19 dicembre 2013
Tutte le prove che scagionano la Lazio
(Il Tempo)
LE ACCUSE A LOTITO
«Rapporti stretti e qualificati» tra i faccendieri Francesco Spadaro e Franco Bazzani con l’ex presidente dell’Ancona calcio, Ermanno Pieroni, che «confermerebbero – precisa il gip di Cremona – le affermazioni di Massimo Erodiani», il quale ha detto: «Posso riferire che nell’ambito degli scommettitori esce spesso la notizia che il signor Claudio Lotito è quello che gestisce le partite e le combine della Lazio e dietro Lotito ci sarebbe l’ex presidente dell’Ancona, il signor Pieroni» che, in sostanza, farebbe «il lavoro sporco». Infine, Spadaro-Bazzani avrebbero rapporti anche con lo stesso Lotito e con il direttore sportivo della Lazio, Igli Tale. Il particolare emerge da un’analisi del gip: «Nel 2013, Bazzani dimostra di avere rapporti privilegiati con la Lazio. Durante la partita del 5 maggio 2013 (Lazio-Bologna) Bazzani è all’interno dell’Olimpico e comunicando con tale Marina Muroni, che è seduta nei pressi di Igli Tare, chiede di passarglielo. È evidente, quindi, che c’e` un rapporto tra Bazzani e Tare, perché nessun estraneo farebbe una proposta del genere. Tanto più che la frase “gli devo dire solo una cosa” a maggior ragione presuppone una certa familiarità. La stessa circostanza che la donna ipotizzi di fargli telefonare da Tare, presuppone un rapporto familiare con questi. Poi, considerato che Tare è impegnato in una conversazione molto fitta, Bazzani chiede alla Muroni se e` arrivato Lotito e la Muroni gli conferma la circostanza. Dalla frase di Bazzani («perché avevo visto prima che non c’era Lotito, per quello») più che dedursi che Bazzani voglia parlare di nascosto con Tare senza che sia presente Lotito, sembra alludere a un Bazzani che opta di parlare con Tare in sostituzione di un Lotito solo in quanto ritiene erroneamente che questi non sia ancora arrivato».
Una ricostruzione investigativa tutta da verificare, soprattutto perché se incrociata con altri fatti contenuti negli stessi atti, ne esce fortemente scalfita, se non addirittura smontata. Ma andiamo con ordine, partendo da alcune partite manipolate del 2013 di serie B e Lega Pro, che in apparenza nulla hanno a che fare col rapporto Spadaro-Bazzani e Lotito. Si tratta di un nuovo filone in cui tra gli accusati di associazione per delinquere e frode sportiva, ci sono Spadaro, Cosimo Ricci, ex dirigente del Rimini, e Pieroni. Ed è proprio questa triangolazione che, in realtà, svela come Spadaro-Bazzani non abbiano alcun legame con Lotito. Il 22 aprile 2013 c’è un giro di telefonate: «Si apprende – annota il gip nell’ordinanza – che la persona eminente che Spadaro tanto agognava incontrare attraverso il Rinci, e che aveva evidentemente gli strumenti per consentire di effettuare scommesse certe e conseguire lauti guadagni, era Pieroni». Al di là del ruolo effettivo dell’ex dirigente dell’Ancona, già un dato sembra chiaro: Pieroni e Spadaro non hanno alcun tipo di «rapporto stretto e qualificato», ma di mezzo c’è Rinci, il quale dice in una telefonata del 24 aprile successivo che «Pieroni non aveva intenzione di parlare con nessuno». Queste conversazioni, che chiaramente dimostrano come tra i due ci sia l’intermediazione di una terza persona, vanno messe in relazione con la telefonata del 5 maggio successivo, quindi pochissimi giorni dopo, tra Bazzani e «tale Marina Muroni» sopra esposta. Ad una prima lettura delle contestazioni, ci si potrebbe subito domandare: perché l’uomo ha chiamato la Muroni, invece di chiamare «Tare e Lotito con cui aveva una certa familiarità»? E basterebbe, per capire che c’è qualcosa che non va nella ricostruzione del gip. Ma anche superando questo interrogativo, perché Spadaro nella manipolazione degli incontri di serie B e Lega Pro è costretto a passare da Rinci per arrivare a Pieroni, quando il suo intimo amico Bazzani è ritenuto essere strettamente legato a Lotito, il quale secondo l’accusa «si serve» proprio «di Pieroni per fare il lavoro sporco»? È chiaro che se ci fosse un rapporto tra il duo Spadaro-Bazzani e il presidente della Lazio, basterebbe un cenno di quest’ultimo affinché Pieroni mettesse «fuori gioco» l’intermediario Rinci, cosa che invece non avviene. Dunque, sembra in realtà non esserci alcun rapporto quantomeno illecito.
A pagina 68 apprendiamo: «Sono emersi ben 110 contatti tra l’utenza in uso a Bazzani, e quella intestata a Brocchi. I suddetti contatti vanno dal 22.1.2011 e si protraggono fino al mese di maggio. Tra i contatti più significativi quelli che precedono la partita Bologna-Lazio del 23 gennaio 2011, terminata con il punteggio di 3-1, punteggio che costituisce un Over 3,5, così appetito dagli scommettitori». Ovvero, il punteggio finale del match è appetibile per gli allibratori, altro non c’è; in particolare sono 5 sms il 22 gennaio, tra le 19.33 e le 19:38, quindi 3 telefonate da 78,40 e 17 secondi, rispettivamen te alle 20:52, alle 21:17 e 21:18; il giorno dopo 2 sms alle 9.47 e alle 9.59.
Intanto, rispetto alle vecchie carte, nessun elemento a carico dei giocatori del Genoa Milanetto e Dainelli. In particolare, il primo, «sicuramente coinvolto», in sede sportiva, è uscito indenne da ogni addebito; mentre il secondo non è stato nemmeno deferito dalla Procura Federale. Inoltre, espressioni come «Tutto fa presupporre» non rafforzano certo le tesi della Procura, rimasta appesa a quanto sostenuto 36 mesi fa.
CONTATTI
BAZZANI-MAURI
A pagina 67 Il provvedimento sottolinea: «Quanto a Mauri, i rapporti si sviluppano attraverso la nota scheda intestata a Romano Samantha che, dalla localizzazione delle celle utilizzate, era nella disponibilità del calciatore ben prima di quanto il predetto sostiene. I contatti, che si riferiscono a maggio 2011». I contatti si riducono a ben 11 sms tra il 5 e il 7 maggio, quindi un sms, da Bazzani a Mauri, il 26 maggio, a cui non segue risposta. A pagina 68 così la Procura sostiene la propria tesi: «L’utilizzo da parte di Mauri, anche in ricezione da Bazzani, della scheda dedicata, rende evidente che non si tratta di rapporti in chiave “amicale”, ma di contatti con finalità illecita. A tali conclusioni si giunge anche a ritener valida la versione difensiva dello stesso Mauri, che comunque ha dichiarato che quella scheda si riferiva a contatti che comunque preferiva non far apparire (scommesse sportive diverse da quelle calcistiche)».
Questo passaggio merita una sottolineatura. Mauri, nell’interrogatorio di garanzia a Cremona il 30 maggio 2012, ammette l’uso della sim intestata a Romano, ma afferma di esserne entrato in possesso il 13 maggio, per riconsegnare la stessa il 30 maggio stesso. Non solo, lo scorso luglio nel dibattimento davanti alla Commissione Disciplinare, i legali del calciatore hanno mostrato come in più di un’occasione, prima del 13 maggio, i due telefoni mobili di Mauri non agganciavano le stesse celle, fattispecie questa che potrebbe mostrare il mancato uso contemporaneo dei due apparecchi; in ogni caso al momento né accusa né difesa possono dire di aver portato una prova regina su chi realmente usasse quel telefono dalla data della sua attivazione, a fine aprile 2012, al 13 maggio. Inoltre, quando si scrive «L’utilizzo da parte di Mauri, anche in ricezione da Bazzani, della scheda dedicata, rende evidente che non si tratta di rapporti in chiave «amicale ma di contatti con finalità illecita», si afferma che due persone quando si scrivono lo fanno in modo univoco, in entrata o in uscita, mentre è chiaro che tutte le conversazioni moderne via cellulare avvengono in modalità chat, tanto è vero che le chiamate del 5 maggio hanno la forma del cosiddetto «botta e riposta».
UDINESE-LAZIO
MAURI DIVENTA BIPOLARE
A pagina 68, i contatti di Mauri con Bazzani nel mese di maggio, sostiene la Procura «potrebbero riferirsi non soltanto alla partita del 14 maggio tra Lecce e Lazio, ma anche a quella Udinese-Lazio dell’8 maggio 2011, vinta dai friulani per 2-1». In sostanza Salvini ritiene che Mauri potrebbe contattare Bazzani per alterare il match in senso sfavorevole alla Lazio».
Per contrastare la tesi di un Mauri votato alla sconfitta, è necessario fare un passo indietro, addirittura all’ordinanza del 22 marzo 2012 che il successivo 29 maggio portò in carcere il numero sei biancoceleste. A pagina 6 Salvini spega perché ha autorizzato l’arresto di Mauri: «Manifestava la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli zingari, ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell’ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica. In concreto partecipava quantomeno alla manipolazione delle partite Lazio-Genoa, del 14.5.2011 e Lecce-Lazio del 22.5.2011. Amico di Zamperini, che era al corrente di detta disponibilità, veniva da questi messo in contatto a tal fine con Gegic ed Ilievski». Traduzione, Mauri era partecipe di un’associazione a delinquere (senza questa imputazione niente carcere, per la frode sportiva il nostro ordinamento non la prevede, ndr) che mirava a favorire i biancocelesti, alterando a loro favore l’esito regolare delle gare. Qualcuno avvisi il capitano della Lazio, siamo di fronte ad un caso di disturbi bipolari a cadenza settimanale.
RIGORE DI ZARATE INOFFENSIVO
MA NON E’INDAGATO
Salvini, per ribadire la tesi sull’alterazione, così verga a pagina 68 in merito a Udinese-Lazio. «Non dimentichiamo che a detta partita ha partecipato anche Brocchi, e che il portiere dell’Udinese ha parato un calcio di rigore sulla cui esecuzione, quasi inoffensiva, si rimanda ai filmati. L’Udinese ha vinto pur trovandosi in 10 uomini per l’espulsione di Angella».
Sperando che i tribunali italiani, già penalizzati da processi inutili (oltre che dalle lunghe ferie godute dai togati, ndr), non aprano un “distaccamento moviole”, andiamo a vedere questi filmati, contestualizzando l’evento. Lazio e Udinese sono in piena lotta Champions, dalle immagini Rai (
) cogliamo subito due palle gol nitide per Di Natale, inframezzate da un tiro a giro di Hernanes. L’1-0 arriva al 35°, sulla sinistra Di Natale infila Muslera, nell’occasione Brocchi rimedia un giallo per proteste, cartellino che gli costerà la squalifica in Lazio-Genoa del 14 maggio. Al 42′ Isla serve ancora Di Natale che a porta vuota sigla il 2-0. Al 22° il neo entrato Rocchi subisce un netto fallo da Angella in area: rigore e rosso per il centrale bianconero. Zarate tira di collo destro, centrale, Handanovic para il sesto rigore della stagione. Al 31° il 2-1 è invece merito dell’altro subentrato Kozak, piattone destro vincente in mischia. L’ariete ceco pochi secondi dopo di testa coglie un palo clamoroso: è un assedio. Ancora Rocchi fugge sulla destra, cross e «il miracolo di Handanovic» – parole dell’inviato Rai Stefano Bizzotto – che letteralmente leva dalla linea la palla colpita da Dias. Dominio Lazio con «un’occasionissima» per i romani, definizione che rubiamo ancora a Bizzotto: Rocchi non arriva sul pallone deviato di testa da Dias su cross di Zarate. Finisce la partita, e in sostanza la Lazio saluta la qualificazione ai preliminari di Champions, a cui a fine torneo accederà l’Udinese per la sola differenza reti, avendo infatti totalizzato 66 punti come i romani. In soldoni, l’8 maggio a Udine si vendono tre punti, una settimana dopo si «ricomprano» con il Genoa.
BOLOGNA-LAZIO
SI GIOCA A PERDERE
A pagina 68 apprendiamo: «Sono emersi ben 110 contatti tra l’utenza in uso a Bazzani, e quella intestata a Brocchi. I suddetti contatti vanno dal 22.1.2011 e si protraggono fino al mese di maggio. Tra i contatti più significativi quelli che precedono la partita Bologna-Lazio del 23 gennaio 2011, terminata con il punteggio di 3-1, punteggio che costituisce un Over 3,5, così appetito dagli scommettitori». Ovvero, il punteggio finale del match è appetibile per gli allibratori, altro non c’è; in particolare sono 5 sms il 22 gennaio, tra le 19.33 e le 19:38, quindi 3 telefonate da 78,40 e 17 secondi, rispettivamente alle 20:52, alle 21:17 e 21:18; il giorno dopo 2 sms alle 9.47 e alle 9.59.
Già a gennaio quindi a Formello si gioca a perdere, andiamo a vedere questa disputa taroccata: è la XXI giornata, arbitra Rocchi. Dalla sintesi di Sky, (
) segnaliamo che Mauri è il capitano, e con Brocchi giocherà l’intera contesa. Al 5° un triangolo Floccari-Hernanes frutta l’l-0 ospite, seguono un gol divorato Di Vaio, quindi un miracolo di Viviano su colpo di testa di Dias. Arriva repentino l’uno due felsineo con le marcature di Ramirez e Di Vaio. Viviano salva ancora su un tiro dai 10 metri di Zarate. La disputa è vibrante, tutto tranne che un match aggiustato. Nella ripresa i ritmi scemano, ma i nervi sono assai sensibili, tanto che all’86°, dopo un fallo di Dias su Martinez, il rossoblu Gimenez, dalla panchina, provoca il brasiliano mettendogli una mano in faccia, il sudamericano risponde con una manata: rosso per entrambi. Il sipario sarebe calato con il gol di Di Vaio, ma il match prosegue sul tartan con Zarate che lancia il cuoio sulla nuca di Rubin.
LAZIO-JUVENTUS
E UNA SQUADRA VINCENTE
Salvini ribandisce come Brocchi si adoperasse per far perdere la Lazio, come specificato a pagina 69: «Ancora più significativi i contatti che si riferiscono alla partita LAZIO-JUVENTUS terminata con la sconfitta casalinga della LAZIO per 0-1.Come si può notare ancora una volta i contatti sospetti hanno luogo in coincidenza con una sconfitta della LAZIO, squadra le cui potenzialità non dimostrano una sua assuefazione a risultati negativi». La Lazio, sostiene la Procura, è potenzialmente un team non abituato alla sconfitta, evidentemente a Petkovic nessuno l’ha spiegato.
Ebbene sì, la Lazio non è abituata a perdere tra le mura amiche, peccato che in casa, con la Juventus, in campionato non vinca dal lontano 6 dicembre 2003, 2-0, gol di Corradi e Fiore. Grazie a Sky vediamo come è andato il match, è la XXXV giornata, arbitro Mazzoleni. (
). La Lazio è in piena corsa Champions, la Juve invece lotta per l’Europa League. La Lazio preme, solo tiri nella porta bianconera, c’è anche un colpo di testa non ottimamente eseguito da Brocchi, ma non è un gol di quelli divorati. La ripresa non muta trend: cross dalla destra e Brocchi di controbalzo calcia alto di sinistro, «ma non era facile», evidenzia il cronista Caressa. Seguono un gran tiro dalla distanza di Hernanes, un cross mancato da Zarate di un soffio, il rosso a Ledesma e il gol di Pepe, all’87, frutto di un contropiede. Nella sintesi, stranamente, manca il netto rigore negato alla Lazio dall’arbitro Mazzoleni, «fattaccio» che così racconta la Gazzetta dello Sport nella cronaca del 3 maggio: «Mazzoleni non vede un rigore netto per la Lazio: evidente fallo di Chiellini in area suFloccari. L’attaccante evidenzia la caduta e non ottiene nulla». L’azione accade a metà ripresa, Lotito nel post è partita è furibondo, dirà: «Avevo parlato di una task force per vigilare sul corretto svolgimento del campionato e stasera più che mai mi sembra un tema di grande attualità. I rigori possono decidere le partite e non va bene che decidano, al contrario, sempre quelle della Lazio». Giova sottolineare l’assenza di Mauri per infortunio. In sostanza, gli uomini di Reja meriterebbero il successo, ma per imprecisione e per un marchiano errore arbitrale si vedono negare tre punti che, alla fine, gli costeranno il quarto posto.
MILAN-LAZIO
BROCCHI SALVA UN GOL
A pagina 130 leggiamo: «Già il 25 gennaio 2011 veniva registrato un sms che il BAZZANI inviava a GATTUSO Gennaro Ivan, mentre il 1 febbraio 2011, in occasione della partita Milan-Lazio (disputatasi alle 20.45 e terminata 0-0) i ponti radio agganciati dall’utenza dello scommettitore bolognese, evidenziavano la sua presenza nell’area che insiste nei pressi dello stadio MEAZZA di Milano. Da sottolineare come Bazzani, il 1 febbraio scambi 4 sms con Brocchi, è la mattina della partita». E’ l’unico incontro nel quale Bazzani contatta i due big indaga ti nell’ordinanza.
Anche in questo caso nessun elemento che rafforzi quello degli sms, la prova sarebbe rappresentata da 4 messaggi a cui non viene dato seguito dopo il match; soprattutto, non risultano contatti tra Brocchi e qualsivoglia tesserato del Milan. Anche in questo caso, analizziamo l’andamento del match del 1 Febbraio 2011 terminato 0-0. È la XXIII giornata, arbitro D’Amato. Il risulato farebbe pensare ad una partita priva di emozioni, ma ci viene in soccorso il sommario della Gazzetta dello Sport del 2 febbraio: «Il Milan sbatte contro un muro….la capolista non trova la rete, non capitalizzando le tante occasioni create. Doppio palo di Ibrahimovic, salvataggio sulla linea di porta di Biava». Anche un mediocre avvocato direbbe «ma la Rosea è di parte!», affidiamoci ancora alle immagini, (
). Ospiti con Brocchi titolare, Mauri entrerà all’80° per Sculli. In campo c’è solo la squadra di Allegri: sinistro al volo di Flamini; colpo di testa ravvicinato di Ibra; sinistro in tribuna di Emanuelson; chances interrotte solo da trame ospiti di alleggerimento. Ripresa, arriva il doppio palo di Ibra nella stessa azione, Muslera bacia la sfera ringraziando la sorte amica. Arriviamo quindi ad un’azione stranamente sfuggita alla ricca task force di Cremona: Brocchi entra alla disperata su Flamini rallentando la sfera che Muslera blocca. Ancora Ibra con un destro a giro; quindi Biava, sulla linea, evita la capitolazione sulla conclusione di Robinho. Rivedendo i frame appare evidente a qualsiasi occhio, purché in buona fede, che se il Milan non ha vinto è stato solo grazie al fato, se la Lazio avesse voluto perdere in modo fraudolento non ci sarebbe stato match più facile per raggiungere lo scopo.
ROGATORIA IN SVIZZERA
DI MARTINO SCONFITTO
Il procuratore Di Martino ha inoltrato la rogatoria in Svizzera per «controllare» il conto svizzero intestato al papà (morto qualche giorno fa per una malattia incurabile senza poter sapere come andrà a finire la vicenda che vede coinvolto il figlio) e alla mamma. Secondo lui su quel conto sono transitati soldi illeciti.
La magistratura svizzera ha negato la rogatoria in questione perché viene concessa solo nel caso ci sia il reato di associazione a delinquere. Ma il giudice svizzero, entrando nel merito, non ha ritenuto che dalle carte in possesso emergano tale responsabilità.
(Gianluca La Penna, Daniele Palizzotto, Luigi Salomone)