www.LaLazioSiamoNoi.itIntervenuto ai microfoni di granatacento.com, Claudio Lotito ha parlato del percorso che ha portato la Salernitana alla promozione in Serie A: "Quando sono entrato al Comune ieri mattina ho provato una sensazione strana. C'era l'orgoglio per aver riportato la Salernitana in Serie A, ma anche il ricordo di quanto sia stata dura. Inizialmente facevamo le riunioni praticamente seduti su due scalini o in una sala attrezzata in fretta e furia, non capisco perché i tifosi si offendano quando dico che non c'erano nemmeno palloni: è una frase che serve solo a rimancare in quale oceano di difficoltà dovevamo navigare in quella lontana estate del 2011".
AMBIZIONE - "Dopo aver sfiorato i playoff un anno fa, ho chiamato il direttore sportivo, mio cognato e il nuovo tecnico Castori e ho detto a chiare lettere che volevo assolutamente andare in Serie A. È paradossale che una piazza che è sempre stata il dodicesimo uomo abbia vinto con lo stadio chiuso, questo deve portare a riflettere. L'estate scorsa qualche giocatore è stato offeso sui social e ha preferito andar via, a molti calciatori in trattativa dicevano di scappare perché non pagavamo gli stipendi e non avevamo ambizioni. Proprio per questo credo che chi ha sempre creduto in noi oggi sia doppiamente felice e orgoglioso, non vi eravate sbagliati".
FUTURO - "Abbiamo l'obbligo di lasciare la società in mano a persone che non disperdano quanto abbiamo fatto e che mettano in campo gli stessi sentimenti e le medesime risorse economiche. Valuteremo se cedere una parte del pacchetto azionario o il 100% delle quote, ci sono gli avvocati che stanno lavorando e comunicheremo le novità non appena sarà possibile. Non escludo che mio cognato possa rimanere con una quota inferiore al 50% per non esercitare un controllo diretto e incisivo".
Pubblicato il 22/05 alle 14.40
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