Lotito: non vendo e ho trovato una nuova casa per la Lazio

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Dicono che sia in procinto di lasciare, ma resta e rilancia e parla a ruota libera dei progetti futuri. «Il mio compito è dare razionalità a un mondo che vive troppo di umori e passioni forti. Il successo sportivo è figlio dei protagonisti sul campo. Ma anche e soprattutto del lavoro di una società. E noi siamo una società forte e organizzata. Che vuole crescere ancora. Il nostro messaggio è chiaro: il nostro viaggio è solo all' inizio».

Claudio Lotito, presidente e azionista di maggioranza della SSLazio 1900, ha molte cose da dire. Mancano poche ore a Apollon-Lazio, ma lo sguardo vola oltre. Lotito, faccia conto di parlare a un tifoso che le chiede dove giocherà la Lazio tra cinque anni. Con poche parole, lei cosa risponde? «Gli dico che se la burocrazia non ci mette i bastoni tra le ruote e passa presto la legge sugli stadi tra cinque anni saremo tutti a vedere la Lazio in un nuovo impianto, opportunamente rinnovato: il Flaminio. Sì, avete capito benissimo, il Flaminio. Del resto, noi seguiamo le indicazioni che ci ha indicato il comune e stiamo preparando il nostro progetto. L' idea è quella di uno stadio da 45 mila posti».
Ma in passato avevate detto che l'impianto non è sufficiente per rendere la Lazio indipendente dalle tasche della proprietà. «Certo, in Italia solo la Juve è riuscita a seguire il modello che anche noi proponemmo nel 2008. Il calcio non può vivere di soli diritti televisivi. Ma non ci arrendiamo. Guardi questo foglio, abbiamo appena raggiunto un accordo con la Cina ...» Un progetto coi cinesi? «Sì, sullo stesso modello di quello che abbiamo già avviato nel nord della California, dove abbiamo aiutato a crescere circa 200 scuole calcio. Così faremo a Shenzen e poi, presto, anche in Giappone e in Brasile».

La Lazio alla conquista del mondo. «I nostri tecnici seguono questi centri, dove si allenano migliaia di giovani. L' obiettivo è scoprire talenti, crescerli in casa. Alcuni andranno a fare calcio altrove, quelli più forti vestiranno la nostra maglia. Costruiremo un patrimonio tecnico per autofinanziare la società. Crescere un giocatore in casa significa risparmiare soldi. E magari poterci pagare lo stadio nuovo potendo così contare sugli introiti fin da subito». Un modello alternativo per colmare il gap con le società più ricche. «Noi facciamo sul serio. Ci piace il modello Ajax. Per questa ragione tra i nostri obiettivi c' è anche quello di creare un distretto biancoceleste. Un' area sportiva che ospiti tutte le squadre giovanili».

Dove? «L’area dell’Acqua Acetosa sarebbe perfetta. Ma se non sarà possibile chiederemo al comune di darci una mano per cercare altrove. Intanto stiamo per investire un milione di euro sul centro sportivo di Formello, e non è un caso». E c'è anche il progetto con le scuole giovanili. «Vede, tra questi giovani alcuni diventeranno calciatori di serie A, altri magari finiranno nelle serie minori. Ma il nostro modo di pensare al calcio parte da un punto fermo: chiunque si alleni con la maglia biancoceleste addosso dovrà crescere bene. Da qui non dovrà mai uscire un ragazzo ignorante. Vivere la Lazio significa avere dei valori importanti».

Lotito, quali sono i rapporti con la Juve? «Ho parlato con Andrea Agnelli una ventina di giorni fa. Con loro e altre società stiamo provando a far fare dei passi avanti al nostro sistema calcio. A partire dal discorso dei diritti televisivi. L' esempio della Bundesliga è lampante. Se non facciamo un salto in avanti rischiamo di restare troppo indietro».
State pensando a una partita senza barriere tra il parterre e le panchine. Avete qualche timore? «Io ho la massima fiducia nel nostri tifosi, anche in quelli organizzati. Tutto filerà liscio. Tra l' altro il nostro campo è sotto diffida. Basta l' errore di un singolo per mandare tutto all' aria. Quindi...».

Due parole sui contratti in scadenza? «Stiamo chiudendo il rinnovo di Hernanes. Poi vedremo gli altri». Anche quello di Tare? «Il Consiglio di gestione finirà il mandato a marzo, penso che sia giusto che dei contratti se ne occupi il nuovo consiglio». Scommetterebbe sulla permanenza di Tare? «Sì. E non solo. Scommetto anche sul fatto che il settore sportivo sarà potenziato». Lei ai conti ci tiene, ma se a gennaio ci sarà bisogno di rinforzare la squadra sarete disposti a investire ancora? «Questa estate abbiamo sforato il tetto ingaggi. Ma il nostro era un rischio calcolato, volevamo rinforzare le fondamenta di questa squadra e lo abbiamo fatto. Far tornare i conti è sempre l' obiettivo. Ma la proprietà non si è mai tirata indietro quando ce n' è stato bisogno».

Lotito, si ricorda dell’Olimpico vuoto e di quei giorni bui? «Sì. E mi ricordo di quando con Igli e Vladimir ci trovammo intorno a un tavolo per discutere su come uscire da quella zona d' ombra. Fu allora che decidemmo di puntare tutto sulle idee e sulla fantasia». Una bella rivoluzione. «Sì, ma siamo solo all' inizio. La squadra, la società, la tifoseria e la stampa: tutti insieme andremo lontano. La Lazio non teme nessuno, fidatevi di noi».

[borgorosso]

non è vera

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non è vera

E' verissima ... 

[CP 4.0]

'Er Flaminio?'

[darienzo]

Il vitello dai piedi di balsa

Inviato dal mio LG-P700 con Tapatalk 2

[disabitato]

È vero?


Digitato da aifon 3GS usando topa talk

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È vero?


Digitato da aifon 3GS usando topa talk

L'intervista è vera, verissima, con qualche cosa cambiata qua e là, ma è una intervista apparsa su un giornale locale lo scorso sabato.

[CP 4.0]

e 4 giorni per aprire il topic senza uno straccio di scannerizzazione?

o non e' vera la notizia o non sei veramente il pesce. 

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e 4 giorni per aprire il topic senza uno straccio di scannerizzazione?

o non e' vera la notizia o non sei veramente il pesce. 

Nun ve se po' nasconde niente!!!


Una Fiorentina planetaria
Cognigni:"Il viaggio è solo all'inizio"

Intervista al presidente esecutivo viola. I progetti internazionali, il modello Ajax e il nuovo stadio di Firenze: “Cresciamo i campioni di domani in Usa, Cina e Giappone”
di BENEDETTO FERRARA
 
Lo leggo dopo
Una Fiorentina planetaria Cognigni:"Il viaggio è solo all'inizio"
Dicono che sia quello più rigido. Ma lui preferisce un altro aggettivo: razionale. "Il mio compito è questo, dare razionalità a un mondo che vive di umori e passioni forti. Il successo sportivo è figlio dei protagonisti sul campo. Ma anche del lavoro di una società. E noi siamo una società forte e organizzata. Che vuole crescere ancora. Il nostro messaggio è chiaro: il nostro viaggio è solo all’inizio".

Mario Cognigni, presidente esecutivo della Fiorentina, ha  molte cose da dire. Mancano poche ore a FiorentinaJuve. Ma lo sguardo vola oltre.
Cognigni, faccia conto di parlare a un tifoso che le chiede dove giocherà la Fiorentina tra cinque anni. Con poche parole, lei cosa risponde?
«Gli dico che se la burocrazia non ci mette i bastoni tra le ruote e passa presto la legge sugli stadi tra cinque anni saremo tutti a vedere la Fiorentina in un nuovo impianto».
A Novoli, cioè, nell’area Mercafir.
«Noi seguiamo le indicazioni che ci ha indicato il comune. Stiamo preparando il nostro progetto. L’ idea è quella di uno stadio da 35 mila posti».
Ma avete sempre detto che l’area non è sufficiente per rendere la Fiorentina indipendente dalle tasche della proprietà.
«Certo, in Italia solo la Juve è riuscita a seguire il modello che anche noi proponemmo nel 2008. Il calcio non può vivere di soli diritti televisivi. Ma non ci arrendiamo. Guardi questo foglio, abbiamo appena raggiunto un accordo con la Cina...»
Un progetto coi cinesi?
«Sì, sullo stesso modello di quello che abbiamo già avviato nel nord della California, dove abbiamo aiutato a crescere circa 200 scuole calcio. Così faremo a Shangai e poi, presto, anche in  Giappone».
La Fiorentina alla conquista del mondo.
«I nostri tecnici seguono in prima persona questi centri, dove si allenano migliaia di giovani. L’obiettivo è scoprire talenti, crescerli in casa. Alcuni andranno a fare calcio altrove, quelli più forti vestiranno la nostra maglia. Costruiremo un patrimonio tecnico per autofinanziare la società. Crescere un giocatore in casa significa risparmiare soldi. E magari poterci pagare lo stadio nuovo  potendo così contare sugli introiti fin da subito».
Un modello alternativo per colmare il famoso gap con le società più ricche.
«Noi facciamo sul serio. Ci piace il modello Ajax. Per questa ragione tra i nostri obiettivi c’è anche quello di creare un distretto viola. Un’area sportiva che ospiti tutte le squadre giovanili».
Dove?
«Il Campo di Marte sarebbe perfetto. Ma se non sarà possibile chiederemo al comune di darci una mano per cercare altrove. Intanto stiamo per investire un milione di euro sul centro sportivo della Trave, e non è certo un caso».
E c’è anche il progetto con gli Scolopi.
«Vede, tra questi giovani alcuni diventeranno calciatori di serie A, altri magari finiranno nelle serie minori. Ma il nostro modo di pensare al calcio parte da un punto fermo: chiunque si alleni con la maglia viola addosso dovrà crescere bene. Da qui non dovrà mai uscire un ragazzo ignorante. Vivere la Fiorentina significa avere dei valori importanti».
Cognigni, quali sono i rapporti con la Juve?
«Ho parlato con Andrea Agnelli  una ventina di giorni fa. Con loro e altre società stiamo provando a fare dei passi avanti al nostro sistema calcio. A partire dal discorso dei diritti televisivi. L’esempio della Bundesliga è lampante. Se non facciamo un salto in avanti rischiamo di restare troppo indietro».
Questa partita è la prima senza barriere tra il parterre e le panchine. Avete qualche timore?
«Io ho la massima fiducia nel nostri tifosi. Tutto filerà liscio. Tra l’altro il nostro campo è sotto diffida. Basta l’errore di un singolo per  mandare tutto all’aria. Quindi...».
Due parole sui contratti in scadenza?
«Stiamo chiudendo il rinnovo di Pasqual. Poi vedremo gli altri».
Anche quello di Pradè?
«Coi nostri dirigenti non abbiamo mai fretta perché per noi non è un problema. Siccome il Cda finirà il mandato a marzo, penso che sia giusto che dei contratti se ne occupi il nuovo consiglio».
Scommetterebbe sulla permanenza di Pradè?
«Sì. E non solo. Scommetto anche sul fatto che il settore sportivo sarà potenziato».
Lei ai conti ci tiene. Ma se a gennaio ci sarà bisogno di rinforzare la squadra sarete disposti a investire ancora?
«Questa estate abbiamo sforato il tetto ingaggi. Ma il nostro era un rischio calcolato, volevamo rinforzare le fondamenta di questa squadra e lo abbiamo fatto. Far tornare i conti è sempre l’obiettivo. Ma la proprietà non si è mai tirata indietro quando ce n’è stato bisogno».
Cognigni, si ricorda del Franchi vuoto e di quei giorni bui?
«Sì. E mi ricordo di quando io Diego e Andrea ci trovammo intorno a un tavolo per discutere su come uscire da quella zona d’ombra. Fu allora che decidemmo di puntare tutto sulle idee e sulla fantasia».
Una bella rivoluzione.
«Sì, ma siamo solo all’inizio. La squadra, la società, la città: tutti insieme andremo lontano. La Fiorentina non teme nessuno, fidatevi di noi». 

Apparso su La Repubblica, ed. Firenze, sabato 19 ottobre.

PS Firenze, piazza della Signoria. Esco da Palazzo Vecchio e cammino dritto quasi senza pensare fino ad andare davanti al negozio Superflash che in realtà è una banca, come tutti sanno.
Al suo interno c'è il "Fiorentina corner" dove sono ostensibili e in vendita prodotti con marchio sociale certificato e registrato.
Strani 'sti fiorentini ...

[BobLovati]

e 4 giorni per aprire il topic senza uno straccio di scannerizzazione?

o non e' vera la notizia o non sei veramente il pesce. 

maccerto; il solito pesce ... d´aprile   

[Centurio]

ma va de moda spará frescacce a piede libero, mó? non se sa piú che leggere. 

[disabitato]

È un fine provocatore e perculatore che finirà con l'essere ignorato anche quando dirà cose vere ed interessanti.