Autore Topic: Domenica 17 Novembre  (Letto 772 volte)

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Offline Matita

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Domenica 17 Novembre
« : Domenica 17 Novembre 2013, 10:09:56 »
Petkovic ha deciso: dopo Keita promosso il «gemello» Tounkara (Corriere della Sera ed. Roma)


 
Promosso, dal campo. Proprio come il suo gemello-gioiello, Balde Keita, talento senza età che ha appena inaugurato la carriera nel grande calcio tagliando il nastro a Parma con un grande gol. Ora è il turno di Mamadou Tounkara, 18 anni il prossimo 19 gennaio, aspirante Balotelli e, per questo, anche lui silurato dalla «cantera» del Barça. Perché laggiù, nella terra del falso «nueve», non c’era spazio per un «nueve» autentico e quindi a gennaio del 2012, dopo la trafila iniziata a soli 8 anni, il club catalano lo liquidò con un «buona fortuna e a mai più». Come l’interista Mauro Icardi, un altro degli epurati inspiegabili.
Alla stessa stregua di Keita, la scusa fu di carattere disciplinare: una mattina Tounkara si svegliò tardi, saltò la scuola e, siccome al Barça le regole sono tutto (forse troppo), fu mandato sei mesi in prestito al Farnes, campionato catalano. Dove vinse la competizione segnando gol a grappoli, ovviamente. Ma la frittata era fatta e l’addio deciso. La Lazio ci si tuffò a pesce pensando a una super operazione a zero euro. Perché l’attacco biancoceleste è ufficialmente in panne: Klose è malconcio, Floccari non segna e a Formello il centravanti è diventato merce rara e preziosa. Così Petkovic ha deciso: anche Tounkara può fare il grande salto e già da gennaio raggiungere Keita tra i big. Ora pure la Lazio ha i suoi gemelli del gol.
Del resto lo ha seguito passo dopo passo, ci ha parlato a lungo restando piacevolmente impressionato dal carattere mite a dispetto del fisico imponente, della grinta da leone in campo e dell’idolo personale, quel Mario Balotelli testa calda per antonomasia, omaggiato con il «45» issato sulle spalle. Petkovic in estate lo volle nel ritiro di Auronzo con la prima squadra, aveva già capito che nel colosso emigrato dal Senegal insieme ai genitori nel 2004 (ma anche con passaporto spagnolo) c’era stoffa in abbondanza.
Lo scatto in più deriva da una constatazione recente quanto il brillante debutto di Keita al fianco di Klose&Co: cioè che adesso tutto questo talento ha necessità di svoltare, ha completato il ciclo tra i giovani ed è pronto a fare la differenza anche tra i «vecchi». Nel senso: se rimane tra i ragazzi può fare la fortuna di Alberto Bollini e della sua Primavera scudettata (ieri doppietta del ragazzo a Crotone nella vittoria per 6-1), ma sicuramente non può migliorare ulteriormente. Adesso Tounkara ha bisogno di confrontarsi con la serie A per crescere ancora. (Andrea Arzilli)




Quagliarella scavalca Pazzini (Il Tempo)

 
Non solo Pazzini e Djordjevic, c’è anche Quagliarella nel mirino della Lazio. È un’idea viva, non è mai tramontata: Lotito e Marotta affrontarono l’argomento ad agosto, l’offerta dei biancocelesti fu accettata(6 milioni di euro).
Il centravanti juventino entrò nei piani come alternativa a Yilmaz, l’affare saltò nelle ultime ore di mercato, Conte decise di trattenerlo a Torino. Ma ora lo scenario è completamente cambiato: Llorente è esploso, sta trovando continuità, ha impressionato e mantenuto le aspettative. Per Quagliarella lo spazio è ridotto, la Lazio è vigile e pronta a sferrare l’attacco decisivo.Trovare l’accordo con la Juventus non è impossibile: con 6 milioni di euro(divisi tra gennaio e fine stagione) l’affare andrebbe in porto. Inoltre una pista preferenziale la Lazio potrebbe trovarla grazie a Beppe Bozzo, agente dell’ex bomber di Napoli e Sampdoria: è in ottimi rapporti con Tare, è lo stesso l’agente di Federico Marchetti, i contatti sono quotidiani. Già, perché non è un segreto che il portiere di Bassano del Grappa interessi al Milan. Ecco dunque la seconda possibilità con Pazzini come contropartita tecnica più gradita. Senza dimenticare Filip Djordjevic, attaccante serbo del Nantes: la Lazio lo segue attentamente, lo ha messo in cassaforte per giugno. Si pensa anche al futuro: sul taccuino del diesse Tare sono finiti Wilder Cartagena, mediano classe 94 e stellina dell’Alianza Lima. E Abner Felipe Souza de Almeida, terzino sinistro del Coritiba, giovanissimo, 17 anni compiuti a maggio. Capitolo Candreva: tra un mese la Lazio tenterà di strapparlo all’Udinese a titolo definitivo. Il centrocampista intanto, dal ritiro della Nazionale, ha commentato il momento dei biancocelesti: «Non stiamo attraversando un buon periodo, credo che il problema sia nella concentrazione. Spesso ci esprimiamo bene durante la settimana per poi non essere la domenica all’altezza della situazione». (Gianluca Cherubini)


Lazio, tre mosse per il futuro (Corriere dello Sport)


 

 
Tre mosse: il mercato di gennaio, il mercato di giugno, nel bel mezzo i rinnovi contrattuali. Tre mosse per il futuro, tre mosse necessarie per programmare senza ritardi. La pausa del campionato serve per guardare avanti senza veder rotolare il pallone, a bocce ferme si riflette meglio. La Lazio in estate ha ringiovanito l’organico, ha speso come mai aveva fatto in passato. I risultati, ad oggi, sono stati negativi. La società non ha rinnegato le scelte, crede nell’esplosione dei suoi nuovi giovani (Perea, Felipe Anderson), ha avuto risposte da Keita, crede in uomini come Biglia e Novaretti, aspetta Vinicius. Lotito e Tare sono certi che gli acquisti estivi si riveleranno preziosi. Il rush finale del 2013 sarà fondamentale, chiarirà innanzitutto la posizione di Petkovic. Lotito (parole sue) s’è voluto dare «qualche altra chance», spera di aver scelto bene. Ad oggi le strategie sono state impostate in questo modo: a gennaio può arrivare un difensore, a giugno si punterà tutto sull’attacco. Se la situazione crollerà, se Petkovic non riuscirà a rilanciare la Lazio, cambierà tutto. La finestra di gennaio si rivelerebbe utile per puntellare l’organico, magari anche nel reparto offensivo. Le strategie, per quanto progettabili, sono legate al corso degli eventi e al mercato interno. La Lazio ha cinque uomini in scadenza a giugno (Klose, Floccari, Biava, Dias e Mauri) e un big in scadenza nel 2015. I rinnovi mancati e le partenze annunciate cambierebbero le carte in tavola. Uno come Hernanes sul mercato, ad esempio, aprirebbe nuovi scenari. La strada percorsa da Candreva (ha rinnovato sino al 2018) non è uguale per tutti. A giugno, tra l’altro, ci sarà da riscattare il suo cartellino. Costerà tanto in termini di soldi e fatica… (daniele rindone)




Nuovo bomber, c’è Djordjevic. Pellè spinge. E Quagliarella… (Corriere dello Sport)


 
Da gennaio a giugno, dal difensore all’attaccante. E’ presto per pronosticare il futuro, ma un’idea di base esiste: va rifondato l’attacco. Klose è in scadenza e non sa cosa farà da grande. Floccari? Idem. I punti fermi sono Perea e Keita, i più giovani. Si ripartirà da loro, ma non potranno essere lasciati soli. La Lazio cerca un paio di bomber, serviranno goleador. L’eredità di Klose è pesante, se il tedesco andrà via non sarà facile rimpiazzarlo.

DJORDJEVIC – Tare si è mosso, ha messo nel mirino Filip Djordjevic, l’attaccante serbo del Nantes. E’ in scadenza a giugno, certe occasioni sembrano ghiotte, non sempre si rivelano tali. Djordjevic, 1,86 di altezza, chiede soldoni, guadagna 1 milione di euro in Francia, pretende almeno il doppio. La Lazio, ad oggi, considera le sue richieste fuori portata, ma non ha mollato la presa. Djordjevic è corteggiato da almeno sei club italiani, tra questi c’è l’Inter, è l’unica società che vorrebbe prenderlo a gennaio. Djordjevic venerdì ha giocato con la Serbia di Mihajlovic, ha segnato alla Russia di Capello (1-1). E’ in ascesa in Francia, ha segnato 8 gol in 13 gare, divide il secondo posto della cannonieri con Ibrahimovic, inseguono Falcao e Cavani. Djordjevic deciderà il futuro entro due settimane.
PELLE’ – Dall’Olanda s’è ricandidato Graziano Pellè, è seguito da Stefano Castagna, è lo stesso manager di Felipe Anderson, è l’uomo che ha portato a Roma Novaretti. Pellè continua a segnare a raffica con la maglia del Feyenoord, quest’anno ha realizzato 10 reti in 11 partite di Eredivisie. S’è fatto notare anche in Europa League (1 gol in 2 partite) e in Coppa d’Olanda (una partita, un gol). In tutto ha segnato 12 reti in 14 gare ufficiali. Pellè da anni sogna di rientrare a Roma, è sotto contratto sino al 2017, costa intorno ai 7 milioni di euro. In Olanda c’è anche Tim Matavz, un vecchio pallino. Non s’è mosso dal Psv Eindhoven, è partito lento (2 gol in 9 gare).
QUAGLIARELLA – Occhio a Quagliarella, a Torino è sempre in bilico. Lotito e Tare furono vicini all’acquisto nell’ultimo giorno del mercato estivo, la sua candidatura può tornare valida. Quagliarella è in scadenza nel 2015, la Juve ha iniziato a contattare i giocatori che si stanno avvicinando alla data. L’esplosione di Llorente e il ritorno di Vucinic potrebbero allontanarlo dai bianconeri definitivamente. Secondo certe voci la sua partenza è pronosticabile a gennaio (la Lazio rimarrebbe impassibile?), dalla Juve fanno sapere che durante la finestra invernale non cambierà nulla. Si vedrà.
MONTERO – Non è finita qui, si sono registrati rumors provenienti dal Portogallo. Nello Sporting Lisbona sta facendo faville Fredy Montero, bomber colombiano classe 1987. Il Seattle Sounders (Major League Soccer) detiene il suo cartellino (scadenza 2015), è tra i bomber della Primeira Liga (9 reti in 9 partite). Montero è alto 1,76, non è un centravanti-pertica, il suo nome è stato accostato più volte alla Lazio: «Montero sta facendo bene ed è molto felice allo Sporting - ha detto l’agente Helmut Wennin ad abola.pt – in questo momento pensa solo a godersi l’esperienza che sta vivendo a Lisbona. E’ prematuro dire se ci sarà o non ci sarà un suo trasferimento. Solo con il tempo si potrà pensare ad un possibile futuro in Serie A…». (d.r.)



I rinnovi: Hernanes decide, Klose è un rebus (Corriere dello Sport)



 

 
Cinque uomini in scadenza più uno in bilico: è il Profeta Hernanes. Il mercato del futuro, tra gennaio e giugno, è legato ai rinnovi, non può essere diversamente. Nell’elenco “scadenze 2014” figurano Klose, Floccari, Biava, Dias e Mauri (un caso a parte). Sono i “vecchi del gruppo”, gli over 30, sono figli di un altro ciclo rispetto a quello iniziato in estate, tutto verde. Ma a ben vedere sono gli uomini più esperti, alcuni di loro possono fare ancora la differenza, non sono facilmente rimpiazzabili. E poi c’è Hernanes, il suo contratto terminerà nel 2015, non c’è tempo da perdere.

HERNANES – Il Profeta non fa dormire sonni tranquilli. Lotito è pronto a chiamarlo: «Hernanes? Lo chiamerò quanto prima», ha detto il presidente ad inizio settimana. La telefonata partirà a breve, l’incontro avverrà prima di Natale, sono queste le indiscrezioni, sono questi i patti sanciti a fine luglio, saranno rispettati. Lotito e Joseph Lee, il procuratore del brasiliano, non si vedono da quasi quattro mesi, è passato un bel po’ di tempo. Lee si tiene pronto, ogni giorno può essere quello giusto per raggiungere Roma. Il manager s’è fatto sentire in settimana, ha parlato dal Brasile: «Hernanes? Ha un contratto con la Lazio per un altro anno e mezzo, fino a giugno 2015, e intende rispettarlo portando a termine gli impegni presi con la società» . Le sue dichiarazioni sono state criptiche, non hanno aperto al rinnovo. Hernanes ha detto no alla prima proposta, ne aspetta una migliore. Lotito rilancerà, ma non troppo. Se Hernanes vuole davvero risposare la Lazio deve dimostrarlo con i fatti, abbassando le pretese.
KLOSE-FLOCCARI - Le scadenze dell’attacco: a giugno si libereranno Klose e Floccari. Miro è indeciso, ha richieste dalla Major League Soccer, ci sono società pronte a riempirlo di soldi. Lo rivogliono in Germania, potrebbe chiudere la carriera nel suo Paese. Tare ha escluso partenze anticipate, se ne riparlerà a fine anno. Klose è legato alla Lazio, le possibilità che resti sono minime, ma esistono. Klose vuole vivere il suo ultimo Mondiale, poi penserà al futuro. La Lazio non può aspettare all’infinito, ecco perché sono allo studio le nuove strategie offensive. E’ destinato a partire Floccari, punta a liberarsi a scadenza, non ha intenzione di muoversi a gennaio.
BIAVA-DIAS – Erano i centrali granitici, erano uno dei segreti della Lazio di Reja. Oggi vivono realtà diverse: Biava è reduce da un brutto infortunio, spera di tornare in gruppo tra 15 giorni. Dias non trova spazio, il rapporto con Petkovic s’è deteriorato al termine della scorsa stagione. Il brasiliano si sta allenando, ha smaltito l’infiammazione al ginocchio destro, proverà a partire a gennaio. Dias sogna di tornare in Brasile, in passato ha avuto richieste da squadre arabe, ma il richiamo delle origini è fortissimo.
MAURI – E’ in scadenza anche Mauri, prima di capire cosa farà in futuro attende l’esito del ricorso al Tnas. E’ squalificato sino al 2 maggio, spera di tornare in campo a gennaio. I suoi avvocati chiedono l’annullamento della condanna (la doppia omessa denuncia), è più facile credere che possa ottenere uno sconto di tre mesi (lo riporterebbe in campo a febbraio). Mauri compirà 34 anni a gennaio, non ha intenzione di mollare. Da Cremona continuano a diffondersi spifferi, rischiano di diventare venti contrari. «Allenare? Adesso non ci sto neanche pensando, in questo momento non mi piacerebbe, magari tra un anno cambia tutto», ha detto il capitano laziale. Non sa che sarà. (d.r.)
Si er papa te donasse tutta Roma
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Re:Domenica 17 Novembre
« Risposta #1 : Domenica 17 Novembre 2013, 10:12:16 »
Candreva: «Una grande Lazio mi darà il Brasile» (Corriere dello Sport)

 
Antonio Candreva sarà titolare della Nazionale domani sera contro la Nigeria di Onazi, nello stadio del Fulham. Qui racconta il momento della Lazio e della Nazionale.

Cosa vi ha detto Prandelli subito dopo la partita con la Germania?
«Ci ha fatto i complimenti».

Il pareggio ha ritemprato l’ambiente dopo le delusioni con Danimarca e Armenia.
«In effetti la partita di Milano può diventare il nostro trampolino di lancio, abbiamo incontrato una Nazionale forte, ci siamo rifatti con una prestazione positiva».

Ma la Germania è davvero superiore all’Italia?
«No. Anche noi siamo forti, ce la possiamo giocare con tutti, possiamo puntare alla finale del Mondiale».

Con due attaccanti di ruolo, sembra che ci sia una difficoltà a segnare.
«Abbiamo fatto anche partite belle con le due punte, ieri Osvaldo e Balotelli sono andati bene».

L’Italia ha tirato poco in porta, l’impressione è che la Germania sia avanti in questo momento.
«E’ una Nazionale forte, però noi abbiamo sofferto solo per i tiri dalla distanza. Eravamo partiti alla grande, con un buon impatto sulla partita, poi è arrivato quel gol su calcio piazzato e ci siamo abbassati. Certo, ci sono delle cose da migliorare».

Le piace giocare dietro a una punta?
«Sì. Lo abbiamo fatto anche contro la Spagna nella semifinale della Confederations e quella volta abbiamo giocato una grande partita».

Contro la Germania, cosa le ha chiesto Prandelli in particolare?
«Di non fare l’attaccante, ma di aiutare il centrocampo e dare profondità».

Qual è l’obiettivo dell’Italia?
«L’obbligo di vincere c’è proprio perché siamo l’Italia, un gruppo importante e pieno di campioni. Venerdì abbiamo sofferto tutti insieme contro una nazionale forte».

Prandelli ha fatto il suo nome come esempio da prendere per quei giocatori che hanno un rendimento nel club e un altro, più ridotto, in Nazionale. Lei non è fra questi…
«E’ un grande riconoscimento, mi hanno fatto piacere le sue parole, cercherò di non deluderlo. Io ho la voglia di migliorarmi sia nella Lazio che in Nazionale, anche se con la Lazio non è un buon momento».

Le parole del ct sembrano il biglietto per il Mondiale.
«Ma io non sono sicuro di partire per il Brasile, ci sono ancora 6 mesi di campionato e tante partite da giocare».

Quanto incidono le prestazioni di Pirlo nelle gare della Nazionale? Secondo lei, meriterebbe il Pallone d’Oro?
«Se lo merita: è l’unico centrocampista in Italia e nel mondo che ha avuto una continuità di rendimento e di vittorie. Nella Nazionale c’è solo da imparare da uno come lui»

Qual è la sua classifica del Pallone d’Oro?
«Ronaldo, Messi, Pirlo, Ribery».

Il suo compagno Onazi si è appena qualificato con la Nigeria per il Mondiale e domani lo incontra qui a Londra.
«Gli faccio i complimenti, se li merita».

Che giocatore è?
«E’ un giovane interessante, classe ‘92, al secondo anno nella Lazio, un club importante, e si sta ritagliando il suo spazio fra i titolari».

Qual è il problema della Lazio?
«Non ha la concentrazione giusta, nella continuità, facciamo risultati positivi e poi ricadiamo in prestazioni non positive».

Teme di perdere il treno mondiale per colpa della Lazio?
«Per colpa della Lazio no. Le prestazioni da qui alla fine devono essere positive e di alto livello».

Hernanes ha detto che state soffrendo la stagione della Roma.
«La Roma sta facendo un campionato importante, noi invece non siamo ancora sul nostro livello. Non è che subiamo tutto questo, ma in città si sente la pressione dei risultati».

Klose manca di più alla Lazio o alla Germania?
«La Germania davanti ha grandi giocatori, visto che ancora non sta bene per colpa della spalla mancherà più a noi che alla sua Nazionale». (Alberto Polverosi)



Tounkara, la prima in A si avvicina (Corriere dello Sport)

 
Come una coppia di fratellini. Predestinati. Ha rotto il ghiaccio Keita e adesso aspetta che si faccia spazio tra i grandi anche Tounkara. Di origini senegalesi entrambi, entrambi cresciuti nella mitica cantera del Barcellona. Per una volta però il talento di scouting dei blaugrana ha fatto cilecca. O meglio ci avevano visto giusto, ma poi si sono lasciati sfilar via da sotto il naso due calciatori di cui è difficile non notare un talento sopra la media. Keita ha già avuto modo di dimostrarlo in Serie A, Tounkara brilla nella Primavera, ma il campionato dei baby comincia a stargli un po’ stretto. Vederlo in campo con i pari età rischia di far fare brutta figura ai malcapitati avversari di turno. Il povero Crotone, ultimo della lista, è stato asfaltato. Ma è soltanto l’ultimo della lista. Già lo scorso anno infatti pur sotto quota era stato spesso aggregato al gruppo di Bollini risultando sempre pedina preziosa. Anche nella finale contro l’Atalanta che consegnò il titolo ai biancocelesti, Tounkara brillò. La sua ennesima cavalcata sulla fascia consegnò a Cataldi il pallone per la personale doppietta.

LE CARATTERISTICHE – Tounkara è dotato di una prestanza fisica notevole. Nell’allungo sa essere devastante, motivo per cui fino a questo momento è stato utilizzato prevalentemente sulla corsia laterale. Tuttavia in questa stagione Bollini lo sta provando come prima punta e i risultati sono più che confortanti. In questa mutazione tattica sicuramente ha pesato il giudizio di Vladimir Petkovic. L’allenatore di Sarajevo ha un debole per Tounkara. E non ne ha fatto mistero già prima di Auronzo. Nella lista dei convocati per il ritiro infatti mancava il nome dell’ex Barcellona e fu lo stesso tecnico a farlo inserire. Lo voleva vedere all’opera perché aveva intravisto in lui caratteristiche importanti. Vlado è affascinato dall’attaccante rapido, potente fisicamente che punta con prepotenza e coraggio il marcatore diretto. Ai tempi dello Young Boys mandò in orbita l’ivoriano Doumbia. Presto spera di poter fare lo stesso con Tounkara. Con il possibile addio di Klose a fine stagione al centro dell’attacco si apre un buco ingombrante: a volte basta girarsi per scoprire che la soluzione è a portata.
L’IDOLO – Tounkara porta la maglia numero 45. Ha scelto il numero in onore del suo idolo Balotelli. Sul suo profilo social ha postato una foto con indosso la maglia rossonera. La Lazio proverà a blindarlo, mentre si avvicina intanto il suo debutto in A. (Michele Marchetti)



Addio infortuni. Adesso Lotito giudica Petkovic (Gazzetta dello Sport)

 

 
Estate 2012, Petkovic scherzava ma non troppo con i cronisti: «Definitemi bosniaco, croato, svizzero. Va bene tutto. Ma non serbo». Un serbo se lo troverà di fronte domenica a Genova. E non è uno scherzo, non è neppure un serbo qualunque: la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic, quel Mihajlovic che era uno dei papabili per la Lazio nel caso la storia tra il tecnico di Sarajevo e Lotito fosse finita a carte 48.

Ripartenza
Non è finita, anzi: la prestazione di Parma, molto più che il pareggio, ha risollevato il morale della Lazio, stritolata dalla «pressione per la Roma capolista» — copyright Candreva —, dagli infortuni e pure da qualche strano pensieri del presidente, che in campo vede una squadra senza un’identità precisa (24 i calciatori impiegati). Parma è stata la ripartenza di Petkovic. Ma ora viene il difficile. Perché il pensiero di Lotito è chiaro: «La Lazio andrà giudicata al rientro di tutti gli infortunati». Ci siamo. Klose salterà solo Genova (oggi il rientro a Roma), Petkovic per la Samp recupera Lulic e può contare su Konko e Radu a pieno regime. Fuori resta solo Biava (Dias out per scelta tecnica). È come se il campionato iniziasse domenica, almeno per Petkovic che una giustificazione alla società l’ha presentata: della squadra di un anno fa mi manca Mauri, per non parlare del rendimento scadente dei totem Klose, Hernanes e Ledesma. Giustificazione che però non passa di fronte a una media punti bassa: 1,33 in A, peggio Petkovic ha fatto solo al Samsunspor (0,77), dal quale fu esonerato. Con la Lazio fino a tre mesi fa si parlava di rinnovo: discorso non più d’attualità. Lotito vuole vedere progressi e Petkovic glieli ha promessi. Sempre che non si metta di mezzo un serbo. (davide stoppini)



Primavera: Lombardi show. Sei reti al Crotone (Gazzetta dello Sport ed. Roma)

 
Tutto troppo facile per la Lazio di Bollini che contro il Crotone svolge poco più di una seduta di allenamento. Tre a zero dopo i primi 45 minuti e altri tre gol realizzati nella ripresa. In evidenza Lombardi che mette a segno una tripletta, Tounkara che ne segna due e il portiere Guerrieri che para anche un rigore a Tripicchio causato da un fallo di mano di Elez. Per i padroni di casa del Crotone la sola soddisfazione del gol della bandiera realizzato da Riggio in apertura di ripresa. Lazio lanciatissima e sempre al comando della classifica: quarta vittoria consecutiva con 16 reti realizzate all’attivo.

CROTONE-LAZIO 1-6
MARCATORI Tounkara (L) al 2’, Lombardi (L) al 26’ e 34’ p.t.; Riggio (C) al 3’, Lombardi (L) al 15’, Tounkara (L) al 19’, Steri (L) al 45’ s.t.
CROTONE Barberio, Napoli, Barillari, Leto, Coluccio, Riggio, Fiorino (dal 9’ s.t. Mittica), Foresta, Mingiano, Tripicchio (dal 38’ s.t. Cava), De Marco (dal 36’ p.t. Bozzanga). All. D’Urso.
LAZIO Guerrieri, Pollace, Elez, Serpieri, Filippini, Oikonomidis (dal 6’ s.t. Silvagni), Murgia, Crecco, Lombardi (dal 31’ s.t. Palombi), Fiore (dal 21’ s.t. Steri), Tounkara. All. Bollini.
ARBITRO Melidoni di Frattamaggiore.
NOTE Ammoniti Murgia, Serpieri, Filippini, Lombardi, Tounkara (L); Riggio (C). (luigi polverosi)
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Re:Domenica 17 Novembre
« Risposta #2 : Domenica 17 Novembre 2013, 12:06:23 »
Petkovic ha deciso: dopo Keita promosso il «gemello» Tounkara (Corriere della Sera ed. Roma)


 
Promosso, dal campo. Proprio come il suo gemello-gioiello, Balde Keita, talento senza età che ha appena inaugurato la carriera nel grande calcio tagliando il nastro a Parma con un grande gol. Ora è il turno di Mamadou Tounkara, 18 anni il prossimo 19 gennaio, aspirante Balotelli e, per questo, anche lui silurato dalla «cantera» del Barça. Perché laggiù, nella terra del falso «nueve», non c’era spazio per un «nueve» autentico e quindi a gennaio del 2012, dopo la trafila iniziata a soli 8 anni, il club catalano lo liquidò con un «buona fortuna e a mai più». Come l’interista Mauro Icardi, un altro degli epurati inspiegabili.
Alla stessa stregua di Keita, la scusa fu di carattere disciplinare: una mattina Tounkara si svegliò tardi, saltò la scuola e, siccome al Barça le regole sono tutto (forse troppo), fu mandato sei mesi in prestito al Farnes, campionato catalano. Dove vinse la competizione segnando gol a grappoli, ovviamente. Ma la frittata era fatta e l’addio deciso. La Lazio ci si tuffò a pesce pensando a una super operazione a zero euro. Perché l’attacco biancoceleste è ufficialmente in panne: Klose è malconcio, Floccari non segna e a Formello il centravanti è diventato merce rara e preziosa. Così Petkovic ha deciso: anche Tounkara può fare il grande salto e già da gennaio raggiungere Keita tra i big. Ora pure la Lazio ha i suoi gemelli del gol.
Del resto lo ha seguito passo dopo passo, ci ha parlato a lungo restando piacevolmente impressionato dal carattere mite a dispetto del fisico imponente, della grinta da leone in campo e dell’idolo personale, quel Mario Balotelli testa calda per antonomasia, omaggiato con il «45» issato sulle spalle. Petkovic in estate lo volle nel ritiro di Auronzo con la prima squadra, aveva già capito che nel colosso emigrato dal Senegal insieme ai genitori nel 2004 (ma anche con passaporto spagnolo) c’era stoffa in abbondanza.
Lo scatto in più deriva da una constatazione recente quanto il brillante debutto di Keita al fianco di Klose&Co: cioè che adesso tutto questo talento ha necessità di svoltare, ha completato il ciclo tra i giovani ed è pronto a fare la differenza anche tra i «vecchi». Nel senso: se rimane tra i ragazzi può fare la fortuna di Alberto Bollini e della sua Primavera scudettata (ieri doppietta del ragazzo a Crotone nella vittoria per 6-1), ma sicuramente non può migliorare ulteriormente. Adesso Tounkara ha bisogno di confrontarsi con la serie A per crescere ancora. (Andrea Arzilli)



Daje Wasicu!  ;D

Offline Wasicu

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Re:Domenica 17 Novembre
« Risposta #3 : Domenica 17 Novembre 2013, 12:44:27 »
Daje Wasicu!

 

grazie Reflex ....... ciao   !! 

Offline cartesio

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Re:Domenica 17 Novembre
« Risposta #4 : Domenica 17 Novembre 2013, 16:05:43 »

Wasicu = Tounkara?    :band1:
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline giangoverni

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Re:Domenica 17 Novembre
« Risposta #5 : Domenica 17 Novembre 2013, 16:56:46 »
Valorizziamo Tounkara, come abbiamo fatto con Keita. meglio di minestre riscaldate o di gente che si è affermata in campionati meno importanti e che già costano un occhio della testa.

Offline Wasicu

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Re:Domenica 17 Novembre
« Risposta #6 : Domenica 17 Novembre 2013, 17:00:31 »
Wasicu = Tounkara?   

Solo perche' io volevo Tounkara nella 1/A squadra e come risposta adesso la cosa
mi pare che sia confermata da tutti.       Solo il  "pupazzone" e' lento e non vede
assolutamente nulla.             E' Bosniaco ma ha un carattere del tutto Helvetico ...
insomma s' era integrato bene da quelle parti ....