Autore Topic: L’incubo è quasi finito  (Letto 535 volte)

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L’incubo è quasi finito
« : Sabato 7 Dicembre 2013, 08:58:46 »
iltempo.it




I dieci ragazzi già condannati saranno liberati tra lunedì e martedì Gli altri dodici a processo entro la fine della prossima settimana


VARSAVIA E pur si muove, finalmente. Quattro liberi lunedì, sei martedì, i dieci che già sono stati condannati dovrebbero essere i primi a tornare in Italia seppure col fardello di una sentenza iniqua e pesante che necondizionerà il loro futuro in Polonia. Poi, tra giovedì e venerdì prossimo dovrebbero essere celebrati i processi degli altri dodici ragazzi reclusi (prima otto, infine gli ultimi quattro) che, se accetteranno di patteggiare, potranno rientrare a casa.

Ma andiamo con ordine perché la mattina è cominciata con la visita dell'ambasciatore Guariglia ai genitori dei 22 ragazzi sempre nella famigerata stanza 19: «Continuiamo la nostra opera quotidiana di pressione - ha spiegato l’ambasciatore - per accelerare i tempi. Devo incontrare il presidente regionale del tribunale, spero di potervi dare nel pomeriggio delle novità positive». Parole che non rassicurano più di tanto ma l'atmosfera è distesa perché i parenti degli arrestati avvertono il lavoro. Dai permessi per le visite in carcere ai funzionari che insieme stanno cercando di fare il possibile per rendere meno brutta l’inattesa «vacanza» polacca.

Tra i corridoi del grande palazzone di piazza Dabrowskeigo si mangia qualche rustico riscaldato e si discute sulle leggi di queste parti che non convincono. Nessuno. «Come è possibile che in Polonia è più grave partecipare a una adunata sediziosa piuttosto che avere un’ascia o un’altra arma impropria?». Non si spiega, ma è così. Una norma che di fatto tiene in prigione la maggioranza dei 22 laziali.

Dopo la visita al carcere nel pomeriggio la buona notizia che apre i cuori alla speranza, che fa presagire una conclusione della vicenda seppure con un notevole sacrificio economico. «Non credo che tornerò più in Polonia - sintetizza il sentimento di tutti i presenti un papà allo strenuo delle forze - ma ora l'importante è rientrare in Italia e chiudere questa pagina». E così quando verso le 18 un funzionario dell'ambasciata annuncia che l'avvocato Roberto Privitera ha avuto la notizia che sono state fissate le prime udienze, si torna a sperare, ragionare, conteggiare mesi e sanzioni: come detto, per i dieci condannati a pene che vanno da due a sei mesi, la svolta è vicina. Oggi e domani non accadrà nulla, il weekend da queste parti è sacro, tribunali chiusi, non si lavora, ma già lunedì quattro ragazzi dovrebbero tornare liberi mentre altri sei martedì. In che modo? Commutando la loro pena in una sanzione pecuniaria di mille euro, questo avrebbe partorito la mediazione con la «condizionale» di non ripetere più il reato per cui si è stati condannati nel suolo polacco nei prossimi 5 anni. In quel caso ci sarebbe il cumulo tra l'eventuale nuova e vecchia sanzione.

E non è tutto, perché tra giovedì e venerdì dovrebbero essere celebrati i processi degli altri dodici. In questi casi è nota la richiesta delle autorità polacche: due anni di carcere, tre di daspo europeo (non è scontato che lo stesso tipo di sanzione valga anche per la partite in Italia), 500 euro di multa, più cento in beneficenza. Solo assumendosi questa colpa, ossia di aver partecipato alla famosa «adunata sediziona», sarà libertà e i dodici ragazzi (con tanta rabbia) sono indirizzati ad accettare pur di fare ritorno a casa. Dunque, entro la prossima settimana si dovrebbe chiudere tutto e sarebbe un successo per come si erano messe le cose. Anche se le notti che i 22 tifosi laziali stanno trascorrendo in prigione difficilmente se le dimenticheranno così come quel corteo che li avrebbe dovuti condurre alla Pepsi Arena per sostenere la Lazio. Lo sperano loro, lo spera l'ambasciata italiana e lo sperano queste 22 famiglie che, oltre alla sofferenza dei loro figli, stanno spendendo tantissimi soldi per riportare i loro ragazzi a Roma.

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