Autore Topic: La Lazio e i mass media  (Letto 155312 volte)

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Offline fish_mark

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #960 : Domenica 31 Ottobre 2010, 19:15:22 »
Attenzione.
da Palermo per ninetieth minute c'era tale Cherquiet.
Di lui ricordo il commento nel derby perso contro Mazzone.
A lui ho sempre ricondotto il potere magico di portarci zella.
Poi all'epoca cragnottiana la Lazio ha preso a vincere ma la sensazione che eravamo diventati davvero grandi cominciai ad averla quando vincevamo anche NONOSTANTE la sua telecronaca.
Oggi il mistero magico si è ripetuto, evidentemente.
Questo è il fondamento più serio delle mie particolari sensazioni ...
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
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Offline satanasso

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #961 : Domenica 31 Ottobre 2010, 19:15:54 »
All'EIAR je dice male de brutto in questo periodo.
Occhio che da domani la grancassa del MINCULPOP ricomincerà a suonare: servizi vari, interviste alla bora de Fiano, alla moglie del fesso, al vibratore di Campobasso, a Narione e poi a profusione immagini di gol del trigoria, della ggente de' Testaccio, con tanto di macellari e monnezzari intervistati nei vari mercati rionali dell'urbe.
Calma e gesso, non cadiamo nella trappola di questi cateterari da quattro soldi.

la sanipoli sta già a lucidà con la lingua i marciapiedi der torrino
Sciarpe rotte eppur bisogna andar

CiPpi

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #962 : Domenica 31 Ottobre 2010, 19:48:39 »
la radio della Lazio che nascerà il 09 gennaio, trasmetterà la radiocronaca delle partite?

visto che finora non hanno concesso permesso di farlo a nessuna radio, penso sia per avere l'esclusiva su quella ufficiale.

ma mi pare che il discorso diritti sia un filino complicato.

Offline Fabio70rm

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #963 : Lunedì 1 Novembre 2010, 01:48:58 »
Beh, una radio ufficiale che trasmetta le partite in diretta, magari anche via streaming sarebbe niente affatto male!!!

Se poi ci mettesse una visione via web della partita....
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

zorba

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #964 : Martedì 2 Novembre 2010, 07:34:33 »
(Il Fatto Quotidiano 02.11.2010)

OGNI MALEDETTA DOMENICA

CAIMANI E AQUILOTTI

Il Milan elettorale rischia di restare un album di figurine. Intanto la Lazio gode

(di Oliviero Beha)

Guardo la classifica a clessidra rovesciata, solo un mese dopo: dove sono finite le provinciali di cui parlavamo così bene, il Bari, il Cesena, il Brescia, due su tre salite dalla B? Chiudono, come prima aprivano. La cosa non è né stupefacente né illogica: all’inizio correvano di più e le squadre più forti avevano più problemi nel mettere insieme i vecchi con i nuovi. Non valgono meno ora, le provinciali e probabilmente, in periodi di stanchezza delle squadre impegnate nelle Coppe europee si leveranno qualche altra soddisfazione. E del resto quale è la squadra più in forma del campionato? La più provinciale delle cosiddette Grandi, o la più Grande delle provinciali, alias la Lazio. Rimane un po’ di immalinconimento per chi spera sempre ingenuamente e ottusamente che a un quarto di secolo dall’ultimo scudetto “insolito”, quello del Verona di Bagnoli, possa ripetersi quel miracolo. Non può e, secondo i padroni del vapore non deve, sotto gli occhi e i fischi degli arbitri che allora, in saecula saeculorum, venivano sorteggiati integralmente. Quell’abbaglio o “errore”, dal punto di vista di chi detiene il potere calcistico, non si è più ripetuto e del resto oggi come dirò più avanti nemmeno quello sarebbe più una garanzia.
Magari però questa mia atra-bile forse dipende dalla situazione politica, o dal luogo dal quale scrivo questo rapporto pallonaro:mi trovo infatti nell’ufficio della consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, radiosa igienista dentale, cui mi ha affidato il presidentedel Milan, Silvio Berlusconi, per strapparmi dalle grinfie di “zapatero” Della Valle. Commosso dalla disfida in cui sono stato coinvolto dal Sor Dieguito, ha telefonato subito dopo il ferale (per il Caimano) esito dell’ultimo Milan-Juventus per farmi rilasciare dalla redazione dove mi trovavo.

Tra il Milan e la Fiorentina

C’ERA BISOGNO però di qualcuno che mi si accollasse per il mio cognome vicino ad Hamas pur senza parentele con Mubarak, e invece di telefonare a Bossi o a Maroni come si fa in casi del genere lui ha chiamato direttamente il giornale e mi ha dirottato sulla Minetti.
Volentieri, ho fatto io predisponendomi alla bisogna, sia per la diversa avvenenza dei due (la Minetti resiste bene, Della Valle è già un po’ avvenuto) sia perché effettivamente il Milan è meglio costruito della Fiorentina.

Pensate che però entrambe le squadre sono state montate con meno logica calcistica della Lazio, meritatamente in testa alla classifica. Il Milan elettoralistico rischia sempre lo squilibrio dell’album di figurine specie a metà campo, la Fiorentina edilizia per un po’ dovrà stare zitta e Mutu. Come la Roma, in attesa di cessione e di pagamento stipendi e Totti-dipendente ormai non solo più in campo. Certamente la Roma risale la china, ma altrettanto certamente sia la situazione del club che quella della squadra devono guadagnare in chiarezza, influenzandosi reciprocamente per risultati e balzi di Borsa. 

Credo che Totti e Ilary siano ormai i nuovi Vianello-Mondaini (perfavore, non letteralmente, nessun paragone è solo uno sforzo di astrazione contemporanea…) dell’immaginario televisivo e magari che lo sappiano pure. Totti, fenomenale fuoriclasse forse sabato espulso a sproposito forse no, di certo bisognoso di ansiolitici, sta vivendo la sua stagione di trapasso un po’ come il Panatta degli ultimi tempi.
Ma sì, quando il “Cristo dei Parioli” della racchetta lasciò la Fila per mettersi in proprio e in società, per guadagnare di più, per “farsi da solo”: risultato, nessun torneo vinto, preoccupazioni dal commercialista, mente ingombra. Ovviamente anche qui prendete lo spunto e non il paragone: Totti è comunque un po’ meno calciatore e un po’ più “altro”, e lo sa perfettamente perché per ignorante che sia è, in campo come fuori, una persona intelligente. Meglio così che il contrario…

E bravo Reja

MA ERAVAMO alla Lazio, prima del derby prossimo che la vede a rischio nel ruolo di netta favorita e senza Coppe infrasettimanali. Ben costruita, con l’aquila e gli aquilotti nello zoo sferico di caimani e petrolieri (leggasi uccelli bagnati dal petrolio…), con una rotazione che Reja sa muovere benissimo, con una sconfitta immeritata nella prima di campionato che ha montato invece di smontare lo spirito e il gruppo, con un vice Lotito come Igli Tare che è persona squisita ben oltre l’apparente glacialità dello sguardo, competente, dura il giusto, con uno staff che rema a quel che sembra in un’unica direzione: far bene, finché dura e l’aquila volteggia.
La fortuna innegabile che bacia Muslera e c. in casa e fuori, contro squadre forti e con avversari più scarsi, in vantaggio oppure no (Firenze, Bari, Palermo), se la vanno in qualche modo a cercare e meritare. E anche gli arbitri sorridenti nei confronti di Lotito dimostrano la bontà del nocciolo calcistico, una specie del detto “o canemozzicaostracciato”ma al contrario.

Gli arbitri vanno appresso a chi vince, se proprio non è fuori Palazzo. E siccome siamo agli arbitri, mi ricordo di chiarire ancora di più il punto come già anticipato e come faccio quando parlo del processo di Calciopoli che ha nei “fischietti” la sua materia prima penalmente rilevante oppure no. Vedrete che sarà no, non perché non ne accadano di tutti i colori ma perché i “fattacci” avvengono non penalmente ma all’interno della “lealtà sportiva” amministrata da una giustizia sportiva che di leale ha poco o nulla.

A quando una bella intervista/verità a Borrelli e al suo “resistere, resistere, resistere” in un settore che considera la resistenza semplicemente una valvola fusibile di un cortocircuito elettrico malandato da sempre e ridotto dai soldi-tv in una recita continua? Bene, tornando agli arbitri come sapete c’è una gilda di una ventina di A e un’altra equivalente per la B, ancora non contrattualizzati e rigorosamente separati. Perché? Dice: per chiarezza. Ma chiarezza di che? Chiarezza di carriera, di vantaggi, di preoccupazione di non disturbare il manovratore? Chiarezza di che (e di chi) se oggi un arbitro di B si risente perché guadagnerebbe troppo poco in confronto a quello di A, favorito del sultano eppur lontano emulo di un Collina da oltre 600 mila euro complessivi l’anno come designatore? Ma via, sono noccioline per cui non vale la pena di essere consapevoli delle “forze in campo” (copyright Franco Cordelli)?

Dunque almeno per ora la Lazio è “vista con simpatia”, in attesa di sapere quanto regge. Quando arriveranno le due milanesi e, magari la Juventus di Andrea Agnelli e Delneri di rinterzo, bè, allora i direttori di gara dovranno ponzare su come dirigere, di gara in gara.

È sempre successo così. Non ve ne eravate accorti? Ci voleva il caso Moggi perché Biancaneve fosse svegliata da un bacio del Principe Azzurrino? E per favore, non pensiate per forza a una metafora perché sono affidato alla Minetti per una banale vicenda di carie…

Offline LaLazioMia

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #965 : Martedì 2 Novembre 2010, 08:51:23 »
Totti è comunque un po’ meno calciatore e un po’ più “altro”, e lo sa perfettamente perché per ignorante che sia è, in campo come fuori, una persona intelligente. …


Furbastro, Oliviero, furbastro, come te del resto. L'intelligenza è un'altra cosa.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline LaLazioMia

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #966 : Martedì 2 Novembre 2010, 09:37:32 »
2 novembre 2010
Il segreto della Lazio record “Abbiamo abolito la parola io” (La Repubblica)

 

 
La squadra del sé: «Il nostro segreto — ha spiegato Reja sul lettino di un immaginario psicanalista — è che nello spogliatoio non c’è più nessuno che dica “io!”». Da Freud a Jung passando per Muslera. «Non ci sono star, né indispensabili». Nessuno, nella Lazio che non perde mai di vista il senso della misura e la distanza dal pallone, avverte il bisogno di issarsi al di sopra degli altri. L’ultimo a disquisire pubblicamente sui propri guai è stato Rocchi, che infatti non gioca mai. L’unica ad aver avuto uno (s) lancio egocentrico è stata Olimpia quando ha scompaginato il protocollo ed è andata ad appollaiarsi sul tetto dell’Olimpico prima di Lazio-Cagliari (forse per un attimo il rapace avrà pensato che l’impianto gli era stato intitolato). Il più lento ad adeguarsi è stato Zarate. Uno spot autoironico per Sky potrebbe averlo sciolto: «E poi dicono che non passo mai…». Ora sono un fronte compatto. Li vedi giocare e capisci: hanno personalità perché trascurano i personalismi. «Ledesma è il leader di un gruppo senza leader». Su questo paradosso Lotito e Reja hanno costruito un prodotto che fa pensare ai più recenti aggiornamenti del calcio. Come la Lazio, altre in Europa stanno dimostrando quanto sia più importante assemblare che acquistare. Per esempio il Borussia Dortmund di Jürgen Klopp e il Brest di Alex Dupont. L’ex grande club che guida come una “nuova piccola” la Bundesliga (con i 75 mila fissi del Westfalenstadion) è un quadro pastello disegnato dal suo nuovo allenatore, fattosi grande e umile al Mainz per otto lunghi anni. Alle stelle Klopp preferisce l’equilibrio. In Francia il Brest è al comando della Ligue 1. Dupont applica la sua rivoluzione a base di fraternità («pressing e raddoppi»), uguaglianza («siete tutti interscambiabili») e libertà («mai rifiutare l’uno contro uno»). Ai fenomeni preferisce che tutti parlino la stessa lingua, un gramelot calcistico bretone. Tre squadre, Lazio, Dortmund e Brest, che non scelgono neppure. Perché la strada è una. Dipende da come la si percorre. La benzina per il viaggio sono gli obiettivi: rigorosamente minimi. E l’armonia del gruppo. Non ci si può svenare se non c’è sangue. Hernanes non è Kakà. Ma messo sul palcoscenico giusto è più gratificante avere lui in squadra. Dias è meno di Juan e Zarate non ha i numeri di Lavezzi. Ma come diceva Totò, «è la somma che fa il totale». La Lazio junghiana sa come provvedere. Quando Mauri si guarda allo specchio vede Zarate, Brocchi Floccari, Lichtsteiner Biava, Radu Kozak. Così nessuno è spinto a pronunciare la parola proibita: «Io!». L’io si consuma presto. Il sé è più complicato da battere perché accetta i propri limiti. Zamparini dice: «La Lazio ha vinto col catenaccio». Esatto. Come Mourinho a Barcellona lo scorso anno. Sono i limiti individuati e le correzioni apportate che rendono grande un gruppo. Non il suo valore di mercato (a meno di non avere in rosa Messi o Ronaldo). Si parla di Muslera. Adesso che il mondiale lo ha reso più bravo, più sicuro e forse anche più alto, l’Arsenal vorrebbe portarlo a Londra con 20 mln. Ma stiano tranquilli i tifosi biancocelesti: se è buono, di solito Wenger un portiere non lo prende. Persino il derby (domenica) è previssuto con eleganza: «Totti mancherà alla Roma, non a noi». Tutto questo volare (Olimpia compresa, che però domenica non ci sarà) è merito soprattutto di ciò che una volta, con disprezzo, si definiva “metodo Lotito”: un mix di investimenti al ribasso, di acquisti di massa e di scarsa simpatia per chi esige ritocchi allo stipendio (ma 41 mln di ingaggi comunque li paga). Ora si scopre che questo “sopravvivere” a dispetto dei tifosi, quest’interpretare Scrooge nel mondo dei Perez e degli sceicchi, aveva un fondamento scientifico. «Ci mancano 18 punti per la salvezza». Anche l’understatement fa parte del gioco. Di Matteo al West Bromwich, altra sorpresa europea, non vuole che lo si chiami «né manager né boss, ma semplicemente coach». Poi però di nascosto, sognano di distorcere un nome con la gioia: «Vinci il campionato, presidente, e per noi sarai sempre Claudio». Lotitolo.

(enrico sisti
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Bill Kelso

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #967 : Martedì 2 Novembre 2010, 09:47:26 »
Cazzo che articolo!

Bill Kelso

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #968 : Martedì 2 Novembre 2010, 09:50:29 »
Non avevo letto quello di Beha.
Sempre sarcastico e tagliente, ha ragione quando parla di noi. Ci faranno a pezzi se restiamo lassù...

Offline Whistle

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #969 : Martedì 2 Novembre 2010, 10:14:57 »
Non avevo letto quello di Beha.
Sempre sarcastico e tagliente, ha ragione quando parla di noi. Ci faranno a pezzi se restiamo lassù...

"La fortuna innegabile che bacia Muslera e c. in casa e fuori"

Sí, ma che palle!
Perché l'anno scorso Beha non parlava del grandissimo culo in faccia del Trigoria?

Offline Baruch

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #970 : Martedì 2 Novembre 2010, 10:15:56 »
Ha ragione? "Fortuna innegabile" e "arbitri compiacenti nei confronti di Lotito"?
Mah. A me sembra che la banalità cosmica dei pezzi ragionati sul calcio abbia introiettato menzogne più che in passato. Tra l'altro qualcuno di voi ha letto commenti su Mauri fermato solo davanti a Sirigu poco dopo il mani di Licht per un fuorigioco che sembrava proprio non esserci?

Offline gazzaladra

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #971 : Martedì 2 Novembre 2010, 10:38:32 »
Lotito..lo.

immensa.
Non chi comincia...ma colui che persevera.

Offline BobLovati

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #972 : Martedì 2 Novembre 2010, 10:48:20 »
Non mi é mai stato simpatico, il signor Beha; per questo evito di dare opinioni, definizioni o giudizi su di lui.
Per me é, anche se magari ancora non lo sa, " diversamente trigoriota ".

Anche lui da inserire nel nostro famosissimo " dilemma cornuto "   :P
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline MagoMerlino

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #973 : Martedì 2 Novembre 2010, 10:50:36 »

Perché l'anno scorso Beha non parlava del grandissimo culo in faccia del Trigoria?
pecchè è 'nu bravo picciotto!
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline calimero

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #974 : Martedì 2 Novembre 2010, 10:59:47 »
Non avevo letto quello di Beha.
Sempre sarcastico e tagliente, ha ragione quando parla di noi. Ci faranno a pezzi se restiamo lassù...

Sì, ma a me pare che esprima un auspicio più che una preoccupazione....

CiPpi

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #975 : Martedì 2 Novembre 2010, 11:18:22 »
da un po' di tempo ho trovato modo di 'ricevere' TeleRadioStereo via internet.

e' simpatico sentire un minuto Guido lamentarsi che nessuno a Formello sia a contatto con i tifosi e 5 minuti dopo il suo collega di trasmissione, di cui non ricordo il nome, informare che Lotito ieri era fuori Formello in mezzo ai tifosi.

e nessuno che colleghi le due frasi.  ::)

Bill Kelso

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #976 : Martedì 2 Novembre 2010, 11:36:20 »
La trasmissione di Guidone alle volte è imbarazzante, come questa mattina quando con un pizzico di demagogia e una vagonata di luoghi comuni si inerpica su discorsi molto più grandi di lui e non mi riferisco alle incredibili cantonate che prende in ambito musicale.

Io l'ho sempre difeso anche quando era difficile.
Ora c'è la Lazio che vola e non è in grado purtroppo di dare quella spinta in più e di attuare un cambio di marcia alle sue trasmissioni.

CiPpi

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #977 : Martedì 2 Novembre 2010, 11:52:47 »
la trasmissione e' piacevole e d'intrattenimento, e Guido e la sua banda sono bravi in questo, e nessun dubbio tifosi.

purtroppo spacciano il tutto per informazione.

Bill Kelso

Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #978 : Martedì 2 Novembre 2010, 12:06:45 »

Da Guidone hanno passato or ora i Troggs, Wild Thing un brano del 1966.
Incredibile.
 :D

Offline aquilante

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Re:La Lazio e i mass media
« Risposta #979 : Martedì 2 Novembre 2010, 12:24:15 »

sisti (la repubblica): "Tre squadre, Lazio, Dortmund e Brest, che non scelgono neppure. Perché la strada è una. Dipende da come la si percorre. La benzina per il viaggio sono gli obiettivi: rigorosamente minimi."

ma niente affatto, la Lazio sceglie, eccome se sceglie. di strade da percorrere ce n'erano, e ce ne sono, sempre tante: la Lazio ha scelto la sua strada e la percorre con rigore e coerenza da sei anni. raccogliendo bene alcune volte, male altre volte
e gli obiettivi che si è posta, sin da subito, sin dal 2004, sono tutt'altro che "rigorosamente minimi": la Lazio ha scelto la sua strada per puntare al più alto degli obiettivi. chi non lo ha ancora capito avrà modo di capirlo