+++ MA ATTENZIONE +++
http://www.gazzetta.it/Calcio/Mondiali/19-06-2014/mondiali-costa-d-avorio-serey-die-piange-non-il-papa-morto-2004-80982292926.shtml
Seriamente: sarà vera almeno questa?
Qualche giorno fa, si era discusso della qualitativa e avvincente Iran-Nigeria.
Sì, avete letto bene: la è stata, perlomeno se paragonata a Giappone-Grecia.
Dalla noia si è passati alla depressione più cupa, che un artista potrebbe descrivere raffigurando il pallone dell'incontro mentre lancia un disperato urlo di Munch.
Da brividi il passo indietro del Giappone rispetto al micidiale tourbillon offensivo esibito, solo un anno fa, nel 3-4 contro l'Italia in Confederations Cup.
D'accordo il relativo valore di certe partite, ma la squadra vista in campo nelle prime due gare non ripeterebbe certe giocate neppure contro le sagome in allenamento.
E non è sufficiente invocare l'assenza dell'anziano Maeda, perno di quegli schemi col suo moto perpetuo davanti alla linea dei trequartisti, per spiegare un simile inabissamento.
Eppure è bastato per una flebile vittoria ai punti, dato il nulla opposto dagli avversari: ai quali, complice forse la presenza di un Ct portoghese, sembra sconosciuto il tiro in porta.
Tolto qualche colpo di testa - il minimo contro una difesa messa sotto nel gioco aereo dalla Corea del Sud -, l'unica conclusione di rilievo è venuta da Torosidis.
Per il resto, l'assenza del concetto stesso di manovra offensiva ha lasciato abbandonati a sé stessi i vari attaccanti e trequartisti ruotati nel corso dei novanta minuti.
Tra di loro figura ancora il 37enne Karagounis, senza squadra eppure protagonista immancabile in Nazionale.
Un po' come quei cantanti nazionalpopolari qualche decennio fa, dal presente artistico ormai inesistente, ma che trovavano puntualmente posto al Festival di Sanremo.
Il suo ingresso, al posto del genoano Feftatzidis, è stato reso surreale dal frangente in cui è avvenuto: subito dopo l'inferiorità numerica, come se l'ex interista potesse fornire un maggiore apporto di corsa e dinamismo.
Già, perché nella serataccia ellenica spicca anche l'espulsione del capitano Katsouranis: protagonista - a dispetto dell'esperienza - di due falli tattici scriteriati, come se Hasebe stesse lanciando Pelé e Garrincha in campo aperto.
D'accordo che sul secondo giallo forse non ha neanche toccato l'avversario, ma il solo fatto di aver rischiato un'entrata del genere con un'ammonizione a carico meriterebbe una multa.
Da comminare magari anche all'arbitro, per come ha lasciato correre alcuni interventi perfettamente identici da parte degli avversari.
Ciliegina sulla torta, l'infortunio a Mitroglou per un colpo al basso ventre (non proprio lì, un po' più su): dal recupero del sosia di Nicola Savino dipendono le residue speranze di qualificazione contro la Costa d'Avorio.