Autore Topic: Foggia vintage  (Letto 11384 volte)

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Offline Kim Gordon

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Re:Foggia vintage
« Risposta #60 : Martedì 5 Ottobre 2010, 08:35:10 »
BOHEMIAN RAPSODY.

 :band2:

zorba

Re:Foggia vintage
« Risposta #61 : Mercoledì 6 Ottobre 2010, 12:16:26 »
(Il Manifesto 06.10.2010)

Nella polveriera dello Zaccheria

(Giuseppe Sansonna)

«Sono come bambini. Non sanno cosa li aspetta» Zeman culla con lo sguardo i suoi discepoli ventenni, addormentati dopo un pranzo leggero, nel dehors del Cicolella in Fiera. Raggomitolati come gatti su enormi poltrone di vimini, avvolti da un silenzio ovattato, all’ombra di felci e pini silvestri. Protetti dalla trepidazione di una città in delirio.Mancano due ore all’esordio allo Zaccheria,
contro il Viareggio «Si torna a casa» sussurra a se stesso il boemo. Rivede schegge di passato. Primi anni novanta, Foggia in serie A. Spalti gremiti, venticinquemila assatanati in piedi, tempia
contro tempia, polmoni aperti, urla laceranti. Saltavano all’unisono, irradiando scosse telluriche sul campo. «Un incubo» confidava Paolo Maldini a Gigi Di Biagio. «Terrorizzati da quella bolgia, vi vedevamo sfrecciare come dannati». Fu il catino dello Zaccheria ad attirare Zeman a Foggia, nel 1986.
«In serie C, ogni domenica, erano almeno in cinquemila. Incredibile». Diventò il suo tempio, oggetto di cure maniacali. Passeggia spesso per il prato, assestando le zolle. Scruta sospettoso
la crescita anarchica dei fili d’erba. Trasforma il prato in tavolo da biliardo, plancia perfetta per le sue geometrie vertiginose. Il massimo del rigore cartesiano per innescare l’estrema ebbrezza
dionisiaca, sugli spalti. L’unica crepa della sua simbiosi con Foggia è datata 13 settembre 1992. «Ci
ararono il campo perchè avevo venduto a peso d’oro Signori, Rambaudi, Baiano, Shalimov e gli altri pezzi pregiati. Risorgemmo rapidamente, più forti di prima» ricorda Casillo. Nelle stinte immagini di repertorio si vede Zeman contrito, digrignare i denti a bocca chiusa davanti alle porte segate,
al campo stuprato. Passò la mattinata a ripristinare il terreno di gioco, con gli inservienti. Leggere Scusa Zeman, scritto in vernice nera sulla panchina non lenì il suo dolore. Qualchemese dopo,
il giorno più bello. Il due a uno inflitto al suo mito adolescenziale, alla squadra che fu di Zio Vycpalek. La Juve miliardaria del Trap squassata dalle sue verticalizzazioni, dalle sovrapposizioni
frenetiche. Vialli imbambolato, non ancora deformato artificialmente. I carneadi Mandelli e Bresciani che bucano Peruzzi. Le inedite lacrime di gioia che gli rigano il volto,mentre salta abbracciato
al fido Altamura. Fino almesto epilogo, datato 1994. Zeman approda alla Lazio cragnottescamentre i satanelli precipitano nelle serie inferiori.
La città, in sintonia con la squadra, scivolerà dal settantesimo al centesimo posto nella classifica delle città più vivibili. Zeman scaccia i ricordi funesti. É arrivato il momento fatidico. Affiora dal
tunnel, sedici anni dopo. Sugli spalti solo settecinquecento anime. Il massimo possibile, a causa delle nuove norme di sicurezza. Il boato dei tifosi, soffocato per troppo tempo, cancella il
tempo e i vuoti dello stadio. Partono immancabili le odi barbare dedicate alla madre del ministro Maroni, reo di avere inventato la tessera del tifoso. Dietro la panchina zemaniana trepida
in agguato Fernando Iannucci, odontotecnico ottuagenario, armato del suo pacchetto di caramelle. Assume un contegno sacerdotale: «Gliele davo sempre, prima di ogni partita. Io e Zeman
siamo fusi in questa cerimonia meravigliosa». Zeman lo vede e si rincuora «Sapevo che stava male. Contento che sia guarito». Gli si avvicina con la consueta flemma, mentre le squadre
sono già disposte in campo. Iannucci attende che si avvicinino tutti i fotografi, prima di elargire il suo dono rituale. «Vanitoso» stigmatizza beffardo il Boemo «e comunque io accetto le caramelle perché sono educato. I regali non si rifiutano. La scaramanzia non c’entra». Il match può cominciare.
In tribuna strepita Leone Rossetti, veterano dello Zaccheria. Un Buster Keaton invecchiato, avvolto in un trench beige di taglio zemaniano, rimediato chissà dove. «Me l’ha regalato Zemàn, viene da Praga. Mi ha detto che durerà in eterno». Si spoglia ritualmente sulla balaustra e indossa la maglia
numero cinque del Foggia, griffata Leone. Nella ripresa si sostituisce a se stesso, indossando la maglia numero tredici. Balla per tutto il match come una marionetta disarticolata, brandendo
un orsacchiotto stinto, che gracchia metallico «forza Foggia», se gli si preme il petto. Anni fa si presentò a Zeman con tanto di tessera Figc. «C’era scritto tracciatore ufficiale di linee. Falso.
Non ha mai tracciato una sola linea » ricorda Zeman. A pochi passi da lui Emilio, altro nume tutelare dello stadio. Occhietto mefistofelico, naso piallato dalle risse notturne, ribattezzato
Mandrake per i baffetti curati e per i completi rossoneri da dandy. Intimo di Vladimir Luxuria, Emilio è un’icona camp. Sembra un Querelle de Brest foggiano, scaturito da un cortocircuito tra
Genet e Pasolini. Veloce di mano e di coltello, ha qualche pendenza con la legge. La curva del Foggia glielo ricorda calorosamente, cantandogli puntualmente «Torna in galera» mentre semina
sale dietro la porta avversaria. Altra consuetudine apotropaica dei foggiani è chiamarlo cornuto. Non si offende mai, sa che è una sinceramanifestazione d’affetto. Si assume il merito di aver iniziato Zeman al tabagismo «É un vizio che gli ho dato io» rantola con timbro nicotinico «Ogni sabato e domenica non dormo per la tensione e mi fumo sette pacchetti di seguito».
Due fool scespiriani, divorati dall’interno dalla malattia inguaribile del tifo. Zeman li conosce bene. «Leone ed Emilio vivono da anni contesa infinita. Chi di loro è più grande tifoso di storia
di Foggia? Nessuno lo sa». Osservare in silenzio il delirio variopinto del sud è la sua terapia personale contro l’uggia boema che si trascina dentro.
In un box incastonato nel punto più alto della tribuna d’onore, sbracato su di un divanetto in pelle nera, troneggia il patron, Don Pasquale Casillo. Incenerisce sigarette e sbocconcella maritozzi
intrisi di champagne,mentre delle majorette locali compongono una scritta sul campo: «Bentornato Casillo ». Protetto dai vetri fumè, osserva dall’alto, comeHumphrey Bogart in Casablanca,
il pulsare inquieto dell’universo sottostante: tailleur a tinte forti, borse griffate, rossetti vermigli, papaveri locali avvolti in gessati da set de Il Giorno della civetta, chiome impiastrate di
tintura mogano, steward trucidi e hostess mozzafiato. Quando appare sull’uscio del box, sono inmolti a riservargli saluti ossequiosi. Proprio come sedici anni fa. Soffre guardando gli spalti
vuoti. Ha preso in gestione lo Zaccheria e metterà a norma le operazioni di prefiltraggio degli spettatori. Promette di portare a diciottomila i posti disponibili. É certo che lo Zaccheria si riempirebbe, riacquistando la sua dimensione di polveriera. Nel frattempo, la partita si infiamma. Qualche giorno fa Casillo ha rivolto una supplica accorata a Zeman. «Quando ti ho ingaggiato
tenevo trentotto anni. Adesso ne ho sessanta. Abbi pietà delle mie coronarie, Sdengo». Zeman, impietoso, gli regala il solito match da defibrillatore. Il Viareggio infila il primo gol in contropiede,
eludendo la trappola del fuorigioco. Poi Insigne pennella con piede fatato un cross sui dreadlocks di Agodirin, per il pareggio. Karim Laribi domina il centrocampo. Ha sguardo limpido e carisma da leader, sprizza fosforo e adrenalina da tutti i pori. Suggella la sua prestazione con una punizione dal limite di sapore maradoniano: due a uno per il Foggia. Ma le vecchie volpi versiliane bucano di nuovo la retroguardia foggiana su rigore, procurato da un intervento scomposto di Caccetta.
Poi Sau, accigliato bomber sardo, sbaglia il match point. Ma poco importa. Zemanlandia è tornata nella sua tana, tra gli applausi. E i ragazzi del boemo cominciano ad avere una vaga idea del delirio che li attende, quando lo Zaccheria sarà pieno.

IB

Re:Foggia vintage
« Risposta #62 : Mercoledì 6 Ottobre 2010, 13:52:19 »
Tutti a tenerife.

Offline BobLovati

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Re:Foggia vintage
« Risposta #63 : Mercoledì 6 Ottobre 2010, 15:02:44 »
C.V.D. Foggia: migliore attacco e peggior difesa  8)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Brunogiordano

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Re:Foggia vintage
« Risposta #64 : Lunedì 11 Ottobre 2010, 11:53:48 »
Sconfitta a Gela per 2-1. 6° in Classifica a pari merito col Foligno con 11 punti, a 7 dalla sbroma (atletico).
"E' più difficile descriverla che sentirla la Lazialità: è signorilità non di carattere esteriore, è cosa che si sente dentro, della quale ci si sente orgogliosi. E' un messaggio che tocca i cuori, la mente, la sensibilità e ci innalza verso il cielo, è un messaggio di costume di vita"
RENZO NOSTINI

Offline Kim Gordon

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Re:Foggia vintage
« Risposta #65 : Lunedì 18 Ottobre 2010, 09:26:11 »
sabato o domenica al Flamigno va in sena Atletico-Foggia.

Io mesà che ce vado. A tifà Zeman. Daje.

 :band2:

Offline Andre

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Re:Foggia vintage
« Risposta #66 : Lunedì 18 Ottobre 2010, 10:03:59 »
domenica scorsa succo di Zeman

L´imprevisto 0-1, il rischio di andare sotto di due reti, e poi il micidiale uno-due, firmato da Sau (88´) e Iozzia (92´). "La squadra ha meritato la vittoria – analizza Zeman -, poi se è arrivata solo nel finale ci sono altri motivi". Il boemo senza troppi giri di parole fa riferimento al direttore di gara (tra gli episodi sotto la lente d´ingrandimento, il penalty chiesto dai “satanelli” per un fallo ai danni di Sau). “Le polemiche ci sono anche in serie A, dove gli arbitri sono più bravi, figuriamoci in questa categoria. Certo, dispiace vedere che non si prendono provvedimenti quando un portiere perde tempo invece di rimettere subito in gioco, oppure quando non si fischia un rigore netto, con la conseguenza che l´intero stadio si innervosisce e piovono oggetti in campo".
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

bak

Re:Foggia vintage
« Risposta #67 : Sabato 23 Ottobre 2010, 18:03:41 »
ROMA, 23 ottobre  - È finito 3-3 l'anticipo tra Atletico Roma e Foggia valido per il decimo turno del Girone B di Lega Pro. I pugliesi, allenati da Zdenek Zeman, dopo essere passati in svantaggio, hanno condotto a lungo un match condizionato dalle decisioni dell'arbitro Irrati. Il vantaggio dei padroni di casa firmato da Franchini è infatti arrivato su un più che sospetto fuorigioco.

Dopo il pareggio di Rigione e la doppietta di Agodrin, il Foggia è stato nuovamente penalizzato dal fischietto di Pistoia, che a fine primo tempo ha decretato un calcio di rigore in favore dell'Atletico Roma (trasformato da Ciofani) e ha mostrato il rosso diretto al centrocampista dei pugliesi Iozzia. Infine, l'azione che ha portato al 3-3 finale firmato da Baronio è stata macchiata da una mancata interruzione del gioco per un fallo su Kone non fischiato dall'arbitro

POMATA

Re:Foggia vintage
« Risposta #68 : Sabato 23 Ottobre 2010, 19:08:10 »
Baronio, é l' anno suo!!! :D :D :D

Questi appena prendono il nome di roma ricevono subito i favori "astrali" :D

Offline WombyZoof

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Re:Foggia vintage
« Risposta #69 : Sabato 23 Ottobre 2010, 21:14:27 »
Tutti a tenerife.

 un allenatore che ha cambiato la velocità del calcio, che ha regalato ai tifosi del foggia e della lazio momenti indimenticabili della loro storia, un gioco pazzesco, una personalità assoluta. un secondo e un terzo posto contro la juve delle farmacie. ci scrivono articoli sui magazine internazionali, su zeman.

e per te tutto si riassume con tenerife?
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

IB

Re:Foggia vintage
« Risposta #70 : Sabato 23 Ottobre 2010, 21:23:05 »
 un allenatore che ha cambiato la velocità del calcio, che ha regalato ai tifosi del foggia e della lazio momenti indimenticabili della loro storia, un gioco pazzesco, una personalità assoluta. un secondo e un terzo posto contro la juve delle farmacie. ci scrivono articoli sui magazine internazionali, su zeman.

e per te tutto si riassume con tenerife?

Si.
Tutto si riassume a Tenerife.
Magazine internazionali che parlano di Zeman non ne ho mai letti.
E qualcuno mi capita di sfogliarne.
La sua Lazio é stata quella che ho seguito, per ragioni geografiche, di più.
Si, ok, grandi vittorie numeriche, 104 a 8 allla Fiorentina, 205 a 1 al padova, ma alla fine della fiera pochissimi risultati di rilievo. neanche una misera semifinale di coppa Italia.
Niente.
E il famoso secondo posto venne solo grazie al Parma che mollo' il campionato per occuparsi della Coppa Italia e dell'Uefa.
Non ricado nella solita crociata del grande incompreso. Amatelo alla follia, ma la cosa più bella che ha fatto con la Lazio l'ha fatta quando era allenatore della roma. Quelle 4 vittorie sono da mettere nel palmares.
Per capire chi é e cosa vale Zeman basta leggere gli almanacchi e i curriculum.

L'incompreso...dai su, non scherziamo.

Offline diepa

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Re:Foggia vintage
« Risposta #71 : Sabato 23 Ottobre 2010, 23:00:54 »
 Amatelo alla follia, ma la cosa più bella che ha fatto con la Lazio l'ha fatta quando era allenatore della roma. Quelle 4 vittorie sono da mettere nel palmares.
Per capire chi é e cosa vale Zeman basta leggere gli almanacchi e i curriculum.

Condivido...
Mi ha fatto divertire tanto ed allo stesso modo arrabbiare tanto...E' un pò come se uno prima ti regalasse un cioccolatino e poi ti prendesse a schiaffi...
Sta bene in Lega Pro...

Offline cuchillo

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Re:Foggia vintage
« Risposta #72 : Domenica 24 Ottobre 2010, 00:31:10 »
Però, un attimo, "la misera semifinale di Coppa Italia" l'abbiamo fatta.
Purtroppo, rovinata dal pessimo arbitraggio di Braschi e da quel maledetto palo di Cravero al 90° che ci avrebbe dato la qualificazione per la finale. Roba da Lazio.

A mio avviso, il primo anno di Zeman è stato, tutto sommato, soddisfacente. Un quarto di finale in Coppa Uefa, una semifinale in Coppa Italia e 63 punti in un campionato a 18 squadre.

Il problema sono stati i due anni successivi in cui, invece di fare il salto di qualità, si è assistito a stagioni peggiori della prima caratterizzate da eliminazioni in fotocopia e da campionato mediocri. Certo, il terzo non lo ha finito, ma stava andando parecchio male.

Non posso negare, però, che alla fine del suo primo anno ero contento, tutto sommato, dell'annata.
Il problema è stato dopo, appunto.
Io lo avrei mandato via dopo l'eliminazione con l'Inter in Coppa Italia, a metà del secondo anno.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Mazzola

Re:Foggia vintage
« Risposta #73 : Domenica 24 Ottobre 2010, 08:59:03 »
Il "problema" di Zeman è che non ha mai capito che, se fai 1 a 0 all'andata, nel ritorno puoi anche fare 0 a 0.

POMATA

Re:Foggia vintage
« Risposta #74 : Domenica 24 Ottobre 2010, 09:03:28 »
Il problema di Zeman é che solo puó allenare giovanotti con fame di crescere, il suo gioco si basa sullo stato fisico, difesa altissima e pressione all'avversario sempre e comunque.

Una squadra di serie A non regge i ritmi del boemo.

Ricordate che quando fu alla merda ad allenare, i giocatori vomitavano dopo gli allenamenti...

bak

Re:Foggia vintage
« Risposta #75 : Domenica 24 Ottobre 2010, 10:10:13 »
Secondo me non è un caso che una volta andato via lui, sia Lazio che alitipesanti1927 abbiano vinto il campionato. Insomma, limitandoci a noi, Nedved lo volle lui a Roma e se non segnava quella bomba contro il Cagliari lo avrebbero tagliato.
E' anche vero che ci sono troppi punti negativi proprio quando stavamo per fare il salto di qualità: io per esempio ancora debbo digerire quella sconfitta in casa contro il Bari che ci avrebbe mandato nelle alte sfere della classifica. Zeman lo reputo un ottimo coach coi giovani, ti insegna gli elementi base quando magari anche nelle categorie juniores puntano sul risultato. Forse gli manca quel quid caratteriale, quando c'è da quagliare il risultato non della partita ma della classifica. Io, comunque gli sarò sempre grato, meglio lui di uno Zoff.

Offline Skorpius

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Re:Foggia vintage
« Risposta #76 : Domenica 24 Ottobre 2010, 19:45:15 »
Il problema sono stati i due anni successivi in cui, invece di fare il salto di qualità, si è assistito a stagioni peggiori della prima caratterizzate da eliminazioni in fotocopia e da campionato mediocri. Certo, il terzo non lo ha finito, ma stava andando parecchio male.

Non posso negare, però, che alla fine del suo primo anno ero contento, tutto sommato, dell'annata.
Il problema è stato dopo, appunto.
Io lo avrei mandato via dopo l'eliminazione con l'Inter in Coppa Italia, a metà del secondo anno.

I successivi due anni sono stati gli UNICI ANNI dell'era cragnotti di mercato a risparmiare.. il motivo si chiamava "entrata in borsa".. ed è un peccato perchè alla splendida squadra del primo anno bastava pochissimo per fare il salto di qualità (bastava una panchina migliore) invece la squadra è passata da boksic a buso, da di matteo e marcolin.
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

zorba

Re:Foggia vintage
« Risposta #77 : Domenica 24 Ottobre 2010, 21:22:02 »
Michele Plastico in questo momento sta esaltando lo spettacolo offerto ieri da Atletico e Foggia.

Ha detto che il terzino destro dell'Atletico è un fenomeno vero, ma non si ricorda il nome. Sapete come si chiama?

Offline WombyZoof

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Re:Foggia vintage
« Risposta #78 : Domenica 24 Ottobre 2010, 21:39:47 »
Si.
Tutto si riassume a Tenerife.
Magazine internazionali che parlano di Zeman non ne ho mai letti.


fai un salto in edicola, un collega mi ha portato l'ultimo numero di sofoot
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Offline WombyZoof

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Re:Foggia vintage
« Risposta #79 : Domenica 24 Ottobre 2010, 22:00:58 »
boh, sarà che in decenni di Lazio io partite dove schiantavamo regolarmente l'avversario e mi riferisco non a foggia e fiorentina ma juventus e milan, non è che ne ho viste molte.

considerando gli uomini a disposizione, ho delle perplessità su eriksson, piuttosto, che in difesa non aveva bergodi bonomi cravero e chamot.

io un allenatore capace di plasmare in quel modo le squadre non l'ho mai visto. il primo foggia di serie A, venduti signori baiano shalimov etc. è stato ricostruito da capo con gente di b e c ed ha rifatto un campionato eccellente.

ovvio che aveva dei limiti diciamo "ideologici", che purtroppo costavano anche caro quando i giocatori avevano un appannamento fisico, e che rischiava anche quando non era necessario.

i piazzamenti al secondo e terzo posto, (fatemi capi sta cosa che quando uno  arriva terzo con zeman è perchè gli altri mollano, con delio rossi invece non molla nessuno) sarebbero ora valsi la champions.

con il borussia abbiamo sfiorato la qualificazione, al ritorno ci ha detto oggettivamente male dopo un'andata in cui dovevamo vincere 6 a 0.   

non voglio farne un incompreso, ma tenerife davvero mi pare un'esagerazione, anche astiosa, e poco lucida.
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»