di ciò che dispensano quotidianamente alla loro piccola platea. I forum li fanno i cosmo, come i dispensatori di up, di faccine, di chiose taglienti, di bandiere sventolate, di racconti belli del giorno dopo, di messaggi augurali del giorno prima.
Lunga vita a tutti quelli che hanno qualche cosa da dire, purché la dicano con parole loro e senza autoreferenzialità, è solo quella che annoia e sposta il senso di un forum dall'argomento centrale (la Lazio) alla lanetta nell'ombelico di tizio o di caio.
 

[Ataru]

sposta il senso di un forum dall'argomento centrale (la Lazio) alla lanetta nell'ombelico di tizio o di caio.

http://rericcardo.wordpress.com/2008/02/29/luomo-che-da-piu-di-20-anni-raccoglie-la-lanugina-dal-suo-ombelico-il-sogno-riempiere-un-cuscino/




vabbè vado

[Zapruder]

Il forum che sogno da sempre è fatto di autoproduzione e commento di quello che sgorga alla fonte (la partita che hai appena visto, l'esempio più classico). Da anni invece si vive di rinterzo alla comunicazione di altri, per mutuarla o confutarla.

C'è chi ha scritto migliaia di volte "Novaretti" e dieci volte "Lulic" o "Hernanes" o "Coppa Italia", in questi anni. Costoro hanno distrutto i forum, trasformandoli nell'eco del catetere. Ogni tanto qualcosa di diverso, piaccia o no, ci fa ricordare che cosa poteva essere il web.

[cuchillo]

Non mi riescono a piacere queste cose

Più che altro bisogna saperle scrivere.
Con tutto il (sincero) rispetto, cosmo non è né Sca né pikkio, che manco riesci ad arrivare in fondo perché sei morto prima per quanto hai riso.
Ci vuole la mano per scrivere pezzi come questo, c'è poco da fare.

[Reflexblue]

Sì, tutto giusto. Sui massimi sistemi convengo con voi.
Premesso che si tratta di gusti personali, è che il monologo anti-roma sostazialmente mi annoia. Lo trovo sterile. Nella forma, che teoricamente non ammette repliche, e nei contenuti. Per quanto ci si sforzi di essere originali e perfidi si finisce sempre col manipolare i soliti tre o quattro concetti. Come d'altronde i romanisti fanno nei nostri confronti; qualche penna raffinata ce l'hanno pure loro (mo' Boks me mena). Ho un paio di amici che, se li pagassero, ne produrebbero uno ogni dieci minuti, 144 al giorno. E tutti in grado di fronteggiare l'attacco di Cosmo.
Al dunque, mi sembra una figura un pizzico più raffinata delle canzoncine del Galopeira o di.. boh, chi c'abbiamo noi? Nemmeno lo so.
Onestamente preferisco il Cosmo che mi commenta una partita, un'intervista di Lotito, una scelta di mercato. O quando mi faceva il verso a Roberto Renga.
Sono 80 anni che ci prendiamo per il culo a vicenda, e l'avvento dei social ha inevitabilmente provocato un'inflazione di genere. Forse sono troppo difficile io, ma per strapparmi una risata o lasciarmi a bocca aperta ormai devi essere un fenomeno.

[Matita]

La prossima me faccio i cazzi mia.

[Andre]

Perché ? Mi sembra sia uscita una buona discussione, e il pezzo che hai riportato non é che debba piacere a tutti ...

[aquilafelyx]

La prossima me faccio i cazzi mia.

L'ha detto anche Lotito ripensando a quando rispose a uno dei 7 nani

[Giglic]

La prossima me faccio i cazzi mia.

Ma no, pencil caro 

Anche a me il pezzo non è piaciuto gran che (del resto, non è che io come altri siamo vangelo in merito) ma è sempre un'occasione per percularli.
Sono dell'idea che la maggior parte di noi mette nei forum se stesso, e quindi ciò che più gli piace, per condividere, e non per farsi ammirare (anche se, ovviamente, la vanità fa si che vorremmo tutti esserlo), ma di certo non sto li a criticare te che l'hai messo.

A te è piaciuto ed hai fatto bene a condividerlo. Punto. Se ad altri non piace io ti suggerisco di accettarlo come parte delle regole del gioco.
Del resto, come Andre dice, comunque la discussione che si sta sviluppando sta diventando interessante

[Frusta]

...

...

...

...

La prossima me faccio i cazzi mia.

Avessero i romanisti un miliardesimo del senso della misura che vorremmo da noi stessi sarebbero laziali.
Per un miliardesimo of course 

[Matita]

Ma no, pencil caro 

Anche a me il pezzo non è piaciuto gran che (del resto, non è che io come altri siamo vangelo in merito) ma è sempre un'occasione per percularli.
Sono dell'idea che la maggior parte di noi mette nei forum se stesso, e quindi ciò che più gli piace, per condividere, e non per farsi ammirare (anche se, ovviamente, la vanità fa si che vorremmo tutti esserlo), ma di certo non sto li a criticare te che l'hai messo.

A te è piaciuto ed hai fatto bene a condividerlo. Punto. Se ad altri non piace io ti suggerisco di accettarlo come parte delle regole del gioco.
Del resto, come Andre dice, comunque la discussione che si sta sviluppando sta diventando interessante

Ma si' ,io avevo condiviso con leggerezza un nuovo capitolo della loro saga , e capisco che alle loro sconfitte molti sono abituati (ma fino a 1 mese fa erano belli coperti , e a ragione aggiungo) e trovano ormai ripetitivi certi monologhi , ma un nuovo racconto che raccoglie al suo interno gli ultimi 365 giorni , per me , è un capitolo in piu' , non un capitolo già letto.
La cosa che mi spiace è che non ho chiesto a Cosmo il permesso ( avendolo lui dato ad altri per FB l'ho condiviso e basta) , e di questo ne ho colpa , che raddoppia se il buon Cosmo leggerà anche questo forum e le "critiche" che gli ho provocato.


Ps. L'idea che mi sto facendo dei vari forum è che a differenza di cio che dici tu , la maggior parte scrive per farsi "ammirare" e non per condividere ,e  quando c'è da ammirare altri , per alcuni si storce la bocca. Ma forse la mia impressione è sbagliata.

Ps. Che ad altri possa non piacere non è in discussione, ci mancherebbe.

 

[Skorpius]

Direi che la tua impressione e' sbagliata

[cuchillo]

Per far ridere servono i fenomeni, ha ragione Reflex.
Io ogni 15 giorni mi rileggo questo pezzo di Sca e non ce la faccio a non ridere, così come mi rileggo i suoi pezzi sulla notte bianca o sulla telecronaca-modello di Guido, gelosamente custoditi.
Ci vogliono mani da artista.


Da applausi Mimmo Ferretti, ieri mattina sul Messaggero.

Quando lo stolto guarda il dito, la luna si nasconde

Titolo apparentemente criptico. Cosa è successo domenica sera? Cosa ti racconta il campo? E la tv? Storie sghembe, tratteggiate tra le righe di una narrazione che di implacabile ha solo la banalità del risultato. Ho visto la Roma ed è come dire “ho visto un gigante”. Un gigante dalle gambe ferme e dalle braccia robuste. Ho visto una squadra prendere la Juve, la Signora Juve, per il bavero della presunzione, ricordandole un intero rosario di giocate. Spazi aggrediti, pressing furioso, inserimenti feroci e compattezza. Se una parola potesse descrivere il tutto, sarebbe dominio: ferreo sinonimo di A.S. Roma. La squadra dei lupi, guidati da un capobranco più affamato di ogni singolo tifoso. Ho visto la Roma e mi è bastato. Perché Conte ancora trema. Tranquillo Antonio, non hai ancora visto nulla. O meglio, hai visto il calcio. Lo hai visto in quel contropiede magistrale sullo 0-0: una lama affilata ed elegante nelle carni bianconere, una danza mortale di tocchi di prima e di poesia. Chi è quel numero dieci capace di zittire un intero stadio con la semplice intuizione di un passaggio fatato? Quando l’arbitro sta per annullare giustamente il gol a Vidal per il macroscopico fuorigioco, chi è che corre dal quarto uomo per convincerlo che va tutto bene? Che lui, loro, non vuole, non vogliono favori? Che la Signora si prenda pure il maltolto, lui, loro, non vuole, non vogliono null’altro che continuare giocare, schiacciando ingiustizie e falciando via furbizie degne della terza categoria colombiana. Francesco, un nome da papa, un nome da Totti. Il capitano, per tutti. Volete rubare? Bene, prendetevi allora quest’altra mezz’ora di lezione sanguinosa: ti schiaccio e ti umilio davanti al tuo pubblico. Durante l’intervallo lo sguardo degli juventini era ancora fisso sul campo; uno sguardo vitreo. Durante l’intervallo ho visto volti pallidi e bocche cucite; eccoli, i tifosi della Signora. Rimpicciolita lei, rimpiccioliti loro da una squadra che quest’anno ha deciso di essere Storia, ha deciso di essere Imperiale. Quando Bonucci sbuca alle spalle di tutti, non sono neanche passati 3 minuti. Nelle sacre leggi del calcio i gol dei primi minuti sono definiti golletti. Trucchi da vigliacchi. Vigliacchi ancora più vigliacchi, perché ben 4 giocatori della Roma ancora stavano nel sottopassaggio. Nessuno l’ha detto, nessuno l’ha scritto. Quando la cronaca è affidata alla servitù, la realtà diventa una immensa storia di fantascienza. Garcia fulmina l’arbitro con uno degli sguardi più feroci mai visti. L’arbitro si guarda la punta delle scarpe e corre furtivo verso il centrocampo. I 4 non appena rientrano, capendo cosa sia appena successo, corrono verso lo spicchio dei propri tifosi ed urlano insieme a loro l’infinita rabbia: non è successo niente, siamo qui, padroni più che mai di queste terre. Commovente la compattezza nel ripartire. Guerrieri la cui generosità è scambiata per cattiveria (De Rossi) e la cui duttilità (Castan) è venduta per un’umida banconota rossa. Gli ultimi minuti sono ancora più annichilenti. In 9 ma sembrano 20, 30, 100. Agnelli in tribuna e Conte in panchina guardano tremuli e insofferenti l’orologio. Mancano pochi minuti ma può ancora succedere di tutto, perché quei 9 non fanno superare il centrocampo ai presunti campioni d’Italia. Di quale Italia? Di certo non di quella reale. La grandezza è tutta in quell’applauso finale. Mai nessuna squadra aveva dominato così. Mai nessuna. Dov’è la luna stanotte? Lassù, gialla e rossa. Un ululato profondo, basso, un ululato che fa paura. Non ai giusti.

[ThomasDoll]

Sca e V. sono le due penne migliori prodotte da Lazionet, fin quando l'ho seguita. Dopo non so, ma loro due, molto diversi come registro, sono grandi davvero. Non per niente, più V. che Sca, ma non per demerito, nella vita fanno (farebbero) quello, di mestiere.

[Zapruder]

Ribadisco, io preferisco leggere mille volte 'sta roba che le migliaia di messaggi di gente che incarta, impacchetta, frigge e riconfeziona quello che potrebbe dire in due righe. Anzi, in due parole.