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Letta mette fretta alla Polonia
« : Venerdì 6 Dicembre 2013, 08:54:44 »
Corriere dello Sport



S’è mosso il Governo. E la visita di Enrico Letta a Varsavia per il vertice bilaterale con la Polonia si è trasformato nell’occasione per provare a sbloccare anche il caso dei 22 tifosi della Lazio, detenuti in custodia cautelare da giovedì scorso. Dopo l’incontro con il primo ministro Donald Tusk, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa. «Nel rispetto delle leggi e della separazione dei poteri, ho inoltrato richiesta alla Polonia di accelerare quanto più possibile l’applicazione delle regole così da rispondere alla grande preoccupazione che vige nell’opinione pubblica italiana». Il ministro polacco Donald Tusk ha risposto all’appello di Letta. «Farò di tutto, nel rispetto delle regole, e farò un appello al procuratore generale e al ministro della Giustizia affinché seguano personalmente la vicenda al fine di evitare lungaggini».
INCONTRO – Letta, esauriti gli impegni istituzionali, ha raggiunto l’ambasciata italiana a Plaz Dabrowskiego per incontrare una delegazione dei genitori dei ragazzi ancora in carcere. Si è intrattenuto anche con l’ambasciatore Guariglia e con il primo consigliere Luca Lepore. «Faremo di tutto per riportarli in Italia. E’ un nostro dovere, ci stiamo applicando per restringere i tempi. Per me siete come una grande famiglia, in questo momento siete la mia famiglia. Anche l’ambasciatore sono cinque giorni che non dorme» ha spiegato Lepore. In ambasciata si stanno prodigando, dando la massima assistenza possibile alle famiglie. Gestiscono un’emergenza imprevista e di cui non hanno alcuna responsabilità. Dei 22 tifosi della Lazio ancora in carcere, 10 sono stati condannati per direttissima (pene tra 2 e 6 mesi) e altri 12 sono stati rinviati a giudizio (custodia cautelare) con le accuse di «adunata sediziosa» e «resistenza a pubblico ufficiale». Una madre manifesta la propria disperazione: «Non ce ne andiamo sino a quando i nostri figli non torneranno in Italia».La visita di Letta ha portato un raggio di luce e di speranza per tante famiglie che da giorni si sono trasferite a Varsavia. «Il premier si è dimostrato informatissimo – racconta Valentina, sorella di uno dei ragazzi detenuti – e ci ha assicurato che si sta impegnando per far tornare prima possibile tutti a casa». «Ha salutato tutti noi – prosegue Giovanni, padre di uno dei ragazzi – e poi si è intrattenuto a parlare per una mezz’oretta con due nostri rappresentanti. Ha voluto conoscere tutta la storia e noi gli abbiamo lasciato un comunicato».

DISCRASIA – Non è stato tenero Bartlomieji Sienkiewicz, ministro degli Interni. «In qualsiasi posto si viene arrestati se si agisce in quel modo e così è successo». Ma la realtà è ben diversa e chi ha lanciato bottiglie è già uscito su cauzione. Restano dentro dei ragazzi che non hanno accettato di firmare un’assunzione di responsabilità e chi lo ha fatto, beccandosi una condanna. «Dieci dei 22 hanno subito una condanna per direttissima firmando un’assunzione di responsabilità con la garanzia che ci sarebbe stata una velocizzazione della pratica - racconta Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia, da giorni a Varsavia – Hanno imputazioni di violenza su pubblico ufficiale ma già nel corso dell’udienza preliminare molti poliziotti hanno fornito testimonianze lacunose e sommarie. Ce ne sono 12 che non hanno firmato il foglio per l’assunzione di responsabilità e sono ancora in attesa di giudizio ma hanno capi d’imputazione più lievi. Viene loro contestato il fatto di essere stati presi in mezzo in un gruppo di persone che hanno fatto violenza, vengono accusati di adunata sediziosa. Tre o quattro hanno lanciato bottiglie contro la polizia, ma tutti gli altri non c’entravano nulla». Ora si valuteranno gli effetti dell’intervento diplomatico. Si spera nelle prime scarcerazioni, dietro cauzione, entro sabato.
(Fabrizio Patania)

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