Autore Topic: 4 Dicembre 2013  (Letto 487 volte)

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Offline Matita

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4 Dicembre 2013
« : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 07:43:10 »
Parlamento unanime «Aiutiamo i tifosi» (Gazzetta dello Sport)

CIERI-VELLUZZI
Governoe Parlamento italiano che scendono in campo, il Ministro degli Esteri e il capo della Polizia polacchi che precisano, due eurodeputati pronti a partire per la Polonia. Ormai è un vero e proprio caso diplomatico la vicenda dei 150 tifosi italiani fermati a Varsavia prima di LegiaLazio (ventidue dei quali tuttora in carcere in Polonia).
Denunce e difese
Il Governo , rappresentato dal viceministro degli Esteri Marta Dassù , ha riferito ieri alla Camera. Nel corso del dibattito è emersa una linea univoca. Da un lato è stata ribadita la ferma condanna delle azioni violente, dall’altra sono stati sollevati forti dubbi sull’operato della polizia polacca. «La Farnesina ha detto Dassù sta facendo di tutto affinché si arrivi ad una soluzione. I violenti, tuttavia, sono molti meno dei tifosi fermati». Mario Tullo (Pd) ha precisato: «Nessuno vuole difendere i violenti, ma la retata della polizia polacca è parsa eccessiva». Daniele del Grosso (5 stelle): «Non ci sono stati scontri che giustificassero una simile reazione della polizia». E Luca D’Alessandro (Forza Italia): «Auspichiamo una presa di posizione ufficiale. La Polonia non si è comportata da Paese della Ue». Dura Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia): «Condanniamo ogni forza di violenza, compreso l’abuso di potere. Chiediamo che il Premier Letta che (domani, ndr) sarà a Varsavia chieda conto del trattamento riservato agli italiani». La Polonia però rigetta le accuse. «I detenuti sono stati trattati in modo conforme alla legge», ha assicurato il Ministro degli Esteri Sikorski. Mentre il capo della Polizia Dzialoszynski ha precisato: «Non c’erano alternative al comportamento degli agenti».
Missione polacca
E mentre da Bruxelles il Ministro degli Esteri Bonino ha ribadito l’invito alla Polonia a fare chiarezza oggi due eurodeputati di Fratelli d’Italia, il romano Marco Scurria e il milanese Carlo Fidanza, saranno a Varsavia. «Cercheremo di entrare in carcere per analizzare la situazione e provare a capire cosa è successo e aiutare i ragazzi italiani che si trovano in questa situazione. In genere da noi, in casi del genere, dopo due giorni si sistema tutto». E invece i 22 arrestati dovranno restare in carcere fino alla decisione del Tribunale del Riesame.
Varsavia, si muove il governo italiano (Corriere dello Sport)

di Daniele Rindone
ROMA – I soldi ci sono, li hanno raccolti con una colletta. Una delegazione della Nord è pronta, raggiungerà Varsavia appena le scarcerazioni potranno avvenire con il pagamento delle cauzioni. In Polonia, per altri motivi, domani ci sarà Enrico Letta, il nostro presidente del Consiglio. Letta incontrerà il presidente della Polonia, Bronislaw Komorowski, e si riunirà con Donald Tusk, il primo ministro polacco. Al vertice intergovernativo parteciperanno vari ministri, l’appuntamento è in programma da settimane. Sono previsti incontri bilaterali e una sessione plenaria di lavoro. In tanti spingono il presidente Letta a chiedere spiegazioni ai polacchi, ad intervenire per favorire il rientro in Italia dei tifosi laziali.
LA BONINO –
I contatti tra Italia e Polonia sono continui e ieri sera il prefetto Masucci ha raggiunto Varsavia. Il ministro Bonino, dopo la nota di lunedì, ha chiesto nuovamente al governo polacco di «fare piena chiarezza» . Il ministro degli Esteri, in occasione della ministeriale Nato, ha discusso del caso con il collega polacco Radoslav Sikorski e con la sottosegretaria Henryka Moscicka-Dendys, è il viceministro polacco. Sikorski in precedenza aveva spiegato che «tutti gli hooligans sono stati fermati e condannati in base alla legge polacca dalle istituzioni competenti» . La Polonia non dà segnali di tenerezza, il ministro degli Esteri polacco ha promesso a Emma Bonino «il proprio aiuto per spiegare tutte le circostanze del fermo» .
L’INTERROGAZIONE –
I colloqui sono continui, ma non c’è accordo sulle cifre. Il viceministro degli Esteri, Marta Dassù, riferendo ieri alla Camera, ha parlato di «ventidue tifosi, su 149 fermati, ancora trattenuti» . Sono 23, invece, secondo la polizia di Varsavia. Il viceministro Dassù ha ribadito che «i connazionali trattenuti sono accusati di adunata sediziosa e aggressione a pubblico ufficiale. Tutti potranno presentare appello e chiedere la scarcerazione su cauzione» . Il viceministro ha confermato che solo «un limitato gruppo di tifosi ha avuto un comportamento aggressivo nei confronti delle forze dell’ordine, ma la maggior parte no» . Sono stati denunciati i comportamenti della polizia polacca, i tifosi laziali sono stati «trattati malissimo, con pochissimo cibo e acqua da parte delle autorità competenti» . Il governo ha espresso «una ferma condanna per ogni atto di teppismo, ma ci aspettiamo che la Polonia, paese amico e partner, tuteli i nostri connazionali» . Il ministro Bonino non era presente in Aula. E Giorgia Meloni, capogruppo di Fdi in Parlamento (il partito che aveva chiesto approfondimenti), ha protestato: «Il fatto che non ci fosse il Ministro degli Esteri in Parlamento, quando un gruppo chiede un’informativa urgente non si manda un sottosegretario, è grave. Mi aspetto che Letta chieda conto al governo polacco di cosa sia accaduto» .
LA PROTESTA –
Roma si muove e Bruxelles protesta. «Rispetto per i diritti dei cittadini italiani» , «subito a casa i cittadini italiani fermati a Varsavia» , sono i cartelli esposti ieri davanti alla sede del Parlamento europeo. L’iniziativa è stata promossa dal vicepresidente dell’Europarlamento, Roberta Angelilli, e da una delegazione di ragazzi di Roma e del Lazio. Sarà preparato un dossier, verrà presentato al Parlamento europeo. La Polonia attacca stando sulla difensiva. Ai microfoni di Tele Radio Stereo ieri è intervenuto l’Ambasciatore polacco a Roma, Wojciech Ponikiewski: «Il Governo polacco si è mosso, dobbiamo però anche prendere in considerazione il fatto che la giustizia in Polonia è completamente libera dunque il potere politico non ha nessuna influenza diretta» . L’ambasciatore polacco ha riportato una realtà diversa: «C’erano 200 tifosi che hanno attaccato la polizia, ma ancora prima di questo attacco si sono comportati in modo aggressivo per le strade seminando il panico» . La verità continua ad essere un’altra.




Lotito-Petkovic tregua fino a Natale (Gazzetta dello Sport)

STEFANO CIERI
ROMA
C’eravamo tanto amati. Sono passati appena sei mesi, sembra un secolo. La luna di miele tra Petkovic e la Lazio pare proprio finita. Quello che era stato definito il nuovo Eriksson (perché straniero, elegante e vincente proprio come Sven) rischia di fare la stessa fine di Eriksson. Che a metà della stagione post-scudetto fu esonerato dopo aver raggiunto l’accordo per diventare (l’anno successivo) c.t. dell’Inghilterra. Petko non ha vinto lo scudetto, ma la Coppa Italia strappata alla Roma ha avuto una valenza simile. E pure per lui si stanno per aprire le porte di una nazionale, quella svizzera. La cui Federcalcio lo ha scelto per il dopo-Mondiale (a giorni l’annuncio).
Il vertice
Il presente si chiamerebbe ancora Lazio. Ma l’andamento deludente in campionato insieme con la decisione del tecnico di andare via a fine anno rendono la situazione esplosiva. «Vediamo cosa farà la Lazio nelle prossime tre gare di campionato, poi tireremo le somme», ha detto Lotito dopo LazioNapoli. Se dai match con Torino, Livorno e Verona (il primo e l’ultimo in trasferta) non dovesse arrivare una svolta nel gioco e nei risultati, la sosta diNatale potrebbe coincidere con il capolinea dell’avventura laziale di Petkovic. Una situazione che Lotito ha spiegato ieri di persona al tecnico. I due si sono incontrati a Formello per un vertice cui ha preso parte pure il d.s. Tare. I dirigenti hanno spiegato al tecnico che la pazienza sta per finire. Specie ora che gli infortunati sono stati recuperati (in realtà Petko ha appena perso altri due giocatori: Gonzalez starà fermo un mese per la frattura del polso sinistro, mentre Radu è alle prese con una contrattura). Lotito ha poi voluto incontrare anche i giocatori per «invitarli» ad essere più umili ed avere un maggiore spirito di gruppo.
Il toto-successore
Dicembre decisivo, quindi, per Petkovic. Ma dicembre decisivo anche per il suo eventuale sostituto. Perché sarà nelle prossime settimane che la società deciderà su chi puntare per il dopo. Sempre che Petkovic sia esonerato. Le ipotesi più accreditate restano quelle di Edy Reja e del tecnico della Primavera Bollini. Ma si sta valutando pure la candidatura dell’ex c.t. dell’under 21 Mangia. E viene monitorata la situazione del Basilea. Il cui tecnico Yakin (già nel mirino dei biancocelesti per la prossima stagione) potrebbe saltare nelle prossime settimane per contrasti con la società. Se si liberasse potrebbe essere ingaggiato immediatamente dalla Lazio (per un allenatore che viene dall’estero è possibile).
E’ il capolinea ma Petkovic tiene duro (Corriere dello Sport)

di Fabrizio Patania
ROMA – Un passo alla volta, avanti adagio, aspettando le mosse di Petkovic e della federazione svizzera. S’è messo in un bel pasticcio Vlado e ora Lotito, che non perdona, lo sta cucinando a fuoco lento. Il presidente della Lazio valuta e aspetta. Dall’allenatore non ha avuto in merito ai contatti con Berna alcuna informazione, neppure ieri – sembra – nell’incontro avvenuto all’ora di pranzo a Formello. Secondo altre versioni, avrebbe negato. Lotito non ha ancora deciso di esonerarlo e gli ha concesso altre tre partite per invertire la rotta, rinviando a Natale la possibile svolta. Lo ha dichiarato lunedì notte, davanti ai microfoni, nella pancia dell’Olimpico dopo la disfatta con il Napoli. Lo ha ripetuto ieri ai giocatori, di fronte allo stesso Petkovic, rinviando di 270 minuti la resa dei conti. E’ ovvio che non possa mandare via o dismettere l’intera squadra, a cui ha chiesto una reazione. Ma potrebbe cambiare l’allenatore, difeso a oltranza nonostante sia sprofondato in una crisi di risultati (una vittoria nelle ultime nove giornate di campionato) e di gioco. Alternative: tra Reja e Bollini, possibili traghettatori, si sta facendo largo Devis Mangia, ex ct dell’Under 21. Ma la società non garantirà (inizialmente) più di sei mesi di contratto.
SORTEGGIO
– Petkovic si giocherà tutto con Torino, Livorno e Verona, mettendoci nel mezzo anche l’ultimo turno di Europa League con il Trabzonspor, che può garantire il primo posto nel girone, un bonus supplementare di 400 mila euro, e un ingresso da testa di serie nel tabellone dei sedicesimi. Ma la sensazione è che il destino del tecnico bosniaco non sia legato solo ai risultati. Può pesare molto di più il suo futuro nei rapporti con la società, che si è sentita spiazzata dalle indiscrezioni, dalle notizie e dalle conferme arrivate a pioggia dalla Svizzera. Petkovic, da almeno un mese, sarebbe coinvolto in una trattativa segreta con la federazione come sostituto del ct Hitzfeld dopo il Mondiale in Brasile. E’ in scadenza e dal punto di vista regolamentare non esistono divieti per gli allenatori, la Fifa non disciplina questa materia come nel caso dei calciatori (liberi solo nell’ultimo semestre di contratto) e anzi autorizza anche i trasferimenti verso o da federazione estera nel corso della stessa stagione, a patto che avvenga una risoluzione consensuale. Nel caso di Petkovic, il nuovo rapporto partirebbe da luglio del 2014. Il punto è un altro. La Lazio lo ha saputo da Blick, che lo ha annunciato in prima pagina, e sono arrivate le conferme di tantissimi addetti ai lavori. Se non ha firmato, di sicuro è molto vicino: si parla di accordo raggiunto. Persino il portavoce della federazione ha ammesso un incontro con Petkovic. E poi è arrivato il comunicato in cui Berna spiegava di non aver ancora scelto il futuro ct. Una foglia di fico dietro a cui si sono nascosti tutti, a partire dall’allenatore della Lazio, che sinora ha negato tutto, anche i contatti, e ha un solo modo per dribblare l’argomento: non rispondere come è successo l’altra sera in diretta tv su Sky. Ieri in Svizzera ipotizzavano venerdì, in occasione del sorteggio dei Mondiali, come il giorno del possibile annuncio. Ma può darsi che il silenzio prosegua sino a Natale, quando «arriverà il bambinello», come ha raccontato Lotito.
EFFETTI
–   La sintesi si traduce in una fase di stallo che non aiuta la Lazio a uscire dal tunnel. Non si parla ancora di esonero. E Petkovic non ha mai pensato alle dimissioni. In mezzo può esserci qualche soldo di cui discutere da qui a giugno per Vlado e lo staff. Ma la fiducia della società nei suoi confronti è scaduta e lo squadra lo sa, forse anche per questo motivo sono emersi gli egoismi e si è smarrito lo spirito di gruppo, a cui bisognerebbe aggiungere un’organizzazione tattica migliore per mascherare difetti strutturali conosciuti. E allora non si capisce cos’altro ci sia da aspettare.
Si er papa te donasse tutta Roma
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Re:4 Dicembre 2013
« Risposta #1 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 07:45:11 »
Fino a Natale con Petkovic E Lotito bacchetta i giocatori (Repubblica – ed. locale)

GIULIO CARDONE
NATALE con Petkovic, regia di Claudio Lotito. Più che un cinepanettone, un thriller. Perché i colpi di scena sono all’ordine del giorno. L’intenzione è questa: andare avanti con il tecnico almeno fino alla sosta invernale. Anche per mancanza di alternative che convincano in pieno i dirigenti della Lazio, da Reja — resta il favorito — a Bollini e Mangia. Chi convince, invece, pretende un contratto fino al 2015. Da qui l’impasse, nonostante ci si renda conto che Petkovic sia in confusione da tempo: sbaglia le scelte iniziali (a Bergamo escluse Candreva) e i cambi (Keita doveva entrare subito dopo il gol di Pandev). Così ieri a Formello Lotito ha strigliato lui e la squadra. Nel confronto con il tecnico, il presidente lo ha richiamato alle sue responsabilità, visto che la Lazio è a 5 punti della zona retrocessione, in campionato ha vinto una partita delle ultime 9 e non ha ancora un gioco. Sulla questione della nazionale svizzera, Petkovic ha assicurato di non aver firmato niente e di essere concentrato sulla Lazio. Poi Lotito ha bacchettato per 40 minuti i giocatori: «La colpa è anche vostra. Alcuni pensano di essere arrivati, c’è scarso spirito di gruppo. Bisogna ritrovare l’umiltà ». Nome nuovo per la panchina del prossimo anno: Michael Laudrup, ora allo Swansea. Per Gonzalez frattura della mano sinistra, stop di 30-40 giorni; Radu (affaticamento coscia sinistra) in dubbio per Torino.
Ieri in Parlamento si è dibattuto dei 22 tifosi della Lazio in carcere a Varsavia. Tutti i partiti chiedono una presa di posizione forte da parte del Governo (tanto più che domani Letta a Varsavia incontrerà il Primo Ministro polacco) e l’immediato rientro a Roma degli arrestati. «Al momento — spiega l’avvocato Privitera che si occupa di 11 di loro — sono 8 le condanne per direttissima: la più pesante di sei mesi, le restanti tra i 3 e i 2. Gli altri sono in attesa di giudizio con rito ordinario». Alcuni giocatori della Lazio hanno contribuito a pagare le cauzioni.




Ultimatum a Petko Adesso Keita deve diventare un titolare fisso (Corriere della Sera – ed. locale)

Stavolta l’ultimatum lo lancia direttamente il presidente Claudio Lotito: tre giornate, due partite fuori casa (Torino e Verona) più una interna (Livorno) e poi, un minuto dopo l’annuncio del nuovo commissario tecnico da parte della Federcalcio svizzera, si arriverà al nocciolo della questione: continuare con Vladimir Petkovic o dirgli addio?
Incassata l’auto-candidatura dell’ex commissario tecnico dell’under 21 Devis Mangia («Chi non accetterebbe la panchina della Lazio?») e la disponibilità di Giovanni Trapattoni, il presidente ieri ha ribadito l’aut-aut di fronte alla squadra: un’ora di sfuriata nella quale è finito un po’ tutto, dallo scarso rendimento dei giocatori alle pessime scelte tecniche che, di fatto, hanno portato la Lazio a sprofondare contro il Napoli.
La sconfitta inchioda il tecnico alla realtà dei fatti: quella, cioè, di un’annata mediocre, di una squadra che di settimana in settimana vede volar via un obbiettivo per volta fino a ritrovarsi, ora, a soli 5 punti dalla zona retrocessione. Un campionato senza traguardi, perfetto, insomma, per togliere le briglie al talento di Keita, il grande escluso di lunedì sera.
Perché i tifosi (oggi la Nord vola a Varsavia in soccorso ai 22 ancora in carcere) lo vogliono titolare e Lotito pure. Forse è l’unica cosa su cui sono in sintonia. L’unico ancora perplesso di fronte ai colpi del 18enne ex Barcellona sembra proprio «Petko». Per lui il ragazzo non ha ancora la testa del professionista e probabilmente c’entra qualcosa la passione verso la movida romana che Keita condivide con Tounkara, altro talento in odor di promozione tra i «big». Ma forse è solo l’allenatore ad essere un po’ fermo sulle gambe, unico straniero con l’idiosincrasia verso i giovani, un difetto che sembrava tutto italiano.
Eppure alternativa non c’è. Gli ultimi 20’ contro il Napoli hanno lanciato due inequivocabili segnali che Petkovic deve captare, se vuole fare l’ultimo tentativo con il defibrillatore. Primo: Keita titolare. Un po’ per meriti del giocatore, che è tutto meno che acerbo e il gol siglato a Reina lo testimonia, e un po’ per contingenze, visto che l’attacco della Lazio, senza di lui, è morto. Secondo: Radu centrale. Perché Cana e Ciani (per non parlare di Novaretti), soprattutto senza la protezione di Ledesma, sono troppo lenti e macchinosi. Serve più velocità al centro e non una difesa che si poggia solo sul fianco sinistro. Lulic se ne farà una ragione. Da terzino. Ultima grana: contro il Napoli Gonzalez si è fratturato una mano e rischia di star fuori un mese. Ci sarà Petkovic ad aspettarlo?
Andrea Arzilli


GLI AVVERSARI: Cerci-Immobile, prove per ritrovare la via del gol (Corriere dello Sport)

TORINO – Primo allenamento dei granata che si sono ritrovati alla Sisport dopo l’ennesimo pareggio beffa (a Marassi, contro il Genoa) di questo campionato. Se il Torino è ancora la squadra che si è fatta rimontare più di tutte in stagione (10 volte in 14 sfide, un record), è anche vero che Giampiero Ventura partita dopo partita sta plasmando un gruppo sempre più convinto dei propri mezzi, grazie ad un lavoro capillare sugli errori che troppe volte gli hanno impedito di agguantare il risultato pieno e di uscire dal campo senza recriminazioni. «I miei ragazzi stanno facendo molto bene e presto si toglieranno delle grosse soddisfazioni. Peccato per l’ultima uscita, senza i miracoli di Perin per noi sarebbe stata la partita perfetta», così Ventura. L’allenatore domenica raggiungerà le cento partite sulla panchina del Toro proprio contro la Lazio di Claudio Lotito, un patron che non ha mai nascosto l’interesse e la stima per l’allenatore genovese, tantopiù in un momento nel quale per giugno dovrà trovarsi un nuovo tecnico. E il granata è in scadenza di contratto con Cairo e non ha ancora rinnovato.
RODRIGUEZ SORRIDE
– I granata dopo oltre due mesi recuperano l’elemento forse più importante per la difesa, quel Guillermo Rodriguez che in estate era stato indicato come il dopo Ogbonna. Ma la nuova apprensione del reparto si chiama Cesare Bovo. L’ex Roma si è nuovamente fermato per gli esiti del trauma contusivo-distorsivo al ginocchio sinistro nella partita contro il Genoa e la sua presenza è in dubbio.
107 CANDELINE
– La ricerca dei tre punti, per i granata che sono la squadra con più pareggi sulle spalle del campionato (7) (confermando il trend dello scorso anno), sta diventando un’ossessione e Ventura questa settimana ha programmato esercizi specifici di mira per tutto l’attacco. Il Torino è una squadra che arriva nella trequarti avversaria con grande facilità ma poi ha qualche difficoltà di troppo quando è il momento di concludere in porta. Cerci e Immobile, la coppa gol granata con 13 reti (8 il Nazionale ex Roma), contro il Genoa hanno sparato a salve ma contano di rifarsi domenica in un Olimpico che punta al sold out grazie all’iniziativa del club di Urbano Cairo: il presidente per festeggiare i 107 anni del Torino ha disposto prezzi popolari per la curva Primavera.
Keita, il genio dal piede fatato (Corriere dello Sport)

Primo gol all’Olimpico con il nuovo scarpino personalizzato e per il suo futuro in nazionale è pronto a scegliere il Senegal
di Fabrizio Patania
ROMA – E’ spagnolo di Arbucias, frazione di Girona, vicino a Barcellona. Ha origini e genitori senegalesi. La Lazio lo ha tesserato da extracomunitario, ma Keita Balde Diao aspetta il passaporto spagnolo e nella prossima estate potrà cambiare lo status. Dal punto di vista calcistico, sembra aver eliminato il dubbio. Ha scelto il Senegal, da grande spera di essere convocato nella nazionale africana. Non si metterà nella scia di Fabregas e David Silva. Eto’o, uno dei suoi maestri, è camerunense. Keita, magari nel prossimo inverno, conta di esserci in Coppa d’Africa. Come il suo amico Eddy Onazi, centrocampista della Nigeria, che si è anche qualificata alla fase finale del Mondiale in Brasile.
DOPPIETTA
– Keita è già entrato nel cuore dello stadio Olimpico e continua a migliorare in modo esponenziale. Il ds Tare lo continua a stimolare. Era stato colpito dal suo ritmo di crescita quando lo aveva visto esordire (di fatto) a Bergamo con l’Atalanta. Non sono passati neppure due mesi e Keita sta lottando per diventare titolare. Lulic dovrà svegliarsi se vorrà mantenere il suo posto da titolare. E magari provare a segnare qualche gol in più: con il Napoli s’è ritrovato un bel pallone sul sinistro e avrebbe potuto battere Reina in diagonale. Invece di tirare, si è portato il pallone sul destro e poi ha sprecato l’occasione. Certi errori si pagano, ha sottolineato Petkovic dopo la partita. Keita, appena entrato, ha portato a spasso la difesa del Napoli: da sinistra a destra, danzando con il pallone, è andato a cercare lo spazio, è entrato in area e ha sparato sotto la traversa. Primo gol all’Olimpico con la Lazio, secondo in campionato dopo la prodezza di Parma. Stava per regalare un brivido e l’emozione di una possibile rimonta a tutto lo stadio Olimpico, esploso in una fragorosa delusione (tradotta in fischi) dopo l’errore di Ciani e il quarto gol del Napoli. C’è chi ha pensato: ma perché non è entrato prima Keita? Già, perché? Aveva giocato titolare a Marassi e anche a Varsavia, ci poteva stare uno stop. Ma forse poteva subentrare in anticipo e non a venti minuti dalla fine.
DEDICA
– Negli spogliatoi Keita ha dedicato il gol ai tifosi «che sono ancora a Varsavia» . Un pensiero apprezzato da molti ragazzi. «Troveremo la soluzione per riprenderci» ha aggiunto con un sano ottimismo. E’ un dato di fatto: lui e Perea si stanno caricando la Lazio sulle spalle e non è un complimento per i big che continuano a latitare (non tutti, per la verità). La freschezza dei giovani può aiutare, ma in questo momento servirebbe lo spirito e la classe della vera Lazio per risollevarsi.
SCARPINI
– Ha scelto il Senegal e porta il numero 14 perché da bambino, come capita a tanti nella Cantera del Barcellona, Johan Cruyff era il suo mito. E sui suoi nuovi scarpini, firmati dalla Puma, a cui si è appena legato con un contratto triennale, ha messo le iniziali. Un modello personalizzato con la scritta K.B.14 e indossato per la prima volta lunedì sera. Ha battezzato i nuovi scarpini con un gol bellissimo. Oggi Ribery e Cristiano Ronaldo sono i suoi modelli. E’ stato raggiunto a Roma dal suo fratello maggiore, che ha quattro anni più di lui. Vivono in un appartamento a La Storta, non lontano dal centro sportivo di Formello, dove Keita era stato sino quando non è diventato maggiorenne.


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Re:4 Dicembre 2013
« Risposta #2 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 07:46:53 »
Squadra decimata: Gonzalez fuori un mese (Corriere dello Sport)

ROMA – E’ una stagione maledetta. Lo dicono gli eventi, le circostanze. Alvaro Gonzalez stava tornando al top. Una buona prestazione a Varsavia. E la conferma nel blocco dei titolari con il Napoli. Era in partita, stava lottando. Ha giocato quasi cinquanta minuti con una vistosa fasciatura al polso. Ieri gli accertamenti clinici hanno evidenziato una frattura. L’uruguaiano si dovrà fermare per un mese. Il suo 2013 s’è chiuso con il Napoli. Tornerà dopo la sosta, forse il 6 gennaio, in occasione della sfida con l’Inter di Mazzarri. «Alvaro Gonzalez ha effettuato un controllo strumentale radiografico alla mano sinistra in conseguenza del trauma occorso lunedì sera - si legge nel comunicato diramato dalla società – L’esame effettuato ha evidenziato una frattura della base del secondo metacarpo. E’ stata applicata una doccia gessata che dovrà mantenere per una settimana e successivamente verrà applicato un apparecchio gessato definitivo. I tempi stimati per un recupero sono di circa 30-40 giorni». Salterà le partite con Torino, Livorno, Trabzonspor e Verona.
RADU KO
– Le brutte notizie non sono finite, perché oggi alla Paideia si presenterà Stefan Radu. «Dopo la partita ha manifestato una sintomatologia dolorosa alla coscia sinistra». Si teme uno stiramento. E sarebbe l’ennesimo infortunio muscolare per la Lazio in questa prima parte della stagione. Radu rischia di saltare come minimo la trasferta di domenica prossima a Torino. Stefano Salvatori, uno dei medici sociali, è intervenuto a Lazio Style Radio per fare il punto della situazione: «Per Gonzalez si è verificato un trauma contusivo alla mano. Il controllo radiografico che purtroppo ha evidenziato una frattura composta del secondo metacarpo, abbiamo provveduto ad ingessato l’arto. Per Stefan Radu da segnalare un affaticamento muscolare,con il controllo strumentale avremo responsi più certi. Affaticamento anche per Cana, ma per l’albanese non abbiamo disposto controlli da effettuare, non è niente di preoccupante». La frattura di Gonzalez è stata esaminata anche dal dottor Stefano Lovati, consulente ortopedico della Lazio. «Gonzalez ha rimediato una frattura della base del secondo metacarpo, abbiamo applicato un gesso aperto in modo da controllare con più facilità un eventuale gonfiore. Si prevede circa un mese di immobilizzazione. Nella prima fase non si potrà allenare».
BIAVA E KLOSE
– Petkovic ha previsto una giornata di riposo per la Lazio, che riprenderà domani la preparazione. Ma oggi a Formello si alleneranno Biava e Klose, che viaggiano verso il recupero. Lo stopper lombardo ieri era in permesso. Oggi, insieme con il tedesco, lavoreranno a Formello. Dovrebbero essere disponibili per la trasferta di Torino. «Biava si allenerà domani insieme a Klose saranno disponibili per Torino, starà al mister decidere ora se impiegarli» ha aggiunto Salvatori, dando per sicuro il recupero dei due giocatori. Servono rinforzi in difesa. Biava è vicino al rientro, ma non gioca una partita intera dal 18 agosto. Lunedì sera con il Napoli s’è rivisto Dias in panchina. A Torino bisognerà sostituire Radu: Lulic, molto più di Pereirinha, la probabile soluzione per tenere il confronto con Cerci.


Lotito Accusa la Lazio (Corriere dello Sport)

di Daniele Rindone
ROMA – Egoisti e disuniti. Sfasati, deconcentrati, montati. Una furia, il presidente Lotito. E’ piombato a Formello ieri mattina, ha chiuso la Lazio nello spogliatoio, c’era anche Petkovic. Lotito ha detto basta, s’è stancato, è salito sul ring per il round decisivo. Ha elogiato i giovani ancora una volta, s’è scagliato contro una parte del gruppo, contro alcuni “vecchi”: avrebbero dovuto dare l’esempio, lo stanno dando i baby. E invece, dopo la vittoria della Coppa Italia, si sono sentiti come dei. Le accuse sono state roventi, non s’è trattato di un semplice sermone, i predicozzi non hanno avuto effetto. Lotito non ha guardato in faccia nessuno, è andato giù duro: stavolta ha fatto nomi e cognomi, nelle scorse settimane s’era limitato a processare la squadra collettivamente. Ieri no, la corda è stata tirata troppo. Lotito ha alzato la voce, ha puntato il dito contro alcuni giocatori, li ha messi con le spalle al muro. In campo, contro il Napoli, ha rivisto atteggiamenti sbagliati, gli stessi che aveva censurato nei precedenti interventi. In campo, contro gli azzurri, non ha visto una squadra che gioca da squadra.
LE ACCUSE –
Lotito ha dato le “tre partite” a tutti perché tutti sono sotto esame, in bilico, sotto accusa. E se c’è qualcuno che vuole andar via deve dirlo, sarà accontentato a gennaio. Il presidente ha parlato di egoismo, di squadra disunita e disorganizzata. Il messaggio è entrato anche nelle orecchie di Petkovic, era nello stanzone, le bacchettate sono sempre meno in codice. E’ meglio scappare quando s’arrabbia Lotito. Negli anni scorsi non l’ha fatta passare liscia (a costo di rimetterci soldoni) a chi pensava d’essere un fenomeno e in campo andava a sbattere contro gli avversari. Non deve più accadere nella Lazio, guai a chi continua a macchiarsi di questa colpa: bisogna giocare insieme, come un gruppo vero. Lotito lunedì ha notato errori madornali, di supponenza, sono stati pagati a caro prezzo. Non ci sono maestri né maestrini nella Lazio, il capo pretende umiltà e concentrazione. Lotito s’è fiondato a Formello, ha parlato per circa 30 minuti, è rimasto nel quartier generale per molte ore, è uscito nel pomeriggio. Lotito ha riunito la squadra in mattinata, le parole espresse nella pancia dell’Olimpico allo scoccare della mezzanotte valevano come anteprima: «I giocatori hanno tante responsabilità, in campo vanno loro. Al di là dell’allenatore ci sono tanti che hanno acquisito una mentalità sbagliata, pensano di essere arrivati, in realtà non sono arrivati da nessuna parte. C’è poco spirito di gruppo, questo mina i risultati. Si devono riacquisire umiltà e volontà, solo così la squadra riuscirà a esprimersi al meglio. La squadra deve pensare a fare il proprio dovere, a dare il massimo in campo. I tifosi rimproverano il fatto che alcuni giocatori forse non stanno dando il massimo o sono troppo egoisti» , erano state queste le parole (poco velate) del presidente. A Formello, ieri, riecheggiavano.
I GIOVANI –
Basta deroghe, contrordine compagni. Lotito, presidente e psicologo, ha cambiato strategia, è diventato inquisitore. Le uniche gioie gliele stanno dando i ragazzi, i giovani, i meno esperti, quelli che hanno l’età per sbagliare e crescere. Il presidente li cita spesso, li elogia per il modo in cui si propongono e si esibiscono. L’esempio lo stanno dando loro, la grinta la stanno mettendo loro, l’ha ribadito nello spogliatoio. « Io sono per i giovani» , aveva detto il patron dopo il 90’ di Lazio-Napoli. Contano gli uomini prima dei giocatori e il modulo tattico non è una pozione magica, è un involucro. Non facciano più i monellacci i biancocelesti, papà Lotito non perdona più

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Re:4 Dicembre 2013
« Risposta #3 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 07:51:50 »
Il cui tecnico Yakin (già nel mirino dei biancocelesti per la prossima stagione) potrebbe saltare nelle prossime settimane per contrasti con la società. Se si liberasse potrebbe essere ingaggiato immediatamente dalla Lazio (per un allenatore che viene dall’estero è possibile).


Se fosse , ecco cosa si sta aspettando..
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Fabio70rm

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Re:4 Dicembre 2013
« Risposta #4 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 09:05:19 »
Non conosco questo Yakin se non per l'ottimo lavoro fatto con il Basilea l'anno scorso.

Speriamo sia valido...
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline DinoRaggio

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Re:4 Dicembre 2013
« Risposta #5 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 14:30:22 »
Pure Michelino, allo Swansea, sta facendo piuttosto bene.

E grazie a Matita, ovviamente :)
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline disabitato

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Re:4 Dicembre 2013
« Risposta #6 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 15:42:56 »
Il cui tecnico Yakin (già nel mirino dei biancocelesti per la prossima stagione) potrebbe saltare nelle prossime settimane per contrasti con la società. Se si liberasse potrebbe essere ingaggiato immediatamente dalla Lazio (per un allenatore che viene dall’estero è possibile).


Se fosse , ecco cosa si sta aspettando..

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