Drammatica alluvione in Serbia

[AlenBoksic]

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OBRENOVAC «La mia casa è stata sommersa in un attimo, sono riuscita a scappare senza poter salvare quasi nulla». Parla con gentilezza e con grande dignità, non piange, ma Milica Tisma ha gli occhi rossi, la voce rotta. A 90 anni ha perso tutto e «non so dove andare», confessa. Le rimangono due borse di plastica, dentro qualche vestito e ricordo. Le trascina, mentre si avvia assieme ad altri cento, ad altri mille, verso uno dei camion militari che la porterà in qualche centro di prima accoglienza, a Belgrado, in un esodo che appare biblico.

Esodo da Obrenovac, l’epicentro del dramma delle inondazioni che hanno colpito la Serbia (il bilancio parziale è di sette morti) e il resto dei Balcani, cittadina di 25mila abitanti a trenta chilometri dalla capitale serba, 70mila quelli che vivono nell’intera area.

Obrenovac, la sommersa. Sommersa assieme alla sua grande centrale elettrica, la Nikola Tesla, dalle acque del solitamente innocuo fiume Kolubara, tributario dell’imponente Sava, fiume che si è trasformato in un mostro a causa delle precipitazioni-record dei giorni scorsi. Dal basso, difficile rendersi conto delle proporzioni del disastro. In città non si entra, ci sono metri d’acqua. A piedi si può arrivare al massimo fino al fronte. Non quello della battaglia del 1914, combattuta proprio da queste parti, ma quello della guerra contro il fiume il cui livello «non cala», dice sconsolato un poliziotto fermo lì, sul ponte che attraversa la Kolubara, davanti a una piscina innaturale di acque esondate, marroni, limacciose, che puzzano di fanghi e nafta.

Nel mezzo, spuntano case sommerse quasi fino al tetto, condomini, pali della luce e alberi. È quel poco che da lì, dal limes oltre il quale non si può procedere se non in barca, si può scorgere di Obrenovac. Nel lago che si è formato dove una volta c’erano casette, officine, magazzini, un continuo via vai di barche private, piccoli motoscafi, gommoni. Sull’argine, decine e decine di poliziotti, militari, membri della protezione civile e tantissimi volontari, ad aspettare il loro turno per andare a salvare qualcuno o ad accogliere gli sgomberati. Hanno recuperato 5-6mila persone o forse più in poche ore e continuano a fare la spola per prestare soccorso alle migliaia che rimangono isolate, al buio e senz’acqua. Non dormono da due giorni.

«Perché non è stato dato l’ordine di evacuazione prima che la città fosse sommersa?», polemizza Rade Markovic mentre osserva le operazioni di soccorso. «Mi butto in acqua se non andate a salvare i miei», sbotta un’altra donna vicino. Ma non è tempo di polemiche, ora. «Sono arrivato appena le autorità hanno dichiarato lo stato d’emergenza, ho portato la mia barca per dare una mano, ma navigando verso le case isolate ho urtato contro un’auto sommersa e ora è rotta», racconta afflitto uno dei volontari, Milan Bubulj, di Apatin. Come lui sono arrivati in molti, dal vicino paesino di Baric, evacuato ieri, da Umka, da Novi Sad, da Belgrado.

 Accolgono senza sosta decine e decine di salvati, famiglie con bimbi piccoli, anziani che faticano a camminare nel fango che arriva alle caviglie, ragazzi. «Brate», fratello, «scrivi pure che è l’apocalisse», dice uno di loro. Anche lui, come la vecchia Milica, cammina piano verso la terra asciutta, sotto un cielo solcato da elicotteri, a volte plumbeo, a volte squarciato da qualche raggio di sole – la pioggia non cade più - tra la polvere che si solleva dall’asfalto percorso da camion con sacchi di sabbia, da jeep di polizia e gendarmeria, ambulanze, autobus gialli requisiti per gli sfollati, pompieri.

Lasciano Obrenovac, vanno via chissà per quanto. Belgrado è vicina, ma la statale 25 è bloccata da una coda interminabile di bus, trattori, vecchie Jugo che esalano l’ultimo respiro. A Obrenovac rimangono solo i soccorritori e gli isolati, che aspettano con timore l’arrivo della piena della Sava. E rimane la paura, quella di fare la conta dei morti quando le acque si saranno ritirate.

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/05/17/news/alluvioni-in-serbia-e-bosnia-almeno-20-morti-1.9244611

   
   
      
         
         
   
      
      
   
di Roberto Da Rin - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/w60Cu

[AlenBoksic]

A vent'anni dalle guerre sanguinose, una nuova apocalisse si e' abbattuta sui Balcani. Il ministro degli esteri bosniaco Zlatko Lagumdzija ha detto che i danni e le devastazioni materiali causati dalle inondazioni record degli ultimi giorni sono comparabili solo a quelli della guerra del 1992-1995. "La sola differenza e' che il numero dei morti e' inferiore", ha detto il ministro oggi a Sarajevo. A una settimana dall'inizio dell'emergenza, Bosnia, Serbia e in misura minore la Croazia sono sempre impegnate nella lotta contro le inondazioni, e ora - nonostante il miglioramento delle condizioni meteo - il pericolo numero uno sono le piene dei grandi fiumi, a cominciare dalla Sava. In Bosnia-Erzegovina quasi 1,5 milioni di persone - sul totale di 3,8 milioni di abitanti - sono stati colpiti in modo diretto o indiretto dalle alluvioni che in vaste regioni del Paese hanno assunto proporzioni bibliche. Un quarto della popolazione e' stato in qualche modo colpito dalla furia delle acque. Le situazioni piu' critiche restano lungo il corso della Sava, dove tante localita' sono completamente sommerse dall'acqua. Fra le altre Odzak, Samac, Orasje, Brcko, Bijeljina. La Sava in piu' punti ha rotto gli argini, e secondo le autorita' sono state evacuate finora almeno 30 mila persone. Il numero delle vittime e' fermo alla trentina, ma il bilancio e' sicuramente piu' pesante. Anche in Bosnia come in Serbia infatti le autorita' hanno detto di non voler aggiornare continuamente il numero dei morti, e di voler attendere il ritiro delle acque. Sempre in Bosnia-Erzegovina, un milione di persone e' senz'acqua potabile, 100 mila case sono state distrutte o gravemente danneggiate, 230 mila scuole e strutture sanitarie sono andate distrutte, per non parlare dei danni gravissimi a strade, ponti, ferrovie e all'agricoltura.

Tra le emergenze vi sono le innumerevoli frane e smottamenti, insieme a quella dei campi minati travolti dalle acque, con gli ordigni e i residuati bellici in balia della corrente e finite chissa' dove. Domani nelle due entita' che compongono la Bosnia-Erzegovina - Federazione croato-musulmana e Republika Srpska - e' stata proclamata una giornata di lutto. Anche nella vicina Serbia resta alta l'emergenza, e la prima minaccia e' costituita dalle piene dei fiumi Sava, Danubio, Drina, Morava.

Le situazioni piu' critiche sono a Obrenovac, Sabac, Sremska Mitrovica, dove e' una corsa contro il tempo per rafforzare gli argini dei fiumi. A Obrenovac le autorita' hanno ordinato l'evacuazione totale dei circa 20 mila abitanti. Anche a Belgrado, dove la piena della Sava e' attesa fra domani sera e mercoledi', migliaia di volontari sono impegnati a consolidare gli argini con sacchi di sabbia. Nella capitale la Sava confluisce nel Danubio, e il timore e' che i due grandi fiumi insieme possano esondare rovinosamente. Enormi sono gli sforzi per mettere al sicuro le due maggiori centrali termiche del Paese, la Nikola Tesla a Obrenovac (sulla Sava, sudovest di Belgrado) e quella di Kostolac (sul Danubio, est di Belgrado).

In Serbia il numero degli sfollati ha superato i 25 mila, e le vittime accertate una ventina. Come in Bosnia tuttavia il bilancio dei morti sara' con ogni probabilita' piu' alto. E' stato calcolato che le superfici alluvionate di Serbia, Bosnia e Croazia - dove all'est si registra un morto e 15 mila evacuate - sono pari a quella della Slovenia. E mentre si fa sempre piu' intenso il flusso degli aiuti, anche dall'Italia, il governo serbo ha fatto una prima stima dei danni: le acque hanno distrutto o danneggiato circa 4.500 km di strade e 124 ponti, con danni incalcolabili all'agricoltura

[AlenBoksic]

I media italiani stanno dando scarsissimo risalto alla catastrofe che si sta consumando.
Sta circolando una mail da inviare ai siti delle varie testate, cartacee e televisive, maggiori e minori:
cerchiamo di inviarla in massa e di diffonderla a tutti quanti possano farlo.
Magari non servirà a niente, ma tentar non nuoce.

Il testo da inviare è questo
OGGETTO: ALLUVIONE IN SERBIA E BOSNIA
Negli ultimi anni sono state lanciate campagne per raccolta
fondi e aiuti relativi a disastri avvenuti dall'altra parte del
globo, mentre adesso viene completamente ignorata l'apocalisse
avvenuta a POCHE ORE di macchina E A UN'ORA E MEZZA DI AEREO
DALL'ITALIA con decine di morti, migliaia di sfollati, milioni di persone rimaste senza acqua potabile e miliardi di danni abbattutisi su paesi
GIA' DEVASTATI DALLE CONSEGUENZE DI ANNI DI GUERRA.
Spero vogliate dare MAGGIORE risalto e spazio a questo immane
disastro invitando a contribuire alle iniziative di sostegno attivate
dalle autorità locali
E DA TANTE ASSOCIAZIONI ITALIANE, DA SEMPRE SOLIDALI CON LE POPOLAZIONI COLPITE.
Grazie.
Cordiali saluti
Firma

[AlenBoksic]

Lettera di un italiano residente a Belgrado.

La situazione è a dir poco catastrofica. Non solo sono cadute piogge (mercoledì e giovedì) pari a 200 litri per metro quadrato, ma sono saltati gli argini di alcuni fiumi e le zone alluvionate sono oltre il 70% del territorio nazionale.

Solo per dare un idea dell'intensità della pioggia, a casa mia è saltato il parquet della camera da letto per le infiltrazioni interne...e abito al primo piano di una solida palazzina di 5 piani. (a Belgrado).

A Obrenovac (20 km da Belgrado) è successo invece il disastro maggiore: il fiume Kolubara (afffluente della Sava) si è gonfiato e nel riversarsi nella Sava ha trovato il muro d'acqua della Sava già piena ed ha "refluito" facendo tornare indietro un'onda gigante che nel giro di pochi minuti ha sepolto la cittadina (circa 25.000-30.000 abitanti). E' finita sotto l'acqua anche la centrale elettrica Nikola Tesla, che fonrisce energia elettrica al 50% di tutta la Serbia.

Siccome l'esercito e la polizia non riuscivano a presenziare su un territorio così vasto, la televisione ha fatto appello venerdì pomeriggio che servivano almeno 500 volontari subito e altri 2000 la mattina seguente....si sono presentati in 7000 in una gara di solidarietà per mettere sacchi di sabbia lungo gli argini della Sava e salvare Sabac e altri centri da fare la fine di Obrenovac.

133 ditte locali hanno fornito beni di prima necessità e la Russia ha mandato subito 90 specialisti della protezione civile, elicotteri, barche, dighe mobili e altro materiale, seguita da Slovenia e Ungheria. La UE si è mossa un po' tardino, speriamo che rimedino poi al momento della ricostruzione. L'Italia ha versato 200.000 euro e ha mandato due barche, gli USA hanno mandato 100.000 dollari e qualche aiuto materiale.

Adesso si aspetta di vedere quanto reggeranno questi argini fatti di sacchetti di sabbia e quanto servirà perché la Sava refluisca senza prvocare ulteriori inondazioni sfociando nel Danubio.

Poi verrà la parte più difficile per la protezione civile e per i volontari: disinfestazione delle aree alluvionate (l'acqua si è mescolata alla rete fognaria che è saltata dappertutto con grave rischio epidemico), rimozione dei cadaveri degli animali (allevamenti distrutti), aiuti alla popolazione contadina che si è vista i campi distrutti...per non parlare di chi ha perso anche la casa, crollata per le infiltrazioni o per le frane (nella Serbia centrale un piccolo villaggio di 25 abitazioni è stato portato via dalle frane).

Ponti distrutti, strade divelte, sfollati da vestire e sfamare (ad oggi oltre 25000) sono un discorso a parte che dovrà affrontare uno Stato già di per sé povero.

[zorba]

E questo disastro naturale in Serbia passa sotto silenzio, paradossalmente, alla vigilia delle elezioni del nuovo parlamento europeo...

 

[zorba]

http://www.corrieredellosport.it/calcio/mondiali_2014/girone-f/bosnia-erzegovina/2014/05/20-361998/Alluvione+in+Bosnia%2C+Pjanic+dona+medicinali

[AlenBoksic]

«Rivolgo un appello alla solidarietà dei cittadini e alle aziende italiane, così come a tutti i nostri amici italiani, affinché possano rispondere a questa emergenza che sta vivendo il popolo serbo». Così l'ambasciatore di Belgrado in Italia, la signora Ana Hrustanovic, da Roma ha fatto appello alla generosità di tutti per la drammatica emergenza nel suo Paese provocata dalle forti piogge di questi ultimi giorni.

 C’è il massimo stato di emergenza per le inondazioni, che hanno già provocato 40 morti accertatii e diverse decine di migliaia di sfollati. Si teme, quando le alluvioni finiranno, che il bilancio delle vittime possa essere anche più pesante.

 Grazie all’impegno di tutti i serbi, dalle istituzioni alla popolazione, si sta cercando di impedire ulteriori gravi danni. Ai soccorsi partecipa un generoso “esercito” di diecimila volontari, che ha costruito barricate lungo gli argini dei fiumi per fermare le esondazioni.

 Ma per salvare vite umane e per risanare i danni la Serbia ha ora bisogno di aiuti immediati, e di tutti i tipi di donazioni: medicinali, indumenti, prodotti per disinfezione e altro.

 Le donazioni in denaro si possono fare tramite il conto corrente dell'Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma, Iban: IT86I0200805120000400724321; Swift: UNCRITM1723, o tramite servizio Paypal all'indirizzo floodrelief gov.rs.

 Gli aiuti possono essere consegnati presso la sede dell'ambasciata a Roma (via dei Monti Parioli, 20) e i consolati di Trieste e Milano.

[AlenBoksic]

Su
helpfloodedserbia.org
ci sono gli articoli dei vari giornali italiani, inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli: solo quelli italiani sono fermi a domenica
 

Anche l'appello di Djokovic  che ha donato l'intero montepremi ricevuto a Roma - è passato quasi inosservato.
M**de !

[AlenBoksic]

L'appello è di ieri, ma vale anche oggi. Dejan Stankovic ha chiesto aiuto agli interisti per aiutare le famiglie vittime dell'alluvione che ha colpito nei giorni scorsi i Balcani. Intervenuto telefonicamente alla trasmissione "Radio Appiano", l'ex centrocampista ha voluto lanciare un appello di solidarietà a tutti i tifosi dell'Inter:

"E' successa una cosa impressionante, catastrofica. C'è un grandissimo problema in Serbia, Bosnia e Croazia, ogni aiuto è prezioso. Abbiamo creato una fondazione in tempo record per dare una mano a tutti quelli che ne hanno bisogno. Una mano che serve subito. Ho chiamato tutti i colleghi che conoscevo e che non conoscevo cui rivolgo un grande grazie, perchè hanno dimostrato ancora una volta di avere un grandissimo cuore. Faccio un appello, perchè un piccolo aiuto può essere tanto per tutti quelli che sono rimasti senza un tetto, senza tutto quello che hanno costruito in una vita: il numero di persone è davvero grande. La fondazione "Dejan Stanković za Srbiju" è stata aperta, le donazioni di tanti miei ex colleghi, di presidenti, di tanti sportivi di pallacanestro, pallanuoto e pallavolo stanno arrivando. Faccio perciò un appello a tutti, perchè ci serve tanto.
 Stiamo aspettando che l'acqua si ritiri, con così tante città sotto l'acqua sembra un film. Il problema verrà anche quando l'acqua si ritirerà con tutto quello che si lascerà dietro, c'è il rischio di malattie e infezioni, il problema quindi verrà anche dopo.
 Con la fondazione continuerò a raccogliere fondi da mandare subito in Serbia, anche grazie alla preziosa collaborazione di Vanja Udovičić, il ministro dello sport serbo, un grande ex campione di pallanuoto che mi ha dato una mano ad aprire la fondazione con il governo serbo, con il CONI. Sono già stati in tanti a dare una mano. Grazie a tutti voi, grazie alla mia famiglia nerazzurra".

[AlenBoksic]

[Er Matador]

I media italiani stanno dando scarsissimo risalto alla catastrofe che si sta consumando.
Sta circolando una mail da inviare ai siti delle varie testate, cartacee e televisive, maggiori e minori:
cerchiamo di inviarla in massa e di diffonderla a tutti quanti possano farlo.
Magari non servirà a niente, ma tentar non nuoce.

Il testo da inviare è questo
OGGETTO: ALLUVIONE IN SERBIA E BOSNIA
Negli ultimi anni sono state lanciate campagne per raccolta
fondi e aiuti relativi a disastri avvenuti dall'altra parte del
globo, mentre adesso viene completamente ignorata l'apocalisse
avvenuta a POCHE ORE di macchina E A UN'ORA E MEZZA DI AEREO
DALL'ITALIA con decine di morti, migliaia di sfollati, milioni di persone rimaste senza acqua potabile e miliardi di danni abbattutisi su paesi
GIA' DEVASTATI DALLE CONSEGUENZE DI ANNI DI GUERRA.
Spero vogliate dare MAGGIORE risalto e spazio a questo immane
disastro invitando a contribuire alle iniziative di sostegno attivate
dalle autorità locali
E DA TANTE ASSOCIAZIONI ITALIANE, DA SEMPRE SOLIDALI CON LE POPOLAZIONI COLPITE.
Grazie.
Cordiali saluti
Firma

Provvedo, anche se temo che non basterà la validità dell'iniziativa per ottenere qualche risultato.
Siamo di fronte a quella che è forse la peggiore fra le calamità pseudo-naturali: il fuoco, sia pure con difficoltà, può essere fermato; il terremoto, al di là dei gravissimi costi umani, distrugge in genere "solo" il patrimonio edilizio e artistico; l'acqua, come ben evidenziato nella lettera, compromette anche la piattaforma su cui ricostruire dopo il disastro.
In Italia possiamo contare su qualche termine di confronto.
Nel 1951 si intervenne, ma senza cicatrizzare ferite per molti aspetti ancora aperte.
Nel 1994, al di là di inefficienze e malversazioni difficili da prevenire, lo stanziamento di risorse fu ingente.
Chi è stato colpito in tempi più recenti, e con meno denaro circolante, o si è riassestato in proprio (Monterosso, nelle Cinque Terre) o sta ancora aspettando (Val di Magra, Val di Vara).
Forse perché la complessità dell'intervento tiene alla larga persino sciacalli come quelli ascoltati nelle intercettazioni dopo il terremoto dell'Aquila.
Oltre a invocare aiuto con sacrosanta ragione, sarebbe utile capire quale interesse può mobilitare - sia pure in maniera indiretta - aiuti più consistenti: per altre ragioni, lorsignori non si muovono.
A margine, non si è detto che Usa/UE e Russia si contendono lo spazio balcanico (ovviamente i primi per portare democrazia e civiltà, la seconda per sporco imperialismo)?
Bene, anche nell'entità e nella tempistica dei rispettivi contribuiti c'è qualcosa di quello che dovremmo capire.

[AlenBoksic]

Provvedo, anche se temo che non basterà la validità dell'iniziativa per ottenere qualche risultato.

Si spera, ma ci si crede poco.
Credo abbia influito anche la scelta delle autorità di non dare troppa enfasi allo spaventoso numero dei dispersi (oltre 600):  l'ignobile market di quella che chiamiamo informazione si muove in base a questa macabra conta.
Stankovic non nasconde l'amarezza: "Sono stupito che il Mondo non abbia raccontato con i giusti particolari ciò che è accaduto. Siamo soltanto a un'ora dall'Italia: in Serbia, in Bosnia e in parte della Croazia sono scomparse intere città. Adesso sono luoghi fantasma. Cose che si vedono solo nei film."

A margine, non si è detto che Usa/UE e Russia si contendono lo spazio balcanico (ovviamente i primi per portare democrazia e civiltà, la seconda per sporco imperialismo)?
Bene, anche nell'entità e nella tempistica dei rispettivi contribuiti c'è qualcosa di quello che dovremmo capire.

La Russia ha da anni una base per l'aiuto umanitario a Nis e quindi s'è mossa già abbondantemnte.
Nell'UE ad oggi non pervenuta o quasi, diciamo che è pervenuta solo attraverso Slovenia e Croazia.
Vedremo quanto metteranno sul piatto di una ricostruzione che si annuncia onerosa: solo in Serbia i danni ammontano a qualche miliardo di euro

[AlenBoksic]

[AlenBoksic]

BRAVI !

(Avrei piacere lo facessero pure i nostri)

[AlenBoksic]

[Cliath]

http://www.lalaziosiamonoi.it/news/lazio-social-alluvione-in-bosnia-lulic-con-pjanic-e-ibisevic-e-importante-aiutare-chi-ha-bisogno-44332

[AlenBoksic]

Hanno fatto un'amichevole a Gradačac la nazionale maggiore e l'under21 della Bosnia



(podržimo = sosteniamo)

[Holly]

sto seguendo ogni giorno questo topic, caro AB (ho fatto proprio oggi una donazione piccola piccola), ogni giorno dico una preghiera....

[AlenBoksic]

Conta il pensiero. Sempre. In questi casi più che mai
Grazie.

http://video.corriere.it/alluvione-serbia-bosnia-campagna-solidarieta/ebcf3274-e24e-11e3-ac6b-33bb804580af