Autore Topic: E' un pubblico di merda  (Letto 7643 volte)

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Brocchi 63

Re:E' un pubblico di merda
« Risposta #100 : Domenica 22 Dicembre 2013, 16:41:29 »
il tifo della curva ( andato a Verona per fare i soliti cori anti ) prendesse esempio dai 6-7mila tifosi del Verona; QUESTO é tifare

e si, perdiamo 4-1 e la colpa è di chi và ancora a beccarsi freddo e figuracce in giro per l'Italia.

Offline MagoMerlino

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Re:E' un pubblico di merda
« Risposta #101 : Domenica 22 Dicembre 2013, 17:39:58 »
il tifo della curva ( andato a Verona per fare i soliti cori anti ) prebndesse esempio dai 6-7mila tifosi del Verona; QUESTO é tifare
Guarda che a Verona la maggioranza dei Laziali presenti erano residenti al nord e se pure da loro, che non hanno radiosei che trasmette, fanno quei cori, una domanda, al posto tuo, me la farei.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

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Nascar

Re:E' un pubblico di merda
« Risposta #102 : Domenica 22 Dicembre 2013, 17:48:04 »
il tifo della curva ( andato a Verona per fare i soliti cori anti ) prebndesse esempio dai 6-7mila tifosi del Verona; QUESTO é tifare

Tu la tifoseria del Verona mesà che non la conosci proprio per niente, come al solito continua a buttare merda sulla tifoseria Laziale.

Offline Aquilatina

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Re:E' un pubblico di merda
« Risposta #103 : Domenica 22 Dicembre 2013, 23:53:47 »
il tifo della curva ( andato a Verona per fare i soliti cori anti ) prebndesse esempio dai 6-7mila tifosi del Verona; QUESTO é tifare
...........oppure dai TIFOSI dell'Avellino (contro la juve),  oppure, da TUTTI I TIFOSI delle altre squadre, dalla III^ categoria, alla serieA
OT spero di non aver offeso nessuno
Io tifo due squadre: la Lazio e chi gioca contro la riomma

malacarne

Re:E' un pubblico di merda
« Risposta #104 : Mercoledì 25 Dicembre 2013, 16:35:37 »
E' forse questo?!?

(corriere della sera lunedì 16 dicembre 2013)

La Lazio vince tra contestazione e «buu» razzisti

(di Andrea Arzilli)

Cori di stampo razzista e apologie di fascismo: «buu» ai neri del Livorno e «viva il Duce» urlato nel mezzo allo sventolio di tricolori, stavolta a giocare contro la Lazio sono i tifosi della curva. Che, nonostante il 2-0 al Livorno firmato da Miro Klose, cioè la vittoria che fa ripartire la Lazio in campionato e che di fatto salva la panchina di Petkovic («Non ci sono le condizioni per un esonero», ha sentenziato il presidente), invece di godersi il primo pomeriggio sereno da due mesi a questa parte si scatenano nella contestazione. Per i laziali è un calderone in cui mettere tutto, dalla protesta per i tifosi ancora detenuti a Varsavia al disappunto per Lotito e per la stagione della squadra, fino al puro odio etnico, evocato anche per sabotare la società biancoceleste: fischi, slogan del ventennio (da «boia chi molla» a «camicia nera»: accoglienza per i 16 tifosi amaranto scesi a Roma?) e insulti diretti ai quadri biancocelesti, un mix perfetto nel quale infilare i soliti «buu» razzisti rivolti, nell’occasione, ai tre livornesi di colore. Oggi l’Olimpico, graziato dal giudice sportivo per i cori contro il napoletano Armero il 2 dicembre, rischia la chiusura della curva Nord per la prima partita del 2014, il 6 gennaio contro l’Inter.
Perché il precedente non dà grosse speranze. In caso di razzismo il giudice sportivo può disporre per la chiusura del settore o addirittura (ma più difficilmente) dell’intero stadio. Così, se le analogie si sprecano, la storia è destinata a ripetersi: nella serata della Supercoppa, il 18 agosto, furono tre gli juventini beccati dai laziali (Asamoah, Ogbonna e Pogba) e la chiusura della curva scattò puntuale contro l’Udinese, la prima di campionato.
E anche ieri i bersagli erano tre (Duncan, Mbaye e Emeghara), tutti oggetto di ululato nel corso della partita, con picco massimo fatto registrare a danno di Duncan, sommerso di «buu» al 28’ del secondo tempo dopo aver commesso un fallaccio su Konko.
Il tutto proprio mentre sul campo la squadra dava segni di vita dopo quasi due mesi di colpevole assenza. Il che è, non a caso, un po’ lo stesso percorso di Miro Klose, sparito dopo il pareggio di Parma (il 10 novembre) per una lussazione alla spalla, e ieri, dopo un po’ di polemiche, tornato in campo a trascinare la Lazio fuori dalla crisi nera, come l’ultima volta (il 27 ottobre contro Cagliari, anche lì decise il tedesco). Al tedesco stavolta bastano 7 minuti per mettere k.o. il timido Livorno e far rischiare la panchina a Nicola: al 19’ del primo tempo Miro sfrutta il lancio di Candreva e mette in rete sulla ribattuta di Bardi, mentre al 26’ fa sua una palla vagante in area livornese dopo un tentativo di Hernanes dalla distanza. Tutto semplice ed essenziale. Utile a bloccare la panchina traballante di Petkovic e dimostrare che con un centravanti in più la stagione della Lazio avrebbe potuto prendere un’altra piega.

Scusate, avevo dimenticato.
Cmq si è proprio questo!