Autore Topic: "De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja  (Letto 6857 volte)

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Offline ML

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"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« : Sabato 10 Maggio 2014, 14:56:56 »
Roma, 10 maggio 2014

Gentile mister Reja,
ho avuto modo di ascoltare la sua conferenza stampa del 9 maggio scorso e nel momento stesso in cui ho sentito la frase "ho fatto 33 punti in 17 partite, ma de che stamo a parlà?" ho deciso che le avrei scritto questa lettera. Perché è di tutta evidenza che lei non ha capito la situazione, e quindi c'è assolutamente bisogno che qualcuno gliela spieghi, una volta per tutte.
Io mi chiamo Federico, sono un semplice tifoso di 39 anni, sono abbonato nel settore Distinti NordOvest e sono uno di quei sei-settemila che ancora viene a vedere le partite, non essendo né un ultras, né un contestatore di professione, né uno che si fa dettare la linea da questi ultimi. In compenso sono uno di quelli che fischia il suo nome alla lettura delle formazioni, e magari a questo punto le interesserà sapere il perché. Si metta comodo che glielo spiego per bene.

Non bisogna nascondere che molti di quelli che la fischiano lo fanno perché - a torto o a ragione - la considerano una "propaggine" di Lotito, un presidente che - a torto o a ragione - è detestato dall'assoluta maggioranza dei laziali. Avrà certamente fatto caso al fatto che quando lei minaccia le dimissioni diventa improvvisamente popolare, mentre quando difende l'operato della società ricomincia la litania delle critiche. Non è questo il mio caso. Io non amo Lotito ma nemmeno lo detesto: vorrei avere di meglio ma finché non capita me lo tengo, esattamente come mi tengo un giocatore non eccelso o un allenatore mediocre. L'unica differenza è che trovare un presidente migliore di Lotito sembra davvero difficile, mentre trovare qualche giocatore o un allenatore migliori di quelli che abbiamo appare decisamente più facile. Ed è per questo che - prima e dopo la partita, mai durante - io la fischio.

Quel che non mi piace di lei è che, pur non avendo vinto nulla in 35 anni di carriera (le promozioni dalle serie inferiori le considero piazzamenti e non vittorie, esattamente come le qualificazioni alle coppe europee) non mi sembra minimamente interessato a togliersi questa soddisfazione. La Lazio attuale non è una squadra che può vincere lo scudetto, ma, al contrario di tutte le altre squadre da lei precedentemente allenate (compreso un Napoli che proveniva dalla Serie B) può almeno tentare di vincere qualche coppa minore. Questa non è una mia opinione: questo è un fatto. Con squadre più scarse o comunque non superiori a quelle che ha allenato lei, Delio Rossi, Ballardini e Petkovic sono stati capaci di vincere dei trofei. Degli ultimi quattro allenatori che si sono seduti sulla nostra panchina ce n'è uno solo che non ha vinto niente, e quello è Edoardo Reja. E' un caso? Assolutamente no, perché per vincere bisogna voler vincere. E a lei chiaramente questo non interessa. Lei si accontenta di "fare bene". E infatti nessuno può permettersi di dire che Reja alla Lazio non abbia "fatto bene". Ma il punto è che a me, a moltissimi di noi, non frega nulla di "fare bene". Noi vogliamo vincere, o almeno provarci. E se non possiamo sognare lo scudetto vorremmo almeno giocare tutte le nostre fiches sulla Coppa Italia o sull'Europa League. Lei invece snobba regolarmente queste competizioni. Le considera un fastidio, le usa per dare spazio alle riserve. Col Napoli e col Ludogorets siamo usciti perché lei ha imbottito le formazioni di riserve, perché per lei i 3 punti di una qualunque partita da centroclassifica del campionato italiano contano di più del passaggio di turno in una coppa, del sogno di concludere una stagione con una grande festa. Questa è mediocrità, caro Reja. Se lei fosse stato sulla nostra panchina l'anno scorso avrebbe schierato i titolari in Lazio-Chievo del 26 gennaio 2013 e tre giorni dopo le riserve in Lazio-Juventus di Coppa Italia: saremmo stati eliminati, lei ci avrebbe raccontato che contro la squadra più forte d'Italia perdere non è un disonore e il 26 maggio, ossia la terza più grande vittoria della Lazio in 114 anni di storia, non sarebbe mai esistito.

Crede che io abbia finito qui? Niente affatto. Ci sono almeno altri due motivi per cui io non ho piacere di vederla alla guida della Lazio: uno è il rapporto con il derby, e l'altro è la visione del futuro. Andiamo per ordine.

A Roma raramente abbiamo avuto presidenti ricchi e quindi si è vinto complessivamente poco. Per questo motivo, per rendere interessanti stagioni che altrimenti non lo sarebbero state, siamo stati costretti a inventarci "il derby". Che non si esaurisce in due partite a stagione, ma è una sfida a 360 gradi per 365 giorni all'anno. Lei lo sa perché Lotito è così impopolare? Perché è antipatico, senz'altro. Perché è arrivato dopo Cragnotti e il paragone è impietoso, questo sicuramente. Perché non dà retta alla piazza quando c'è da fare il calciomercato, ma questo per me è addirittura un pregio. Perché non è quasi mai sceso a patti coi tifosi di professione, perché non è accomodante con i giornalisti locali, ma queste per me sono vere e proprie benemerenze. No, guardi, glielo spiego io il vero motivo che aleggia dietro i tanti motivi più o meno pretestuosi. Glielo spiego coi numeri. Dal 2004 a oggi Lotito ha avuto il grande merito e la grande fortuna di fare match pari con la Roma in fatto di trofei: negli ultimi 10 anni entrambe le società hanno vinto due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Il merito si riferisce al fatto che ci è riuscito con risorse molto inferiori, addirittura ereditando un club sull'orlo del fallimento; la fortuna si riferisce al fatto che la Roma ha perso tre campionati pur lottando seriamente per lo scudetto (2008, 2010, 2014), quattro finali di Coppa Italia (2005, 2006, 2010, 2013) e tre di Supercoppa Italiana (2006, 2008, 2010), laddove la Lazio lotitiana ha vinto tre delle cinque finali di coppa a cui ha partecipato. La grande sfortuna di Lotito, che agli occhi dei tifosi diventa una terribile colpa, sta semmai nell'essersi imbattuto in uno dei periodi più felici della storia della Roma. In dieci campionati di Serie A la sua Lazio ha totalizzato finora 555 punti; negli stessi campionati, la Roma ne ha messi insieme la bellezza di 680. Sono questi 125 punti di differenza, più di tutto il resto, a decretare la tremenda impopolarità del presidente: se oggi la Roma fosse decima in classifica forse da noi non ci sarebbe nemmeno contestazione, nonostante una stagione assai deludente. Sia ben chiaro, io non sono d'accordo. Per me presidenti, allenatori e giocatori vanno giudicati utilizzando il criterio della bacheca, e al momento quella di Lotito non è inferiore a quella dei dirimpettai, ma purtroppo il tifoso della strada legge sui giornali che il nostro sogno di mercato è Astori mentre dall'altra parte studiano come rinforzare una squadra che ha fatto 85 punti in 36 partite e non va tanto per il sottile, immaginando un'altra stagione di immani sofferenze...
Ho fatto questa premessa su Lotito, con tanto di numeri, per introdurre un altro dato, ossia quello che fotografa il suo score nei derby: 2 vittorie - 1 pareggio - 4 sconfitte. Paragoniamolo a quello degli altri allenatori più recenti: Delio Rossi ha 3 vittorie - 2 pareggi - 3 sconfitte, Ballardini ha 1 sconfitta e Petkovic ha 1 vittoria più La Vittoria - 1 pareggio - 1 sconfitta. Lei, pur essendo in netta ripresa (2 vittorie e 1 pareggio negli ultimi tre), ha ancora un pessimo score nei derby. E questo conta, caro Reja. Dopo i trofei, i derby sono l'altra porta per entrare nel cuore dei tifosi: perdendone quattro su quattro all'inizio lei ha creato un enorme pregiudizio negativo nei suoi confronti, e dovrebbe ancora risalire la china per eliminarlo del tutto. Se fosse furbo, ma soprattutto se avesse un altro carattere, potrebbe acquistare dei punti giocandolo tutti i giorni, senza aspettare le sfide sul campo. Potrebbe fare come fa Garcia, che nomina la Lazio in un'intervista su due e non le risparmia mai la frecciatina. Ma purtroppo lei è un uomo tranquillo: oltre a non complicarsi la vita sul campo, accontentandosi di "fare bene" anziché provare a vincere, non se la complica neanche fuori. Lei è una brava persona che vuole andare d'accordo con tutti. Ovviamente non posso fargliene una colpa, ma nel momento in cui mi domanda "de che stamo a parlà?" io devo risponderle che noi tifosi amiamo i Mourinho, i Garcia, i rosiconi, quelli che per vincere si venderebbero la madre, e non le brave persone che vanno d'accordo con tutti. A meno che non vincano derby e trofei, s'intende.

Abbiamo quasi finito. Rimane da sviscerare solo l'ultimo dei "capi d'accusa", ossia quello relativo alla visione del futuro. Questo è il meno oggettivo, perché si basa soprattutto sulle impressioni, non avendo io semplice tifoso il privilegio di assistere alle riunioni tra lei, il presidente e il direttore sportivo. Le impressioni dicono che Edoardo Reja è un allenatore che preferisce sempre andare sul sicuro, che preferisce giocatori fatti e affidabili ai talenti da sgrezzare e da educare, che tra un ragazzino della Primavera e un vecchio marpione di 35 anni punta sempre sul secondo. La Lazio attuale è ancora una squadra vecchia. Si è iniziato a rinnovarla nell'estate del 2013 (quando lei non c'era, e questo è un bell'indizio) con gli acquisti di Felipe Anderson, Biglia, Berisha, Perea, Novaretti e Vinicius - i quali possono essere considerati bravi o scarsi ma hanno in comune il fatto di essere tutti under 30 -, ma resta una squadra da ringiovanire profondamente. Lei è probabilmente il miglior allenatore possibile per questa squadra, col suo stile di gioco sornione - ritmi bassi e pressing quasi inesistente -, coi senatori che la stimano, che hanno preteso il suo ritorno, ma che essenzialmente mirano a difendere a oltranza il ruolo che si sono conquistati. Il problema è che questa squadra non ha futuro. Lei è l'allenatore perfetto per una squadra senza futuro. Quando leggo che Reja è contento per il rinnovo di Klose, e magari si è anche dato da fare affinché avvenisse, mi corre l'obbligo di ricordare a Reja che negli ultimi 17 mesi il nostro Miro è andato a segno in sole 8 partite. Ma va bene, Klose è Klose, e anche da 35enne non sarà mai il problema della Lazio. Il vero problema ce l'avremo se insieme al suo arriveranno i rinnovi del 37enne Biava, del 34enne Mauri, del 35enne Dias. E l'impressione è che lei questi rinnovi li voglia. Salvo poi venirci a raccontare, alla fine della stagione, che non è stato possibile fare di più anche per colpa degli infortuni. Le do una notizia: i giocatori vecchi non corrono e si rompono spesso.
Molti tifosi la fischiano, caro Reja, anche perché in lei vedono - a torto o a ragione - un ostacolo al necessario svecchiamento della rosa della Lazio. Ringraziamo i nostri eroi del 26 maggio, una partita che di fatto ha chiuso un ciclo tecnico, ma non possiamo vivere di ricordi, abbiamo bisogno di aria nuova. Visto che è così attento ai fischi, si è accorto di qual è il giocatore che riceve più applausi? E' Keita. E il prossimo secondo me sarà Minala. Abbiamo bisogno di futuro, abbiamo bisogno di un rilancio. Abbiamo bisogno di gioventù e di entusiasmo e di incoscienza e di talento, non di mestieranti senza fantasia, che vivono con la calcolatrice in mano per calcolare la media-punti. Petkovic e Delio Rossi hanno una media-punti in campionato più bassa della sua, ma sono nella storia della Lazio e nel mio cuore. Lei è malinconicamente lontano da tutti e due, e con questo spero che abbia finalmente capito "de che stamo a parlà".

Con stima per la persona, ma non per il professionista
Federico

STAMPA -> BUSTA -> FRANCOBOLLO -> EDOARDO REJA C/O S.S. LAZIO S.P.A., VIA DI SANTA CORNELIA 1000 – 00060 FORMELLO (ROMA) -> BUCA DELLE LETTERE.

Offline pizzeman

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R: "De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #1 : Sabato 10 Maggio 2014, 15:15:03 »
Complimenti a ML. Che spiega chiaramente perché un laziale obiettivo e in buona fede fischia Edy Reja.
Metterei un altro punto contro il sessantasettenne allenatore. Non è in grado di fare ciò che tutti gli allenatori oggi devono sapere fare: gestire le partite e capire i loro cambiamenti di inerzia.
Monocorde. Come comincia finisce. E quando la partita cambia volto lui aspetta.
Questo è per me il motivo principale per cui dovrebbe essere ovunque, ma non su una panchina prestigiosa ogni domenica.

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Non il nome dietro, ma il simbolo davanti.

darienzo

R: "De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #2 : Sabato 10 Maggio 2014, 15:33:17 »
Una requisitoria molto dura.
Personalmente, ho sempre considerato Reja una specie di traghettatore, e quindi non mi sento di mettergli in conto nè grosse colpe, nè attribuirgli particolari meriti.
Fa il suo molto bene, per le seconda volta ci ha portato via da acque invero limacciose, questo è un importante dato di fatto.
Manca il colpo di reni da parte sua, l'abitudine a mettere nel mirino traguardi diversi, non possiamo fargliene una colpa a questo punto della sua carriera

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Offline Matita

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R: "De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #3 : Sabato 10 Maggio 2014, 15:37:29 »
Perfetto ML.

Piu chiaro di cosi si muore. Bastava che invece di chiederlo in conferenza stampa lo chiedesse dentro Formello. Da Manzini a scendere sai quanti ne trovava.

Ps.
Personalmente l unica cosa che non mi vede complice sono i fischi .
Quando sbrocco (e mi capita di rado) partono i vaffanculi proprio.
Ne ricordo uno in particolare , quando sul 2-2 in casa con l udinese tolse zarate per kozak. Li persi la ragione, però il furlan vinse 3-2 e io persi la parola ( ma ne fui felice) per molto tempo.
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline disabitato

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #4 : Sabato 10 Maggio 2014, 15:39:43 »
Ottima analisi che ha anche il pregio, secondo me, di non avere la supponenza di dettare linee tecniche su moduli ecc, essendo di eslusiva competenza di chi allena per professione.

Bravo Federico.
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Offline Baruch

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Re:R: "De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #5 : Sabato 10 Maggio 2014, 15:44:55 »
Reja una specie di traghettatore

Si sta concludendo il quarto anno in cui lui è seduto sulla nostra panchina: delle due l'una, o non è un traghettatore, o la Lazio è una squadra che non esce dal traghettamento

Zapruder

Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #6 : Sabato 10 Maggio 2014, 15:59:06 »
Rispettabilissimo, ma non condivido manco una virgola. Senza ribadire ciò che penso di chi fischia la squadra alla lettura delle formazioni.

Ci sarebbe anche un appunto logico: giusto il discorso "contano i trofei" (figurarsi), ma "i punti non contano nulla" poi va in contraddizione con "la sroma ha fatto tanti punti": sì, ma non ha vinto nulla, ha trascurato la Coppa Italia per un'impossibile tentativo in campionato. Sotto questo aspetto, Reja vale Garcia secondo ML, il che è evidentemente improponibile. Forse è il caso di considerare minimamente valido il lavoro di chi ha riportato a galla la squadra in campionato e cercato una qualificazione in EL nettamente compromessa dall'avvio di stagione: che personalmente continuo ad imputare al 98% allo sciagurato mercato estivo e per il resto all'incapacità di Petkovic di tenere sotto controllo la situazione che dovette gestire: che è più o meno la colpa che ha qualcuno che non è riuscito ad acchiappare una saponetta bagnata usando solo i denti. La Lazio di Reja fu sesta, quanto a punti, nello spezzone di campionato del 2010, quinta nel 2011, quarta nel 2012 ed è sesta in questo tratto di campionato: troppo poco rispetto alla malagestione delle Coppe (è passato ormai il concetto che non potendo noi vincere il campionato, SI DEVONO vincere le coppe pena la bollatura col timbro "fallimento": come se fosse facile, e da tifoso respingo il concetto che "il campionato noi non lo possiamo vincere", un par de balle [chi indovina la citazione?)), ma c'è da chiedersi in base a cosa si afferma che la squadra valga di più, se poi si piange sulla scarsezza tecnica della rosa. Mah.

Poco chiaro anche il concetto della "propaggine di Lotito", che significa? boh. Oggi Berlusconi dice che qualsiasi stronzo potrebbe allenare il Milan al posto di Seedorf e Thohir dice che non può cacciare Mazzarri perché sennò dovrebbe pagare allenatori per un totale di 11 mln a stagione. E' questo il rapporto che vogliamo tra la Lazio e il suo mister?

Tra un anno sarà chiaro che "il problema" non è Reja, ma leggeremo che "lamentarsi in quella fase storica era corretto".

Offline disabitato

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #7 : Sabato 10 Maggio 2014, 16:18:32 »
No aspe'.. Reja, ad oggi, è l'ultimo problema da sistemare alla Lazio. Io mi prendo sempre un buon giocatore prima di un buon allenatore. Oggi servono in primis i giocatori, il resto verrà di conseguenza.
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Offline ML

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #8 : Sabato 10 Maggio 2014, 16:23:48 »
Ci sarebbe anche un appunto logico: giusto il discorso "contano i trofei" (figurarsi), ma "i punti non contano nulla" poi va in contraddizione con "la sroma ha fatto tanti punti": sì, ma non ha vinto nulla, ha trascurato la Coppa Italia per un'impossibile tentativo in campionato. Sotto questo aspetto, Reja vale Garcia secondo ML, il che è evidentemente improponibile.


Sia ben chiaro, io non sono d'accordo. Per me presidenti, allenatori e giocatori vanno giudicati utilizzando il criterio della bacheca

Forse avrei dovuto grassettarlo, in un intervento così lungo questo fondamentale inciso rischia di non essere notato abbastanza.
Per me Garcia in questa stagione è stato più bravo di Reja non tanto per aver fatto 11 punti in più nello stesso segmento di campionato, bensì per essere riuscito ad "allenare" magnificamente la piazza. Se si è lamentato della feroce contastazione post 26 maggio l'ha fatto per difendere i giocatori, e non per parare il suo culo come fa Reja. Dopodiché ha saputo trasformare la delusione in rabbia e in motivazioni. Ha saputo far sognare prima di tutto la sua squadra, anche se poi alla fine non ha vinto un'emerita ceppa.


Poco chiaro anche il concetto della "propaggine di Lotito"

Poco chiaro perché non essendo una mia idea non ho perso tempo ad argomentarla. Anche qui c'è un inciso che forse avrei dovuto grassettare, visto che non sembra essere stato letto:

Non è questo il mio caso.

(è passato ormai il concetto che non potendo noi vincere il campionato, SI DEVONO vincere le coppe pena la bollatura col timbro "fallimento": come se fosse facile, e da tifoso respingo il concetto che "il campionato noi non lo possiamo vincere", un par de balle [chi indovina la citazione?)), ma c'è da chiedersi in base a cosa si afferma che la squadra valga di più, se poi si piange sulla scarsezza tecnica della rosa. Mah.

Ultime tre puntualizzazioni.
1) Meno male che è passato, meno male che siamo riusciti a farlo passare. La considero una grande vittoria. Ovviamente ci accontentiamo di molto meno che vincerle: ci è sufficiente vedere che si punta a vincerle.
2) Da tifoso semplice puoi respingere ciò che vuoi, ci mancherebbe. Da tifoso con la calcolatrice, invece, dovresti prendere atto che nell'era Lotito abbiamo lottato per lo scudetto esattamente zero volte. E che se oggi hai (abbiamo) un argomento per difendere questa presidenza sono proprio quelle tre coppe che ti piace giustamente postare in foto ogni tre per due.
3) Quanto all'affermazione che la squadra valga di più, ti invito a quotarla se riesci a trovarla nel mio post. A me sembra di aver scritto altro, e cioè che Reja è probabilmente il miglior allenatore per questa squadra: il che significa che nessuno è in grado di farla rendere (in campionato) meglio di lui. Quanto al valore della medesima, a inizio stagione pronosticai un piazzamento dal 6° al 10° posto e mi pare di averci azzeccato in pieno.

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Dette tutte queste cose, è chiaro che nel momento in cui pubblico la lettera sul forum questo si trasforma nell'ennesimo topic su Reja, in cui tutti noi finiremo per ripetere le cose che abbiamo già detto in precedenza.
A me interessava soprattutto rispondere personalmente all'allenatore e alla sua spocchiosa domanda, ossia "de che stamo a parlà?". Per questo adesso esco e vado a imbucare la lettera. Mi interessava soprattutto mettervi a parte della mia iniziativa, più che rifare il processo a un allentore che ho già condannato senza appello.

Offline Eagles71

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #9 : Sabato 10 Maggio 2014, 16:34:11 »
dovevi scrivine una a Lotito, perchè probabilmente Reja è l' allenatore adatto ai giocatori che ha la Lazio, non per niente si spiega il girone di ritorno in media CL.
Se si vuole crescere si devono prima comprare giocatori forti e poi allenarli per vincere.
Reja fa quel che può e neanche male.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline ML

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #10 : Sabato 10 Maggio 2014, 16:43:24 »
dovevi scrivine una a Lotito

C'è già tanta gente che lo fa, volevo fare qualcosa di più originale.

Offline Andre

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R: "De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #11 : Sabato 10 Maggio 2014, 16:56:51 »
Ottimo intervento, forse troppo severo sul derby, partita secca in cui Reja é stato più volte sfortunato e spesso con una rosa qualitativamente inferiore a quella riomista ...

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da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Pomata

Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #12 : Sabato 10 Maggio 2014, 17:21:34 »
Dopo la crocca ricevuta in faccia il 26 maggio, bastava il "primo stronzo che passava" (cit) x allenare le merde e fare bene.

Totti ha messo ordine a trigoria e tutti hanno fatto il loro dovere, poi l'appetito è venuto mangiando.


Offline BobLovati

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #13 : Sabato 10 Maggio 2014, 17:25:33 »
non vedo l´ora che arrivi il 19 maggio   :-X
Una stagione talmente brutta che l´unica cosa positiva sarà la sua fine.

A me Reja non è mai piaciuto ma, visti i motivi ( secondo me INESISTENTI ) per cui è stato fatto ritornare a Roma, potrebbe avere anche una qualche ragione chiedersi quanto riportato dal titolo.

Il fatto è che essere allenatore di una squadra da media-semialta classifica come la lazio, avendo un pubblico (o almeno una buona parte di esso) che crede di essere il Real Madrid, è molto complicato da gestire.
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Pomata

Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #14 : Sabato 10 Maggio 2014, 17:50:27 »
non vedo l´ora che arrivi il 19 maggio   :-X
Una stagione talmente brutta che l´unica cosa positiva sarà la sua fine.

A me Reja non è mai piaciuto ma, visti i motivi ( secondo me INESISTENTI ) per cui è stato fatto ritornare a Roma, potrebbe avere anche una qualche ragione chiedersi quanto riportato dal titolo.

Il fatto è che essere allenatore di una squadra da media-semialta classifica come la lazio, avendo un pubblico (o almeno una buona parte di esso) che crede di essere il Real Madrid, è molto complicato da gestire.

Minimo il Real...mediocre >:( :D

Offline DinoRaggio

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #15 : Sabato 10 Maggio 2014, 18:16:46 »
Dal suo punto di vista, Reja ha ragione. Usando una metafora ciclistica, probabilmente è un passista, i 200 chilometri della tappa s'impone di percorrerli in 5 ore e mezza, e se li percorre in quel tempo è soddisfatto, e i passisti vanno al loro passo, appunto, raramente cambiando "marcia". Poi ci sono gli scalatori, quelli che del tempo gli frega il giusto, e talvolta puntano al GP della Montagna ed al tappone, difficilmente vanno in rosa, però un gruzzoletto lo acchiappano.

Reja ragiona da passista, ed il "de che stamo a parla'" significa proprio questo.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline ML

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #16 : Sabato 10 Maggio 2014, 18:23:12 »
Reja ragiona da passista, ed il "de che stamo a parla'" significa proprio questo.


Sì sì, ma bisogna fare un passo avanti. Reja ragiona così e per questo non si spiega i fischi. Io credo alla sua buona fede, sono veramente convinto che a lui risultino inspiegabili. Per questo gli ho spiegato i miei. Poi si può essere d'accordo o non d'accordo, ci mancherebbe, ma io ho letteralmente provato a spiegargli "de che stamo a parlà?". Del resto che allo stadio venga fischiato è un fatto.

Offline Frusta

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #17 : Sabato 10 Maggio 2014, 19:54:54 »
...

Condivido tutto* meno l'idea di dirlo a Reja.
Perché se capisse capirebbe.
P.s.
Se tu vorresti Paolo Conte ma ti ritrovi Gigi D'Alessio non è che spiegandogli i motivi per cui non ha mai cantato all' Olympia lui domattina si mette al pianoforte e compone "sotto le stelle del jazz" eh?  ;)


*Derby a parte, di quelli non gliene faccio una colpa, se al primo il buon Floccari non si fosse cacato in mano credo che avrebbero avuto tutti e quattro un' altra storia.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline ML

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #18 : Sabato 10 Maggio 2014, 20:01:07 »
Condivido tutto* meno l'idea di dirlo a Reja.
Perché se capisse capirebbe.
P.s.
Se tu vorresti Paolo Conte ma ti ritrovi Gigi D'Alessio non è che spiegandogli i motivi per cui non ha mai cantato all' Olympia lui domattina si mette al pianoforte e compone "sotto le stelle del jazz" eh?  ;)

Ma a me umanamente dispiace fischiarlo. Dirò di più: mi dispiace per questo brav'uomo, che nel 2010 ci ha pure tolto dalla cacca e che nonostante una dignitosa conduzione non si sente amato. Gli ho voluto spiegare come mai non riesco ad amarlo. Io vorrei poterlo fare, al limite...

Offline Baruch

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Re:"De che stamo a parlà": lettera a Edoardo Reja
« Risposta #19 : Sabato 10 Maggio 2014, 20:04:14 »
Tu sai come la penso, ma sono in totale disaccordo sull'uomo. Preferisco il professionista