Mancini: "Alla mia Lazio mancò solo la Champions" (Laziopolis)

[borgorosso]

sì ce la battevamo, ma non eravamo i favoriti

c'ho le lacrime agli occhi

[Er Matador]

sì ce la battevamo, ma non eravamo i favoriti. non è che l'abbiamo buttata noi al cesso quella champions, come a volte sembra emergere dai racconti dei tifosi. abbiamo buttato la partita di andata col valencia, questo sì. ma se anche l'avessimo sfangata al mestalla, era difficilissimo comunque portare a casa la coppa. cioè non l'ho mai vissuta come un rimpianto epocale (la coppa intendo non la partita in sè), nè allora nè adesso a ripensarci.
sarebbe come dire che la lazio dello scorso anno ha buttato la EL. certo c'era una possibilità non nulla di vincerla se avessimo battuto il fenerbache ma vincere la coppa sarebbe restato un mezzo miracolo.

Concordo, anche perché ci mancava l'abitudine alla competizione senza la quale, in certe partite, manca qualcosa di determinante sul piano mentale.
Se ripenso alle mie reazioni, mi ricordo molto comprensivo nei confronti della squadra: la quale veniva da un periodo massacrante sul piano atletico e nervoso, compreso il tiratissimo derby di ritorno, e accusò un black-out a quel punto inevitabile.
L'unico rimpianto - a parte la condizione atletica degli uomini di Cuper, quantomeno sospetta - riguarda la gestione della gara dopo che il mio omonimo aveva portato lo score sul 4-2.
Anziché gestire quel risultato, quasi miracoloso in rapporto alla disfatta sul piano del gioco, ci lasciammo infilare nuovamente dal Piojo.
Rimango convinto che quel quinto gol abbia scavato un solco decisivo sul piano psicologico.
Potendo affrontare la gara di ritorno con l'obiettivo di un 2-0, non facile ma senza i connotati di una montagna da scalare, secondo me sarebbe cambiato parecchio: innanzitutto sul piano della convinzione.
Nessuna recriminazione, comunque: un paio di Coppe europee, sia pure meno prestigiose, le avevamo sollevate.
E poi l'aver strappato uno scudetto alla diarchia mafiosa, soprattutto dopo l'infamia dell'anno precedente, aveva significati troppo particolari.
Superiori, nella mia percezione di tifoso, persino a una CL alzata al cielo.

[Eagles71]

quel tipo di rammarico ce lo può avere con la samp semmai...

[fish_mark]

Superiori, nella mia percezione di tifoso, persino a una CL alzata al cielo.

guarda, parliamo di fantascienza e quello che dici tu con quanto dice GDrenai mi trova d'accordo.
Ma ritorniamo per una attimo indietro ,magari a Juventus-Lazio con Simeon che sbaglia di poco il colpo di testa. Poi andiamo a Valencia e facciamo il colpaccio, quindi semifinale e in finale vinciamo la Champions, senza scudetto ovviamente.
L'anno dopo il loro terzo scudetto me lego te lo dico poi dove ...

PS E magari con il delirio di incontrare il Boca Juniors a Tokyo! Ho le lacrime agli occhi.

[Zapruder]

Valencia arrivò dopo il trittico Chelsea-derby-Juventus, e l'approccio psicologico, anche di noi tifosi, fu simile a quello con cui si arriva a un ottavo di Coppa Italia, tanto ci sentivamo forti e ancora un po' "pieni" della vittoria a Torino. Una Lazio che avesse mollato in campionato avrebbe affrontato in modo assai più deciso il quarto di CL, e probabilmente passato il turno, per poi trovare il Barca in semifinale che Angloma e compagni spianarono con comodo, quell'anno i catalani non erano un granché. E la finale sarebbe stata apertissima, pur non vedendoci favoriti. Ma coi "se" non si fa la storia del calcio, altrimenti l'as avrebbe quaranta scudetti in bacheca. Quello che importa è che quella squadra fosse costruita per competere ai massimi livelli in tutti i tornei, e resta la miglior squadra mai apparsa sullo scenario del calcio romano, senza discussioni.

Per molti, l'anima vincente di quella squadra divenne "Merdini" e io non lo dimentico. Vergogna.

[cartesio]

la miglior squadra mai apparsa sullo scenario del calcio romano

Ovvero, laziale e non.

Per quanto mi tocchi riconoscere che sull'altra sponda del Tevere a volte abbiano avuto delle gran belle squadre, nessuna ha raggiunto i livelli della Lazio di Cragnotti.

Nessuna.

[fish_mark]

Per molti, l'anima vincente di quella squadra divenne "Merdini" e io non lo dimentico. Vergogna.

Prova farlo ogni tanto. Vivi meglio la Lazio.
Una memoria così vivida ed eterna non aiuta l'umanità, tanto meno la lazialità.

[Reflexblue]

Il Real era una bella squadra, ma alla nostra portata.
Questa la formazione vincente:
Casillas - Salgado - Helguera - Ivan Campo - R. Carlos - Redondo - McManaman - Raul - Morientes - Anelka.

Non credo di esagerare se affermo che in partita secca la Lazio se la sarebbe giocata almeno alla pari.

La verità è per andare a centro in una manifestazione così prestigiosa con sole due partecipazioni (la terza ci vedeva ormai lontanissimi dai top club) si devono incastrare una miriade di fattori. Una partita storta, un arbitraggio discutibile, un sorteggio particolarmente ostico in un momento della stagione in cui non sei in forma, un paio d'infortunati pesanti... e sei fuori.
Il Real ha riconquistato una finale dopo ben dodici anni; il City non ha mai passato il primo turno; il Chelsea di Abramovich ha aspettato.. quanto? Dieci anni?

[cuchillo]

Valencia fu una serata devastante, ma sono d'accordo con drenai che quella competizione abbandonata ai quarti non resta certo un rimpianto/rammarico.
Era difficile, tanto difficile, vincerla.

Fu criminoso prendere quel gol in contropiede. Sul 4 a 2 avremmo dovuto far sparire il pallone sotto qualche maglietta. Ma non ci fu che dire: il Valencia ci fu superiore in modo imbarazzante.
Andavano a una velocità per noi insostenibile e lo fecero per 70 minuti abbondanti.

Oltre al quinto gol, il mio grande rammarico fu una percussione centrale di Veron sul 2 a 1 per loro. Seba venne colpito a una gamba da un difensore ma (scioccamente) restò in piedi invece di cadere giù. Sarebbe stato un rigore solare.
Magari andavi sul 2 a 2 e il Valencia si sarebbe potuto innervosire un po'.
Ma avremmo perso in ogni caso.

[ThomasDoll]

E noi invece dovevamo vincere in uno schiocco di dita.
Di quel torneo si può ricordare l'autorevolezza con cui passammo a Stanford Bridge o la grande e sfortunata prova del ritorno col Valencia. Quanto alla cinquina del Mestalla, una Lazio più smaliziata e meno presuntuosa avrebbe congelato la partita molto prima, noi ne prendemmo 5 perché volevamo vincerla a tutti i costi. Con l'eliminazione dalla CL nacque il ritorno vincente in campionato, quindi a posto così direi. Considerando che, per dire, la Juve di Conte fa parecchia fatica al primo turno, direi che non si trattò di partecipazione anonima, anzi. 
Quanto a Cragnotti, si è detto tutto fino alla nausea: dal suo arrivo fino allo scudetto la Lazio ha tenuto i conti a posto, il lasso di tempo era ben più lungo di quanto non sarebbe stato se si faceva il gioco delle tre carte, come molti sostengono. Quindi la Lazio di Cragnotti era una società gestita correttamente, che aveva messo nel calcio soldi veri che avevano fruttato altri soldi, e tanti. Lo scudetto ha generato uno squilibrio che non è stato gestito: quando ha cominciato a metterci le mani Sergio è partito il default Cirio, due stagioni di inerzia hanno fatto il resto, mentre la Lazio di Mancini esibiva un calcio spettacolare e vincente.
La cesura operata da Lotito è alla base del "non c'è più nessuno" di oggi: i primi tempi molte "scorie" scudettate o cragnottiane continuarono però a operare in biancoceleste. Da Peruzzi a Negro, da Giannichedda a Couto, a Baronio, Ballotta, eccetera. Quello che è successo è il segno del tempo, Mancini ha proseguito la sua carriera nel calcio stellare, raggiunto di recente da Simeone, con il quale è sempre stato diviso da un forte dualismo. Due galli in un pollaio. Simeone è sangue e anima dove Mancini è classe e pragmatismo. La fusione tra queste due Lazio ha prodotto grandissimi risultati, la Lazio di Cragnotti dominava in una calcio italiano che faceva quello che voleva nelle coppe europee, la concorrenza era a livelli mai visti e mai più raggiunti. Quella squadra oggi vincerebbe cinque scudetti di seguito.

[lollapalooza]

Con quella squadra ti stropicciavi gli occhi, un vero spettacolo.
La partita col Valencia evidenziò quanto meno mancanza di cinismo da grandissima.

Ma Mancini non era "Merdini" per tanti lazialari dell'epoca?

Ricordo anche io; come ricordo che Favalli, ora giustamente incensato, era considerato nella vulgata generale 'na pippa invereconda.

Le origini dell'ignobile nomignolo del Mancio queli erano?

[disabitato]

credo il suo passaggio all'inter.
ricordo ancora le maglie "banda mancini" lanciate in campo a san siro dal settore occupato dai laziali.

[Pomata]

Prova farlo ogni tanto. Vivi meglio la Lazio.
Una memoria così vivida ed eterna non aiuta l'umanità, tanto meno la lazialità.

Guarda che sei tu che la vivi male la Lazio, non Zap.

[Boks XV]

Per molti, l'anima vincente di quella squadra divenne "Merdini" e io non lo dimentico. Vergogna.

come darti torto.
per molti l'anima vincente del primo scudetto, il Dio del calcio laziale, divenne solo il centravanti della Massese, la riserva di Anastasi.
vergogna.

[AlenBoksic]

Al ritorno col Valencia mancò il raddoppio in quel quarto d'ora ad inizio ripresa in cui li prendemmo a pallonate: con un gol in quel frangente il terzo veniva a ruota.

[borges]

è rimasto pure Mimmo Caso per dire....

poi più della metà se li è portati via lui all'inter....

[borges]

 e resta la miglior squadra mai apparsa sullo scenario del calcio romano, senza discussioni.

Per molti, l'anima vincente di quella squadra divenne "Merdini" e io non lo dimentico. Vergogna.

peccato non essersela goduta manco quella..
perchè ad ogni partita era
Pancaro e Favalli non sanno crossà
Veron è lento e non è continuo
etc etc

[Zapruder]

come darti torto.
per molti l'anima vincente del primo scudetto, il Dio del calcio laziale, divenne solo il centravanti della Massese, la riserva di Anastasi.
vergogna.

Prenditela con le migliaia di cretini che invece di dargli una pacca sulla spalla e dirgli "Gio', lascia stare, ti stai ficcando in un merdaio", si sono giocati volentieri il SUO culo, non il proprio (e quando mai), sull'altare dei "sogni".

Quando è morto hanno continuato ad accusare lui, povere anime innocenti ingannate.

Un mondo con un pelo sullo stomaco folto come quello di un orso siberiano, in cui tanto per fare un esempio gente che è dovuta stare fisicamente lontana dalla curva per decenni, manco il giorno della festa-scudetto poterono avvicinarsi, si presenta con lo striscione degli ES perché finalmente i caporioni glielo permettono. La dignità di un cesso della stazione. E ci sarebbero altri millemila esempi.

[Pomata]

Prenditela con le migliaia di cretini che invece di dargli una pacca sulla spalla e dirgli "Gio', lascia stare, ti stai ficcando in un merdaio", si sono giocati volentieri il SUO culo, non il proprio (e quando mai), sull'altare dei "sogni".

Quando è morto hanno continuato ad accusare lui, povere anime innocenti ingannate.

Un mondo con un pelo sullo stomaco folto come quello di un orso siberiano, in cui tanto per fare un esempio gente che è dovuta stare fisicamente lontana dalla curva per decenni, manco il giorno della festa-scudetto poterono avvicinarsi, si presenta con lo striscione degli ES perché finalmente i caporioni glielo permettono. La dignità di un cesso della stazione. E ci sarebbero altri millemila esempi.

Eh, ma sbagliò per troppo amore (E per Giorgione vorrei credere che sia stato così) ma gli altri che ora si eriggono a "veri Laziali"? Un capitano che si vendette pure il culo per due spicci, lo fece per troppo amore pure lui?

Ma si rende conto il Laziale a chi sta dando credito?

[Zapruder]

Eh, ma sbagliò per troppo amore (E per Giorgione vorrei credere che sia stato così) ma gli altri che ora si eriggono a "veri Laziali"? Un capitano che si vendette pure il culo per due spicci, lo fece per troppo amore pure lui?

Ma si rende conto il Laziale a chi sta dando credito?

Sul Guerino uscito oggi, segnalo una lunga intervista proprio a Wilson, che illustra tra l'altro la sua versione di quella vicenda: ammette l'illecito, ma dice di non aver avuto nulla a che fare con Crick&Crock. A me piacque molto leggere sul libro di Chiappaventi del suo esilio volontario dal mondo del calcio, e penso che ormai è passato così tanto tempo che non ci sia più nulla di cui discutere, al riguardo. Quello che non va è che i soliti papponi, ancora una volta, usano i totem facendoli assurgere a "simbolo di lazialità", e dietro quei totem ben riparati, ché se qualcosa va male "io non c'entro nulla". Wilson, Oddi, Martini, Garlaschelli, sono la storia della Lazio e nessuno potrà mai cambiare la storia, nemmeno quei romanisti fracichi che di questi simboli si servono per mettersi in tasca qualche spicciolo in più. Che Iddio gli mandi un'estate freddissima.