Autore Topic: La Lazio e i mass media  (Letto 160917 volte)

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Offline DinoRaggio

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1420 : Sabato 1 Gennaio 2011, 09:31:15 »
Qualcuno di voi ha avuto modo di vedere lo speciale 'un anno di Lazio' preparato da mediaset premium?

Ancora non ci sono riuscito, ma spero di beccarlo il pomeriggio del 1° gennaio (se non sbaglio è previsto nella programmazione del giorno).

C'è un giornalista che conduce lo speciale o si tratta soltanto di sintesi e spezzoni delle partite giocate dalla Lazio in campionato?
Visto! :) La prima parte è praticamente un'intervista a Reja (non ho riconosciuto l'intervistatore, tuttavia) che ripercorre l'anno calcistico biancoceleste, partendo da questa stagione, con qualche servizio di mediaset premium sulle partite della Lazio a punteggiare ciò che Reja diceva. Per la verità, dopo una ventina di minuti volevo cambiare canale. I primi quattro servizi sulle partite sono stati 3 sconfitte (Samp, derby e Cesena) ed il pareggio contro il Milan, niente Fiorentina, Chievo o Palermo per esempio.

Poi si va avanti con le ultime partite del 2010 e si riprende con la seconda metà della stagione scorsa, con Reja che rievoca il commevente congedo da Spalato, l'arrivo alla Lazio, la consapevolezza che con quei giocatori la classifica era bugiarda, e poi ancora Norcia e i sinceri discorsi nello spogliatoio sulla necessità di essere una squadra, e la Lazio che ritrova la strada giusta.

Ci sono anche dei servizi sui alcuni giocatori, fra cui Zarate ed Hernanes, nella seconda parte della trasmissione. Tutto sommato, buon programma, vista anche la carenza di programmi sulla Lazio (in attesa di TV e radio societarie).
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline BobLovati

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1421 : Sabato 1 Gennaio 2011, 11:43:32 »
......  " pure stavorta ´n me so´ perso gnente (cit) "    :P
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Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

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Offline Fabio70rm

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1422 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:00:37 »
Non avevo dubbi che non vi sarebbe stata traccia delle vittorie con Inter, Fiorentina, Napoli e Palermo.

Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline borges

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1423 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:07:22 »
Non avevo dubbi che non vi sarebbe stata traccia delle vittorie con Inter, Fiorentina, Napoli e Palermo.

considera che sky della miriade di repliche che sta mandando l'unica che accidentalmente riguarda la Lazio è il derby di Morganti....

Alla Sensi consiglio un Aulin (S.Siviglia)
Bisogna rinunciare al consenso per la legalità (C. Lotito)
è il calcio pulito, baby (centurio)

Offline BobLovati

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1424 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:10:52 »
considera che sky della miriade di repliche che sta mandando l'unica che accidentalmente riguarda la Lazio è il derby di Morganti....

sei tu, poeta, che sei tendenzioso; essi mandano in onda soltanto il meglio   :P
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Offline borges

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1425 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:11:50 »
sei tu, poeta, che sei tendenzioso; essi mandano in onda soltanto il meglio   :P

e pensare che nei 5 minuti di recupero del secondo tempo: c'era un rigore per noi e se semo magnati 2 gol....

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Offline BobLovati

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1426 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:15:10 »
e pensare che nei 5 minuti di recupero del secondo tempo: c'era un rigore per noi e se semo magnati 2 gol....

... sèeeeeee, lallèeeeeeeeero; si segnavamo mica rifacevano le repliche.

Manco le bbbbaaasiiiiiiiiiiii      ;D
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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1427 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:24:43 »
Intanto 5 minuti di manfrina su Macheda..... ovviamente del fatto che Macheda sia tifoso della Lazio non è mai stato detto...
"un ambiente che conosce Roma e la Lazio, è cresciuto proprio nella Lazio...."

ps
la conclusione dei due maschietti in studio (a cui consiglierei una buona scuola di dizione) "però per lui sarebbe meglio il Parma"
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Offline BobLovati

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1428 : Sabato 1 Gennaio 2011, 13:27:30 »
"però per lui sarebbe meglio il Parma"

 ... ma anche pe´noi ...     :P
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zorba

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1429 : Sabato 1 Gennaio 2011, 22:54:45 »
Visto! :) La prima parte è praticamente un'intervista a Reja (non ho riconosciuto l'intervistatore, tuttavia) che ripercorre l'anno calcistico biancoceleste, partendo da questa stagione, con qualche servizio di mediaset premium sulle partite della Lazio a punteggiare ciò che Reja diceva. Per la verità, dopo una ventina di minuti volevo cambiare canale. I primi quattro servizi sulle partite sono stati 3 sconfitte (Samp, derby e Cesena) ed il pareggio contro il Milan, niente Fiorentina, Chievo o Palermo per esempio.

Poi si va avanti con le ultime partite del 2010 e si riprende con la seconda metà della stagione scorsa, con Reja che rievoca il commevente congedo da Spalato, l'arrivo alla Lazio, la consapevolezza che con quei giocatori la classifica era bugiarda, e poi ancora Norcia e i sinceri discorsi nello spogliatoio sulla necessità di essere una squadra, e la Lazio che ritrova la strada giusta.

Ci sono anche dei servizi sui alcuni giocatori, fra cui Zarate ed Hernanes, nella seconda parte della trasmissione. Tutto sommato, buon programma, vista anche la carenza di programmi sulla Lazio (in attesa di TV e radio societarie).

Son riuscito a vederne qualche pezzo anch'io questo pomeriggio (insieme a mio padre che, in effetti, ha avuto da ridire sul fatto che hanno fatto vedere più servizi di partite in cui la Lazio ha perso, compresa quella tremenda contro il Bari dello scorso anno, che partite che hanno visto la Lazio vincere.......).

L'intervistatore di mister Reja mi è parso Pietro Pinelli che, dopo aver lavorato con Ilario Ilario (se non ricordo male) deve essere passato 'a contratto' con il cavaliere.......

darienzo

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1430 : Sabato 1 Gennaio 2011, 22:57:28 »
Confermo, il buon Pinelli è bordocampista per Mediaset e svolge con efficienza il suo servizio

(il cronista campano ha collaborato praticamente con tutti, compresi Unità e Il Giornale)

Offline Matita

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1431 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 16:36:44 »
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Lazio: pragmatismo alla sudamericana
Autore: Grifondoro70

Su Lotito si possono dire tante cose, non che la sua Lazio non sia una realtà importante del campionato italiano.
Viene immediatamente da chiedersi se sia così difficile fare qualcosa di analogo anche da queste parti: i biancazzurri sono un perfetto connubio tra il pragmatismo friulano di Reja e il calcio sudamericano.
Un accostamento che a parole sembra tra i più arditi, invece funziona benissimo.
Il tecnico non ha scoperto nè inventato nulla, ha sistemato i giocatori cercando di non imbrigliare troppo i migliori, e costruendo intorno a loro un telaio di sostanza in grado di supportarli.
Come si costruisce una squadra? Con competenza, coraggio, un pizzico di sfrontatezza, buon senso, fortuna, e denaro, c'è anche questo nella Lazio di Lotito, anche se si sprecano gli aneddoti sulla sua tirchieria.
Prima di tutto le scelte dei giocatori spettano ai dirigenti, ed è l'ingrediente principale, al tecnico si può concedere qualcosa, uno o due nomi, dopo di che si deve solo rispettare il principio di costruire una squadra coerente, logica, che lui possa gestire, e stop.
Un colpo come Andrè Dias, colonna e capitano del San Paolo, uno squadrone, non il Roccapepe, pagato a 30 anni poco più di due milioni, ti sistema la difesa in un attimo, e non ci sono, nè ci devono essere, allenatori che tengano.
Questa è la filosofia di base, poi magari prendi Garrido per la fascia sinistra, scopri che è sempre rotto, e allora il tecnico adatta Radu da quella parte, liberando il posto da titolare a Biava, così facendo perdi in spinta propulsiva, ma, ecco un po' di fortuna, ciò asseconda certe predisposizioni del tecnico, che blinda la fascia con un giocatore come il romeno che non spinge ma difende bene, con calma, e non spreca poi troppo in fase di possesso, riequilibrando quella opposta dove Lichtsteiner affonda, e in più un vecchio mastino mordicaviglie come il nostro ex difensore diventa importante e in quel contesto gli si mascherano i limiti, così tutto concorre affinchè si arrivi ai giusti incastri, che con Garrido sano magari non avresti avuto, e son segnali di annate buone.
Poi, mentre altri scelgono un mediano come Veloso, e ti lasciano il profeta Hernanes perchè non saprebbero che farsene, scopri che hai l'allenatore giusto, che appena lo vede, e probabilmente manco sapeva se era biondo o nero, capisce che gli deve lasciare libertà totale dalla metà campo in avanti, e nasce un progetto tattico, un 4-2-3-1, nel quale riscopri importanti le tue due anime, quella italianista di un Brocchi, e quella sudamericana con un Matuzalem che unisce grinta, senso tattico, e ottima impostazione, e la squadra comincia a girare, e così facendo sistemi anche casi spinosi.
Il primo è Ledesma, quando mancavano i risultati, ed era fuori rosa, sembrava fosse il miglior centrocampista del mondo, destinato a grandi squadre, e invece tieni duro e lo ridimensioni, perchè arrivano i risultati, e di lui cominciano a fregarsene in tanti, compresi i tuoi tifosi che prima ti rompevano ogni secondo, ed ecco che procuratore e giocatore cambiano atteggiamento, si firma il rinnovo, e l'argentino torna nei ranghi, e anche nella sua giusta dimensione, uno che a pari condizione fisica non vale Matuzalem, ma è pur sempre un buon giocatore, sul quale contare.
Il secondo è Mauro Zarate, puro istinto, testa particolare, sul quale c'era troppa pressione, troppe volte investito di responsabilità di salvatore della patria si stava perdendo in troppe giocate individualistiche, causa compagni non all'altezza, e altri che si nascondevano, sentiva di dover salvare la baracca da solo, e sommava brutte scelte in campo a nervosismi eccessivi fuori: è bastato un "profeta", più l'inserimento di giocatori di personalità prima nominati, per rimodulare il tutto, e per restituire un grande giocatore al calcio italiano.
E il pragmatismo di Reja, sommato all'estro sudamericano dei due assi davanti, che ti produce? I "fantastici 4" che poi sono solo i fantastici 2, Zarate ed Hernanes, supportati da due giocatori come Floccari e Mauri, gregari, ma gregari di livello. E così scopri che i grandi giocatori ti rivalutano anche un centravanti come il nostro ex, in grave difficoltà quando si trattava di portarsi la squadra sulle spalle, ma utilissimo nel fare grande movimento, nel non risparmiarsi mai, nell'aprire spazi ai compagni, e nel saper sfruttare le loro giocate.
Diventa improvvisamente importante anche un Mauri, sempre stato tecnicamente più che valido, con la particolarità di essere il numero uno al mondo nel fondamentale dello stop di petto, sembra una barzelletta, ma fateci caso, dotato anche di buona corsa e resistenza, è uno che non lesina ripiegamenti e chiusure, ma che fino ad oggi era un giocatorino mai in grado di incidere rispetto alle sue qualità, per un carattere non incline al clima di battaglia, non propriamente un cuor di leone, e certo non un tripallico.
Ma tutti insieme, con questi ingredienti, scopri che la cosa funziona.
Hernanes non è un trequartista puro, ma lasciato svariare, sgravato di compiti di copertura, ha sprazzi di classe cristallina e un tiro da fuori che libera ogni volta che può, e con il gran lavoro, anche comunque di buona qualità, dei Floccari e dei Mauri, ecco che si riesce a mitigare l'istinto di Reja e a chiedere a Zarate quel giusto livello di sacrificio, non di più, non troppo per sfiancarlo, non così poco da lasciarlo avulso per interi tratti di partita: certo lo si fa partire più defilato, magari va al tiro meno del solito, ma lo si motiva investendolo del compito particolare di arma tattica, di guastatore, quello che mantiene la lucidità per partire da più distante, ma in verticale, saltando gli avversari per creare la superiorità numerica, e lo si lascia, come nel basket, volutamente, coi movimenti giusti dei compagni, in uno contro uno cercati, studiati, devastanti, e non più gesto individuale di chi era costretto a fare il salvatore
 della patria coi compagni nascosti nei calzoncini degli avversari.
E scopri anche che per fare una squadra si può anche cedere un giocatore con grande mercato come Kolarov, soprattutto se trovi il pollo che te lo prende, per quelle cifre, senza che ci siano traumi.
Probabilmente tutti questi incastri non sono tutti pianificati a tavolino, ma la fortuna premia chi lavora bene, e la società Lazio l'ha fatto, per cui se l'annata nasce sotto i migliori auspici poi i tasselli vanno al loro posto come d'incanto, quasi per inerzia.
E ora la Lazio è una signora squadra.
E c'è un'altra cosa a loro favore, non sono come la samp o il Napoli, che han fatto e fanno risultati con 3-4 giocatori e dietro il nulla, pagano il sesto monte ingaggi, vuol dire che attorno alle loro "stelle" sono riusciti a fare ancora meglio, hanno un organico in cui c'è qualità, esperienza e personalità anche nei gregari, han giocatori che le altre due si sognano, e il lavoro dell'area tecnica, insieme a dirigenti come Tare che non vanno tanto per il sottile con certe bizze, ha saputo inserire certe "teste" in un gioco di squadra senza inibirle o andare alla rottura, anzi facendo in modo che levitasse il rendimento del gruppo.
E infatti hanno un gioco, e avere un gioco non significa essere il Barcellona o scimmiottarlo, ma significa avere una precisa identità.
Complimenti a loro.
Io continuo a credere che non sia poi così difficile anche da noi, basta sapersi scegliere gli ingredienti e sei già ad opera quasi ultimata.
(Ale' Grifone!)



Cioè uno che se chiama Grifondoro (manco so' se è un giornalista o uno di forum come noi tanti) ha scritto un pezzo da paura sulla Lazio e i giornalari che abbiamo a Roma , tutti lazialissimi patentati non riescono a far altro che lagnarsi ?


Applausi al Grifo !
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline BobLovati

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1432 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 16:45:41 »
... eppure tu ! I giornalai del catetere romano cianno altro cui pensare.

Dirimere i dubbi fra i 237 possibili acquirenti della (ex)trigoriese - cercare di capire se Adriano torna o no - se Mescés rinnova ...
Mica possono stare a pensare alla Lazio, che, solo per fortuna e per un campionato mediocre, si ritrova al 2º posto dopo 17 partite !

Mancolebbasi, manco ...   
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Offline WombyZoof

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1433 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 17:09:27 »
grazie zaradona, bellissimo pezzo scritto dal grifondoro, molto accurato e con osservazioni sui nostri molto valide.

soprattutto il fatto che Mauri è il re dello stop di petto, e l'intelligenza di reja nel capire che  hernanes in avanti è letale. interessante anche quanto detto sull'egoismo necessariamente virtuososo di zarate

diciamo che un pò troppi complimenti mi spaventano dal punto di vista scaramantico, ma l'osservazione che hai fatto è giusta, i "nostri" giornali e in genere chi scrive o parla di Lazio  nel gra sembra aver perso la capacità di parlare di calcio, il veleno polemico offusca tutto.

 
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Offline carpelo

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1434 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 17:15:35 »
però zaradona ha dimenticato di dire che l'autore del post si fa chiamare Perdomo_Jose e se ne va in giro promettendo frittata al pesto e scandendo "un'altro Genoa è possibile"

POMATA

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1435 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 17:16:50 »
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Lazio: pragmatismo alla sudamericana
Autore: Grifondoro70

Su Lotito si possono dire tante cose, non che la sua Lazio non sia una realtà importante del campionato italiano.
Viene immediatamente da chiedersi se sia così difficile fare qualcosa di analogo anche da queste parti: i biancazzurri sono un perfetto connubio tra il pragmatismo friulano di Reja e il calcio sudamericano.
Un accostamento che a parole sembra tra i più arditi, invece funziona benissimo.
Il tecnico non ha scoperto nè inventato nulla, ha sistemato i giocatori cercando di non imbrigliare troppo i migliori, e costruendo intorno a loro un telaio di sostanza in grado di supportarli.
Come si costruisce una squadra? Con competenza, coraggio, un pizzico di sfrontatezza, buon senso, fortuna, e denaro, c'è anche questo nella Lazio di Lotito, anche se si sprecano gli aneddoti sulla sua tirchieria.
Prima di tutto le scelte dei giocatori spettano ai dirigenti, ed è l'ingrediente principale, al tecnico si può concedere qualcosa, uno o due nomi, dopo di che si deve solo rispettare il principio di costruire una squadra coerente, logica, che lui possa gestire, e stop.
Un colpo come Andrè Dias, colonna e capitano del San Paolo, uno squadrone, non il Roccapepe, pagato a 30 anni poco più di due milioni, ti sistema la difesa in un attimo, e non ci sono, nè ci devono essere, allenatori che tengano.
Questa è la filosofia di base, poi magari prendi Garrido per la fascia sinistra, scopri che è sempre rotto, e allora il tecnico adatta Radu da quella parte, liberando il posto da titolare a Biava, così facendo perdi in spinta propulsiva, ma, ecco un po' di fortuna, ciò asseconda certe predisposizioni del tecnico, che blinda la fascia con un giocatore come il romeno che non spinge ma difende bene, con calma, e non spreca poi troppo in fase di possesso, riequilibrando quella opposta dove Lichtsteiner affonda, e in più un vecchio mastino mordicaviglie come il nostro ex difensore diventa importante e in quel contesto gli si mascherano i limiti, così tutto concorre affinchè si arrivi ai giusti incastri, che con Garrido sano magari non avresti avuto, e son segnali di annate buone.
Poi, mentre altri scelgono un mediano come Veloso, e ti lasciano il profeta Hernanes perchè non saprebbero che farsene, scopri che hai l'allenatore giusto, che appena lo vede, e probabilmente manco sapeva se era biondo o nero, capisce che gli deve lasciare libertà totale dalla metà campo in avanti, e nasce un progetto tattico, un 4-2-3-1, nel quale riscopri importanti le tue due anime, quella italianista di un Brocchi, e quella sudamericana con un Matuzalem che unisce grinta, senso tattico, e ottima impostazione, e la squadra comincia a girare, e così facendo sistemi anche casi spinosi.
Il primo è Ledesma, quando mancavano i risultati, ed era fuori rosa, sembrava fosse il miglior centrocampista del mondo, destinato a grandi squadre, e invece tieni duro e lo ridimensioni, perchè arrivano i risultati, e di lui cominciano a fregarsene in tanti, compresi i tuoi tifosi che prima ti rompevano ogni secondo, ed ecco che procuratore e giocatore cambiano atteggiamento, si firma il rinnovo, e l'argentino torna nei ranghi, e anche nella sua giusta dimensione, uno che a pari condizione fisica non vale Matuzalem, ma è pur sempre un buon giocatore, sul quale contare.
Il secondo è Mauro Zarate, puro istinto, testa particolare, sul quale c'era troppa pressione, troppe volte investito di responsabilità di salvatore della patria si stava perdendo in troppe giocate individualistiche, causa compagni non all'altezza, e altri che si nascondevano, sentiva di dover salvare la baracca da solo, e sommava brutte scelte in campo a nervosismi eccessivi fuori: è bastato un "profeta", più l'inserimento di giocatori di personalità prima nominati, per rimodulare il tutto, e per restituire un grande giocatore al calcio italiano.
E il pragmatismo di Reja, sommato all'estro sudamericano dei due assi davanti, che ti produce? I "fantastici 4" che poi sono solo i fantastici 2, Zarate ed Hernanes, supportati da due giocatori come Floccari e Mauri, gregari, ma gregari di livello. E così scopri che i grandi giocatori ti rivalutano anche un centravanti come il nostro ex, in grave difficoltà quando si trattava di portarsi la squadra sulle spalle, ma utilissimo nel fare grande movimento, nel non risparmiarsi mai, nell'aprire spazi ai compagni, e nel saper sfruttare le loro giocate.
Diventa improvvisamente importante anche un Mauri, sempre stato tecnicamente più che valido, con la particolarità di essere il numero uno al mondo nel fondamentale dello stop di petto, sembra una barzelletta, ma fateci caso, dotato anche di buona corsa e resistenza, è uno che non lesina ripiegamenti e chiusure, ma che fino ad oggi era un giocatorino mai in grado di incidere rispetto alle sue qualità, per un carattere non incline al clima di battaglia, non propriamente un cuor di leone, e certo non un tripallico.
Ma tutti insieme, con questi ingredienti, scopri che la cosa funziona.
Hernanes non è un trequartista puro, ma lasciato svariare, sgravato di compiti di copertura, ha sprazzi di classe cristallina e un tiro da fuori che libera ogni volta che può, e con il gran lavoro, anche comunque di buona qualità, dei Floccari e dei Mauri, ecco che si riesce a mitigare l'istinto di Reja e a chiedere a Zarate quel giusto livello di sacrificio, non di più, non troppo per sfiancarlo, non così poco da lasciarlo avulso per interi tratti di partita: certo lo si fa partire più defilato, magari va al tiro meno del solito, ma lo si motiva investendolo del compito particolare di arma tattica, di guastatore, quello che mantiene la lucidità per partire da più distante, ma in verticale, saltando gli avversari per creare la superiorità numerica, e lo si lascia, come nel basket, volutamente, coi movimenti giusti dei compagni, in uno contro uno cercati, studiati, devastanti, e non più gesto individuale di chi era costretto a fare il salvatore
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E scopri anche che per fare una squadra si può anche cedere un giocatore con grande mercato come Kolarov, soprattutto se trovi il pollo che te lo prende, per quelle cifre, senza che ci siano traumi.
Probabilmente tutti questi incastri non sono tutti pianificati a tavolino, ma la fortuna premia chi lavora bene, e la società Lazio l'ha fatto, per cui se l'annata nasce sotto i migliori auspici poi i tasselli vanno al loro posto come d'incanto, quasi per inerzia.
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E infatti hanno un gioco, e avere un gioco non significa essere il Barcellona o scimmiottarlo, ma significa avere una precisa identità.
Complimenti a loro.
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Da stampare e far girare nelle aradio e allo stadio...fish e sfumatura la leggono qui. :D :D :D

Offline robylele

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1436 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 17:26:28 »
un attimo... fatemi riflettere... sì, può entrare a Formello.

Aprite il portone elettrico orsù!     ;)

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline DinoRaggio

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« Risposta #1437 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 19:17:18 »
Certe volte da lontano si ha una visione piu' chiara delle cose  ;)
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Offline Matita

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« Risposta #1438 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 19:23:36 »
Certe volte da lontano    senza interessi  si ha una visione piu' chiara delle cose  ;)
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Offline MagoMerlino

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #1439 : Mercoledì 5 Gennaio 2011, 19:42:13 »
Certe volte da lontano si ha una visione piu' chiara delle cose
come ad esempio quella del giardino del vicino che è sempre più verde......
Ha raccolto e mixato quanto si sostiene del buon lavoro fatto negli ultimi mesi, compresa la casualità di alcune soluzioni e dell'imponderabile che spesso orienta i risultati.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"