Diciamocelo: queste svariate e variegate forme di sindromi influenzali che hanno ammorbato un po’ tutti, o gran parte, di tutti noi durante le festività hanno fatto sì che perfino io, che per farmi prendere un’aspirina mi devono mettere una canna di p 38 alla nuca, mi sono vista costretta a sto giro, senza canna alla nuca, a prendere antibiotici; perché la cosa stava diventando seria e mi stava venendo, anzi, m’è venuta proprio, un’otite.
Roba che manco al peggior nemico, manco ad un romanista, per dire.
Fatto sta che nell’orecchio destro, nonostante l’antibiotico, continuo a sentire il rumore del mare, tipo quando da ragazzini ci accostavamo all’orecchio una conchiglia. Ecco. Però senza conchiglia, il che rende il tutto assai meno poetico, anzi, per nulla poetico, anzi, oserei dire, alquanto fastidioso.
Dice: ma che c’entra con la partita?
C’entra, il contesto nel quale la si vive, gode o soffre è importante, e quindi lo descrivo. E poi c’entra anche per spiegare perché, affetta nonchè afflitta da influenza, non ho potuto fare la spesa e così il mio amico Giglic, che resterà a cena finita la partita, si dovrà accontentare di qualcosa di “assemblato” con quel che ho, tipo un risotto fatto usando come condimento base bollito trituzzato e rosolato in cipolla a velo, brodo buono – nel senso di non di dado – e se mi gira pure radicchio di Chioggia, e mozzarella finale per mantecare.
E poi, comunque, faccio come mi pare.
Il tv è acceso con Olympia che svolazza, bella come sempre, e Giglic citofona mentre la partita comincia.
Azioncelle varie di qua e di là.
Mi viene subito da pensare che potrebbe essere fondamentale, per stare più sereni, trovare il modo di tagliare di netto quel codino del cavolo che ha in testa Palacio, che tanto è antipatico sia con che senza.
Bella azione dei Nostri che finisce con una specie di palla a campanile (Charlie Brown).
Ancora altre azioni e movimenti azzeccati dei Nostri, Candry passa ad Herny, che per l’occasione indossa dei guantini neri che pare un cartoon anni 40, potrei chiamarlo, anzi lo chiamo,
l’”Uomo con le manine freddolose”.Konko a terra.
Dice: non è una novità.
Però manco si capisce che gli è successo. Pare simil svenuto porellino. Ma alla Paideia lo attendono amorevolmente, come sempre. A occhio e croce devono avergli assegnato la stessa area riservata che aveva il nostro caro Del Nero. Forse per situazioni di questo genere (Del Nero, Konko) la Paideia prevede uno sconto ulteriore sulla convenzione con la SS Lazio. Mi sa.
Esce, ed entra Cavanda. Che è meno biondo di prima delle vacanze natalizie, ha un bel po’ di ricrescita, cosa che mi dispiace perché il biondo gli si addiceva, contrastava la tristezza del suo sguardo con gli occhi all’in giù. Speriamo ricominci a tingersi.
Candreva scatta e tenta di scappare ma lo fermano.
Un pico secondo dopo fa la stessa cosa Guarin, ma quando fermano lui è fallo. Come ti sbagli.
Azione dell’Inter ma abbiamo in porta Berisha, altissimo, seccolino, e caruccissimo.
Guarin sgomita Biava, secondo il commentatore sky involontariamente. Lallero.
I Nostri incalzano, paratona di Andandovicich.
Il co-sky
“La Lazio impressiona”. Già. Dai, dai, daje.
Fallaccio di Guarin su Lulic, Radu ci si incavola e reagisce, risultato un par di gialli.
Tal Alvarez stende Gonzy, stellina, mi ci arrabbio un po’, vorrei un cartellino rosso, ma Giglic mi dice che aveva notato che l’arbitro aveva già “promesso” un giallo al tizio in questione. Ah, vabbè, se è così mi adeguo.
Mentre Giglic mi dice questa cosa mi accorgo che tra le cose che ha portato (torroni, vino) c’è una bottiglia di Chianti, il che mi fa scattare la lampadina su come arricchire il risotto ipotizzato, che il vino rosso sul riso nella fase iniziale, mentre si attosta e acchiappa il condimento, del risotto ci sta da dio, aggiunge colore e profumo.
Azioncelle ed escursioni varie, Nagatomo, l’uomo alto un metro ed un barattolo, e Klose, uffa.
Fine primo tempo.
Un sorso di vinello bianco fresco.
Chiacchiere amabili.
Ledesma comincia a spelacchiarsi un po’, però almeno ha lo sguardo un po’ meno tristanzuolo di quello che abbiamo visto negli ultimi tempi.
Secondo tempo.
Palacio si prende un calcio in testa – giurerei involontario – da Candreva: in realtà cercava il modo di farsi recidere quel codino del cavolo.
Azioncelle confuse a centro campo, Gonzy si sbraccia ma non se lo filano nonostante l’avambraccio gessato di bianco – non gessato a righe, proprio gessato, insomma tutto bianco.
Lulic pare distratto.
Biava, che Dio lo benedica.
I Nostri stanno giocando troppo indietro, stanno mosci, già stanchi? No, eh. Uffa.
Nell’Inter due sostituzioni tra due calciatori che finiscono per “vich”.
Bella parata di Berisha.
Esce Gonzy entra Onazi (senza ypsilon, per questa volta).
Herny si sveglia, dribbla, corre, passa a Candreva. No, niente da fare.
Ancora azione dei Nostri, con lancio che finisce sul piede di Klose che però calcia fuori.
Si sta scaldando Milito. La cosa mi terrorizza. Ipotizzo makumbe, ma Giglic disapprova. Vabbè, mi adeguo e sto buona.
Esce Guarin (qualcuno prima o poi glielo dirà che in realtà è veneto) ed entra Milito.
Ranocchia cade a terra, quasi svenuto, solo che non c’è manco una principessa a portata per baciarlo e risolvere il problema.
All’improvviso, non ci crederete, ma Cavanda azzecca uno splendido passaggio a Candreva che a sua volta azzecca uno splendido passaggio a Klose che a sua volta azzecca uno splendido tiro dentro la porta!!!
Evvai!!! Uno a Zero!!!
Gesto dell’ombrello, esultanze ed improperi tutto assieme!!!
Esce Candreva ed entra Ederson.
Continuano a frullarmi in testa idee varie circa il codino di Palacio: l’ultima è quella di tirarlo via energicamente come i tappini dei lavandini che erano attaccati alla catenella anni ed anni fa. Chissà che succederebbe. Il lavandino si svuotava. Ma col tizio in questione. Mah. Saperlo.
L’Inter tenta qualcosa ma senza successo. Anzi, alla fine è il nostro Klose che non riesce a dare il colpo di grazia.
Fine.
Amo vinto!!! Forza Lazio mia bella!!!
P.S.: Bentornato mister Reja.
2° P.S.: per completezza di cronaca, il risotto è venuto buono, così mi ha detto il caro amico nostro Giglic.
