Autore Topic: Mario Pennacchia  (Letto 2178 volte)

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Offline Matita

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Mario Pennacchia
« : Martedì 24 Agosto 2021, 18:40:44 »
Riposi in pace un grandissimo laziale.

Inviato dal mio MAR-LX1B utilizzando Tapatalk

Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Frank 73

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #1 : Martedì 24 Agosto 2021, 18:46:32 »
Grazie Mario per averci raccontato, per primo e con amore, la poesia delle nostre origini e della nostra storia.
E grazie per come l'hai difesa e rappresentata nel periodo in cui hai avuto un ruolo in Società.
Addio immenso Laziale, tu sì con la L maiuscola.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)

Offline Arch

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #2 : Martedì 24 Agosto 2021, 18:58:34 »
Se ne è andato un Maestro.

Orazio Scala

Re:Mario Pennacchia
« Risposta #3 : Martedì 24 Agosto 2021, 20:16:38 »
Da lettore, ho sempre provato ammirazione e invidia per chi riesce a farti sprofondare in un racconto o un articolo o uno scritto in generale. Una dote rara, specie tra i giornalisti. Pennacchia è stato uno di questi.

Grazie.

Gasco luis veron

Re:Mario Pennacchia
« Risposta #4 : Martedì 24 Agosto 2021, 20:23:13 »
Nei suoi vari ruoli che ha saputo ricoprire e' stato sempre un signore: buon viaggio, Mario e tante condoglianze a tutta la famiglia.

geddy

Re:Mario Pennacchia
« Risposta #5 : Martedì 24 Agosto 2021, 20:39:19 »
Ciao Mario

Offline MagoMerlino

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #6 : Martedì 24 Agosto 2021, 21:03:50 »
Notizia tristissima.
Un Maestro del giornalismo sportivo.
Condoglianze alla famiglia
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline LaLazioMia

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #7 : Martedì 24 Agosto 2021, 21:39:39 »
Un grande giornalista, come ormai non ce ne sono piu'
Un eccellente scrittore e memoria storica della nostra amata Lazio.
Un LAZIALE di altri tempi, un esempio per tanti.
Condoglianze alla famiglia e a tutti quelli che gli hanno voluto bene
RIP
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline Frusta

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #8 : Martedì 24 Agosto 2021, 22:00:57 »
Arch, alla presentazione del tuo libro su Sclavi ho avuto il piacere unico di stringergli la mano e scambiare con lui qualche parola sulla Lazio, che è stato l' Amore assoluto della sua vita. Una perdita immensa per tutti noi.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Jim Bowie

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #9 : Martedì 24 Agosto 2021, 22:55:05 »
Lazio Patria Nostra, Mario Padre Nostro.
RIP e Forza Lazio da lassu'
Ex En_rui da Shanghai

Win Lose or Tie
"Forza Lazio"
till i die

Sarri uomo di Principi non di Opportunita'

Antiromanista si nasce non ci si diventa, ed io modestamente lo nacqui!

Anselazio

Re:Mario Pennacchia
« Risposta #10 : Martedì 24 Agosto 2021, 23:20:42 »
Apprendo ora.
Ciao Mario e grazie per averci regalato Lazio Patria Nostra.
RIP

Offline Fabio70rm

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #11 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 08:17:09 »
Notizia tristissima...

Ciao Mario  R.I.P.

 :(
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline Il lodolaio

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #12 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 08:26:51 »
Addio, Mario, e grazie di tutto.
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

Offline fish_mark

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #13 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 10:02:48 »
Una perdita immensa di un grande laziale di un grandissimo giornalista.
Lo incontrai in un locale di Corso Vittorio qualche anno fa a sentir parlare di Lazio e di molto altro assieme a una quarantina di laziali. Parlò per un'ora e mezza senza interruzione. Era una macchina inesauribile e dire che aveva più di 80 anni, ma con la sua vocina era un fiume in piena. A un certo punto ci chiese se doveva smettere visto che si era fatto tardi e tutti noi avremmo dovuto tornare a casa, ma la reazione fu unanime: no Mario, ma che dici? Continua pure, come i bambini che vogliono ancora racconti su racconti.

Ciao Mario

Capita che una sera esci e vai in centro, nella Roma più profonda e antica, corso Vittorio, quella Roma che hai visto in tanti film in bianco e nero. Capita che incontri un gruppo di lazialotti, qualche capello bianco, qualche girovita robusto, tanta voglia di ascoltare le mille storie di Lazio di un signore dall’aspetto gentile ed elegante, che provoca rispetto ed ammirazione soltanto a vederlo.
 
Capita che poi questo signore si mette a parlare e allora ti siedi, con un bicchiere in mano, e senti racconti di Lazio, delle baracche sul Tevere, della sede a via Frattina, dalla telefonata Selmonsson agli scherzi di Gascoigne, e allora ascolti e ogni tanto provi a fare domande perché ne vuoi sapere sempre di più. Sì, perché quel signore ha visto con i suoi occhi una ottantina di anni di Lazio, mentre gli altri trentaquattro se li è studiati.

A quel punto vedi un gruppo di bambini di tutte le età - dai 30, ai 40, ai 50 fino ai 60 anni -, che sta lì ad ascoltare, in silenzio, a bocca aperta, per due ore filate, senza nessuna pausa, a ruota libera, la Lazio degli anni 30 e quella di Gascoigne, quella di Tessarolo e quella di Cragnotti. E alla fine non erano ancora sazi, perché soltanto la stanchezza ha prevalso e il ricordo che l'indomani si torna al lavoro.

Il laziale deve avere una grande fortuna perché la sera, dopo aver raccontato la favola ai suoi ragazzi, dopo aver spento televisione, PC e smartphone, per prendere sonno si potrebbe ascoltare le storie di Lazio di questo signore.

Capita anche questo a chi ama la Lazio e a chi ha la fortuna di conoscere e di aver incontrato un grande, grandissimo signore, laziale ça va sans dire

MARIO PENNACCHIA

Miracolo al Flaminio
Anno 1944. Roma occupata. La Lazio gioca il torneo della città di Roma, per la sospensione del campionato. Un prigioniero di guerra americano, scappato dal campo di prigionia, viene nascosto in casa da alcuni giocatori della Lazio. Il giovane soldato però non resiste nel nascondiglio e chiede insistentemente di poter ogni tanto uscire anche perché incuriosito dal calcio e dai racconti sulla Lazio.
Un giorno si decide di farlo uscire in occasione di una partita della Lazio. Gli viene consigliato di fingersi sordomuto, altrimenti sarebbe stato arrestato. Viene quindi portato nella tribuna del Flaminio e fatto sedere in un posto circondato da altri ragazzi. Al gol della Lazio però accade l’irreparabile: l’americano salta dal posto e comincia gridare gol assieme agli altri.
Il giorno dopo il Corriere dello sport titola: miracolo al Flaminio; un sordomuto riacquista la parola!

L’autobus di Piola
Silvio Piola conservava un ricordo bellissimo di Roma e la Lazio, ma c’era una cosa che gli provocava un certo imbarazzo. Si trattava di un suo grande ammiratore, soprannominato Billi (anche perché somigliante a Riccardo Billi, noto attore degli anni 50), di professione autista, che quando lo vedeva per strada impazziva dalla gioia e fermava l’autobus per andare a salutare Silvio Piola e offrirgli un caffè.
La cosa ormai era talmente diffusa, che i passeggeri dell’autobus riconoscevano il conducente e gli chiedevano se aveva già incontrato Piola. Peraltro, anche nell’azienda la cosa era notoria, ma il nostro Billi non si era per niente intimorito: potete pure licenziarmi; se incontro Piola, fermo l’autobus, scendo e lo vado a salutare.

Anni 90, la Lazio di Signori, una scolaresca è presente in tribuna tevere per assistere a Lazio-Inter. Tra i bambini c'è una adolescente, di 12 anni, che ha perso la parola in conseguenza di un coma dalla quale si era risvegliato.

La Lazio intanto sul campo sta agevolmente avendo la meglio sui nerazzuri quando sul 2-0, Signori realizza il terzo gol. La gioia dei ragazzi della scuola è ormai incontenibile e tutti in piedi gridano il goal, quando il professore si sente tirare per la giacca ed allora si gira sorpreso per vedere chi lo cerca: è la ragazzina di 12 anni che gli dice "ABBIAMO VINTO!"

Anni 90, la Lazio di Signori, una scolaresca è presente in tribuna tevere per assistere a Lazio-Inter. Tra i bambini c'è una adolescente, di 12 anni, che ha perso la parola in conseguenza di un coma dalla quale si era risvegliato.

La Lazio intanto sul campo sta agevolmente avendo la meglio sui nerazzuri quando sul 2-0, Signori realizza il terzo gol. La gioia dei ragazzi della scuola è ormai incontenibile e tutti in piedi gridano il goal, quando il professore si sente tirare per la giacca ed allora si gira sorpreso per vedere chi lo cerca: è la ragazzina di 12 anni che gli dice "ABBIAMO VINTO!"

Altri appunti

Una cosa tra le tante mi ha commosso in certa maniera. I giocatori della Lazio negli anni 20 e 30 non avevano di certo ingaggi, bonus e rinnovi. Vivevano con la società e mangiavano con la "mensa" sita in una baracca sul Lungotevedere di proprietà della società.

Poi per quanto concerne i tifosi, non è certamente vero che nel passato tifavano e abbasta, andavano soltanto allo stadio e poi si disinteressavano della società, ma anzi stazionavano in continuazione negli uffici della società, che erano a Via Frattina e poi a Via Margutta fino a tutti gli anni 50.

Infine, un retroscena di "mercato". Primi anni 50, si sparge la notizia della vendita di Selmonsson. Alcuni tifosi si mettono insieme a vanno a cercare Mario negli uffici di Via Frattina. Quando lo incontrano gli chiedono se lui non sapesse niente di questa cosa e lui effettivamente non sapeva niente. Dopo di chi lo prendono di  peso e lo portano a Piazza San Silvestro, alla posta, per telefonare a Selmonsson in Svezia, visto che qualcuno (non si sa bene come) aveva effettivamente il numero di telefono dello svedese. Al telefono, anche raggio di luna non sapeva niente.




Si poteva fare un documentario perché davvero mancava soltanto il caminetto e avremmo potuto continuare ancora per ore.

A proposito delle scazzottate.
Mario ci ha detto che effettivamente c'erano, sicuramente dentro lo stadio, qualcosa fuori, ma poi niente di più, perchè mica erano tutti santi una volta. La cosa che è davvero diversa è il clima di veleno, di odio e soprattutto la premeditazione, l'organizzazione di questa violenza che lui ha visto aumentare nel corso degli anni.
E pensare che ci ha raccontato di come laziali e romanisti andassero insieme allo stadio, tanto che i TAXI alla stazione aspettavano chela vettura si riempisse prima di partire.
Ecco perché è inutile lamentarsi del mancato sold out lo scorso 26 maggio. Se fosse accaduto 50 anni prima il tutto esaurito era garantito, non tanto perché mancava la TV, quanto per la diversità di spirito.


e se volete leggere ancora altro
cliccate sul topic

http://www.biancocelesti.org/index.php?topic=18119.0
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

Offline Arch

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #14 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 10:28:47 »
Non oggi, non ora. Magari mai. Ma una discussione pacifica e civile sulla sua immensa Storia della Lazio mi piacerebbe affrontarla.
Comunque, ribadisco, un Maestro.

Offline BobLovati

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #15 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 11:20:44 »
se uno non lo avesse già di suo, leggere il tuo libro, carissimo Mario, avrebbe acceso l´amore per la Lazio, la sua storia, la sua favola.
Persona sempre cortese, amabile, disponibile; una leggenda  :love9:
 
GRAZIE

r.i.p.
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Frank 73

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #16 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 11:33:00 »
Spero sabato allo stadio ci possa essere un minuto per ricordare questo Campione di lazialità e di giornalismo che se ne è andato.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)

Offline lazio_alè

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Re:Mario Pennacchia
« Risposta #17 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 13:35:22 »
Apprendo solo ora.
Grazie, Mario!
Rip e condoglianze alla famiglia Lazio tutta.
" Se perdi la finale di Coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio, e che male c'è in questo?
 Anzi è piuttosto confortante se ci pensi ... "

“Il mano di Bastos” is the new “er go’ de Turone” (Cit.TD)

Orazio Scala

Re:Mario Pennacchia
« Risposta #18 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 16:02:35 »
Non oggi, non ora. Magari mai. Ma una discussione pacifica e civile sulla sua immensa Storia della Lazio mi piacerebbe affrontarla.
Comunque, ribadisco, un Maestro.

Ghirelli e Brera sono ritenuti - a ragione - i capostipite degli storiografi calcistici. Nelle loro opere abbondano errori, omissioni e imprecisioni. Ma questo è vero per ogni novità. E dopo quel primo passo altri si cimentano scavando di più, allargando il fronte e correggendo gli errori o, addirittura, riscrivendo l'intera storia.

La "Storia della Lazio" di Pennacchia è ancora, a mio avviso, ben spendibile. Un libro da far leggere ai figli, magari spiegando loro che alcuni dettagli sono frutto di testimonianze tese ad idealizzare qualche vicenda e su altri la ricerca storica, che ha dragato le fonti in una maniera che sarebbe stata abnorme per la figura di un giornalista-scrittore, ha parzialmente corretto il tiro.

La scelta della denominazione sociale per Pennacchia è frutto di una suggestione "geografica" e non abbiamo elementi per confutare questa tesi né proporne altre con certezza. Un personalismo di Bigiarelli? Forse, ma non si può dimostrare.

Anche la questione della primogenitura calcistica, in apparenza crollata sotto i colpi della riscoperta delle vicende ginnastiche, sta invece in piedi benissimo. Le attività pallonare dei ginnasti a Roma furono così marginali, confinate nell'ambito scolastico e del tutto avulse dal coinvolgimento popolare, da apparire irrilevanti. Vero è che la Lazio viene a contatto col pallone grazie al "ginnasta" Seghettini, ma il fatto che il calcio a Roma prenda il via con l'arrivo del regolamento vero, probabilmente introdotto da Tifi, è fuori discussione. Dei mitici seminaristi non sappiamo nulla, un nome, una data, una partita. Non è abbastanza per parlare di "storia del calcio". Senza un incontro e un risultato non c'è "storia del calcio".

Le imprecisioni di Pennacchia, relativamente ai primi anni, sono dovute per lo più a testimonianze imprecise e coloriture a posteriori. La scelta dei colori sociali è stata attribuita a uno "spirito olimpico" di cui probabilmente all'epoca non c'era nemmeno l'ombra. Sul numero e il nome dei fondatori restano ancora dubbi, pare fossero 15 invece di 9 ma allora perché Ancherani aveva la tessera numero 6?

Lo stesso Seghettini era un simpatico cazzarone e Parigi l'aveva vista forse in cartolina. Masini retrodata la partita del 1904. E tanto altro.


Tutte cose che Arch sa meglio di me essendo lui stesso la fonte di molte delle cose che ho scritto.

Le ricerche di LazioWiki hanno probabilmente messo insieme un quadro che possiamo dire definitivo, anche se su alcuni punti (nome e colori sociali ad esempio) possiamo solo fare ipotesi estremamente verosimili ma non dimostrabili.

Ma la Storia della Lazio di Pennacchia resta a mio avviso un punto di partenza irrinunciabile per chi voglia conoscere le vicende della Nostra. E resta imparagonabile con tanta produzione cartacea ed elettronica recente, dove abbondano errori marchiani, date sbagliate, ricostruzioni storiche che manco gli sceneggiatori di Star Trek.


Orazio Scala

Re:Mario Pennacchia
« Risposta #19 : Mercoledì 25 Agosto 2021, 16:33:47 »
Che poi dovremmo anche renderci conto del fatto che della verità storica interessa veramente a pochi.

La faccenda dell'aquila scelta come simbolo perché "emblema dell'Impero Romano" per esempio è una fregnaccia appiccicata da qualcuno negli anni Novanta, ma a forza di ripeterla è diventata un mantra al punto che la Polisportiva la ha fatta ufficialmente sua!

Anche le innumerevoli versioni di Mignogna sul campionato 1915 non hanno mai fatto sorgere a nessuno l'osservazione  "ehi ma l'altra volta non aveva detto così".

Esiste una storiografia recepibile, in base a chi dice cosa, altra meno. Chi glielo spiega a "inquelli" che "il nome e i colori di Roma" sono frutto in realtà di pragmaticissime circostanze?

Solo la SS Lazio potrebbe raccontare ufficialmente la propria storia chiudendo la porta a ogni altro filone.