I "No Tav"!

Eh, caro Brocchi 63, sapessi come mi piacerebbe affrontare seriamente un discorso non tanto politico quanto sociale sulla propensione al NO "a prescindere" delle capoccette di cemento che non vedono l'ora di opporsi a qualcosa per la pura libidine di farlo.
Purtroppo ci tocca convivere con sacche sociali che non hanno più motivo di esistere, dal momento che non hanno più niente a vedere niente non dico con la modernizzazione tout-court, ma proprio con la società moderna in quanto tale.
E la tragedia non sta tanto nel fatto che non hanno nulla da dire, dato che nei centri sociali da cui provengono ancora ci si intigna, sostanzialmente, su ideologie nate e morte nel secolo scorso, ma nel fatto che non sono in grado di capire uno stracazzo di nulla di quello che gli dici.
Per dire, quelli che si oppongono alla Tav sono gli stessi che si lamentano del digital divide (
http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_divide ) ma se parti con l'istallazione delle antenne per coprire questo divario sta pur sicuro che ogni noTav diventerà un no WImax in meno di un nanosecondo.
A me, come ho già avuto modo di dire qui ad un nostro amico, sembra più logico dividere le cose fra quelle che funzionano e quelle che non funzionano piuttosto che sposare
questa o quell' altra ideologia questo o quell'altro metodo per "farle funzionare".
E non è nemmeno tanto difficile: basta considerare la realtà.
La quale nel caso specifico ci dice che, ci piaccia o meno, l'unione europea è un progetto che si sta consolidando e noi
non ne possiamo star fuori. E se all'interno di questo progetto ce n'è un altro che ritiene indispensabile l' Alta Velocità per collegare un polo all' altro, uno dei modi per starne fuori è far si che uno di quei poli NON sia il nostro.
E' davvero così astruso come concetto?