Autore Topic: la legge Merlin: ricordi dell´epoca  (Letto 1696 volte)

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Offline BobLovati

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la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« : Mercoledì 8 Gennaio 2014, 15:46:02 »
approfittando dell´aiuto dell´ottimo storico Giglic, che ne ha curato la parte storica, credo sia utile sapere quali fossero le impressioni ed il momento storico del Paese al momento dell´entrata in vigore della stessa:

La legge Merlin entrò in vigore nel 1958, ma fu presentata dalla senatrice socialista già nella prima legislatura (1948). Tuttavia, poiché la resistenza contro tale legge era molto forte anche all’interno dello stesso PSI, ebbe un iter travagliatissimo, tanto da dover essere riproposta nella II legislatura del 1953, ed anche in quel caso fu approvata solo in dirittura d’arrivo (20 febbraio 1958, pochi mesi prima delle elezioni).

Lo spirito della legge richiamava la concezione generale dei diritti dell’Uomo sottoscritta dall’Italia, in particolar modo la “Convenzione per la repressione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione”, adottata dall’ONU nel 1949, entrata in vigore nel 1951 ma resa esecutiva in Italia solo nel 1966. Il concetto era che lo stato non dovesse più “gestire” (e quindi prendere tasse, contributi, etc.) le case di tolleranza in quanto sfruttava la prostituzione. La legge, oltre a proibire quindi i bordelli di stato, puniva anche in modo severo chiunque sfruttasse la prostituzione, in quanto lavoro “lesivo della dignità umana”. Attenzione: la legge non proibisce né la prostituzione stricto sensu, né il fatto che si possano tenere club privati in cui si eserciti il mestiere. Ma in questi casi, il confine tra lecito ed illecito è come si può immaginare molto labile.
La battaglia politica contro tale legge fu feroce, e più che battaglia politica fu battaglia sociale. Chi era a favore della chiusura dei casini puntava (giustamente) il dito sullo sfruttamento di queste povere ragazze la cui vita era spesso rovinata e contro la violazione della costituzione (a tutti gli effetti tali ragazze non erano “uguali” – art.3, non avevano il “diritto alla salute” – art.32 e avevano rovinato la loro dignità – art.41). Memorabile il libro di Carla Voltolina, moglie del futuro presidente della repubblica Sandro Pertini, dal titolo “Lettere dalle case chiuse” dove il fenomeno di queste povere ragazze che scrivevano lettere sgrammaticate emergeva in tutto la sua squallida chiarezza.
Chi era contro, d’altra parte, puntava molto sul fatto che il fenomeno della prostituzione non era abolibile per legge, e che regolamentato dalla stato, anche dal punto di vista sanitario, era meglio che non lasciato a se stesso, temendo – cosa purtroppo avvenuta – la prostituzione di strada. Va detto che nuove licenze per bordelli non se ne concedevano più ormai dal 1948 (il fenomeno della prostituzione “legale” era quindi comunque in calo). Il libro (anzi, il libello) che meglio rappresentava tale atteggiamento fu “Addio, Wanda!” di Indro Montanelli, nel quale la frase che forse farà più discutere era: « ... in Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l'intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia... »


Qualche numero: alla chiusura i casini di stato erano 700, con circa 3.000 prostitute. Al 2005, tra prostitute di strada o meno, straniere o meno, la stima si aggira sulle 45.000 unità. Ovvio che un paragone tra i due numeri non si possa fare, ma si può affermare di certo che non è diminuita né la prostituzione, né di conseguenza il suo sfruttamento. Secondo me, lo spirito .- nobilissimo – della legge ha fallito: mentre per una cultura non cattolica il bordello è – oltre ad essere un lavoro come un altro – considerato comunque socialmente necessario, da noi il peccato esibito genera comunque scandalo. Si fa, quindi, ma non si deve dire. Di certo, abolire la prostituzione senza educare al sesso in maniera “diversa” (ricordiamo anche per la generazione antecedenti era molto spesso l’iniziazione al sesso, quella che era chiamata la “visita ai santuari” – battuta che quasi da ragione al buon Indro), è stato il più grosso fallimento della legge.


D´accordo con Giglic (che ringrazio per la parte storica del topic  :chap: ), sull´analisi conclusiva circa il fallimento del nobilissimo spirito della legge; ma è anche vero che, in quel momento storico, il bacchettonismo era dalle nostre parti a livelli oggi inimmaginabili.
Proprio per questo ho pensato di aprire un topic che parli dell´ambiente, dei commenti della gente comune, delle motivazioni che, anche se rivelatesi poi errate, hanno portato all´approvazione della legge Merlin, vissute da un ragazzino che ne sentiva parlare dappertutto e che, avendo un osservatorio privilegiato (la trattoria familiare dove c´erano fornitrici del servizio ed utilizzatori finali), si faceva molte domande e che, oggi, sarebbe favorevole alla riapertura (magari sul modello tedesco) dello stesso servizio.

Da noi lavoravano dalle 7 alle 10 persone, di cui soltanto 1-2 sposati; gente che veniva generalmente da paesi del Lazio, alcuni dal profondo Sud. Sia loro come molti clienti (la nuova borghesia del secondo dopoguerra: vigili urbani, tassisti, impiegati statali, muratori che stavano ricostruendo la Capitale – lo faranno fino alla fine degli anni ´60, militari provenienti soprattutto dal Nord più ricco o, se preferite, meno povero). Vivevano in stanze in affitto, spesso condivise con paesani ed amici e, per fare un  bagno o una doccia, avevano soltanto la possibilità di andare alla "Casa del Passeggero" dietro il Museo Massimo, alla Stazione Termini

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/04/02/foto/casa_del_passeggero-14424477/1/.

Tutti questi erano i "clienti"; c´erano anche rappresentanti delle "fornitrici di servizio". Generalmente ragazze di fuori Roma, venute in città spesso per fare altro e poi, vista la mancanza di studi, professionalità ed amicizie che potessero aiutarle, finivano per fare la cosa meno difficile e più redditizia.

Era l´Italia non più povera ma non ancora ricca (il boom era appena decollato) che conosceva nuove maniere di vivere, faceva debiti per acquistare la TV (molti di quelli che non potevano permetterselo avevano la possibilità di avere a casa apparecchi a gettone: venivano forniti con gettoniera simile a quella dei telefoni della TE.TI. (Telefonica Tirrena), e si dovevano avere a portata di mano monete da 100 lire perché, spesso, il periodo delle precedenti terminava proprio sul più bello di un film o, diocenescampi, durante "Lascia o raddoppia ?").

Tornando al nostro discorso, fino ad allora questa istituzione aveva fornito a chi stava lontano da casa, dalla fidanzata o della moglie, la possibilità di dare al corpo quello che lo stesso chiedeva.
Le "signorine" (spesso chiamate così) erano accolte in case con le persiane sempre accostate (da qui l´appellativo di "case chiuse"), avevano controlli medici abbastanza frequenti, il dovuto periodo di riposo mensile e venivano retribuite, oltre ad una base fissa (molto bassa), conteggiando i clienti accontentati tramite bollini (le famose marchette) che ricevevano ad ogni prestazione fornita dalla "maitresse", che era la concessionaria del bordello.
La foto seguente, copia di una di quelle calamite da frigo molto in voga ultimamente, chiarisce il menú offerto al "consumatore" che, dopo aver scelto la ragazza, sceglieva anche il servizio richiesto.



Al momento dell´entrata in vigore della legge, ci furono momenti di tensione: le ragazze non sapevano come andare avanti, salvate in moltissimi casi dal miglioramento delle condizioni del Paese che cominciava a vedere nelle case private la presenza di "donne di servizio", mentre l´utilizzatore finale riuscì ad uscirne fuori alla meno peggio soltanto grazie alla solerte e filantropica opera dei papponi che, al momento, erano, al confronto degli attuali aguzzini, delle mammolette che accompagnavano le ragazze al lavoro e le "proteggevano" dai malintenzionati di turno. In molti casi si trattava, all´inizio, di mariti e/o fidanzati o parenti più o meno lontani.
Le cose cominciarono presto ad andare per altri cammini, pericolosi ed insani, quando la malavita (più o meno organizzata), si rese conto di quale mercato si stava aprendo, peraltro con una forte diminuzione dei rischi rispetto ai furti, rapine ed altre attività del genere, frequentate fino a quel momento.

L´aumento vertiginoso delle malattie connesse con questa "attività", l´aumento della criminalità che aveva industrializzato questo ambito, arrivando a vere e proprie "tratte delle bianche", come venivano denominate al tempo, già all´inizio degli anni ´70 avevano iniziato ad ingrossare le fila di quanti erano addirittura ad una abolizione/revisione della legge, visti i danni prodotti.
           
Da anni, ogni tanto, se ne riparla, anche se, per far finta che il problema non sia un vero problema, le ragazze, ai tempi nostri, sono definite "escort"; da qui l´espressione, nel caso di fallimenti personali e/o economici, è cambiata in "è andato tutto ad escort" o, per offendere qualcuno, si dice "fijo de ´na escor" ! 
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Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

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Offline giamma

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #1 : Mercoledì 8 Gennaio 2014, 16:17:43 »
Da qualche parte in qualche cassa ho il libro "Quando l'Italia tollerava" una serie di racconti e fotografie d'epoca, ne trovate la recensione su Wikipedia, erano racconti testimonianza di: Alberto Bevilacqua, Dino Buzzati, Alberto Consiglio, Giovanni Comisso, Italo Cremona, Gustavo D'Arpe, Ilario Fiore, Sadio Garavini, Fausta Leoni, Mino Maccari, Franco Pattarino, Ercole Patti, Luigi Silori, Mario Soldati, Vincenzo Talarico, Cesare Zavattini
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

baol

Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #2 : Mercoledì 8 Gennaio 2014, 17:52:44 »

Boks XV

Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #3 : Mercoledì 8 Gennaio 2014, 18:53:29 »
vabbè Bob ma 'sti ricordi 'ndo' stanno?  :D
racconta su, che siamo tutti adulti.
come era alla buona?
e 'na doppietta da due lire?
dicci dicci.

Offline chemist

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #4 : Mercoledì 8 Gennaio 2014, 20:40:00 »
e quanto valevano in termini odierni 6,30 lire? :D

Offline BobLovati

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #5 : Mercoledì 8 Gennaio 2014, 23:44:21 »
vabbè Bob ma 'sti ricordi 'ndo' stanno?  :D
racconta su, che siamo tutti adulti.
come era alla buona?
e 'na doppietta da due lire?
dicci dicci.

.................................vissute da un ragazzino
[/color]

t´era sfuggito ??    ;)
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Offline Skorpius

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #6 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 09:17:09 »
Interessante che lo scopo della legge fosse prettamente morale "Lo spirito della legge richiamava la concezione generale dei diritti dell’Uomo sottoscritta dall’Italia, in particolar modo la “Convenzione per la repressione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione”, quando in realtà altre nazioni considerate molto più illuminate di noi (olanda. germania) non hanno per nulla recepito come moralmente necessario questo passo.
Sul problema del fallimento per mancata diminuzione della prostituzione in generale non mi soffermerei, anzi non lo valuterei proprio, sia in paesi che hanno totalmente criminalizzato la prostituzione (negli USA è reato prostituirsi) sia in paesi che la tollerano o la regolamentano è incredibilmente aumentata.
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Fabio70rm

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #7 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 09:37:27 »
Io una cosa che non ho mai capito di questa legge è il discorso dello sfruttamento della prostituzione.

Fare sesso per soldi è considerato prostituirsi.

Ora se una donna o un uomo - pensiamo non solo ai trans ma anche ai prostituti uomini che sono un mercato sconosciuto ma fiorente - fanno sesso per soldi, e con quelli ci campano, più o meno bene, comunque sfruttano la prostituzione.

O no?

Perchè se invece è considerato vivere del lavoro, se io vado da una escort e gli dico: ti do una casa, ti fornisco assistenza di qualsiasi tipo, ti proteggo dalla mala, e in cambio facciamo a metà dei soldi, perchè è considerato sfruttamento della prostituzione e non vendita di servizi ad un lavoro di prostituzione?

Qualcuno mi può chiarire l'arcano?
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Offline Ataru

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #8 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 09:41:23 »
Io una cosa che non ho mai capito di questa legge è il discorso dello sfruttamento della prostituzione.

Fare sesso per soldi è considerato prostituirsi.

Ora se una donna o un uomo - pensiamo non solo ai trans ma anche ai prostituti uomini che sono un mercato sconosciuto ma fiorente - fanno sesso per soldi, e con quelli ci campano, più o meno bene, comunque sfruttano la prostituzione.

O no?

Perchè se invece è considerato vivere del lavoro, se io vado da una escort e gli dico: ti do una casa, ti fornisco assistenza di qualsiasi tipo, ti proteggo dalla mala, e in cambio facciamo a metà dei soldi, perchè è considerato sfruttamento della prostituzione e non vendita di servizi ad un lavoro di prostituzione?

Qualcuno mi può chiarire l'arcano?

se rilasci regolare fattura achi si prostituisce non vedo il problema
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Fabio70rm

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #9 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 09:48:23 »
Quindi se faccio un accordo con una escort e firmiamo un contratto con tanto di fatture è tutto regolare? E se la escort rilascia fattura delle sue "prestazioni" è tutto legale?

Allora è una mera questione economica?

Che senso ha avuto e ha allora la questione merlin e prostituzione?
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Offline Skorpius

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la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #10 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 10:11:29 »
Il favoreggiamento e' un reato commesso da un terzo estraneo al rapporto di mercimonio tra prostituta e cliente, una persona che ottiene benefici (anche non economici) dall'attivita' di prostituzione.
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Offline Skorpius

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la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #11 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 10:16:55 »
Scusa fabio se uso un altro messaggio ma tapatalk non mi fa aggiungere: posso affittare o regalare una casa ad una prostituta ma il pagamento di un ipotetico affitto non puo' essere legato alla sua attivita' (meta' delle tue marchette) deve rispettare le norme di una locazione, e anche una assistenza non deve essere legata (esempio scorrazzare i clienti).... E' tutto un pozzichino moralista ma questa e' stata la scelta ai tempi
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Offline Fabio70rm

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Re:la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #12 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 17:56:05 »
Allora se io vado con una prostituta non posso essere perseguito...come invece accade che se ti sorprendono con una passi i guai...giusto per capire.

In effetti è una norma ambigua e bigottona.
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Offline Skorpius

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la legge Merlin: ricordi dell´epoca
« Risposta #13 : Giovedì 9 Gennaio 2014, 19:22:23 »

Allora se io vado con una prostituta non posso essere perseguito...come invece accade che se ti sorprendono con una passi i guai...giusto per capire.

In effetti è una norma ambigua e bigottona.

Di solito i problemi a cui va incontro chi viene pizzicato con le prostitute sono artefizi giuridici dei sindaci (che vogliono dimostrare di combattere la prostituzione) o dei giudici (che si ergono a paladini della moralita') si va quindi da intralcio al traffico ad atti osceni in luogo pubblico o a sfruttamento applicato per analogia (la riaccompagni sul posto di lavoro quindi la sfrutti e roba simile) ma mai per prostituzione visto che nn e' reato
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