Autore Topic: ESCLUSIVA - Il Prof. Verna, nutrizionista al servizio della Lazio: vi racconto  (Letto 628 volte)

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Per scorrere il suo curriculum, non basterebbero né Pasqua né Pasquetta. Ordinario di Patologia Clinica, Direttore del Centro per la Medicina e il Management dello Sport presso la Sapienza, Presidente dell'Associazione Italiana di Patologia Clinica e Medicina Molecolare e mille altri titoli incarichi nazionali e internazionali. Ma in questa sede c'è una voce che risalta su tutte: il Professor Roberto Verna è il nutrizionista della Lazio, ormai da otto anni. Di giocatori - meglio, di atleti - ne ha visti entrare e uscire tanti attraverso i cancelli di Formello. Tanti altri ne ha visti crescere, altri diventare vecchiotti. Per tutti, ha curato e continua a curare l'alimentazione. Nei minimi dettagli, ascoltando le esigenze di ogni biancoceleste. Come racconta il Prof. Verna in persona, in esclusiva ai nostri microfoni.

Diete mirate, test per controllare che non ci siano etti furbetti da smaltire. Come si svolge nello specifico il suo lavoro?
E' molto semplice. A cadenza quasi regolare - che dipende anche dai turni infrasettimanali - mi reco a Formello per effettuare delle visite di valutazione metabolica ai calciatori. Consistono in una misurazione della massa magra e di quella grassa, dell'idratazione, per vedere in quali condizioni di forma sono i giocatori. E' un test che viene ripetuto ogni 15-20 giorni. Alcuni di loro hanno bisogno a volte di perdere qualche etto, io gli preparo una dieta personalizzata e mirata da seguire a casa.

Senza fare nomi di buoni o cattivi, i biancocelesti seguono i suoi dettami con fiera professionalità oppure per qualcuno rappresentano un piccolo "sacrificio"?
Fondamentalmente sono ragazzi, sono atleti che si allenano tutti i giorni e che possono aumentare al massimo di mezzo chilo-un chilo in particolari periodi. Ma sono tutti ragazzi attenti e professionali. In certi momenti possono magari avere bisogno di un certo tipo di alimentazione, se sottoposti a un ciclo di partite ravvicinate o a condizioni di stress. Le energie perse chiaramente vanno reintegrate dopo aver disputato una partita. Esiste a tal proposito la convizione generale che, dopo l'atttività sportiva, sia corretto mangiare carne. Niente di più sbagliato: il comportamento migliore è quello di assumere carboidrati, sotto forma di pastasciutta o riso. In tal modo vengono ripristinate immediatamente le riserve necessarie di glicogeno. Poi, dopo 2-3 ore dallo sforzo fisico, si possono assumere anche proteine e quant'altro.

Nel corso della sua lunga esperienza alla Lazio, ha avuto modo di collaborare con il primo Reja, quindi con Petkovic e ora di nuovo con il decano di Lucinico. Che differenze ci sono nel rapporto di questi due tecnici e dei loro staff con il suo lavoro?
Io ho avuto un ottimo rapporto con entrambi. C'è un continuo scambio di informazioni, c'è l'attenzione a evitare ovviamente l'appesantimento dei singoli giocatori. Entrambi sono sempre stati molto attenti a questo. Come con i tecnici, così ho avuto un ottimo rapporto con i diversi preparatori atletici: prima con Febbrari, poi con Rongoni, adesso con Bianchini. Non ci sono differenze fondamentali.

Il suo ruolo è fondamentale anche per quanto riguarda i giocatori infortunati, soprattutto quelli costretti a rimanere fermi a lungo, come Ederson...
Ederson è stato molto sfortunato, ha subito un infortunio molto serio. Con lui c'è uno scambio molto importante, mi ha chiesto di predisporgli una dieta specifica per mantenere la forma in questi mesi di stop. In generale, tutti gli atleti infortunati hanno bisogno di un'attenzione nutrizionale, proprio per evitare che il rischio appesantimento condizioni la forma fisica.

Passando al nuovo idolo dei tfosi laziali, com'è il rapporto di Keita con i suoi consigli nutrizionali? Una legge dello sport vuole che il campione si costruisca dai dettagli...
E' un ragazzo che sta molto attento ai vari aspetti della nutrizione, come tutti i giovani ha una composizione corporea molto idrata. E' un bell'atleta.

Dall'alimentazione vera e propria all'appetito in punta di metafora: dopo il trionfo del 26 maggio, nel gruppo biancoceleste è venuta a mancare la fame...
Se c'è stata una forma di appagamento, è stata più che altro inconscia. Un atleta scende in campo per fare sempre il proprio dovere, non gioca mai pensando al fatto di aver già vinto. C'è da dire magari che nella Lazio ci sono giocatori che, rispetto alla scorsa stagione, hanno un anno in più. Avere un anno in più quando sei nell'arco dei 20 anni, è un conto. Il discorso cambia quando superi i trenta. Non è soltanto un discorso di forma fisica, quanto soprattutto di recupero da traumi e infortuni. Per quanto riguarda l'appagamento, gli stessi tifosi possono esserne stati condizionati. Ma in generale non ho percepito questo atteggiamento.

Lo scorso 31 marzo lei è stato tra i promotori dell'amichevole tra vecchie glorie di Lazio e Roma, nell'ambito della "Giornata del dialogo religioso e culturale"...

Sì, è stato un evento molto bello e significativo. Per la Lazio hanno partecipato grandi ex come Bergodi, Piscedda, Marcolin, Fiore, Giannichedda. Il calcio d'inizio è stato invece affidato al grande Gianni Rivera. Con le due formazioni hanno giocato anche dei ragazzi provenienti da Paesi extracomunitari, proprio per sancire lo spirito di unione e condivisione della manifestazione.

Chiudiamo quest'intervista con un consiglio utile per i lettori de Lalaziosiamonoi.it: come possono fare i bravi in questi giorni di festa, notoriamente dediti alle copiose mangiate?
Il giorno di Pasqua è bene fare un solo pasto completamente libero: si può andare dall'uovo sodo a quello di cioccolato, puché si mangi con moderazione e non ci si alzi da tavola. Mi spiego meglio: ci siede a tavolo a mezzogiorno e ci si alza alle tre? Bene, quello che si è mangiato si è mangiato. Bisogna invece cercare di evitare di fare colazione alle undici, l'aperitivo alle dodici e poi il pranzo. Il pasto serale invece dovrebbe prevedere solo un minestrone, un'insalata oppure semplicemente frutta. Ognuno poi deve avere presenti i propri limiti.

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