Tanto stimo Garcia come tecnico, tanto disprezzo questa sua tendenza a plateali e non richieste sviolinate: che, a un olfatto meno sprovveduto, dovrebbero rivelare un sottile ma fastidioso odore di vasellina.
Non che nella parte fognaria di Roma meritino qualcosa di diverso, del resto.
A meno che quello sproposito tecnico non fosse un grossolano espediente per indorare la pillola e far passare l'altra parte del messaggio, nella quale lo sciocchino viene di fatto equiparato - come molti di noi fanno da tempo - a un Di Natale.
Di una cattiveria chirurgica, nel caso, ma mai quanto l'intervento di Batistuta: "Vorrei conoscere i suoi medici e i suoi preti".
Magari era davvero una battuta innocua, e non del tutto riuscita.
Se però ripensiamo all'avventura dello scudetto a tavolino, nella quale il capitone venne accreditato fuori dal campo di meriti, elogi e ruolo da protagonista ai quali l'argentino si era guadagnato il diritto sul campo, il dubbio che Batigol si sia tolto - sia pure elegantemente - qualche sassolino dalla scarpa diventa fondato.