www.gazzetta.itReja comincia la nuova avventura con una vittoria: decide il tedesco, gran gol su cross di Candreva. Il 2014 dei nerazzurri comincia con una prestazione spenta e un brutto stopResta la maledizione-Inter, che non vince in casa-Lazio dal 2010. E, scolpito nella Befana laziale, c'è Edi Reja che ri-debutta con una vittoria bruttoccia ma utile, rabbiosa e figlia di una partita che non passerà alla storia tramite Dvd della manovra applicata al calcio. Mazzarri le ha provate tutte, rimettendo addirittura Milito, ma niente: fa festa l'Aquila (come l'anno scorso con Petkovic in panca, gol di Klose allo stesso minuto); Aquila che ha il dono di avere un bomber sicuro e che resiste alle sfuriate nerazzurre in un modo o nell'altro. Riparte dunque la stagione biancazzurra mentre l'Inter resta dietro al Verona e per chi tifa nerazzurro non è esattamente un bel vedere.
SCINTILLE — Il "rientrato" Reja, spalleggiato dal vice Bollini, deve fare a meno di Marchetti (noia muscolare nella rifinitura) e spalma la Lazio secondo un 4-1-4-1 piuttosto evidente: è il modulo "dell'un po' e un po'", Ledesma sta chiaramente a supporto e davanti alla difesa mentre gli altri quattro che diventano scudieri di Klose sono Candreva, Gonzalez, Hernanes e Lulic, un poker che ha visione offensiva ma anche doveri di rientro. E Mazzarri che fa? Sceglie Kuzmanovic interno di destra, Alvarez è l'omologo di sinistra e Guarin sta qualche passo dietro a Palacio con le idee sempre accese. Prima della gara il diesse Ausilio ipotizza che il colombiano possa anche restare all'Inter (ma ammette pure i contatti col Chelsea), ma resta il fatto che dopo i primi due palloni ciccati è proprio Guarin a dare ruggiti importanti: li dà verso lo scadere del primo tempo quando baruffa con Radu (entrambi ammoniti da diffidati), e li offre in campo con fame e aperture. Ebbene: questo Lato A del match vive di scintille in mezzo al campo ma anche di fiammate dell'una e dell'altra. L'Inter va vicino alla porta con due rasoiate di Juan Jesus prima e di Alvarez poi; la Lazio fa poco di più ma meglio e impegna tre volte Handanovic che esce (o sui piedi o sulla testa) di Klose con tempismo da applausi. Il duello fra centravanti biancazzurro e portiere sloveno (che rischia di pagar caro un retropassaggio corto di Juan Jesus) è forse la cosa più gustosa del primo tempo che si chiude dopo 2 minuti di recupero.
GUARIN ESCE CONTRARIATO — La ripresa si apre con un numero in chiusura di Biava: palla filtrante (minuto 10) di Guarin per Palacio che, sfibrato dalle tante corse nel vuoto, si procura tutto fino all'attimo del tiro che però viene stroncato da una deviazione in scivolata del centrale laziale. L'Inizio del Lato B vede l'Inter trovare coraggio e campo, il tutto mentre Milito si scalda ai bordi e prende l'applauso degli oltre 5000 tifosi interisti arrivati all'Olimpico. Intanto entra Kovacic per Kuzmanovic, e i nerazzuri creano la prima palla vera da gol: cross da destra di Jonathan, testa di Nagatomo, para Berisha. Reja mette Onazi, Mazzarri decide di inserire proprio il Principe, la cui ultima gara era stata quella contro la Roma il 5 ottobre 2013: ora Palacio si gioca l'ultimo quarto d'ora con il partner d'attacco che avrebbe dovuto avere per tutto il campionato, Milito. In tutto questo ad essere sostituito è Guarin, che non prende bene il cambio e scambia qualche parola ruvida con Mazzarri prima di sedersi in panchina.
NAGATOMO DORME — Poi ecco, a nove minuti dalla fine, il colpo di deconcentrazione che l'Inter non si toglie mai da dosso: Cavanda pronto a scendere a destra, indecisione fondamentale di Nagatomo che non azzecca i tempi, Candreva è pronto a mettere in mezzo così come Klose è lesto ad anticipare Ranocchia e colpire di destro Handanovic. Vantaggio-Lazio e Mazzarri infila Zanetti: ci sono due sussulti finali, Jonathan s'incespica, angoli interisti e anzi sono i padroni di casa a sfiorare il 2-0 sempre con Klose. La Lazio sale a 23 e si mette una nuova maschera per un anno migliore. Ah, curiosità: l'anno scorso la Lazio di Petkovic batté l'Inter di Stramaccioni con gol di Klose al 36' s.t.: come oggi.
Matteo Dalla Vite