Autore Topic: Vlado Petkovic  (Letto 22701 volte)

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Giglic

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #220 : Venerdì 3 Gennaio 2014, 13:04:34 »
Fa parte del gioco. E, per una squadra senza tifosi, mi sembra la normalità.

Tu pensa al dramma dei fu-laziali: da dieci anni hanno sostenuto le fregnacce più strampalate, hanno dato retta a personaggi dalla credibilità inferiore a quella di Wanna Marchi in coma, hanno tirato giù il totem di Chinaglia scaraventandolo contro la Lazio e bruciandolo, salvo poi dare la colpa a Chinaglia stesso - quando ovviamente lui non poteva più raccontare la sua versione - una volta smerdato tutto il teatrino: una cosa per la quale dovrebbero essere condannati a vivere nella cloaca di casa Santarini per tutta la vita. E si sono sempre rotti il grugno, ridotti ormai a negare a sé stessi quando gli roda il culo a ogni partita vinta dalla Nostra. Ma, per chi fa del male alla Lazio, il pianto e lo stridor di denti sono l'epilogo inevitabile.

Mi mancava questa frase  ;D

Guarda, senza fare le apocalittiche tue considerazioni, io tenderei a dire che, semplicemente, il rischio è quello di perdere l'idea di Lazio come squadra da tifare, trasformandoci (tutti, me compreso) in tifosi della NOSTRA IDEA di Lazio. In alcuni casi l'idea è Lotito (pro o contro), in altri è il tifo, in rari casi è la squadra. Stiamo vicini ADESSO alla Lazio, che i bilanci fatti on line sono in genere falsati dall'ultimo risultato. Non eravamo la squadra modello il 27 maggio, non siamo la peggiore adesso.

Offline MagoMerlino

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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #221 : Venerdì 3 Gennaio 2014, 13:57:09 »
Fa parte del gioco. E, per una squadra senza tifosi, mi sembra la normalità.

Tu pensa al dramma dei fu-laziali: da dieci anni hanno sostenuto le fregnacce più strampalate, hanno dato retta a personaggi dalla credibilità inferiore a quella di Wanna Marchi in coma, hanno tirato giù il totem di Chinaglia scaraventandolo contro la Lazio e bruciandolo, salvo poi dare la colpa a Chinaglia stesso - quando ovviamente lui non poteva più raccontare la sua versione - una volta smerdato tutto il teatrino: una cosa per la quale dovrebbero essere condannati a vivere nella cloaca di casa Santarini per tutta la vita. E si sono sempre rotti il grugno, ridotti ormai a negare a sé stessi quando gli roda il culo a ogni partita vinta dalla Nostra. Ma, per chi fa del male alla Lazio, il pianto e lo stridor di denti sono l'epilogo inevitabile.
Ma come ti va di contrappuntare quasi ogni discorso con questi deliri? Ma li trovi costruttivi ed utili alla ottimale fruizione del forum? E' una curiosità eh.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

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ThomasDoll

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #222 : Venerdì 3 Gennaio 2014, 14:11:29 »
Beh, se non altro, però, sono divertenti.

Offline BobLovati

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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #223 : Venerdì 3 Gennaio 2014, 16:40:54 »
......................
 per chi fa del male alla Lazio, il pianto e lo stridor di denti sono l'epilogo inevitabile.

in saecula, saecolorum. Amen
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Zapruder

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #224 : Venerdì 3 Gennaio 2014, 16:52:14 »
Ma come ti va di contrappuntare quasi ogni discorso con questi deliri? Ma li trovi costruttivi ed utili alla ottimale fruizione del forum? E' una curiosità eh.

Ma perché, la colata trollesca di cacca che tu e altri riversate a martello sulla Lazio dalla mattina alla sera, 365 giorni l'anno, sono divertenti?

Offline MagoMerlino

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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #225 : Sabato 4 Gennaio 2014, 00:09:20 »
Ma perché, la colata trollesca di cacca che tu e altri riversate a martello sulla Lazio dalla mattina alla sera, 365 giorni l'anno, sono divertenti?
Francamente non so cosa possa essere peggio tra certe cose che scrivi tu e quello che posso scrivere io o altri. Ma di una cosa sono certo, se c'è qualcosa che personalmente riverso sulla Lazio, sono qualche migliaio di euro l'anno.
Chiarito questo, ti assicuro che non è affatto divertente vedere la Lazio prendere 4 gol dal Verona o perdere  5 partite consecutive col Genoa. Come non è affatto divertente vedere alla presidenza della Lazio un personaggio come Lotito, che antepone il suo interesse personale (non economico, almeno spero) a quello della Lazio.
Mò continua pure con la biancheria intima di bet e santarini.
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Zapruder

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #226 : Sabato 4 Gennaio 2014, 08:15:14 »
ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

La Lazio che raccontate è una vostra proiezione cialtronesca, poveraccia, perdente: non è Lotito che "criticate", con modi e toni che definire violenti e isterici è un eufemismo: è la Lazio tutta che esce a pezzi, dal vostro concionare quotidiano.

Ma la cosa peggiore è che voi non avete alcun desiderio di uscire fuori da questa "realtà": anzi, la difendete, vi ci crogiolate, perché rassicura le vostre certezze. Vi infastidisce che si ricordi un successo di sei mesi fa, mentre la rievocazione puntuale di Vignaroli è sempre attualissima: la voglia di "star male", di difendere a spada tratta una visione, la paura di veder distrutto un castello di certezze, che si autoalimenta in ambiti ristretti e sempre più tendenti ad escludere ogni lettura diversa (come accade nelle convention elettorali: un meccanismo ben studiato), in modo che ci si convinca, e si convincano gli altri, che "la pensano tutti così": senza rendersi conto - o forse sapendolo benissimo - che il pensiero più articolato, di fronte a quello estremamente semplificato, sparisce, si fa da parte (quando non lo si è allontanato con le cattive), si ritrae. "Il buonsenso se ne stava nascosto, per paura del senso comune". Basti leggere i forum, dove ormai una parola di sostegno accorato e incondizionato, nei confronti della Lazio in tutte le sue componenti, viene sepolta da risate e pernacchie; dove le voci più portate all'approfondimento e al racconto sono sparite, dove andare contro la corrente catetero-mediatica diventa sempre più faticoso: domina la battutella-sms, trita e ritrita, e c'è pure chi pensa che scrivere mille volte al giorno "panzone gestore Vignaroli Artipoli questo personaggio" faccia parte dello "scambio di opinioni".

Poi c'è lo stadio, con la parrocchiettizzazione del tifo: sempre più autoreferenziale, criptico, indecifrabile dall'esterno, avulso dai fatti del campo. E, come tutte le parrocchiette, finisce per allontanare chi non capisce o non condivide i codici e percepisce, coscientemente o meno, il disagio di una situazione del genere. Il bello è che quel clima viene additato, dagli stessi che l'hanno messo in piedi, come... effetto della gestione societaria ecc. ecc., ma anche questo fa parte della spirale della profezia che vorrebbe autoavverarsi.

Vorrebbe. Appunto. Perché dieci anni di questa fogna costruita intorno alla Lazio non hanno scalfito minimamente la Lazio e i suoi risultati tecnici i quali, per quanto i cavalieri dell'angoscia possano rotolarsi per terra, sono del tutto coerenti, e direi anche superiori, alle aspettative logiche di una gestione ordinata ed efficace. Dieci anni di annunci di disastri, morti, abbandoni politici, sono andati a vuoto.

Dieci anni di assalti unilaterali (guerra un par di palle), condotti senza ritegno, perfino tirando vergognosamente giù dal piedistallo il totem più sacro della nostra storia e scagliandolo contro la Lazio stessa, pur di raccattare qualche spicciolo, mentre la "libera critica" se la faceva nelle scarpe per paura delle botte ma senza avere il coraggio e la dignità di chiudere bottega pur di non contribuire all'assalto, devo magna' io; dieci anni di sgrugnate tremende, di figure di cacca, di pronostici e auspici infausti sempre riccamente smentiti dalla realtà.

Avete perduto. Fatevene una ragione. Per dieci anni avete sellato e nutrito il cavallo della morte, del disfattismo, dell'angoscia. Mentre la Lazio camminava tranquillamente, a volte felice al galoppo sfrenato, altre zoppicando un po', nella sua storia. Che tra poco arriva a 114 anni. Ininterrotti, senza lodipetrucci, impicci col liquidatore fallimentare, ripartenze dalla C2, false fidejussioni e tutto il campionario di porcherie che hanno aggiustato a tavolino la storia di altri: tutta roba che nessun laziale ricorda mai o di cui nemmeno sa, mentre china la testa di fronte a chi parla di leggi "ad personam" per noi, invece di dare un destro in bocca all'interlocutore di turno: tanto la propaganda negativa interna ha condizionato il nostro modo di essere "tifosi".

La nostra situazione tecnica attuale è negativa e figlia di errori che anche il più pacato e obiettivo degli osservatori ha individuato chiaramente per tempo. Non conosco nessuno che difendesse aprioristicamente la campagna acquisti di questa estate, altro che "adoratori": adoratori sono per alcuni quelli che non aderiscono agli schemi critici precostituiti, poco importa che a loro volta siano critici, eccome, quando è il caso. Chi non ripete fedelmente le cantilene che pervadono l'aere è "adoratore", a quanto pare. La situazione tecnica è negativa e vanno presi provvedimenti: quello che dovrebbe dare sempre fiducia, a tutti, è la base economica di partenza, che parla di una società solida, che accresce i ricavi e cerca di avvicinare il monte-ingaggi, e quindi le possibili potenzialità tecniche, a quelle di club comunque più grossi di noi: fino ad arrivare, si spera, e la cosa appare assai meno lontana di quanto lo fosse tre-quattro anni fa, a quel livello (80/90 mln di stipendi) che consentirebbe di PROVARE a centrare quell'obiettivo che oggi tanta propaganda ritiene nemmeno sognabile: lo scudetto.

Che si può PROVARE a vincere continuando, lentamente, a crescere, ovvero si può affidare ai sogni beati di chi aspetta sceicchi col materasso foderato di soldi che si innamorino della Lazio e spendano e spandano allegramente: il che equivale a sperare che Babbo Natale si materializzi e scaraventi Messi e Cristiano Ronaldo nel caminetto di Formello: ognuno sogna come vuole, ma battere i piedi per terra perché questo non accade merita considerazioni che preferisco risparmiare.

La solidità economica, peraltro, è la miglior garanzia che qualcuno un giorno possa accostarsi alla Lazio e cercare di comprarla: ma gli straccioni ne stiano alla larga, anche se la propaganda sosterebbe pure Spartaco er Pizzettaro, se gli togliesse dai piedi Lotito: ma una SpA non vale meno di una volta e mezza/due il proprio fatturato, quindi chi vuole la Lazio si armi di un 150 milioni e se la compri: o 'sto sceicco danaroso deve fare il pezzentone quando compra? Ci vedo una certa distonia, no?

Offline Breizh

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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #227 : Sabato 4 Gennaio 2014, 09:32:31 »
[...]
Certe volte mi ricordi... Teotokris. :D

Pomata

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #228 : Sabato 4 Gennaio 2014, 09:53:56 »
ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

La Lazio che raccontate è una vostra proiezione cialtronesca, poveraccia, perdente: non è Lotito che "criticate", con modi e toni che definire violenti e isterici è un eufemismo: è la Lazio tutta che esce a pezzi, dal vostro concionare quotidiano.

Ma la cosa peggiore è che voi non avete alcun desiderio di uscire fuori da questa "realtà": anzi, la difendete, vi ci crogiolate, perché rassicura le vostre certezze. Vi infastidisce che si ricordi un successo di sei mesi fa, mentre la rievocazione puntuale di Vignaroli è sempre attualissima: la voglia di "star male", di difendere a spada tratta una visione, la paura di veder distrutto un castello di certezze, che si autoalimenta in ambiti ristretti e sempre più tendenti ad escludere ogni lettura diversa (come accade nelle convention elettorali: un meccanismo ben studiato), in modo che ci si convinca, e si convincano gli altri, che "la pensano tutti così": senza rendersi conto - o forse sapendolo benissimo - che il pensiero più articolato, di fronte a quello estremamente semplificato, sparisce, si fa da parte (quando non lo si è allontanato con le cattive), si ritrae. "Il buonsenso se ne stava nascosto, per paura del senso comune". Basti leggere i forum, dove ormai una parola di sostegno accorato e incondizionato, nei confronti della Lazio in tutte le sue componenti, viene sepolta da risate e pernacchie; dove le voci più portate all'approfondimento e al racconto sono sparite, dove andare contro la corrente catetero-mediatica diventa sempre più faticoso: domina la battutella-sms, trita e ritrita, e c'è pure chi pensa che scrivere mille volte al giorno "panzone gestore Vignaroli Artipoli questo personaggio" faccia parte dello "scambio di opinioni".

Poi c'è lo stadio, con la parrocchiettizzazione del tifo: sempre più autoreferenziale, criptico, indecifrabile dall'esterno, avulso dai fatti del campo. E, come tutte le parrocchiette, finisce per allontanare chi non capisce o non condivide i codici e percepisce, coscientemente o meno, il disagio di una situazione del genere. Il bello è che quel clima viene additato, dagli stessi che l'hanno messo in piedi, come... effetto della gestione societaria ecc. ecc., ma anche questo fa parte della spirale della profezia che vorrebbe autoavverarsi.

Vorrebbe. Appunto. Perché dieci anni di questa fogna costruita intorno alla Lazio non hanno scalfito minimamente la Lazio e i suoi risultati tecnici i quali, per quanto i cavalieri dell'angoscia possano rotolarsi per terra, sono del tutto coerenti, e direi anche superiori, alle aspettative logiche di una gestione ordinata ed efficace. Dieci anni di annunci di disastri, morti, abbandoni politici, sono andati a vuoto.

Dieci anni di assalti unilaterali (guerra un par di palle), condotti senza ritegno, perfino tirando vergognosamente giù dal piedistallo il totem più sacro della nostra storia e scagliandolo contro la Lazio stessa, pur di raccattare qualche spicciolo, mentre la "libera critica" se la faceva nelle scarpe per paura delle botte ma senza avere il coraggio e la dignità di chiudere bottega pur di non contribuire all'assalto, devo magna' io; dieci anni di sgrugnate tremende, di figure di cacca, di pronostici e auspici infausti sempre riccamente smentiti dalla realtà.

Avete perduto. Fatevene una ragione. Per dieci anni avete sellato e nutrito il cavallo della morte, del disfattismo, dell'angoscia. Mentre la Lazio camminava tranquillamente, a volte felice al galoppo sfrenato, altre zoppicando un po', nella sua storia. Che tra poco arriva a 114 anni. Ininterrotti, senza lodipetrucci, impicci col liquidatore fallimentare, ripartenze dalla C2, false fidejussioni e tutto il campionario di porcherie che hanno aggiustato a tavolino la storia di altri: tutta roba che nessun laziale ricorda mai o di cui nemmeno sa, mentre china la testa di fronte a chi parla di leggi "ad personam" per noi, invece di dare un destro in bocca all'interlocutore di turno: tanto la propaganda negativa interna ha condizionato il nostro modo di essere "tifosi".

La nostra situazione tecnica attuale è negativa e figlia di errori che anche il più pacato e obiettivo degli osservatori ha individuato chiaramente per tempo. Non conosco nessuno che difendesse aprioristicamente la campagna acquisti di questa estate, altro che "adoratori": adoratori sono per alcuni quelli che non aderiscono agli schemi critici precostituiti, poco importa che a loro volta siano critici, eccome, quando è il caso. Chi non ripete fedelmente le cantilene che pervadono l'aere è "adoratore", a quanto pare. La situazione tecnica è negativa e vanno presi provvedimenti: quello che dovrebbe dare sempre fiducia, a tutti, è la base economica di partenza, che parla di una società solida, che accresce i ricavi e cerca di avvicinare il monte-ingaggi, e quindi le possibili potenzialità tecniche, a quelle di club comunque più grossi di noi: fino ad arrivare, si spera, e la cosa appare assai meno lontana di quanto lo fosse tre-quattro anni fa, a quel livello (80/90 mln di stipendi) che consentirebbe di PROVARE a centrare quell'obiettivo che oggi tanta propaganda ritiene nemmeno sognabile: lo scudetto.

Che si può PROVARE a vincere continuando, lentamente, a crescere, ovvero si può affidare ai sogni beati di chi aspetta sceicchi col materasso foderato di soldi che si innamorino della Lazio e spendano e spandano allegramente: il che equivale a sperare che Babbo Natale si materializzi e scaraventi Messi e Cristiano Ronaldo nel caminetto di Formello: ognuno sogna come vuole, ma battere i piedi per terra perché questo non accade merita considerazioni che preferisco risparmiare.

La solidità economica, peraltro, è la miglior garanzia che qualcuno un giorno possa accostarsi alla Lazio e cercare di comprarla: ma gli straccioni ne stiano alla larga, anche se la propaganda sosterebbe pure Spartaco er Pizzettaro, se gli togliesse dai piedi Lotito: ma una SpA non vale meno di una volta e mezza/due il proprio fatturato, quindi chi vuole la Lazio si armi di un 150 milioni e se la compri: o 'sto sceicco danaroso deve fare il pezzentone quando compra? Ci vedo una certa distonia, no?

Chapeau!

Brocchi 63

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #229 : Sabato 4 Gennaio 2014, 12:44:20 »
ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

Può essere, come può essere che il padrone o patron, chiamalo come vuoi, è talmente ossessionato dal suo ego da passare a volte,con una bitumatrice sulla Lazio tutta, solo per sentirsi solo contro tutti.
Lo disse lui stesso, a margine del funerale del povero Elsner a dire, ridacchiando, molti nemici molto onore. E' un suo modo di essere, modo di essere che non tutti condividono; poi i suoi meriti li ha, in pochi glieli negano, ma quel modo di fare darebbe ai nervi anche ai più pazienti.
Tu gli hai mai sentito dire "ho sbagliato" ? Oppure crediamo di trovarci di fronte ironmen ?


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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #230 : Sabato 4 Gennaio 2014, 12:59:24 »
ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

La Lazio che raccontate è una vostra proiezione cialtronesca, poveraccia, perdente: non è Lotito che "criticate", con modi e toni che definire violenti e isterici è un eufemismo: è la Lazio tutta che esce a pezzi, dal vostro concionare quotidiano.

Ma la cosa peggiore è che voi non avete alcun desiderio di uscire fuori da questa "realtà": anzi, la difendete, vi ci crogiolate, perché rassicura le vostre certezze. Vi infastidisce che si ricordi un successo di sei mesi fa, mentre la rievocazione puntuale di Vignaroli è sempre attualissima: la voglia di "star male", di difendere a spada tratta una visione, la paura di veder distrutto un castello di certezze, che si autoalimenta in ambiti ristretti e sempre più tendenti ad escludere ogni lettura diversa (come accade nelle convention elettorali: un meccanismo ben studiato), in modo che ci si convinca, e si convincano gli altri, che "la pensano tutti così": senza rendersi conto - o forse sapendolo benissimo - che il pensiero più articolato, di fronte a quello estremamente semplificato, sparisce, si fa da parte (quando non lo si è allontanato con le cattive), si ritrae. "Il buonsenso se ne stava nascosto, per paura del senso comune". Basti leggere i forum, dove ormai una parola di sostegno accorato e incondizionato, nei confronti della Lazio in tutte le sue componenti, viene sepolta da risate e pernacchie; dove le voci più portate all'approfondimento e al racconto sono sparite, dove andare contro la corrente catetero-mediatica diventa sempre più faticoso: domina la battutella-sms, trita e ritrita, e c'è pure chi pensa che scrivere mille volte al giorno "panzone gestore Vignaroli Artipoli questo personaggio" faccia parte dello "scambio di opinioni".

Poi c'è lo stadio, con la parrocchiettizzazione del tifo: sempre più autoreferenziale, criptico, indecifrabile dall'esterno, avulso dai fatti del campo. E, come tutte le parrocchiette, finisce per allontanare chi non capisce o non condivide i codici e percepisce, coscientemente o meno, il disagio di una situazione del genere. Il bello è che quel clima viene additato, dagli stessi che l'hanno messo in piedi, come... effetto della gestione societaria ecc. ecc., ma anche questo fa parte della spirale della profezia che vorrebbe autoavverarsi.

Vorrebbe. Appunto. Perché dieci anni di questa fogna costruita intorno alla Lazio non hanno scalfito minimamente la Lazio e i suoi risultati tecnici i quali, per quanto i cavalieri dell'angoscia possano rotolarsi per terra, sono del tutto coerenti, e direi anche superiori, alle aspettative logiche di una gestione ordinata ed efficace. Dieci anni di annunci di disastri, morti, abbandoni politici, sono andati a vuoto.

Dieci anni di assalti unilaterali (guerra un par di palle), condotti senza ritegno, perfino tirando vergognosamente giù dal piedistallo il totem più sacro della nostra storia e scagliandolo contro la Lazio stessa, pur di raccattare qualche spicciolo, mentre la "libera critica" se la faceva nelle scarpe per paura delle botte ma senza avere il coraggio e la dignità di chiudere bottega pur di non contribuire all'assalto, devo magna' io; dieci anni di sgrugnate tremende, di figure di cacca, di pronostici e auspici infausti sempre riccamente smentiti dalla realtà.

Avete perduto. Fatevene una ragione. Per dieci anni avete sellato e nutrito il cavallo della morte, del disfattismo, dell'angoscia. Mentre la Lazio camminava tranquillamente, a volte felice al galoppo sfrenato, altre zoppicando un po', nella sua storia. Che tra poco arriva a 114 anni. Ininterrotti, senza lodipetrucci, impicci col liquidatore fallimentare, ripartenze dalla C2, false fidejussioni e tutto il campionario di porcherie che hanno aggiustato a tavolino la storia di altri: tutta roba che nessun laziale ricorda mai o di cui nemmeno sa, mentre china la testa di fronte a chi parla di leggi "ad personam" per noi, invece di dare un destro in bocca all'interlocutore di turno: tanto la propaganda negativa interna ha condizionato il nostro modo di essere "tifosi".

La nostra situazione tecnica attuale è negativa e figlia di errori che anche il più pacato e obiettivo degli osservatori ha individuato chiaramente per tempo. Non conosco nessuno che difendesse aprioristicamente la campagna acquisti di questa estate, altro che "adoratori": adoratori sono per alcuni quelli che non aderiscono agli schemi critici precostituiti, poco importa che a loro volta siano critici, eccome, quando è il caso. Chi non ripete fedelmente le cantilene che pervadono l'aere è "adoratore", a quanto pare. La situazione tecnica è negativa e vanno presi provvedimenti: quello che dovrebbe dare sempre fiducia, a tutti, è la base economica di partenza, che parla di una società solida, che accresce i ricavi e cerca di avvicinare il monte-ingaggi, e quindi le possibili potenzialità tecniche, a quelle di club comunque più grossi di noi: fino ad arrivare, si spera, e la cosa appare assai meno lontana di quanto lo fosse tre-quattro anni fa, a quel livello (80/90 mln di stipendi) che consentirebbe di PROVARE a centrare quell'obiettivo che oggi tanta propaganda ritiene nemmeno sognabile: lo scudetto.

Che si può PROVARE a vincere continuando, lentamente, a crescere, ovvero si può affidare ai sogni beati di chi aspetta sceicchi col materasso foderato di soldi che si innamorino della Lazio e spendano e spandano allegramente: il che equivale a sperare che Babbo Natale si materializzi e scaraventi Messi e Cristiano Ronaldo nel caminetto di Formello: ognuno sogna come vuole, ma battere i piedi per terra perché questo non accade merita considerazioni che preferisco risparmiare.

La solidità economica, peraltro, è la miglior garanzia che qualcuno un giorno possa accostarsi alla Lazio e cercare di comprarla: ma gli straccioni ne stiano alla larga, anche se la propaganda sosterebbe pure Spartaco er Pizzettaro, se gli togliesse dai piedi Lotito: ma una SpA non vale meno di una volta e mezza/due il proprio fatturato, quindi chi vuole la Lazio si armi di un 150 milioni e se la compri: o 'sto sceicco danaroso deve fare il pezzentone quando compra? Ci vedo una certa distonia, no?
Io non so se ti rendi conto delle sciocchezze con le quali hai infarcito questo ennesimo sproloquio.
Avete perduto? Ma avete chi? Capisco che devi mettere tutto nel calderone per dare sostanza ai tuoi attacchi, ma chi ha perduto?
Qui se la Lazio vince, vinciamo tutti, se perde, perdiamo tutti.
Accusi gli altri di ripetere sempre le stesse cose e sei il primo a farlo, ripetendo ossessivamente il tuo particolare punto di vista, nella recondita speranza di convincere qualcuno, oltre ai fedeli che immediatamente ti danno supporto facendo impennare l'applausometro.
Alimenti la contrapposizione con ipotetici nemici della Lazio, continui a sostenere che le critiche a Lotito danneggiano la Lazio, non ti accorgi, o non ti vuoi accorgere, che oggi a trasformarsi in nemico della Lazio è proprio Lotito e suo Lotitismo esasperato, inteso come modello gestionale.
Per l'imprenditore Lotito la Lazio è probabilmente l'impresa più importante, l'unica quotata in borsa, quella col maggiore fatturato, per Lotito la Lazio è un mezzo per farsi conoscere, per accedere a luoghi ed ambienti dove, se fosse rimasto lo sconosciuto che era, probabilmente non sarebbe mai stato ammesso.
La Lazio cammina perché è una grande società ed ha un patrimonio storico e umano tra i maggiori in Italia, ma cammina, ancora, con le sue gambe. Camminerebbe più o meno in questa maniera chiunque di sciagurato ed incapace ne fosse alla guida (a meno, ovviamente, di comportamenti illeciti). Oggi la Lazio non gode del valore aggiunto che una gestione illuminata potrebbe offrirgli. Non aumenta il fatturato grazie alle iniziative intraprese da Lotito, ma perché i suoi tifosi ancora partecipano attivamente, attraverso abbonamenti allo stadio e alle PayTV , grazie a quella partecipazione popolare di cui parlavo prima, che è l'autentico inestimabile capitale della Lazio, che tu probabilmente preferiresti azzerare, in ossequio alle tue idee.
Il capitale giocatori, uno dei più importanti metri di giudizio, si sta azzerando tra scelte sbagliate e decisioni improbabili, dettate dall'incapacità di comprendere le necessità e dalla smania personale di dimostrare le proprie strampalate idee.
Da questo punto di vista c'è un sottile filo conduttore tra il tuo modo di vedere le cose e quello di Lotito, entrambi autoreferenziali, entrambi vedete gli stessi ipotetici nemici, entrambi avete le stesse aberrazioni della realtà.


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darienzo

R: Vlado Petkovic
« Risposta #231 : Sabato 4 Gennaio 2014, 13:24:00 »
Certe volte il signor Zapruder mi incanta, quasi quanto il Patron

Inviato dal mio LG-P700 con Tapatalk 2


Nascar

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #232 : Sabato 4 Gennaio 2014, 14:18:04 »
ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

La Lazio che raccontate è una vostra proiezione cialtronesca, poveraccia, perdente: non è Lotito che "criticate", con modi e toni che definire violenti e isterici è un eufemismo: è la Lazio tutta che esce a pezzi, dal vostro concionare quotidiano.

Ma la cosa peggiore è che voi non avete alcun desiderio di uscire fuori da questa "realtà": anzi, la difendete, vi ci crogiolate, perché rassicura le vostre certezze. Vi infastidisce che si ricordi un successo di sei mesi fa, mentre la rievocazione puntuale di Vignaroli è sempre attualissima: la voglia di "star male", di difendere a spada tratta una visione, la paura di veder distrutto un castello di certezze, che si autoalimenta in ambiti ristretti e sempre più tendenti ad escludere ogni lettura diversa (come accade nelle convention elettorali: un meccanismo ben studiato), in modo che ci si convinca, e si convincano gli altri, che "la pensano tutti così": senza rendersi conto - o forse sapendolo benissimo - che il pensiero più articolato, di fronte a quello estremamente semplificato, sparisce, si fa da parte (quando non lo si è allontanato con le cattive), si ritrae. "Il buonsenso se ne stava nascosto, per paura del senso comune". Basti leggere i forum, dove ormai una parola di sostegno accorato e incondizionato, nei confronti della Lazio in tutte le sue componenti, viene sepolta da risate e pernacchie; dove le voci più portate all'approfondimento e al racconto sono sparite, dove andare contro la corrente catetero-mediatica diventa sempre più faticoso: domina la battutella-sms, trita e ritrita, e c'è pure chi pensa che scrivere mille volte al giorno "panzone gestore Vignaroli Artipoli questo personaggio" faccia parte dello "scambio di opinioni".

Poi c'è lo stadio, con la parrocchiettizzazione del tifo: sempre più autoreferenziale, criptico, indecifrabile dall'esterno, avulso dai fatti del campo. E, come tutte le parrocchiette, finisce per allontanare chi non capisce o non condivide i codici e percepisce, coscientemente o meno, il disagio di una situazione del genere. Il bello è che quel clima viene additato, dagli stessi che l'hanno messo in piedi, come... effetto della gestione societaria ecc. ecc., ma anche questo fa parte della spirale della profezia che vorrebbe autoavverarsi.

Vorrebbe. Appunto. Perché dieci anni di questa fogna costruita intorno alla Lazio non hanno scalfito minimamente la Lazio e i suoi risultati tecnici i quali, per quanto i cavalieri dell'angoscia possano rotolarsi per terra, sono del tutto coerenti, e direi anche superiori, alle aspettative logiche di una gestione ordinata ed efficace. Dieci anni di annunci di disastri, morti, abbandoni politici, sono andati a vuoto.

Dieci anni di assalti unilaterali (guerra un par di palle), condotti senza ritegno, perfino tirando vergognosamente giù dal piedistallo il totem più sacro della nostra storia e scagliandolo contro la Lazio stessa, pur di raccattare qualche spicciolo, mentre la "libera critica" se la faceva nelle scarpe per paura delle botte ma senza avere il coraggio e la dignità di chiudere bottega pur di non contribuire all'assalto, devo magna' io; dieci anni di sgrugnate tremende, di figure di cacca, di pronostici e auspici infausti sempre riccamente smentiti dalla realtà.

Avete perduto. Fatevene una ragione. Per dieci anni avete sellato e nutrito il cavallo della morte, del disfattismo, dell'angoscia. Mentre la Lazio camminava tranquillamente, a volte felice al galoppo sfrenato, altre zoppicando un po', nella sua storia. Che tra poco arriva a 114 anni. Ininterrotti, senza lodipetrucci, impicci col liquidatore fallimentare, ripartenze dalla C2, false fidejussioni e tutto il campionario di porcherie che hanno aggiustato a tavolino la storia di altri: tutta roba che nessun laziale ricorda mai o di cui nemmeno sa, mentre china la testa di fronte a chi parla di leggi "ad personam" per noi, invece di dare un destro in bocca all'interlocutore di turno: tanto la propaganda negativa interna ha condizionato il nostro modo di essere "tifosi".

La nostra situazione tecnica attuale è negativa e figlia di errori che anche il più pacato e obiettivo degli osservatori ha individuato chiaramente per tempo. Non conosco nessuno che difendesse aprioristicamente la campagna acquisti di questa estate, altro che "adoratori": adoratori sono per alcuni quelli che non aderiscono agli schemi critici precostituiti, poco importa che a loro volta siano critici, eccome, quando è il caso. Chi non ripete fedelmente le cantilene che pervadono l'aere è "adoratore", a quanto pare. La situazione tecnica è negativa e vanno presi provvedimenti: quello che dovrebbe dare sempre fiducia, a tutti, è la base economica di partenza, che parla di una società solida, che accresce i ricavi e cerca di avvicinare il monte-ingaggi, e quindi le possibili potenzialità tecniche, a quelle di club comunque più grossi di noi: fino ad arrivare, si spera, e la cosa appare assai meno lontana di quanto lo fosse tre-quattro anni fa, a quel livello (80/90 mln di stipendi) che consentirebbe di PROVARE a centrare quell'obiettivo che oggi tanta propaganda ritiene nemmeno sognabile: lo scudetto.

Che si può PROVARE a vincere continuando, lentamente, a crescere, ovvero si può affidare ai sogni beati di chi aspetta sceicchi col materasso foderato di soldi che si innamorino della Lazio e spendano e spandano allegramente: il che equivale a sperare che Babbo Natale si materializzi e scaraventi Messi e Cristiano Ronaldo nel caminetto di Formello: ognuno sogna come vuole, ma battere i piedi per terra perché questo non accade merita considerazioni che preferisco risparmiare.

La solidità economica, peraltro, è la miglior garanzia che qualcuno un giorno possa accostarsi alla Lazio e cercare di comprarla: ma gli straccioni ne stiano alla larga, anche se la propaganda sosterebbe pure Spartaco er Pizzettaro, se gli togliesse dai piedi Lotito: ma una SpA non vale meno di una volta e mezza/due il proprio fatturato, quindi chi vuole la Lazio si armi di un 150 milioni e se la compri: o 'sto sceicco danaroso deve fare il pezzentone quando compra? Ci vedo una certa distonia, no?

Rispetto la tua opinione però in simpatia hai detto una marea di cazzate.

Pomata

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #233 : Sabato 4 Gennaio 2014, 15:26:02 »
Rispetto la tua opinione però in simpatia hai detto una marea di cazzate.

Ce ne fossero di cazzari come Zap.

Giglic

Re:Vlado Petkovic
« Risposta #234 : Sabato 4 Gennaio 2014, 15:39:01 »
Rispetto la tua opinione però in simpatia hai detto una marea di cazzate.

Bene. Argomenti?

perché per me ci sono cose su cui non sono d'accordo, ma cazzate (nel senso di cose false dal punto di vista dei fatti) non ne vedo.

Quindi, ti prego, illuminaci

Offline Flender

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Vlado Petkovic
« Risposta #235 : Sabato 4 Gennaio 2014, 15:47:38 »

ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

La Lazio che raccontate è una vostra proiezione cialtronesca, poveraccia, perdente: non è Lotito che "criticate", con modi e toni che definire violenti e isterici è un eufemismo: è la Lazio tutta che esce a pezzi, dal vostro concionare quotidiano.

Ma la cosa peggiore è che voi non avete alcun desiderio di uscire fuori da questa "realtà": anzi, la difendete, vi ci crogiolate, perché rassicura le vostre certezze. Vi infastidisce che si ricordi un successo di sei mesi fa, mentre la rievocazione puntuale di Vignaroli è sempre attualissima: la voglia di "star male", di difendere a spada tratta una visione, la paura di veder distrutto un castello di certezze, che si autoalimenta in ambiti ristretti e sempre più tendenti ad escludere ogni lettura diversa (come accade nelle convention elettorali: un meccanismo ben studiato), in modo che ci si convinca, e si convincano gli altri, che "la pensano tutti così": senza rendersi conto - o forse sapendolo benissimo - che il pensiero più articolato, di fronte a quello estremamente semplificato, sparisce, si fa da parte (quando non lo si è allontanato con le cattive), si ritrae. "Il buonsenso se ne stava nascosto, per paura del senso comune". Basti leggere i forum, dove ormai una parola di sostegno accorato e incondizionato, nei confronti della Lazio in tutte le sue componenti, viene sepolta da risate e pernacchie; dove le voci più portate all'approfondimento e al racconto sono sparite, dove andare contro la corrente catetero-mediatica diventa sempre più faticoso: domina la battutella-sms, trita e ritrita, e c'è pure chi pensa che scrivere mille volte al giorno "panzone gestore Vignaroli Artipoli questo personaggio" faccia parte dello "scambio di opinioni".

Poi c'è lo stadio, con la parrocchiettizzazione del tifo: sempre più autoreferenziale, criptico, indecifrabile dall'esterno, avulso dai fatti del campo. E, come tutte le parrocchiette, finisce per allontanare chi non capisce o non condivide i codici e percepisce, coscientemente o meno, il disagio di una situazione del genere. Il bello è che quel clima viene additato, dagli stessi che l'hanno messo in piedi, come... effetto della gestione societaria ecc. ecc., ma anche questo fa parte della spirale della profezia che vorrebbe autoavverarsi.

Vorrebbe. Appunto. Perché dieci anni di questa fogna costruita intorno alla Lazio non hanno scalfito minimamente la Lazio e i suoi risultati tecnici i quali, per quanto i cavalieri dell'angoscia possano rotolarsi per terra, sono del tutto coerenti, e direi anche superiori, alle aspettative logiche di una gestione ordinata ed efficace. Dieci anni di annunci di disastri, morti, abbandoni politici, sono andati a vuoto.

Dieci anni di assalti unilaterali (guerra un par di palle), condotti senza ritegno, perfino tirando vergognosamente giù dal piedistallo il totem più sacro della nostra storia e scagliandolo contro la Lazio stessa, pur di raccattare qualche spicciolo, mentre la "libera critica" se la faceva nelle scarpe per paura delle botte ma senza avere il coraggio e la dignità di chiudere bottega pur di non contribuire all'assalto, devo magna' io; dieci anni di sgrugnate tremende, di figure di cacca, di pronostici e auspici infausti sempre riccamente smentiti dalla realtà.

Avete perduto. Fatevene una ragione. Per dieci anni avete sellato e nutrito il cavallo della morte, del disfattismo, dell'angoscia. Mentre la Lazio camminava tranquillamente, a volte felice al galoppo sfrenato, altre zoppicando un po', nella sua storia. Che tra poco arriva a 114 anni. Ininterrotti, senza lodipetrucci, impicci col liquidatore fallimentare, ripartenze dalla C2, false fidejussioni e tutto il campionario di porcherie che hanno aggiustato a tavolino la storia di altri: tutta roba che nessun laziale ricorda mai o di cui nemmeno sa, mentre china la testa di fronte a chi parla di leggi "ad personam" per noi, invece di dare un destro in bocca all'interlocutore di turno: tanto la propaganda negativa interna ha condizionato il nostro modo di essere "tifosi".

La nostra situazione tecnica attuale è negativa e figlia di errori che anche il più pacato e obiettivo degli osservatori ha individuato chiaramente per tempo. Non conosco nessuno che difendesse aprioristicamente la campagna acquisti di questa estate, altro che "adoratori": adoratori sono per alcuni quelli che non aderiscono agli schemi critici precostituiti, poco importa che a loro volta siano critici, eccome, quando è il caso. Chi non ripete fedelmente le cantilene che pervadono l'aere è "adoratore", a quanto pare. La situazione tecnica è negativa e vanno presi provvedimenti: quello che dovrebbe dare sempre fiducia, a tutti, è la base economica di partenza, che parla di una società solida, che accresce i ricavi e cerca di avvicinare il monte-ingaggi, e quindi le possibili potenzialità tecniche, a quelle di club comunque più grossi di noi: fino ad arrivare, si spera, e la cosa appare assai meno lontana di quanto lo fosse tre-quattro anni fa, a quel livello (80/90 mln di stipendi) che consentirebbe di PROVARE a centrare quell'obiettivo che oggi tanta propaganda ritiene nemmeno sognabile: lo scudetto.

Che si può PROVARE a vincere continuando, lentamente, a crescere, ovvero si può affidare ai sogni beati di chi aspetta sceicchi col materasso foderato di soldi che si innamorino della Lazio e spendano e spandano allegramente: il che equivale a sperare che Babbo Natale si materializzi e scaraventi Messi e Cristiano Ronaldo nel caminetto di Formello: ognuno sogna come vuole, ma battere i piedi per terra perché questo non accade merita considerazioni che preferisco risparmiare.

La solidità economica, peraltro, è la miglior garanzia che qualcuno un giorno possa accostarsi alla Lazio e cercare di comprarla: ma gli straccioni ne stiano alla larga, anche se la propaganda sosterebbe pure Spartaco er Pizzettaro, se gli togliesse dai piedi Lotito: ma una SpA non vale meno di una volta e mezza/due il proprio fatturato, quindi chi vuole la Lazio si armi di un 150 milioni e se la compri: o 'sto sceicco danaroso deve fare il pezzentone quando compra? Ci vedo una certa distonia, no?

Non ci conosciamo ma te vojo bene.


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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #236 : Sabato 4 Gennaio 2014, 16:30:19 »
Bene. Argomenti?

perché per me ci sono cose su cui non sono d'accordo, ma cazzate (nel senso di cose false dal punto di vista dei fatti) non ne vedo.

Quindi, ti prego, illuminaci


Citazione
ll problema, a mio avviso, sta nel fatto che tu, e gli altri ossessionati da Lotito, nella vostra missione di disprezzare e deridere il panzone gestore, finite inevitabilmente per disprezzare e deridere la Lazio, i suoi risultati, la sua organizzazione, i suoi calciatori. Tutto.

Cazzata, nei fatti non è così, altrimenti si cerchino i post o facciamo come quello tu ci sei solo quando la Lazio perde e quando vince sparisci, io sto ancora aspettando un utente con i fatti, evidentemente si è accorto di aver scritto una cazzata.

Citazione
Vi infastidisce che si ricordi un successo di sei mesi fa,
Altra cazzata anche perchè credo che abbia infastidito solo i romanisti, al massimo uno può rompere i coglioni guardando avanti o al presente e mi pare più che giusto perchè il trofeo resta li e non lo tacca nessuno.

Citazione
Basti leggere i forum, dove ormai una parola di sostegno accorato e incondizionato, nei confronti della Lazio in tutte le sue componenti, viene sepolta da risate e pernacchie; dove le voci più portate all'approfondimento e al racconto sono sparite, dove andare contro la corrente catetero-mediatica diventa sempre più faticoso: domina la battutella-sms, trita e ritrita, e c'è pure chi pensa che scrivere mille volte al giorno "panzone gestore Vignaroli Artipoli questo personaggio" faccia parte dello "scambio di opinioni".

Non è così, certo non stiamo attraversando un momento idilliaco ma se proprio vogliamo essere sinceri da tutte e due le parti si usano risate, pernacchie e battutelle sms come fa il caro utente pomata o boblovati.

Citazione
Avete perduto. Fatevene una ragione. Per dieci anni avete sellato e nutrito il cavallo della morte, del disfattismo, dell'angoscia.

Qui siamo proprio alla follia pura, evidentemente Zapruder  sarà il nipote segreto di lotito. ;D
Poi magari siamo noi quelli che rendono il forum invivibile rovinando tutto vero?

Citazione
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Altra cosa non vera, credo che manco la juve possa permettersi giocatori del genere, io credo che il tifoso Laziale voglia la NORMALITA', cosa sconosciuta ad oggi e ci metto in mezzo anche una parte della tifoseria che frequenta lo stadio che non aiuta è.


Offline giamma

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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #237 : Sabato 4 Gennaio 2014, 16:46:54 »
Dedicato a Zapruder:

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

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Re:Vlado Petkovic
« Risposta #238 : Sabato 4 Gennaio 2014, 19:13:44 »
giamma adoratore da applausometro.

 :D
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Offline Aquila Maremmana

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R: Vlado Petkovic
« Risposta #239 : Sabato 4 Gennaio 2014, 21:02:32 »
Magari fossero cazzate...

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Noi potevamo essere loro. Non abbiamo voluto.
Loro non avrebbero mai potuto essere noi.