Autore Topic: la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze  (Letto 3820 volte)

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Offline DinoRaggio

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Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #40 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 14:36:33 »
Toh, si stanno svegliando i midia, dopo lo sbattimento dei soliti mostri in prima pagina, hanno forse capito che le cose non sono andate esattamente come le avevano descritte in un primo (e pure secondo) tempo, quando alcuni quotidiani (l'ASRepubblica ed i misFatto Quotidiano in particolare) s'erano buttati a pesce sul "Dagli al Laziale".
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline WombyZoof

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Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #41 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 14:42:50 »
che dite, questo che ha dovuto fare le flessioni nudo, qualcosa avrà fatto, no?

e quell'altro, da qualche parte doveva aver pure nascosto asce e coltelli.

chissà che sta succedendo a quei 23 rimasti ancora lì.   

e c'è ancora chi si smarca sulla questione, chi distingue, chi sposta il tiro. 

«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Offline disabitato

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Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #42 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 16:48:38 »
Toh, si stanno svegliando i midia, dopo lo sbattimento dei soliti mostri in prima pagina, hanno forse capito che le cose non sono andate esattamente come le avevano descritte in un primo (e pure secondo) tempo, quando alcuni quotidiani (l'ASRepubblica ed i misFatto Quotidiano in particolare) s'erano buttati a pesce sul "Dagli al Laziale".

Perché i sedicenti soloni laziali che danna tv nazionale inveivano e condannavano senza manco sapere quello che era successo, dove li metti?
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Boks XV

Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #43 : Mercoledì 4 Dicembre 2013, 19:10:42 »
che dite, questo che ha dovuto fare le flessioni nudo, qualcosa avrà fatto, no?

e quell'altro, da qualche parte doveva aver pure nascosto asce e coltelli.

chissà che sta succedendo a quei 23 rimasti ancora lì.   

e c'è ancora chi si smarca sulla questione, chi distingue, chi sposta il tiro.

e ma non ti preoccupare che, su queste cose, c'è sicuramente chi osserva, prende nota e non dimentica.
e prima o poi ci si incontra sempre.
la galera è una brutta bestia, incattivisce.

Offline WombyZoof

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Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #44 : Giovedì 5 Dicembre 2013, 20:55:12 »
Sono socio dell'Associazione Culturale "Finanzieri Cittadini e Solidarietà – Ficiesse” e sono il padre di uno dei ventidue tifosi laziali arrestati a Varsavia. Ho deciso di combattere al fianco di mio figlio, detenuto nel carcere di Bialoleka, a conclusione di un processo svolto con garanzie difensive inesistenti, sulla base di capi d'imputazione pretestuosi e senza l'accertamento delle effettive responsabilità penali in capo ad ognuno degli indagati.

A me hanno insegnato -e mio figlio, giovane studente in Giurisprudenza, lo sta apprendendo adesso- che uno dei principi cardini del diritto è che la responsabilità penale è personale e che nessuno può essere punito per un fatto che non costituisce reato.

Trovarsi all'interno di un corteo che si dirige verso lo stadio, anche se la prima linea di questo corteo si scontra con la polizia, non equivale a commettere il fatto o essere corresponsabili di azioni violente; ripararsi per parare i colpi di un poliziotto che corre verso di te e brandisce un manganello, non può, a mio avviso, costituire reato: è un riflesso elementare di protezione della propria persona, della propria incolumità fisica, se non difesa legittima.

In quei giorni sono stati stravolti i principi del diritto penale, e del diritto processuale penale è stata fatta carta straccia. Provo ad immaginare (ma ci sono anche testimonianza dirette di chi ha assistito agli interrogatori ) con quale lucidità si può affrontare un processo in lingua slava, con un traduttore che non ha competenze giuridiche, con un difensore d'ufficio che deve assistere più indagati contemporaneamente e con un un'imputazione che viene dapprima rubricata come "adunata sediziosa" e poi trasformata in aggressione all'Autorità. Sfido chiunque, in tali condizioni, ad esercitare un'efficace difesa.

Beh, insomma, alle undici di sabato sera, a tre giorni dal suo arresto, mio figlio viene tradotto in carcere ed associato a delinquenti comuni polacchi e serbi. Vi lascio immaginare lo stato di prostrazione fisica (mangia poco, salta i pasti, è debilitato) e di prostrazione psichica in cui l'ho trovato l'altro giorno.

Non ho potuto fare altro che cercare in ogni modo di trasmettergli forza e infondergli coraggio per difendere la propria dignità di cittadino europeo.

Ringrazio Ficiesse per lo spazio che mi ha concesso e proseguo al fianco di mio figlio in questa battaglia di civiltà.


MASSIMO LOFFREDI
 
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Offline WombyZoof

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Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #45 : Sabato 7 Dicembre 2013, 00:03:45 »
Nel pomeriggio è in calendario un nuovo incontro tra i familiari dei ragazzi detenuti e l'avvocato Privitera. Ieri sera la riunione si è tenuta nello studio legale, stavolta il colloquio avrà luogo presso l'Ambasciata italiana.
AGGIORNAMENTO ORE 12.30 - A complicare tutto ci pensano i tempi lentissimi della procura polacca: come riportato in precedenza i genitori devono compilare la richiesta di permesso all'ambasciata italiana. Il foglio viene poi inviato alla procura che accetta o meno i permessi, per poi fare di nuovo ritorno al consolato italiano. Più o meno due ore per ottenere questo visto, e pare che sia già una procedura snellita. La famosa accelerata voluta dal premier Letta ancora non si vede.
AGGIORNAMENTO DEL 06/12 ORE 11.30 - Un nuovo giorno, ancora rinchiusi nel carcere. Le notizie che arrivano dalla Polonia non cambiano. L'ultimo aggiornamento vede i genitori fare avanti e indietro tra la prigione e l'ambasciata, dove ottengono i permessi per andare a fare visita ai propri figli. Portano conforto e beni di prima necessità. La situazione appare ancora bloccata.
AGGIORNAMENTO ORE 22.35 - Ai microfoni dell'inviato de Lalaziosiamonoi.it a Varsavia Andrea Centogambe - sulle frequenze di Radiosei - è intervenuto Fabio, padre di Matteo, ragazzo di 20 anni che si trova in un carcere di Varsavia, condannato per direttissima a due mesi di reclusione: "Una parte di queste ragazzi dovrebbe uscire da martedì in poi"
AGGIORNAMENTO ORE 21.20 - Emergono nel frattempo altri inquietanti dettagli della vicenda. Giovedì, durante l'azione che ha portato ai fermi di massa, un ragazzo russo sarebbe stato portato in cella perché colto durante la retata a dare un pugno a un bancomat, che non gli permetteva di ritirare i soldi: la polizia l'avrebbe quindi scambiato per un teppista, portando via sia lui che pl'amico che lo attendeva in auto. I parenti dei ragazzi italiani denunciano poi i tentativi di sciacallaggio ai loro danni: una traduttrice polacca oggi si è presentata dal padre di uno di loro per chiedergli indebitamente i soldi del lavoro svolto. Gli hotel dove alloggiavano i tifosi hanno infine richiesto circa 25 euro per le chiavi delle camere, che ovviamente i ragazzi, detenuti, non hanno avuto possibilità di riconsegnare.
fonte Lalaziosiamonoi.it
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Offline WombyZoof

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Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #46 : Lunedì 9 Dicembre 2013, 10:45:38 »
sul tempo diverse testimonianze raccolte sul posto sui fatti di varsavia. confermano che non vi sono stati scontri o incidenti, nè danneggiamenti.  se non una "turbolenza" ad inizio corteo, durata pochi secondi.   

chi può la posti.
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TheDoctorNesta

Re:la vergogna di Varsavia, raccolta di testimonianze
« Risposta #47 : Giovedì 19 Dicembre 2013, 11:36:21 »
«Minacciato con un fucile dalla polizia» (Il Tempo)

Ha negli occhi il fermo-immagine di un fucile puntato contro di lui. Sente ancora le grida di paura dei suoi compagni. E fatica a ritrovare un po’ di normalità. A nemmeno ventiquattr’ore dal ritorno in libertà, Damiano Stazi racconta in esclusiva a «Il Tempo» la sua drammatica vicenda in Polonia. Lo fa con tono concitato, al telefono da una terra lontana e ostile dalla quale non vede l’ora di andarsene.

Come sta?

«Sono scosso. Non è facile tornare alla vita normale dopo più di due settimane in cella. Mi sembrava di essere stato catapultato in un’altra vita».
Come è avvenuto il suo arresto?
«Ero atterrato a Varsavia alle 14. Ho lasciato il bagaglio in albergo e sono andato in centro a mangiare qualcosa. Arrivato all’Hard Rock Cafe, ho trovato circa duecento tifosi laziali. La situazione era tranquilla».

Poi cos’è successo?

«Abbiamo iniziato a camminare in direzione dello stadio, scortati dalla polizia. Io ero tra gli ultimi. Dopo poche centinaia di metri, all’improvviso è scoppiato l’inferno. Sentivo gente gridare e vedevo tutti correre. Ho avuto paura e ho iniziato a correre anch’io. Poco dopo sono stato raggiunto da un gruppo di agenti in divisa anti-sommossa, che mi hanno circondato. Uno di loro mi ha puntato un fucile contro».

Cosa ha provato?

«Tanta paura. I poliziotti mi hanno spinto in terra, avevo la faccia sull’asfalto e tra il cappuccio del giacchetto e la sciarpetta della Lazio faticavo a respirare. Mi hanno ammanettato. Più tardi mi hanno accusato di aver contravvenuto a una legge che vieta di girare in strada a volto coperto. Ma io non avevo un passamontagna, mi difendevo solo dal freddo».
Dopo la condanna è stato trasferito nel carcere di Bialoleka. Come è andata?
«Devo dire che ci hanno trattato abbastanza bene. Alcune guardie carcerarie ci deridevano e cercavano di umiliarci. Lo facevano nella loro lingua, ma era facile capire quali fossero i loro argomenti. Poi c’era il problema del tempo, che dietro le sbarre non passa mai, e la paura del processo. Tutto ciò con la consapevolezza di non aver fatto nulla».

Ha mai pensato di non poter far ritorno a casa in tempi brevi?

«Certo. Mio padre è arrivato subito qui a Varsavia con un avvocato, che ha depositato un’istanza di scarcerazione dietro cauzione. Quando ho saputo che era stata rigettata, ho pensato che fosse davvero finita e mi sono rassegnato all’idea di dover trascorrere novanta giorni in galera».
Invece ora è fuori e tra qualche giorno potrà far ritorno in Italia.
«Devo ringraziare mio padre. Durante l’udienza per valutare la mia posizione dopo la presentazione di una seconda istanza di scarcerazione, è riuscito a convincere le tre donne giudici a lasciarmi andare. Gli è costato 30.000 szlote, circa 7.200 euro».

Ora cosa prova?

«Sono stanco. Tutta questa vicenda mi ha provato fisicamente e psicologicamente. Ho accettato di parlare con voi de Il Tempo perché so che non ci avete mai abbandonati, ma adesso desidero un po’ di tranquillità. Ne ho bisogno».

C’è qualcos’altro che vuoi dire?

«A me è andata bene ma ci sono ancora nove ragazzi reclusi ingiustamente. Spero possano uscire presto anche se sono consapevole che non tutti i genitori possono permettersi di pagare una cauzione così alta». (Massimiliano Vitelli)