Autore Topic: Il caos totale di Petkovic  (Letto 574 volte)

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Il caos totale di Petkovic
« : Martedì 26 Novembre 2013, 15:41:57 »
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"L'APPUNTO" di Salomone

La solita Lazio brutta e confusa rimedia un punto insperato nel finale salvando la panchina di Petkovic. Mihajlovic beffato all’ultimo assalto, uno dei pochi portati verso la porta di un’orgogliosa Sampdoria che avrebbe meritato la vittoria. Cana sfrutta l’unica distrazione della difesa di casa e consente al tecnico bosniaco di rimanere al timone pareggiando la rete di Soriano. E proprio nel gol doriano c’è la sintesi della Lazio attuale, un mix letale tra errori, disattenzioni e poca grinta. Per tutta la gara i biancocelesti sono stati surclassati dagli avversari, dominati dall’aggressività del centrocampo della Sampdoria ben sistemato da Mihajlovic in soli quattro giorni
Il caos laziale è totale, non ammetterlo significa mettere la polvere sotto il tappeto e tirare a campare non si sa bene fino a quando. Non tutte le colpe sono di Petkovic ma quando una squadra gioca male, non si capisce ancora bene quale sia lo schema definitivo (ieri si è partiti col 3-4-3, dopo 27 minuti si è tornati al 4-4-1-1 per finire con un 4-2-4 della disperazione), tira poco e male verso la porta avversaria, non sfrutta la superiorità numerica per tutto il secondo tempo, deve scattare l’allarme rosso. E sul banco degli imputati deve finirci anche l’omone di Sarajevo che sta aggiungendo confusione a un gruppo che appare senza capo né coda. Le alternative in panchina non sono straordinarie ma senza scossa la Lazio rischia di avvitarsi su se stessa. Il campionato è una lenta agonia, altro che lotta per la Champions lontana 11 lunghezze, altro che lotta per il quinto posto che vale un posto in Europa League a sette punti di distanza grazie al passo falso della Fiorentina a Udine. Ma parlare di queste cose suona come una presa in giro nei confronti dei tifosi, la truppa biancoceleste al momento è ottava, merita quella posizione per quanto visto finora. Non entusiasma, non pressa, non corre, non gioca, non produce occasioni da gol: il nulla. Anzi, nel momento in cui subisce una rete degli avversari, si affloscia, non reagisce al colpo subìto e si lascia andare.
Non inganni il lancione di Radu, la sponda di Floccari e la perla di Cana (è sembrato l’unico attaccante in organico ieri), la Lazio non c’è e, dopo quasi quattro mesi, bisogna capire se mai tornerà ad esprimersi come nel famoso girone d’andata della passata stagione.
E poi se si guarda al 2013, rimane solo quel magico 26 maggio che bisogna cominciare a considerare un misto tra congiunzioni astrali e momento nero dei dirimpettai cittadini. Solo quello e ormai comincia anon bastare più.

Luigi Salomone

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