Autore Topic: Una sera con Mario  (Letto 3031 volte)

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Offline fish_mark

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Una sera con Mario
« : Venerdì 14 Marzo 2014, 12:42:58 »
Capita che una sera esci e vai in centro, nella Roma più profonda e antica, corso Vittorio, quella Roma che hai visto in tanti film in bianco e nero. Capita che incontri un gruppo di lazialotti, qualche capello bianco, qualche girovita robusto, tanta voglia di ascoltare le mille storie di Lazio di un signore dall’aspetto gentile ed elegante, che provoca rispetto ed ammirazione soltanto a vederlo.
 
Capita che poi questo signore si mette a parlare e allora ti siedi, con un bicchiere in mano, e senti racconti di Lazio, delle baracche sul Tevere, della sede a via Frattina, dalla telefonata Selmonsson agli scherzi di Gascoigne, e allora ascolti e ogni tanto provi a fare domande perché ne vuoi sapere sempre di più. Sì, perché quel signore ha visto con i suoi occhi una ottantina di anni di Lazio, mentre gli altri trentaquattro se li è studiati.

A quel punto vedi un gruppo di bambini di tutte le età - dai 30, ai 40, ai 50 fino ai 60 anni -, che sta lì ad ascoltare, in silenzio, a bocca aperta, per due ore filate, senza nessuna pausa, a ruota libera, la Lazio degli anni 30 e quella di Gascoigne, quella di Tessarolo e quella di Cragnotti. E alla fine non erano ancora sazi, perché soltanto la stanchezza ha prevalso e il ricordo che l'indomani si torna al lavoro.

Il laziale deve avere una grande fortuna perché la sera, dopo aver raccontato la favola ai suoi ragazzi, dopo aver spento televisione, PC e smartphone, per prendere sonno si potrebbe ascoltare le storie di Lazio di questo signore.

Capita anche questo a chi ama la Lazio e a chi ha la fortuna di conoscere e di aver incontrato un grande, grandissimo signore, laziale ça va sans dire


MARIO PENNACCHIA






Miracolo al Flaminio
Anno 1944. Roma occupata. La Lazio gioca il torneo della città di Roma, per la sospensione del campionato. Un prigioniero di guerra americano, scappato dal campo di prigionia, viene nascosto in casa da alcuni giocatori della Lazio. Il giovane soldato però non resiste nel nascondiglio e chiede insistentemente di poter ogni tanto uscire anche perché incuriosito dal calcio e dai racconti sulla Lazio.
Un giorno si decide di farlo uscire in occasione di una partita della Lazio. Gli viene consigliato di fingersi sordomuto, altrimenti sarebbe stato arrestato. Viene quindi portato nella tribuna del Flaminio e fatto sedere in un posto circondato da altri ragazzi. Al gol della Lazio però accade l’irreparabile: l’americano salta dal posto e comincia gridare gol assieme agli altri.
Il giorno dopo il Corriere dello sport titola: miracolo al Flaminio; un sordomuto riacquista la parola!

L’autobus di Piola
Silvio Piola conservava un ricordo bellissimo di Roma e la Lazio, ma c’era una cosa che gli provocava un certo imbarazzo. Si trattava di un suo grande ammiratore, soprannominato Billi (anche perché somigliante a Riccardo Billi, noto attore degli anni 50), di professione autista, che quando lo vedeva per strada impazziva dalla gioia e fermava l’autobus per andare a salutare Silvio Piola e offrirgli un caffè.
La cosa ormai era talmente diffusa, che i passeggeri dell’autobus riconoscevano il conducente e gli chiedevano se aveva già incontrato Piola. Peraltro, anche nell’azienda la cosa era notoria, ma il nostro Billi non si era per niente intimorito: potete pure licenziarmi; se incontro Piola, fermo l’autobus, scendo e lo vado a salutare.

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Offline Brunogiordano

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Re:Una seria con Mario
« Risposta #1 : Venerdì 14 Marzo 2014, 12:51:14 »
Che ficata!
"E' più difficile descriverla che sentirla la Lazialità: è signorilità non di carattere esteriore, è cosa che si sente dentro, della quale ci si sente orgogliosi. E' un messaggio che tocca i cuori, la mente, la sensibilità e ci innalza verso il cielo, è un messaggio di costume di vita"
RENZO NOSTINI

Offline simone

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Re:Una seria con Mario
« Risposta #2 : Venerdì 14 Marzo 2014, 13:17:24 »
so che ha raccontato dei funerali di Fantoni nel 1935. (ferito al naso durante Lazio Torino e morto di li a poco per una infezione)
Nonna quando era in vita mi ha raccontato di questo episodio, e il corteo delle poche macchine dell'epoca, fino al Verano.

che roba!

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Re:Una seria con Mario
« Risposta #3 : Venerdì 14 Marzo 2014, 13:51:21 »
so che ha raccontato dei funerali di Fantoni nel 1935. (ferito al naso durante Lazio Torino e morto di li a poco per una infezione)
Nonna quando era in vita mi ha raccontato di questo episodio, e il corteo delle poche macchine dell'epoca, fino al Verano.

che roba!

Ha parlato di funerali in pompa magna, una cerimonia davvero imponente, tra le più imponenti di sempre, perché quella morte davvero colpì tutti.
Ci fu prima una cerimonia in Chiesa, poi la cerimonia fascista a Piazza della Fontanella Borghese, quindi il corteo di auto - lui lo ha descritto molto nutrito - fino al Verano.

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Re:Una seria con Mario
« Risposta #4 : Venerdì 14 Marzo 2014, 13:55:11 »
Prego i moderatori di correggere "seria" con "sera" ... :-[
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Offline fish_mark

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #5 : Venerdì 14 Marzo 2014, 14:25:35 »
Grazie per la correzione


Continuiamo sull'onda delle emozioni che escono dal campo e dall'agrodolce, passiamo a una fatto davvero commovente.

Anni 90, la Lazio di Signori, una scolaresca è presente in tribuna tevere per assistere a Lazio-Inter. Tra i bambini c'è una adolescente, di 12 anni, che ha perso la parola in conseguenza di un coma dalla quale si era risvegliato.

La Lazio intanto sul campo sta agevolmente avendo la meglio sui nerazzuri quando sul 2-0, Signori realizza il terzo gol. La gioia dei ragazzi della scuola è ormai incontenibile e tutti in piedi gridano il goal, quando il professore si sente tirare per la giacca ed allora si gira sorpreso per vedere chi lo cerca: è la ragazzina di 12 anni che gli dice "ABBIAMO VINTO!"

 
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Offline simone

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Re:Una seria con Mario
« Risposta #6 : Venerdì 14 Marzo 2014, 14:34:35 »
Ha parlato di funerali in pompa magna, una cerimonia davvero imponente, tra le più imponenti di sempre, perché quella morte davvero colpì tutti.
Ci fu prima una cerimonia in Chiesa, poi la cerimonia fascista a Piazza della Fontanella Borghese, quindi il corteo di auto - lui lo ha descritto molto nutrito - fino al Verano.


nonna era popolana, la parte della cerimonia fascista non la conoscevo, forse nemmeno lei....o semplicemnte ha omesso di raccontarmela.
Mio nonno giocava con la Fortitudo, ma andava a vedere la Lazio spesso e soprattutto dopo la fusione, per i ragazzi dell'epoca la Lazio era il punto d'arrivo, pensa il compagno di attacco di mio nonno nella Fortitudo (Bramante), fu il primo centravanti della roma.
Quanti aneddoti sui derby alla rondinella e/o testaccio, con relative scazzottate mi raccontava la nonnina...
Bella serata immagino....ma come la pensa sul momento attuale Mario Pennacchia?

borgorosso

Re:Una sera con Mario
« Risposta #7 : Venerdì 14 Marzo 2014, 14:35:48 »
che penna, fish, quando non hai excel sei tutta un'altra persona :)

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #8 : Venerdì 14 Marzo 2014, 14:38:30 »
Altri appunti

Una cosa tra le tante mi ha commosso in certa maniera. I giocatori della Lazio negli anni 20 e 30 non avevano di certo ingaggi, bonus e rinnovi. Vivevano con la società e mangiavano con la "mensa" sita in una baracca sul Lungotevedere di proprietà della società.

Poi per quanto concerne i tifosi, non è certamente vero che nel passato tifavano e abbasta, andavano soltanto allo stadio e poi si disinteressavano della società, ma anzi stazionavano in continuazione negli uffici della società, che erano a Via Frattina e poi a Via Margutta fino a tutti gli anni 50.

Infine, un retroscena di "mercato". Primi anni 50, si sparge la notizia della vendita di Selmonsson. Alcuni tifosi si mettono insieme a vanno a cercare Mario negli uffici di Via Frattina. Quando lo incontrano gli chiedono se lui non sapesse niente di questa cosa e lui effettivamente non sapeva niente. Dopo di chi lo prendono di  peso e lo portano a Piazza San Silvestro, alla posta, per telefonare a Selmonsson in Svezia, visto che qualcuno (non si sa bene come) aveva effettivamente il numero di telefono dello svedese. Al telefono, anche raggio di luna non sapeva niente.




Si poteva fare un documentario perché davvero mancava soltanto il caminetto e avremmo potuto continuare ancora per ore.
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Re:Una seria con Mario
« Risposta #9 : Venerdì 14 Marzo 2014, 14:41:52 »

nonna era popolana, la parte della cerimonia fascista non la conoscevo, forse nemmeno lei....o semplicemnte ha omesso di raccontarmela.
Mio nonno giocava con la Fortitudo, ma andava a vedere la Lazio spesso e soprattutto dopo la fusione, per i ragazzi dell'epoca la Lazio era il punto d'arrivo, pensa il compagno di attacco di mio nonno nella Fortitudo (Bramante), fu il primo centravanti della roma.
Quanti aneddoti sui derby alla rondinella e/o testaccio, con relative scazzottate mi raccontava la nonnina...
Bella serata immagino....ma come la pensa sul momento attuale Mario Pennacchia?

A proposito delle scazzottate.
Mario ci ha detto che effettivamente c'erano, sicuramente dentro lo stadio, qualcosa fuori, ma poi niente di più, perchè mica erano tutti santi una volta. La cosa che è davvero diversa è il clima di veleno, di odio e soprattutto la premeditazione, l'organizzazione di questa violenza che lui ha visto aumentare nel corso degli anni.
E pensare che ci ha raccontato di come laziali e romanisti andassero insieme allo stadio, tanto che i TAXI alla stazione aspettavano chela vettura si riempisse prima di partire.
Ecco perché è inutile lamentarsi del mancato sold out lo scorso 26 maggio. Se fosse accaduto 50 anni prima il tutto esaurito era garantito, non tanto perché mancava la TV, quanto per la diversità di spirito.
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Offline rione 13

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #10 : Venerdì 14 Marzo 2014, 15:27:03 »
Con Pennacchia ci parlai tanti anni fa, per telefono.
Chiamò al servizio clienti della società per cui lavoro.

Chiesi se era Pennacchia della Lazio e chiacchierammo un pò.
Mi lasciò il suo recapito e lo disturbai ancora con la scusa del motivo per cui aveva chiamato, in realtà per ascoltarlo un altro pò parlare di Lazio.

Tra le altre cose mi raccontò il suo pensiero su certe manifestazioni della Curva di quegli anni. Tutt'altro che lusinghiero.

Gentiluomo e Laziale vero, d'altri tempi.

Offline BobLovati

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #11 : Venerdì 14 Marzo 2014, 15:54:06 »
mi spiace che per motivi di salute, chi mi ha invitato la volta scorsa non lo abbia potuto fare anche stavolta; io dal 1953 in poi, gliene avrei potute chiedere di cose su cui far luce.

Le storie sulle degenze in clinica di sor Humberto(Tozzi 8)); le maglie rosse in casa; la retrocessione dell´Udinese nel 1955 per illeciti sportivi che ci permise l´acquisto di Bettini, Selmosson e Martegani; le partite per la 1ª volta in notturna della Coppa Italia del 1958.

Peccato   :( 
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline franz_kappa

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Re:Una seria con Mario
« Risposta #12 : Venerdì 14 Marzo 2014, 16:50:57 »

Bella serata immagino....ma come la pensa sul momento attuale Mario Pennacchia?
Mario Pennacchia è uno degli ultimi individui viventi che ha conosciuto praticamente tutti i grandi dirigenti della Lazio, inclusi quelli degli Venti e Trenta (ovviamente da lui incontrati ad alcuni decenni di distanza, nel secondo dopoguerra).

A uno che ha parlato con Bernardini e Piola, per citare due colossi, io dovrei chiedere cosa ne pensa di Lotito?

Per carità, sicuramente Pennacchia avrebbe un'opinione interessante e rilevante in merito. Ma sarebbe come parlare di donne con Gigi Rizzi e chiedergli un'opinione su Silvia Rocca, assieme a lui partecipante al reality 2004 "La fattoria" nel 2004.

Con personalità del genere, magari, vale la pena di parlare d'altro. O no?
Buon viaggio, caro Piero.

darienzo

R: Una sera con Mario
« Risposta #13 : Venerdì 14 Marzo 2014, 18:26:11 »
Complimenti a fish, che se vuole sa anche essere uomo di pace

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Offline Cialtrone

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #14 : Venerdì 14 Marzo 2014, 19:12:33 »
Grazie Mark.
Che bei racconti... grande!

Zapruder

Re:Una seria con Mario
« Risposta #15 : Venerdì 14 Marzo 2014, 20:34:49 »
Mario Pennacchia è uno degli ultimi individui viventi che ha conosciuto praticamente tutti i grandi dirigenti della Lazio, inclusi quelli degli Venti e Trenta (ovviamente da lui incontrati ad alcuni decenni di distanza, nel secondo dopoguerra).

A uno che ha parlato con Bernardini e Piola, per citare due colossi, io dovrei chiedere cosa ne pensa di Lotito?

Per carità, sicuramente Pennacchia avrebbe un'opinione interessante e rilevante in merito. Ma sarebbe come parlare di donne con Gigi Rizzi e chiedergli un'opinione su Silvia Rocca, assieme a lui partecipante al reality 2004 "La fattoria" nel 2004.

Con personalità del genere, magari, vale la pena di parlare d'altro. O no?

Non solo Bernardini e Piola, ma anche i fondatori: Ancherani (lo so che non è tra "nove", ma per me va considerato come tale), Masini...

Mi sarebbe piaciuto esserci, ma un po' la stanchezza e un po' il terrore di dover sentire l'ennesima disquisizione su Vignaroli, mi hanno scoraggiato. Sono contento non sia andata come temevo, se non altro.

Offline fish_mark

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #16 : Sabato 15 Marzo 2014, 06:42:17 »
Dice bene il franz. A un gigi rizzi che ebbe una grande,storia d amore con la bardot io che je posso di? Je posso chiedere cosa pensa della arcuri?
Cosa gli potevo nai chiedere,al grande gigi rizzi?!/
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Offline fish_mark

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #17 : Sabato 15 Marzo 2014, 08:29:58 »
Il grandi presidenti della Lazio


il primo grande presidente fu Eugenio Gualdi, che fece la prima grande campagna acquisti tanto da acquistare “Piola, Blason, Busani e Milano” (ma anche Viani e Levratto) portando la Lazio a lottare per lo scudetto e ad arrivare seconda dietro al Bologna (anno 1936-37).





Molti di voi conosceranno questo vecchio e famoso pezzo del Quartetto Cetra dal titolo “Che centrattacco!) dove a un certo punto la strofa fa  “oh oh oh che centrattacco, oh oh oh oh tu sei un cerbiatto, sei meglio di Levratto, ogni tiro va nel sacco”



Tornando a noi, la squadra citata da Mario si qualificò per la finale di quella che Pennacchia ha definito la Coppa dei Campioni dell’epoca - la Coppa dell'Europa Centrale - giocata nell’ottobre del 1937 con la doppia finale persa con gli ungheresi del Ferencvaros.







Altro grande presidente fu Costantino Tessarolo, veramente un gran tifoso, uomo molto in vista per l’epoca, consigliere di De Gasperi e con incarichi in Italcasse che acquistò molti giocatori (100 milioni per Vivolo e Fontanesi) che ci portarono al terzo posto ma che poi provocò una crisi per la società, una delle tante purtroppo nella nostra storia.
Nella scheda di Laziowiki si legge che "La sua convinzione è che per risollevare la società la squadra debba essere fortissima e questa sua strategia l'applicherà durante tutto il periodo di permanenza al vertice societario. In una spirale di allenatori assunti e sostituiti e con l'arrivo di grandi e quindi costosi giocatori, Tessarolo vede aumentare il deficit in modo impressionante. "
Potremmo parlare di deficit spending ante litteram, un ambizioso, un visionario di quelli che piacciono a noi.




Retroscena di mercato
Era cragnottiana, avvento di zemanlandia. La Lazio cerca un difensore di valore e pensa a Ciro Ferrara che si dice disposto a venire, ma l’affare sfuma. Mario Pennacchia in quei giorni incontra al garage dell’hotel Jolly l’agente del difensore napoletano chiedendogli perché non si fosse concluso l’affare. L’agente gli risponde che Ciro era pronto e che la colpa non era loro.
Qualche giorno dopo riunione in società ai massimi vertici, con Cragnotti, Zoff e Zeman, presente anche Mario Penancchia che a un certo punto non resiste e si rivolge al tecnico boemo chiedendogli perché non aveva scelto Ferrara. La risposta di Zdenek fu che “Chamot è meglio”.




Capitolo GASCOIGNE
Più che un capitolo dovrebbe essere un libro, come è stato consigliato da molti dei presenti a Mario Pennacchia.

Il primo "indimenticabile" trofeo
La coppa delle capitali vinta contro il Tottenham con la partita di ritorno a Londra. All’atto della premiazione, Sclosa si avvicina alla tribuna per la consegna del trofeo, quando Gazza lo invita ad alzare la coppa. Il centrocampista allora si decide e davanti ai fotografi alza la coppa ma a quel punto Paul gli tira giù i pantaloncini per suggellare l’indimenticabile momento.

Buio in sala
Cena di gala con Cragnotti, la squadra e altre autorità. Ad un certo punto sparisce Gascoigne che non si sa bene dove sia finito. Qualche minuto dopo si spengono le luci e ormai tutti prendono coscienza che sta accadendo l’irreparabile.
Nel buio della sala infatti compare un uomo vestito di un materiale imprecisabile che lo rende fosforescente, e comincia a ballare per la gioia dei presenti in sala che ormai ridono senza freno. La cosa diverte tutti, Cragnotti compreso, che abbraccia Gazza. La cosa piace a tal punto che molti chiedono il bis, ma il presidente dice basta così.

Il goal del derby
Gazza era nervosissimo alla vigilia del suo primo derby con la Roma e lo stesso si vide in campo durante la partita. Il goal però fu davvero liberatorio, il primo in assoluto in Italia, per giunta al derby e sotto la curva nord. Praticamente il massimo della coincidenza, roba che un critico cinematografico potrebbe accusare il regista di prevedibile banalità, ma si fa così nei film. Intanto, Gazza rientra negli spogliatoi in preda alle convulsioni e ai pianti, provato, sfiancato, distrutto da una settimana di pressione culminata nell’indimenticabile colpo di testa.



L’alcol sempre presente
E' notorio che Paul arrivava spesso agli allenamenti in evidente stato di ebbrezza. Un giorno entrò negli spogliatoi, si spogliò e rimase nudo dopo di che entrò in quello stato nella vicina stanza di Zoff per salutarlo. Dino rimase di sale e poi si mise a ridere. I due si abbracciarono, ma Paul dopo un attimo scoppiò a piangere.

Mi marco tutti

In allenamento, Gazza infila uno, due poi tre compagnia arriva davanti al portiere e marca anche lui, ma al momento di depositare la palla in rete torna indietro e si mette a dribblare di nuovo prima tutti i suoi avversari, poi anche i suoi compagni e quindi Orsi che giocava con la sua squadra. Solo a quel punto mette dentro.
Questo è calcio. Questo è Gazza.

Noi vogliamo Corino in nazional!
Gigi Corino, il roccioso difensore, beniamino dei tifosi biancocelesti di quegli anni e anche addetto agli scherzi di Gazza, una sera esce dalla sua stanza di albergo urlando, spaventatissimo: “m’hanno messo un topo nel letto!”. Si viene a scoprire che, in realtà, era un criceto messogli sotto le coperte dal suo tenero amico Paul, nonché compagnoni stanza.
Tempo dopo Corino porta agli allenamenti il suo piccolino. Entra negli spogliatoi con il bambino che viene preso da Gazza che lo porta via a giocare da qualche parte. In realtà, gli fa una foto con il “pistolino” bene in evidenza. Una settimana dopo Gazza arriva agli allenamenti con 20 magliette bianche con la foto del bambino da distribuire a tutti.

Il materiale fotografico è stato preso dagli archivi di Laziowiki a cui va il mio ringraziamento e la mia sconfinata ammirazione per il lavoro che fanno.


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Offline Fabio70rm

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Re:Una sera con Mario
« Risposta #18 : Sabato 15 Marzo 2014, 09:42:45 »
Bellissimo questo thread!!

Ottimo lavoro fish, vado ad applaudirti!!
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Zapruder

Re:Una sera con Mario
« Risposta #19 : Sabato 15 Marzo 2014, 10:32:03 »
Tessarolo è stato il peggior presidente della storia della Lazio, a mio modo di vedere.