www.repubblica.itLotito ha deciso, nelle prossime ore l'incontro con il tecnico sancirà la separazione. Al suo posto, in attesa dello svizzero Yakin, l'allenatore gorizianoROMA - A Verona scorrono i titoli di coda del rapporto tra Petkovic e la Lazio. Oggi Lotito si incontrerà con l'allenatore, a cui è stato chiesto di rinviare la partenza per le vacanze natalizie. Il tecnico di Sarajevo sarà esonerato: questo è stato deciso nel lungo confronto notturno dopo la sconfitta con il Verona, tra il presidente della Lazio e il direttore sportivo Igli Tare. Si è parlato del futuro: la squadra, contestata dai tifosi ieri sera all'arrivo all'aeroporto di Fiumicino, tornerà ad allenarsi il 30 dicembre nel quartier generale di Formello, ma ad allenarli non troverà più Petkovic.
YAKIN O REJA PER LA PANCHINA DELLA LAZIO - Al momento sono due i nomi in ballo per la sua successione: Murat Yakin ed Edy Reja. L'obiettivo principale è lo svizzero, con il quale c'è già un accordo per la prossima stagione, quando scadrà il suo contratto (fino al giugno 2014) con il Basilea. La Lazio proverà fino all'ultimo ad accelerare i tempi, contando sulla volontà dell'allenatore che il 26 dicembre avrà un nuovo incontro con il presidente del club svizzero. Chiederà di liberarsi già adesso, senza che la società biancoceleste debba pagare alcun indennizzo. Se non dovessero arrivare risposte positive in tal senso, allora Lotito virerà con decisione su Reja (in vantaggio su Inzaghi, Bollini e Di Carlo) per traghettare dignitosamente la squadra fino al termine del campionato. D'altra parte il goriziano ha già salvato una volta la Lazio da una situazione drammatica (stagione Ballardini) e accetterebbe di buon grado un contratto a tempo determinato. Ha recentemente rifiutato il Bologna e ha due offerte dall'estero che però riguardano in entrambi i casi la prossima stagione. Ecco perché l'opportunità di rianimare la Lazio e sfruttare la vetrina dell'Europa League non dispiace affatto al tecnico di Gorizia. Nei prossimi giorni arriverà la decisione definitiva.
DALL'ENTUSIASMO INIZIALE AL DISASTRO - Uno tra Yakin e Reja, chiuderà dunque un'avventura iniziata un anno e mezzo fa, quando il tecnico di Sarajevo arriva a sorpresa nella Capitale per sostituire proprio il Edy Reja. Tare lo aveva selezionato dopo averlo visto all'opera sulla panchina dello Young Boys e del Sion. Gli era piaciuta l'idea di calcio del croato di origine bosniaca, che nella sua prima conferenza stampa da allenatore della Lazio aveva spiegato di voler "dominare" sempre e comunque l'avversario. Una concezione di calcio opposta rispetto a quella, definita troppo "difensivista" e a tratti "catenacciara", dei due anni e mezzo precedenti con Reja. Che però per due volte consecutive aveva visto sfumare la qualificazione alla Champions League solo al fotofinish. L'approccio al campionato sembrava tuttavia aver dato ragione alla società: la nuova Lazio si divertiva e divertiva il pubblico, vincendo sia in casa che in trasferta e arrivando addirittura a essere definitiva come l'antagonista principale della Juventus per la vittoria dello scudetto. Petkovic e il suo gioco atto a "dominare" iniziano a destare l'interesse degli addetti ai lavori, che esaltano la figura di un tecnico umile e allo stesso tempo vincente. Sono i tempi in cui Vlado sorride sempre nelle conferenze stampa, ogni tanto si lascia andare anche a qualche battuta, ma sempre mantenendo ben saldi i piedi per terra perché - come diceva lui stesso - era ben consapevole che in una piazza come quella romana da un momento all'altro i complimenti possono trasformarsi in critiche.
NEL 2013 SI È ROTTO IL PETKOINCANTESIMO - E così è stato, subito dopo aver mangiato il panettone nel Natale del 2012 e aver brindato all'arrivo del 2013. Da quel momento il "Petkoincantesimo" si è rotto: la Lazio ha buttato al vento tutto ciò che aveva costruito nella prima parte di campionato, chiudendo al settimo posto e ottenendo la qualificazione alla successiva edizione dell'Europa League solo grazie alla storica vittoria in Coppa Italia in finale contro la Roma. Unica (seppur grande) soddisfazione, insieme ai buoni risultati in Europa League interrotti comunque ai quarti di finale, di un anno solare che si è aperto e chiuso malissimo. Nel 2013 in campionato la Lazio è letteralmente crollata: su 37 incontri complessivi sono arrivate 12 vittorie, 9 pareggi e 16 sconfitte, per un totale di 45 punti conquistati sui 111 disponibili. La media generale in Serie A è di 1,21 punti a partita, un dato che diventa ancora più preoccupante se si analizzano solo le gare in trasferta: su 19 match, 1 vittoria, 7 pareggi e 11 sconfitte che hanno permesso di raccogliere 10 punti sui 57 disponibili. Significa che lontano dall'Olimpico la Lazio "viaggia" a una media di 0,52 punti a partita: da retrocessione.
PETKOVIC PREPARA IL FUTURO IN SVIZZERA - Quello con il Verona, dunque, non è stato che l'ultimo di una lunga serie di risultati negativi, al termine dei quali Petkovic ha rilasciato praticamente sempre le stesse dichiarazioni che arrivano in fotocopia da un anno a questa parte: "Abbiamo dominato, ma siamo stati puniti per alcuni errori individuali". Un tormentone ormai, che incredibilmente è riuscito a pronunciare anche dopo aver perso 4-1 al Bentegodi (nelle ultime 8 di campionato la Lazio ha vinto solo una volta), dopo una lezione di calcio ricevuta dalla squadra di Mandorlini. Al quale non interessa molto "dominare" l'avversario, ma ottenere punti sul campo esprimendo pure un bel gioco. È in evidente confusione Petkovic, che nelle conferenze stampa non sorride più da un pezzo (a meno che le interviste non gli vengano fatte nella ben più tranquilla Svizzera, dove è ancora molto apprezzato e dove a breve lavorerà come commissario tecnico) e anzi, se potesse, non si presenterebbe nemmeno di fronte ai microfoni. Sembra un'altra persona rispetto a quella che 365 giorni fa si apprestava a mangiare il panettone. Quest'anno si dovrà accontentare dell'indigesto pandoro veronese, quello che ha convinto Lotito a cambiare.