Beh, questo non è il primo compleanno che passa e allora va festeggiato col tocco di classe, di disincanto e di autoironia con cui Gozzanno festeggiò quello che definì il più bel compleanno della sua vita. Di quale si sia trattato non si sa, quel che è certo è che se lo festeggiò da poeta, e cioè ringraziando il padreterno di nient'altro se non dello stile che gli aveva dato.
L’Iddio che a tutto provvede
poteva farmi poeta
di fede; l’anima queta
avrebbe cantata la fede.
Mi è strano l’odore d’incenso:
ma pur ti perdono l’aiuto
che non mi desti, se penso
che avresti anche potuto,
invece di farmi gozzano
un po’ scimunito, ma greggio,
farmi gabrieldannunziano:
sarebbe stato ben peggio!
Buon Dio, e puro conserva
questo mio stile che pare
lo stile d’uno scolare
corretto un po’ da una serva.
Non ho nient’altro di bello
al mondo, fra crucci e malanni!
M’è come un minore fratello,
un altro gozzano: a tre anni.
Gli devo le ore di gaudi
più dolci! Lo tengo vicino;
non cedo per tutte Le Laudi
quest’altro gozzano bambino!
Gli prendo le piccole dita,
gli faccio vedere pel mondo
la cosa che dicono Mondo,
la cosa che dicono Vita...