Autore Topic: La tolleranza verso il diverso.  (Letto 10550 volte)

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Offline Frusta

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #40 : Martedì 28 Gennaio 2014, 12:46:52 »
Ecorpadaasinistra (cit.)

In effetti...  ;D
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #41 : Martedì 28 Gennaio 2014, 13:00:50 »
Non capisco il nesso con quanto scrive Frusta: "Scagli la prima pietra chi, riferendosi agli "altri" non abbia mai pensato «Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?» ".
Cosa c'è di razzista nel ritenere la propria persona (e non la propria razza, fede religiosa, ideologia politica etc) più ( o meno) intelligente/colta/capace/... di un'altra persona?

Forse mi sono spiegato male. Non c'è niente di razzista se mi ritengo più capacedi te a giocare a briscola, ce n'è una buona dose invece nel ritenere le mie scelte politiche, religiose, sessuali eccetera superiori alle tue, o a tutti coloro che le hanno simili alle tue, al punto da reputarti inferiore, indegno di esprimerle ed indegno, per questo, di stare al mio livello.
Parlavamo di razzismo culturale, infatti.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Skorpius

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La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #42 : Martedì 28 Gennaio 2014, 13:03:08 »

Dici? Da quel che vedo, nella stragrande maggioranza dei casi le scelte sono condizionate dall'ambiente da cui si proviene. Soprattutto quelle religiose. Nascere musulmano nel magreb o cristiano in europa è una tirata di dadi.

Ogni caso e' a se... E' facilissimo capire se siamo di fronte a una persona che ha scelto ovvero ad una che ha seguito la corrente
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Skorpius

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La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #43 : Martedì 28 Gennaio 2014, 13:07:28 »

Forse mi sono spiegato male. Non c'è niente di razzista se mi ritengo più capacedi te a giocare a briscola, ce n'è una buona dose invece nel ritenere le mie scelte politiche, religiose, sessuali eccetera superiori alle tue, o a tutti coloro che le hanno simili alle tue, al punto da reputarti inferiore, indegno di esprimerle ed indegno, per questo, di stare al mio livello.
Parlavamo di razzismo culturale, infatti.

Usi aggettivi impropri perche' trasli (non sei il solo) le categorie del pensiero razzista utilizzandole in questioni di pensiero. Una persona che vota silvio (esempio a caso) in maniera pecoresca senza motivazioni reali se non superficiali valutazioni non e' indegno ma casomai poco lucido, poco critico, poco acculturato parecchio menefreghista ed egoista
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Offline Frusta

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #44 : Martedì 28 Gennaio 2014, 13:22:28 »
Usi aggettivi impropri perche' trasli (non sei il solo) le categorie del pensiero razzista utilizzandole in questioni di pensiero. Una persona che vota silvio (esempio a caso) in maniera pecoresca senza motivazioni reali se non superficiali valutazioni non e' indegno ma casomai poco lucido, poco critico, poco acculturato parecchio menefreghista ed egoista
Il fatto è che il termine ha ormai superato i confini della propria etimologia.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline carpelo

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #45 : Martedì 28 Gennaio 2014, 13:43:40 »
Forse mi sono spiegato male. Non c'è niente di razzista se mi ritengo più capacedi te a giocare a briscola, ce n'è una buona dose invece nel ritenere le mie scelte politiche, religiose, sessuali eccetera superiori alle tue, o a tutti coloro che le hanno simili alle tue, al punto da reputarti inferiore, indegno di esprimerle ed indegno, per questo, di stare al mio livello.
Parlavamo di razzismo culturale, infatti.
Non avevo colto questo passaggio (colpa mia), cioè che la domanda «Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?» identificasse in "questa gente" tutti quelli che votano diversamente da me.
Tuttavia per me rimaniamo distanti dal razzismo: nel caso del voto sto giudicando una precisa e libera scelta personale e solo su quella (e su come è maturata) mi pronuncio. Aggiungo che per me quella frase rimane lì e non porta altre conseguenze, non si sogna nemmeno di reputare inferiore, in senso assoluto, una persona che la pensa diversamente da me o addirittura indegno di esprimersi. Tant'è che io l'avevo interpretata come riferita anche a persone che votano come me!  :o

Offline Frusta

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #46 : Martedì 28 Gennaio 2014, 13:54:25 »
Non avevo colto questo passaggio (colpa mia), cioè che la domanda «Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?» identificasse in "questa gente" tutti quelli che votano diversamente da me.
Tuttavia per me rimaniamo distanti dal razzismo: nel caso del voto sto giudicando una precisa e libera scelta personale e solo su quella (e su come è maturata) mi pronuncio. Aggiungo che per me quella frase rimane lì e non porta altre conseguenze, non si sogna nemmeno di reputare inferiore, in senso assoluto, una persona che la pensa diversamente da me o addirittura indegno di esprimersi. Tant'è che io l'avevo interpretata come riferita anche a persone che votano come me!  :o
Dovrebbe essere come tu dici, ma purtroppo bisogna prendere atto della realtà: il razzismo culturale esiste, ed è appannaggio di chi si ritiene («Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?») antropologicamente superiore.
Superiorità peraltro suffragata da nient' altro che dall'opinione che si ha di se stessi.
Quindi   ;) (con buona pace di Giglic) da NIENTE. 
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Giglic

Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #47 : Martedì 28 Gennaio 2014, 14:03:12 »
Dovrebbe essere come tu dici, ma purtroppo bisogna prendere atto della realtà: il razzismo culturale esiste, ed è appannaggio di chi si ritiene («Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?») antropologicamente superiore.
Superiorità peraltro suffragata da nient' altro che dall'opinione che si ha di se stessi.
Quindi   ;) (con buona pace di Giglic) da NIENTE.

Vedo che conosci bene la materia.

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #48 : Martedì 28 Gennaio 2014, 14:10:14 »
Vedo che conosci bene la materia.
Cerco semplicemente di guardare la realtà, Giglic, e se ci trovo me stesso ne prendo serenamente atto.
Il ditino alzato lo lascio a chi si ritiene atropologicamente superiore.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline carpelo

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #49 : Martedì 28 Gennaio 2014, 14:18:06 »
Dovrebbe essere come tu dici, ma purtroppo bisogna prendere atto della realtà: il razzismo culturale esiste, ed è appannaggio di chi si ritiene («Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?») antropologicamente superiore.
Superiorità peraltro suffragata da nient' altro che dall'opinione che si ha di se stessi.
Quindi   ;) (con buona pace di Giglic) da NIENTE. 

Quello che tu chiami razzismo culturale io lo chiamo ignoranza.
Anzi no.
Quello che tu dici esiste, ma non sottintende quello che tu pensi.
E' vero esiste il razzismo culturale, ma chi lo pratica non si sente antropologicamente superiore ma culturalmente, civilmente superiore. Al massimo.
 :occhialcielo:
Anzi no.
 ???
Confesso la mia ignoranza.
Cosa vuol dire precisamente "antropologicamente superiore"?


Se dico che per fortuna tu non sei il ds della Lazio perchè non capisci nulla di calcio, mentre io lo farei benissimo....sto dicendo che sono antropologicamente superiore?
(perdonate tutti la mia ignoranza, è una domanda seria)

Giglic

Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #50 : Martedì 28 Gennaio 2014, 14:34:40 »
Cerco semplicemente di guardare la realtà, Giglic, e se ci trovo me stesso ne prendo serenamente atto.
Il ditino alzato lo lascio a chi si ritiene atropologicamente superiore.


Bravissimo. Io non so come ti escono queste perle di saggezza...
"Trovare se stessi guardando dentro la realtà" meraviglioso. Vendola ti fa un baffo.

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Re:R: La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #51 : Martedì 28 Gennaio 2014, 19:15:43 »

Bravissimo. Io non so come ti escono queste perle di saggezza...
"Trovare se stessi guardando dentro la realtà" meraviglioso. Vendola ti fa un baffo.

"Cerco semplicemente di guardare la realtà, Giglic, e se ci trovo me stesso ne prendo serenamente atto.
Il ditino alzato lo lascio a chi si ritiene atropologicamente superiore."

Traduzione Disegnino ad esclusivo uso e consumo di Giglic: a volte si predica bene e si razzola male, ergo spesso accade che siamo noi a cadere negli stessi errori che rinfacciamo agli altri. Questa è la "realtà" di cui parlavo.
E siccome in questo errore SO che ci posso cadere anche io, le volte che succede ne prendo serenamente atto.


Cosa che NON SUCCEDE a chi ritiene se stesso antropologicamente superiore agli altri perché:

«Ma davvero il voto di questa gente vale quanto il mio?». 

Eccomi.

p.s.
Sai che è, Giglic? E' che in genere vi si lascia parlare senza contraddirvi. E non ci siete abituati.
Insomma, non è che quando tu dici qualcosa e ti risponde solo chi ti da ragione puoi pensare che siano d'accordo con te pure quelli che stanno zitti, eh?
Quando la DC prendeva un sacco di voti, tutti si chiedevano come mai, dal momento che erano pochissimi quelli che dichiaravano apertamente di votarla. Pensi che lo facessero per chissà quali innominabile motivi? Semplicemente preferivano non farlo per quieto vivere: non volevano sorbirsi le tirate dei "moralmente superiori".
E qui, parlo di questo forum, è lo stesso: muore la Thatcher ed è una gara a chi le piscia di più addosso, -e "gli altri" zitti- muore la Rame ed è una gara chi le fa l'apologia più sbrulluccicosa. -E "gli altri" zitti-.
Pensi che non ci fossero qui quelli che ritenevano l'ideologia (non la persona, per me vale il "parce sepulto" nei confronti di chiunque) della Rame infinitamente più aberrante di quella della Thatcher?
Eppure sono stati zitti tutte e due le volte. E non perché non ne avessero niente da dire.

Ecco, mò dì pure che "èttuttacopradaasinistra" che non vedo l'ora di sentirlo.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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« Risposta #52 : Martedì 28 Gennaio 2014, 19:54:36 »
Io non sono mai stato zitto
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Frusta

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #53 : Martedì 28 Gennaio 2014, 19:54:48 »
Cosa vuol dire precisamente "antropologicamente superiore"?
(cit)Il termine "antropologia" è "la scienza che studia l'uomo dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella società".
Se hai un po' di tempo qui http://www.pasolini.net/ricordi_ppp_radicali.htm c'è il discorso che Pasolini avrebbe tenuto al congresso radicale del 75, se non fosse morto prima.
Ne cito una frase: "La lotta di classe è stata finora anche una lotta per la prevalenza di un’altra forma di vita (per citare ancora Wittgenstein potenziale antropologo), cioè di un’altra cultura. Tanto è vero che le due classi in lotta erano anche – come dire? – razzialmente diverse.”
Insomma per vera lotta di classe (su quel "vera" ci sarebbe da discutere per ore)  Pasolini, in linea con il marxismo ortodosso, intendeva un radicale abbattimento dei principi del capitalismo e la costruzione di una società "migliore" perché fondata su una cultura superiore.
La concezione della superiorità antropologica del comunismo, ovviamente, non è di Pasolini, anche se Pasolini la sposa appieno, ma deriva direttamente da Marx, che ne ha dato una interpretazione scientifica mutuandola dalla metafisica di Hegel. Ma qui il discorso comincia a diventare troppo complesso per poterlo fare su un forum.
Comunque c'è quel che rimane: a forza di dirselo da soli, gli eredi di quella parrocchia, malgrado le fondamenta della loro chiesa siano crollate, continuano a sentirsi "antropologicamente" superiori a tutto il resto dell'universo munno.
E ci credono pure, eh!  ;D
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« Risposta #54 : Martedì 28 Gennaio 2014, 20:08:03 »
Non mi sembra che nessuno qui abbia mai parlato dell'inevitabile vittoria della dialettica comunista... Perche devi appioppare a giglic un pensiero di altri (pur importanti pensatori)?
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #55 : Martedì 28 Gennaio 2014, 20:30:06 »
Non mi sembra che nessuno qui abbia mai parlato dell'inevitabile vittoria della dialettica comunista... Perche devi appioppare a giglic un pensiero di altri (pur importanti pensatori)?
Non ho appioppato nulla a nessuno.
Ho fatto due interventi separati e distinti: il primo riferito a chi dichiara apertamente che il voto di "certa gente" non possa valere il proprio ed il secondo per rispondere a Carpelo che chiedeva precisazioni sul concetto di superiorità antropologica.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

malacarne

Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #56 : Martedì 28 Gennaio 2014, 20:45:55 »
http://www.corriere.it/esteri/14_gennaio_27/fidanzata-norvegese-netanyahu-jr-ma-rabbini-oltranzisti-non-piace-ac7e029a-873a-11e3-b7c5-5c15c6838f80.shtml

che dice la comunità, si dissocia?

Razzismo.
Senza nè se nè ma.

Certo, a parti invertite (famiglia norvegese che dice una cosa del genere su un'ebrea) la levata di scudi sarebbe stata certamente più "consistente" immagino.

Offline carpelo

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #57 : Martedì 28 Gennaio 2014, 21:23:05 »
(cit)Il termine "antropologia" è "la scienza che studia l'uomo dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella società".
Se hai un po' di tempo qui http://www.pasolini.net/ricordi_ppp_radicali.htm c'è il discorso che Pasolini avrebbe tenuto al congresso radicale del 75, se non fosse morto prima.
Ne cito una frase: "La lotta di classe è stata finora anche una lotta per la prevalenza di un’altra forma di vita (per citare ancora Wittgenstein potenziale antropologo), cioè di un’altra cultura. Tanto è vero che le due classi in lotta erano anche – come dire? – razzialmente diverse.”
Insomma per vera lotta di classe (su quel "vera" ci sarebbe da discutere per ore)  Pasolini, in linea con il marxismo ortodosso, intendeva un radicale abbattimento dei principi del capitalismo e la costruzione di una società "migliore" perché fondata su una cultura superiore.
La concezione della superiorità antropologica del comunismo, ovviamente, non è di Pasolini, anche se Pasolini la sposa appieno, ma deriva direttamente da Marx, che ne ha dato una interpretazione scientifica mutuandola dalla metafisica di Hegel. Ma qui il discorso comincia a diventare troppo complesso per poterlo fare su un forum.
Comunque c'è quel che rimane: a forza di dirselo da soli, gli eredi di quella parrocchia, malgrado le fondamenta della loro chiesa siano crollate, continuano a sentirsi "antropologicamente" superiori a tutto il resto dell'universo munno.
E ci credono pure, eh!  ;D
Perdonami ma non capisco il nesso tra "antropologicamente superiore" e razzismo. A meno che, chi si ritiene antropologicamente superiore, non abbia un comportamento razzista.

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #58 : Martedì 28 Gennaio 2014, 23:50:57 »
Perdonami ma non capisco il nesso tra "antropologicamente superiore" e razzismo. A meno che, chi si ritiene antropologicamente superiore, non abbia un comportamento razzista.
Il ritenersi antropologicamente superiore è già di per sé un comportamento razzista.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Giglic

Re:R: La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #59 : Mercoledì 29 Gennaio 2014, 05:54:37 »
"Cerco semplicemente di guardare la realtà, Giglic, e se ci trovo me stesso ne prendo serenamente atto.
Il ditino alzato lo lascio a chi si ritiene atropologicamente superiore."

Traduzione Disegnino ad esclusivo uso e consumo di Giglic: a volte si predica bene e si razzola male, ergo spesso accade che siamo noi a cadere negli stessi errori che rinfacciamo agli altri. Questa è la "realtà" di cui parlavo.
E siccome in questo errore SO che ci posso cadere anche io, le volte che succede ne prendo serenamente atto.


Cosa che NON SUCCEDE a chi ritiene se stesso antropologicamente superiore agli altri perché:

p.s.
Sai che è, Giglic? E' che in genere vi si lascia parlare senza contraddirvi. E non ci siete abituati.
Insomma, non è che quando tu dici qualcosa e ti risponde solo chi ti da ragione puoi pensare che siano d'accordo con te pure quelli che stanno zitti, eh?
Quando la DC prendeva un sacco di voti, tutti si chiedevano come mai, dal momento che erano pochissimi quelli che dichiaravano apertamente di votarla. Pensi che lo facessero per chissà quali innominabile motivi? Semplicemente preferivano non farlo per quieto vivere: non volevano sorbirsi le tirate dei "moralmente superiori".
E qui, parlo di questo forum, è lo stesso: muore la Thatcher ed è una gara a chi le piscia di più addosso, -e "gli altri" zitti- muore la Rame ed è una gara chi le fa l'apologia più sbrulluccicosa. -E "gli altri" zitti-.
Pensi che non ci fossero qui quelli che ritenevano l'ideologia (non la persona, per me vale il "parce sepulto" nei confronti di chiunque) della Rame infinitamente più aberrante di quella della Thatcher?
Eppure sono stati zitti tutte e due le volte. E non perché non ne avessero niente da dire.

Ecco, mò dì pure che "èttuttacopradaasinistra" che non vedo l'ora di sentirlo.

Non giudicando il prossimo, non cerco sostegno, né penso che tutti siano d'accordo con me. Se gli "altri" (chi?) stanno zitti il risultato è che... stanno zitti. Non danno ragione a me (ari-chi?) ma neanche ragione a te.
Solo, che io questa cosa la do per scontata, tu ci pontifichi sopra con un post. Piccandoti perché ti si fa notare che scrivi ovvietà zen, pure...