Autore Topic: La tolleranza verso il diverso.  (Letto 10353 volte)

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Offline Frusta

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #80 : Venerdì 31 Gennaio 2014, 21:42:47 »
Eh, caro benvolio, qui il discorso si allarga, e se ridividessi di nuovo quello che dici punto per punto non finiremmo più.
Per dirti: se invece di dire "comunismo" avessi detto "cristianesimo" il senso del mio discorso sarebbe rimasto lo stesso mentre i tuoi distinguo ci avrebbero portato comunque da un' altra parte.
Magari invece di consigliarmi di leggere (*) Gallino o Barca mi avresti consigliato di leggere Boff o Kung e saremmo stati costretti a partire per la tangente pure in quel caso.

(Comunque hai premesso il tuo discorso con un interessantissimo O.T. (**) eche merita di essere considerato a parte).

La domanda iniziale era: la presunta superiorità antropologica che una parte dell' elettorato italiano si attribuisce, e che gli deriva sostanzialmente dalla sua origine ideologica, può essere considerata una forma di razzismo?
La mia risposta è si, dal momento che c'è chi dice che il voto (e quindi la capacità di discernimento, e quindi l'intelligenza, e quindi il peso specifico tout-court) del "mio avversario" non può valere il mio.
E' la storia che può supportare una simile affermazione? No, perché il fallimento di quella ideologia dice il contrario.
E' la cronaca? Nemmeno perché non si ha notizia di chissà quali eroiche imprese e/o conquiste politiche/economiche/sociali portate a compimento da quella "pars antropologica" e quindi?
Quindi il mio voto vale quanto quello del mio avversario, e se gli attribuisco un valore inferiore al mio esprimo un giudizio "antropologicamente" razzista. Fine.

In pratica se Frusta dice a Benvolio: "il mio voto vale più del tuo perché io voto per un partito e tu per un altro" dice una stronzata.
(O l'ho sentito solo io il Mariotozzi di turno pontificare che non puoi votare in un certo modo se non sei un ladro, o un delinquente, o un evasore, o uno stupido rincoglionito dalla televisione o, tutte queste cose insieme?).

Questo, però, ha minor valore se il giudizio non deriva da una appartenenza ideologica, ma da una considerazione strettamente personale: ci si può giustissimamente rammaricare del fatto che il voto di una accertata persona onesta possa pesare quanto quello di un accertato voto di scambio senza discriminare alcunchì, e infatti:
Il razzismo presuppone un pregiudizio verso l'essere non il fare. Un assassino o un pedofilo hanno fatto qualcosa.

(*)
Scusami se te lo dico, ma lo faccio in modo assolutamente amichevole: detesto questo blocco dialettico.
Sicuramente non sarà stato nelle tue intenzioni, ma rimandare a letture o ad autori che dovrebbero spiegare meglio il concetto lascia intendere che il problema sia più complesso di quanto sembri e che l'interlocutore non abbia i mezzi per poterlo affrontare. E' antipatico, via!  ;)

(**)
Chiedere se il pragmatismo sia una ideologia è come chiedere se l'ateismo sia una religione.
Potrebbe esserlo se lo si prendesse come tale, ed avrebbe tutti i connotati della religione, e ci procurerebbe i medesimi guai. Ed infatti il "no, siete voi che non sapete applicare l'algoritmo" equivale a il comunismo "Il cristianesimo è perfetto ma è tutta colpa di quel peccatoraccio brutto dell'Uomo che, essendo imperfetto, non lo sa applicare".
Il funziona/non funziona dovrebbe a mio avviso prescindere da qualsiasi ideologia.
E quando parlo di contingente mi riferisco al problema immediato: quello mio, quello tuo e quello della casalinga di Voghera. A cui l' ideologizzato pretende che si dia una risposta "di sinistra" (dì qualcosa di sinistra, diceva Moretti) "di destra" o di sopra o di sotto o di traverso, ed a cui io vorrei che si desse una risposta che funzioni.
A Vienna il termovalorizzatore funziona, a Colleferro no.
Colleferro ha bisogno di una risposta ideologica o pratica?
La Germania ha un numero di burocrati, di poliziotti, di scopini, di bidelli eccetera proporzionalmente inferiore al nostro,
però funzionano meglio. Abbiamo bisogno di una risposta ideologica o pratica?
Siamo il paese più tartassato d'europa ma abbiamo, proporzionalmente, il peggiore introito fiscale. Abbiamo bisogno di una risposta ideologica o pratica?
In giro vediamo soluzioni "che funzionano"?  Applichiamole. Ci trovi qualcosa di ideologico in questo?  :)






Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline benvolio

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Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #81 : Sabato 1 Febbraio 2014, 00:10:00 »
Chiedo scusa, sono stato frainteso. Non era mia intenzione correggere o dimostrare alcunche'. La lettura di Gallino serviva a far capire che il conflitto (e non l'odio) sociale e' insito all'ordine capitalistico e negli ultimi trent'anni e' stato altrettanto ideologico di prima (da opposto versante). Quanto al funziona si/funziona no mi riferivo alla possibilita' che il criterio di misurazione sia esso stesso un assioma ideologico.
Ma hai ragione sarebbe lunga.
Ad majora!

CP 4.0

Re:La tolleranza verso il diverso.
« Risposta #82 : Sabato 1 Febbraio 2014, 09:43:45 »
l'errore che fate, e che in genere si fa, a mio avviso e' che si pone una qualsiesi ideologia, dipendente dalle proprie idee e se vogliamo gusti, come causante, quando la stessa e' semplicemente la giustificante.

il bisogno di un ordinamento verticale e' innato nell'essere umano, ed e' presente anche nel resto del mondo animale e lo era anche prima dell'arrivo del primo hominidis.

posizioni di privilegio esistono in molte, se non tutte, le specie che vivono in comunita', e sono posizioni spesso ottenute e mantenute con la forza. ed altrettanto spesso sulla base del sesso.

cio' non giustifica, attenzione, ma spiega, soprattutto perche' e' presente ovunque e non solo in quei casi ormai etichettati come tali.

tanto piu' che e' un bisongo umano sia avere uno stimolo ad aspirare ad essere migliore, e quindi e' necessario porre qualcuno come esempio/stimolo, che sia dio, o 'quell'uomo e' un dio', o una qualsiesi altra figura sociale, politica, scientifica ecc.ecc.

ma anche il poter dimostrare di essere migliori, soprattutto a noi stessi un po' per masturbare il nostro ego ed un po' per rafforzare la confidenza nelle nostre capacita' e noi stessi, anche che fosse nell'esser gli unici ad aver visto un film particolare, o essere i primi ad avere l'ultimo modello di un qualsiesi gadget o versione di software, libro ecc.ecc.

ed e' quest'ultimo che in genere ...ahem, genera il razzismo. piu' o meno velletario, piu' o meno violento.

il resto, i fatti, la scienza, l'ideologia, il voto, la non ignoranza, altro non sono che costrutti per giustificare quello che in realta' tutti noi vorremmo negare.

l'aver diviso il mondo in buoni e cattivi. e noi sempre dalla parte dei buoni, sia come alle elementari qualcuno si mette alla lavagna, o in questo forum quando si discute su chi lo sta mandando in malora.

giusto per chiarire, non sto dicendo che siamo condannati a viver come bruti, solo che per seguir virtu e conoscenza non bastano le etichette.

ma sono convinto che si.., si..., si puo' fare (semicit.)  ;)