Davvero, una di quelle cose che Clazia ama da morire, mettere a disposizione casa sua per amici, storie, racconti, cibo, cazzeggi…e gira che ti rigira… la Lazio!
Stasera, a sorpresa, uno dei miei amichetti del cuore, Baol, mi dice – lo avevo già invitato al mattino ma, a sto giro, per motivi "forumistici", aveva fatto un po’ il fanatico -
“guarda, verrei anche io e, sai che nova c’è? porto Papà mio”Mi prende un accidente, casa Clazia è “normalmente” accogliente q.b., ma qui stiamo parlando di Persona non giovanissima e, soprattutto, di un
piccolo grande pezzo di storia della Lazio!
Mi scapicollo a chiamare Giglic, già invitato in programma, per dirgli di accellerare, che mi serve una mano, o potrebbe servirmi.
Che Dio lo benedica, o meglio, lo faccia per lui assieme ai suoi cari e soprattutto la sua dolcissima e cara amica mia, nonché moglie sua; insomma Giglic arriva subitissimo perfino munito di un dolcetto fantastico, una specie di plumcake alle pere sfornato da poco, giuro era ancora tipido. E’ ufficiale: la moglie di Giglic è mia amica e le voglio bene.
Spostiamo il tavolo da pranzo, apparecchiamo. Più o meno. Nel senso che è tardi per tirare fuori a tovaglia bella ed i cosiddetti servizi buoni.
Però… della serie
“ forse un pezzetto di serata la sistemo”.Perché, in partenza, la serata doveva essere un piatto di pasta (salsiccia sbriciolata ed addolcita da latte e panna, buona q.b., una vecchia ricetta che Tognazzi disse a Gran Varietà lustri e lustri fa) e peperoni al forno con capperi, noci e pan grattato; formaggio Brie e fettine di wurstel di Merano. Ahò, questo avevo in casa, questo avevo da “apparecchiare”. E per Giglic e Baol, due specie di barboni tipo io – e mica sarà un caso che ci vogliamo bene – sarebbe bastato ed avanzato.
Arrivano pure Baol ed il suo splendido Papà.
Mangiamo quelle cose che sono riuscita ad imbastire a tavola.
Ci guardiamo e ci godiamo la nostra bella Lazio di stasera.
Pareggio, ma con la Juve ci può stare. Alla fine siamo tutto sommato contenti, anzi il Papà di Baol dice pure con un pizzico di rammarico “
beh… abbiamo preso due pali”, della serie quasi quasi….
Stiamo sereni, davvero. Atmosfera deliziosa. Così l'ho percepita. Così ancora la sento.
Il resto della serata scorre allegra, con tutti noi a cercare di farci raccontare dal Papà di Baol i suoi millanta ricordi di quando, pischelletto, ala sinistra, scorrazzava alla Rondinella, le maglie di lana pesante, e lui che comunque voleva giocare perchè quello che contava era segnare.
Tante domande. Tanti suoi ricordi.
I goals. Tanti, tanti e poi tanti. Già a diciottanni. Un grande.
Ma si parla di tutto, perfino di formula uno, e così Clazia, intanto che si chiacchiera, si mette a cercare in casa e ritrova un poster di Jim Clark, con la sua Lotus ed il suo fantastico ed indimenticato verde Lotus – sì, quello che tanti si ostinano a tentare di chiamare verde inglese, ma che si chiama verde Lotus - e, guarda caso, cercando tra i tanti “tubi” di posters arrotolati,
sbuca fuori pure un poster della Lazio, quella dell’anno del primo scudetto della Lazio.E vecchie tessere di Papà mio, abbonato Lazio, anni 60.
Davvero, una serata bellssima.
Serena, divertente, di quelle che servono per stare meglio. Comunque.
Abbracciare il Papà di Baol per l’onore che mi ha fatto stasera – a venire ad accontentarsi di un piatto di pasta, oltretutto servito manco col servizio “buono” , con bicchieri e posate da “tutti i giorni” – ecco.. una cosa così fa sì che io possa andare a letto serena.
Che bello avere amici così.
P.S: Ah, stasera Noi della Lazio non solo non ci siamo scansati, ma , pensa te, momenti stavamo pe’ vince
Buffa sta cosa, ve’.
Forza Lazio mia Bella.
Forza Laziali Belli. Stasera ho avuto la riprova che ce ne stanno. Ci siamo.