I 5 modi di vincere della roma (di Massimo Zampini)

[ML]

Sì lo so, Zampini è uno juventino demmerda. Ma infatti siamo in coprologia, no?

I 5 MODI DI VINCERE DELLA ROMA

(di Massimo Zampini) 28/04/2014

1) Il trionfo: “più forti di tutto”
La Roma ha vinto, meritatamente, uno scudetto, una partita importante di Coppa o campionato. E’ dunque riuscita a trionfare, contro tutto e tutti, che come è noto ne ostacolano ogni corsa al successo. Solitamente, vuol dire gran folla a Fiumicino (o miliardi di persone al Circo Massimo, se di scudetto si tratta, mentre di Coppe ahimè non abbiamo prove empiriche), entusiasmo sulla Rai, e rivincita dei tifosi che finalmente possono godersi il trionfo agognato da tempo. In radio, e parliamo della radio nazionale, si commenta il titolo 2001 con “mai scudetto fu più meritato”. Per quale motivo fosse il più meritato, poi, non fu dato saperlo. E’ la vittoria contro il Palazzo, il sistema, sono i buoni che battono i cattivi, gli indiani che sovvertono la storia e cacciano gli invasori dalle loro terre, ma anche l’Impero romano che riprende la sua cavalcata e torna a schiacciare ogni nemico. Il calcio, tutto a un tratto, si è temporaneamente ripulito. Parte la festa, che giustamente dura diversi mesi e non risparmia nessun avversario.

2) La vittoria in scioltezza
E’ la vittoria contro il Parma, il Chievo, l’Atalanta, solo per restare alle ultime partite. Oppure sempre contro il Parma all'ultima di campionato, proprio nella stagione del tricolore 2001. I giallorossi schiantano i loro avversari senza faticare troppo. E’ l’altra faccia della vittoria “scansamose” dei rivali juventini. Qui l’avversaria non si è scansata, d’altronde un favore alla Roma non è concepito, non sarebbe possibile per definizione: semplicemente, la Roma è stata troppo forte, e in fondo è solo l’ennesima dimostrazione che sarebbe prima con dieci punti di vantaggio, se non ci fossero stati i noti aiutini e qualche avversaria della Juve troppo morbida. Contro la squadra di Garcia, Atalanta, Chievo e Parma hanno dato tutto, anche oltre le loro possibilità, ma non è bastato a impensierire minimamente l’armata giallorossa.

3) La vittoria sofferta
E’ il successo a fatica, pur contro una piccola squadra. Come già visto, per la Juve questo tipo di vittoria equivale alla dimostrazione che la squadra non è poi così forte come si dice. Qui, cambia tutto: la Roma vince a fatica perché tutti, contro di lei, fanno tutti la partita della vita. Il portiere, in primis, “facci caso, quello para tutto solo con noi”. Il centrocampista che non azzecca la partita da mesi, "oggi sembrava indemoniato". Il centravanti che di solito non segna mai, ma “con noi ovviamente si è risvegliato”. Tuttavia, si è vinto lo stesso. Eroici.

4) La vittoria con favore arbitrale
Premessa: questa non è prevista. Per cominciare l’errore non era un errore. Insomma, prima reazione collettiva: non siamo stati favoriti, impossibile. Se guardi bene, il difensore tocca l’attaccante, c’è una trattenuta, tre minuti prima hanno ingiustamente invertito il fallo laterale, eccetera eccetera. Seconda: è stato un errore, ma impercettibile. “Anzi, in questi casi le direttive arbitrali dicono che non va alzata la bandierina, quindi ha fatto bene e non segnalare il fuorigioco”, e altre finezze giuridiche di tifosi improvvisamente non più complottisti, ma profondi conoscitori dei cavilli regolamentari. Ove invece l’eventuale errore a favore si riveli palese e difficilmente contestabile, terza reazione, la più importante, sempre valida: “è proprio la dimostrazione che sono in malafede, ora ci fanno vincere con l’aiutino per dimostrarci che non c’è nessun disegno, ci danno il contentino”. In sintesi: non c’è stato favore; se c’è stato, non era comunque un vero errore; se si è trattato di vera svista, era solo per darci un contentino che attesta la malafede del Palazzo.

5) La vittoria morale
Si tratta di quella che i tifosi delle altre squadre chiamano più semplicemente sconfitta. Per la Roma no, e in fondo ce lo ricorda un noto slogan dei tifosi: chi tifa Roma non perde mai. E in effetti, dopo lo scudetto svanito per Turone; la grande rimonta di Eriksson vanificata da Roma-Lecce; due testa a testa con l’Inter, in cui ha prevalso quest'ultima; una finale di Coppa Campioni contro il Liverpool o di Uefa ancora contro l’Inter; la beffa che vanifica “epici” tentativi di rimonta come Roma-Slavia Praga (un semplice quarto di Coppa Uefa divenuto una sorta di leggenda) o Roma-Torino di Coppa Italia (nonostante 3 rigori a favore, ovviamente nettissimi) ; ebbene, se la Roma perde, in tutti questi casi, non ha perso davvero, ma ha vinto moralmente. Poi il Palazzo o il fato avverso hanno deciso diversamente, ma la Roma ha vinto anche stavolta. E' la vincitrice morale. Concerto di 'cantautore molisano che copia canzoni altrui (e che porta iella)', grazie Roma che ci fai abbracciare ancora, e tutti a casa tristi ma consci di avere perso solo per colpa del destino. Sarà per la prossima volta. E comunque vada, sarà un successo.

[SAV]

E' juventino, ma non demmerda...
Ha un grande senso dell'umorismo.  Si legge sempre con piacere...

[ML]

E' juventino, ma non demmerda...

Demmerda in quanto juventino, cosa che a volte lo porta a prendere posizioni... da juventino.
Ma anch'io amo moltissimo la sua ironia.

[diepa]

Geniale....
E soprattutto quello che ha scritto è terribilmente tutto vero!!

[Matita]

diffondere ovunque , pure ai cessi dell'autogrill.

[Matita]

Il Tempo - Lettera di un tifoso laziale: “Non se ne può più del piagnisteo romanista”
28.04.2014 18:20 di Andrea Antonio Colazingari Twitter: @@aacolazingari  articolo letto 11050 volte
© foto di Insidefoto/Image Sport 
Pubblichiamo, tratta da "Il Tempo" del 27 aprile, la lettera di un tifoso laziale:

A tutto c’è un limite, non si può sopportare più il solito piagnisteo romanista per il probabile scudetto juventino. Il complotto sta per essere compiuto, confermano i media romani, quelli che hanno incensato per una stagione Marquinhos, giovanotto brasiliano di belle speranze, aiutando il club che festeggia i secondi posti negli spogliatoi, a venderlo a 35 milioni a un arabo con l’anello al naso. E così sia. La squadra dei poteri forti, gestita almeno in parte da una delle banche più importanti d’Italia, è stata sfavorita per tutta la stagione. «Lo stinco di Tevez è in fuorigioco», su «El Kaddouri era rigore», per finire al più classico «il gol di Turone era regolare», il motivetto più gettonato da oltre 30 anni.

Non se ne può più. I laziali, minoranza silenziosa, chiedono che sia assegnato un altro tricolore, quello morale. E in quelli, negli scudetti meritati ma scippati dal «Palazzo», è piena la bacheca di Trigoria che negli ultimi anni ha visto arrivare meno coppe della derelitta dirimpettaia cittadina.

Non se ne può più di vedere nascondere su molti giornali il sesto gol segnato in fuorigioco da Gervinho, velocissimo ivoriano che beffa gli assistenti di linea che devono giudicare i suoi scatti prodigiosi. Senza dimenticare quello di Destro contro il Torino oppure il rigore non dato alla Samp sempre all’Olimpico dove il vento romanista soffia sempre dalla stessa parte.

Non se ne può più di assistere al pianto dell’«educatore Garcia» che sta decidendo quali giocatori schierare nel Sassuolo contro la Juve. Sì, lo stesso che aveva criticato Reja per un’infelice uscita alla vigilia del derby («spero che qualche romanista si faccia male e non giochi contro di noi»), ora è diventato un esperto di gufaggio. Lecito per carità, ma il «maestro» francoispanico aveva chiesto all’arbitro Rizzoli di non dare recupero nella sfida Juve-Roma dell’andata con i suoi ridotti in nove, dando una dimostrazione di vera sportività. Senza dimenticare il sermone su De Rossi e Destro che non meritavano la prova televisiva, ma che con grande fair-play avevano dato un colpo all’avversario senza che l’arbitro se ne fosse accorto. L’educatore ha glissato sull’argomento confermandosi stratega straordinario, bravissimo a stravolgere la realtà creandone una virtuale sempre funzionale al teorema complottista.

Non se ne può di assistere alla creazione di record mai visti quando in realtà gli unici vinti sono quelli dei secondi posti, dei colpi di tacco di Francesco Totti (a proposito il primo giornalista che lo chiamerà solo Totti senza il nome sarà insignito di un premio alla carriera) o del centinaio di rigori realizzati (tutti sacrosanti, per carità, chi dubita è della Lazio), delle proteste contro l’arbitro di turno, piuttosto che di coppe alzate in faccia. A proposito mica dopo il 26 maggio, la Juventus festeggerà il suo scudetto all’Olimpico giallorosso? Bah, sarebbe divertente.

Non se ne può più di vedere il sindaco Marino spendersi solo per lo stadio della Roma, oppure professare una presunta fede giallorossa per una manciata di voti. Lui che è cresciuto con la pasta col pesto e che in un’intervista aveva chiesto a Klose di non lasciare la Roma (che ridere).

Non se ne può più di assistere su Sky alla santificazione quotidiana di tutto ciò che riguarda la Roma. E così 50.000 spettatori diventano 70.000, Totti un santarello che non si butta mai per terra, De Rossi un lord nello spiegare al giovane arbitro di turno che clamoroso abbaglio sta prendendo. Basta per favore, ve lo chiedono i laziali delusi, dilaniati da lotte intestine, dalla guerra a Lotito. Anche loro hanno diritto a una verità che non sia creata ad arte per dare fiato al complotto contro il club che si appresta a vivere una meritata avventura in Champions. Dove però lo sponsor della manifestazione, l’Unicredit, è proprietaria di un pezzo della Roma. Ma questo non è conflitto d’interessi, è solo goliardia. Arrivederci al prossimo aereo.

Luigi Salomone

[zorba]

Non ho ben capito il saluto finale di questa lettera...

 

[Giglic]

Quello delle spiagge di ostia, credo...


Chi è romanista avvelena anche te: digli di smettere.

[zorba]

Uh, è vero...

Grazie Giglic!

 

[aaronwinter]

Forse era l'altro, quello di "oh nooooo..... nun è successo"
Più adeguato al contesto.

[M_T_k]

a giamma
grandissimo pezzo! Zampini non ti amiamo ma questo è VANGELO !!!
ognuno di noi avrebbe voluto scriverlo così
il mio pensiero va pure al solitario "comunista al sole"
molisano, copione che porta pure sfiga, moderno Claudio Villa ...
ognuno sceglie chi gli assomiglia

[WombyZoof]

sempre attuale