Dai un voto al campionissimo: Johan Cruijff

[Zapruder]

Ci spingiamo indietro nel tempo e molti di noi non hanno avuto la fortuna di veder giocare il profeta del gol: ma qualche vecchione che se lo ricorda ci sta, e ci aiuterà a capire un po' di più su colui che, per molti, è stato assai più che un calciatore. Per quanto mi riguarda, oltre al poco che ricordo, valgono le sensazioni e l'aura di leggenda che accompagnavano le imprese di Johann Cruijff, oltre naturalmente alle ricche e affascinanti immagini che si trovano in rete. Cruijff è stato il simbolo di un decennio, perché il suo stile e la sua interpretazione del calcio - e di questo dobbiamo ringraziare anche il rivoluzionario Rinus Michels - hanno spazzato via la figura del calciatore, e la percezione del calcio, come erano fino alla sua irruzione sulla scena. Ha vinto tutto, e il suo mito è passato indenne attraverso la sconfitta nella finale del '74; ha trasformato le buone squadre in cui giocava in leggende del calcio; ha regalato al suo Paese una popolarità enorme. Ci sarebbe da scrivere per ore. Centravanti, centravanti di manovra, numero 10: difficile definirne il ruolo preciso in campo, facile ammirarne la tecnica sopraffina e l'intelligenza non comune. Ribelle, ombroso, individualista, anarchico. Non amava gli spogliatoi spaccati: nel senso che non concepiva altro "accordo" che quello con lui. Si disse che non volle andare in Argentina per protesta contro il regime di Videla, ma era vero anche che pretese, per partire, una richiesta in tal senso dalla regina d'Olanda in persona: la sovrana, naturalmente, si guardò bene anche solo dal commentare. Per me, come detto, l'impronta che ha lasciato va molto, molto oltre il calcio: nel quale, sempre a mio parere, è indiscutibilmente il numero uno europeo di sempre.

A voi. 

[Giglic]

Il simbolo di una rivoluzione calcistica e non solo. I due gol all'inter in coppacampioni lo consacrarono, ma era solo il primo violino (odio, "solo"...)di un'orchestra rock, dopo che per dieci anni si era suonato solo il Verdi peggiore.
Gli manca solo il mondiale, e prevalentemente non per colpa arancione.
9

[Drenai]

non ho fatto in tempo a vederlo giocare abbastanza per dargli un voto.

[DinoRaggio]

9.

[Eagles71]

l' ho visto solo a "sfide"
Ingiudicabile per me.
Quante volte da ragazzino mi "arrabbiavo" perchè non fossi nato nel '61, anziche nel '71 proprio per poter ammirare almeno in tv quell' Olanda capitanata da Cruijff, ma non solo avrei potuto vedere Pelè, Keegan, Best, Mueller, la Lazio di Maestrelli, insomma il calcio anni '70, credo l' epoca più bella per quanto mi riguarda che mi son perso...

[Brocchi 63]

9

[BobLovati]

fra l´8 ed il 9 per me

[giamma]

Cruijff non fu campione del mondo perché in finale con la Germania l'Olanda dominò ma fu jellatissima e quattro anni dopo in finale contro l'Argentina subì uno degli arbitraggi più ignobili della storia (Gonella), la BBC per molti mondiali a seguire li presentò mostrando le immagini delle brutalità impunite degli argentini.
10 e lode (con l'attuale Ibra sono forse gli unici a cambiare da soli il volto di una squadra).

[Brocchi 63]

Se non ricordo male, lui in Argentina non andò proprio perche' contro il regime militare

[Breizh]

Non credo sia stato il più forte di sempre ma per me è stato il più "bello" (calcisticamente) da veder giocare.
10.

[Giglic]

Se non ricordo male, lui in Argentina non andò proprio perche' contro il regime militare

No.

Non andò perché si era stancato dei ritiri. Da buon olandese, preferiva godersi la vita, avendo 31 anni. Che fosse contro il regime è quantomeno dubbio, visto che giocava, seppur nel Barça, nella Spagna di Franco.

[Zapruder]

A me la faccenda del rifiuto anti-Videla suona molto posteriore, nonché posticcia. Io sapevo che il buon Johannes chiese un sacco di soldi per andare in Argentina, da buon olandese: olandesi erano però pure quelli con cui trattava, e che quindi gli risposero con un pernacchione. A questo punto, vista la mala parata, Cruijff si rese disponibile ad andare senza compensi speciali, purché si trattasse di una "ragion di Stato". In Olanda però i sovrani sono persone serie e non se lo filarono di pezza. A mio modo di vedere, la sua carriera finisce a Monaco, con quella finale: quello che viene dopo è soltanto un girovagare da circo alla Buffalo Bill.

[Giglic]

A me la faccenda del rifiuto anti-Videla suona molto posteriore, nonché posticcia. Io sapevo che il buon Johannes chiese un sacco di soldi per andare in Argentina, da buon olandese: olandesi erano però pure quelli con cui trattava, e che quindi gli risposero con un pernacchione. A questo punto, vista la mala parata, Cruijff si rese disponibile ad andare senza compensi speciali, purché si trattasse di una "ragion di Stato". In Olanda però i sovrani sono persone serie e non se lo filarono di pezza. A mio modo di vedere, la sua carriera finisce a Monaco, con quella finale: quello che viene dopo è soltanto un girovagare da circo alla Buffalo Bill.

Se non erro, la richiesta fu per un'altra occasione, ed in quel caso la regina accettò. Comunque, a 31 anni, pensava soprattutto, oltre che a monetizzare, a godersela un poco. La sua carriera calcistica finisce li, zap, si, ma non scordiamoci che a differenza degli altri che hai citato lui come allenatore ne ha avuta un'altra di tutto rispetto.

[BobLovati]

No.
Non andò perché si era stancato dei ritiri. Da buon olandese, preferiva godersi la vita, avendo 31 anni. Che fosse contro il regime è quantomeno dubbio, visto che giocava, seppur nel Barça, nella Spagna di Franco.

peraltro la Spagna franchista degli ultimi tempi del caudillo sanguinario e della " vil garrota " che fu colpevole ( a torto o ragione ) della rinuncia della Lazio di ricevere i catalani a Roma.


 

A me la faccenda del rifiuto anti-Videla suona molto posteriore, nonché posticcia. Io sapevo che il buon Johannes chiese un sacco di soldi per andare in Argentina, da buon olandese: olandesi erano però pure quelli con cui trattava, e che quindi gli risposero con un pernacchione. A questo punto, vista la mala parata, Cruijff si rese disponibile ad andare senza compensi speciali, purché si trattasse di una "ragion di Stato". In Olanda però i sovrani sono persone serie e non se lo filarono di pezza. A mio modo di vedere, la sua carriera finisce a Monaco, con quella finale: quello che viene dopo è soltanto un girovagare da circo alla Buffalo Bill.

una chiosa: in Spagna gli olandesi sono soprannominati "fenicios", cioè fenici, commercianti a prescindere !

[WombyZoof]

voto 9.   agile  forte rapido di pensiero ed esecuzione, alla bisogna imprevedibile ed acrobatico.  tecnica perfetta ed essenziale,  al servizio della squadra, imperversava di fioretto e sciabola.
allo stesso tempo fromboliere e stoccatore, regista e rifinitore.  il gioco olandese lo esaltava, e lui ricambiava esaltando a sua volta i compagni, che di loro già non erano scarsi.
per me trova posto in qualsiasi 11 ideale.

 I due gol all'inter in coppacampioni lo consacrarono

oddio, era già abbastanza consacrato, era la terza finale di cui la precedente vinta.
l'inter peraltro era piuttosto vecchiotta non solo d'età, fu veramente sottomessa dal tourbillon dell'ajax, boninsegna non era abituato a levarsi dal fuorigioco.

[carpelo]

Mai visto in diretta, ma talmente leggendario da meritarsi non meno di 9.

[Giglic]

oddio, era già abbastanza consacrato, era la terza finale di cui la precedente vinta.
l'inter peraltro era piuttosto vecchiotta non solo d'età, fu veramente sottomessa dal tourbillon dell'ajax, boninsegna non era abituato a levarsi dal fuorigioco.

Anche Maradona lo era già abbastanza consacrato, prima del 1986. Quella finale fu però simbolica. Il cambio di generazione calcistica. E Johann ne fu il simbolo. (Sempre a proposito delle differenze con Zico)

[Zapruder]

14 (non a caso) minuti di delizia per gli occhi

[Zapruder]

Altra chicca, i 16 passaggi consecutivi in Olanda-Germania, che portano al rigore al 1', trasformato da Neskeens. 1-0 e i tedeschi non hanno ancora toccato il pallone...

(guardate che fuorigioco viene fischiato a Gerd Muller a 6'40"... accadesse oggi, l'arbitro verrebbe scuoiato vivo a reti unificate mondiali. ecco perché non occorrono occhi elettronici, bastano quelli umani, se allenati alla bisogna. ah, c'è pure un rigore incredibilmente non concesso a 8'30", e nessuno batte ciglio. altro calcio, veramente)

[Sca]

Fa parte della mia Trinità Sportiva, insieme a Beppe Saronni e John McEnroe.
Dei tre è l'unico che non sono riuscito seguire, ragioni anagrafiche, in presa diretta. Nonostante questo sono rimasto vittima di una fascinazione (calcistica) senza pari.
Forse, insieme a Pelè e Maradona, il più grande.
Con alcune specifiche. Con Maradona è stato il più grande nell'era del Calcio Moderno. Pelè non posso tralasciarlo, perché oggettivamente ha giocato a cavallo tra le due età del calcio, quella antica e quella moderna. Gli altri non riesco a considerarli: Di Stefano, Eusebio, ecc. (anche se l'attività agonistica di Eusebio si sovrappone a quella del Pelè più maturo).
E' il vecchio discorso che fa emergere dei criteri valutativi differenti. Personalmente non riesco a paragonare un calciatore degli anni '50 con uno cresciuto ed affermatosi dagli anni '70 in poi: è come paragonare una mela con un ananas.
Forse la vera cesura tra le diverse età del calcio è dipesa proprio dall'idea di gioco olandese; e il ruolo di Johan Cruijff è stato centrale, sia da un punto di vista sportivo che simbolico.
Per me il giocatore più bello ed elegante di tutti i tempi. Ovviamente parlo sulla base di un criterio estetico del tutto personale; riconosco l'eleganza di Pelè o di tanti altri calciatori europei o sudamericani. Ma per me la bellezza coincide con Johan Cruijff.
Al di là del valore tecnico, su cui non ho troppe competenze per parlarne aggiungendo contributi decisivi, vorrei sottolineare l'impatto del personaggio considerando il quadro di riferimento più ampio: il calcio.
Forse il calcio sarebbe cambiato lo stesso, però l'Olanda di Michels e l'Ajax di Johan Cruijff stavano lì, e ci stavano in quegli anni. Ho sempre percepito Cruijff come l'atleta che si prese il Calcio sulle spalle e lo portò nell'età moderna. L'affermazione è probabilmente esagerata, come la mia stessa percezione, però mi piace la sua forza assertiva e romantica.
All'importanza che ha avuto nel cambiamento del calcio va aggiunto il suo contributo decisivo nella creazione del più grande progetto calcistico degli ultimi 20 anni: il Barcellona.
Il Barcellona attuale è stato creato, partendo dalle macerie, proprio dal signore in questione. Una testa, criticabile o meno, superiore alla media.