Autore Topic: 22.10.2013  (Letto 1038 volte)

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Offline Matita

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22.10.2013
« : Martedì 22 Ottobre 2013, 07:41:14 »
22 ottobre 2013

Ricorso Uefa, a Nyon è il giorno della verità (Corriere dello Sport)

Lotito giudicherà Petkovic e l’Uefa giudicherà la Lazio. E’ un martedì infinito a pensarci bene. Non è solo il giorno dei confronti a Formello, è anche il giorno del giudizio. A Nyon i giudici dell’Uefa prenderanno in esame il ricorso inoltrato dalla società contro la chiusura dell’Olimpico il 7 novembre (match di ritorno contro l’Apollon Limassol). La Lazio chiede uno sconto, punta alla riapertura dello stadio ad eccezione della Curva Nord, il settore che fu accusato di cori razzisti. Il club, attraverso i suoi legali, si difenderà producendo materiale audio, cartaceo e fotografico per dimostrare che lo slogan «slavo puzzi di m…» non fu pronunciato da alcuni spettatori in segno di discriminazione nei confronti del popolo polacco. Secondo la Lazio, per quanto grave, fu intonato in risposta ai cori espressi dai tifosi del Legia Varsavia e ai disordini provocati dagli stessi nel pomeriggio in città (13 arresti, 8 daspo, tensione e tentativi di invasione anche fuori dall’Olimpico).

I FATTI - La condanna dell’Uefa fu decisa per i fatti accaduti nella notte di Lazio-Legia Varsavia. «Cori razzisti, striscioni inappropriati, lancio di petardi e calcio d’inizio ritardato» , furono queste le accuse mosse dal governo di Nyon. Sulla sentenza di chiusura dell’Olimpico pesarono i verbali degli ispettori del Fare (Football Against Racism in Europe), l’organizzazione europea contro il razzismo e le discriminazioni. I due ispettori seguirono il match contro il Legia sotto la Nord e nel secondo tempo udirono una parte del pubblico laziale (nel rapporto si fa riferimento a poche persone) intonare per alcuni secondi il coro «slavo puzzi di m…» . E’ questa la frase incriminata, è lo slogan che ha spinto l’Uefa a decretare la squalifica. La Lazio proverà a convincere i giudici di Nyon, in passato i ricorsi sono stati respinti. I legali della società faranno leva sul fatto che i cori sono stati uditi solo dagli ispettori del Fare, non è stato riportato nulla nei verbali dei delegati Uefa né in quelli della terna arbitrale. La Lazio non giustifica l’atto, ma chiede buonsenso: l’episodio ha avuto una dimensione modesta rispetto alla totalità dello stadio, ecco perché è giusto riaprire la maggior parte degli spalti. La Lazio ha allegato al reclamo anche i verbali della Questura, neppure le forze dell’ordine denunciarono atteggiamenti razzisti da parte dei tifosi laziali.
DOMENICA – L’udienza si terrà in mattinata, la sentenza d’appello potrebbe arrivare nel pomeriggio, la Lazio la attende in giornata. Il doppio round con l’Apollon Limassol inizierà dopodomani a Nicosia, il match di andata si disputerà alle 19 italiane (le 20 locali). Saranno un centinaio i tifosi laziali che sbarcheranno a Cipro, la vendita dei tagliandi si è conclusa ieri. Sono diversi i numeri che riguardano Lazio-Cagliari di domenica prossima, la distribuzione dei biglietti ha fatto registrare un’impennata grazie alle offerte promosse dalla società: «Siamo poco sopra gli 11mila tagliandi venduti, sommati agli abbonati ci portano sui 34mila spettatori. Si è venduto poco in questa settimana, chi ha voluto approfittare dello sconto lo ha fatto per il 50%» , ha detto Angelo Cragnotti, responsabile della biglietteria laziale. Prosegue invece a basso ritmo la vendita per Lazio-Genoa del 3 novembre, sono stati staccati duemila tagliandi, c’è tempo fino a giovedì per usufruire dello sconto del 50%. Più che i bonus ora servono le vittorie… (Daniele Rindone)





22 ottobre 2013

Candreva acciaccato, Ledesma è al rientro (Corriere dello Sport)

I processi servono, sono necessari, ma si pensi anche al campo. Giovedì la Lazio affronterà l’Apollon Limassol a Nicosia. La squadra si ritroverà alle 16 a Formello, domani partirà con destinazione Cipro. L’Apollon non possiede uno stadio a norma Uefa, non può giocare sul suo territorio. Sono quarantacinque i chilometri che separano Limassol da Nicosia, la città si trova all’interno dell’isola. Petkovic non potrà contare su Konko, rimarrà fermo per altri 10-15 giorni. E’ da valutare Candreva, stamane si recherà in Paideia insieme a Marchetti ed Hernanes. Sono in corso degli esami prestabiliti, riguardano tutta la rosa. In clinica sarà presente il professor Lovati, l’ortopedico di fiducia della società: le sue visite determineranno la disponibilità dei singoli. Candreva preoccupa un po’, è alle prese con un fastidio ad un ginocchio e a Bergamo ha accusato un affaticamento ai flessori. Petkovic potrebbe recuperare Radu, non è certo che possa giocare dall’inizio (la sua presenza permetterebbe a Lulic di riposare). Dias e Pereirinha sono fuori lista Uefa. Cavanda è insostituibile, Ciani giocherà, in difesa scalpita Novaretti (potrebbe sostituire Cana). Gonzalez, Ledesma e Ederson sono pronosticati a centrocampo. In avanti si giocano il posto Floccari e Perea. Felipe Anderson e Keita sono in pole per due maglie. L’Uefa ieri ha comunicato la terna arbitrale che dirigerà il match. L’arbitro sarà il portoghese Manuel Jorge Neves Moreira De Sousa, gli assistenti Ricardo Jorge Ferreira Dos Santos e Nuno Filipe Dos Santos Tomas Pereira. Gli arbitri addizionali sono Carlos Miguel Taborda Xistra e Marco Bruno Santos Ferreira. Il quarto uomo sarà Antonio Manuel Albino Godinho. Tutti portoghesi. (d.r.)


22 ottobre 2013

Petko, giallo dimissioni Lotito lo difende: «Non rischia il posto» (Corriere della Sera – ed. locale)


Un incontro diviso in due parti: prima il faccia a faccia con l’allenatore, poi il confronto con tutta la squadra, giocatori e quadri tecnici al gran completo. Oggi a Formello si parla, prima di tutto. Lotito ieri si è occupato della panchina della Salernitana, ma nel pomeriggio terrà a rapporto Petkovic e la Lazio: «Rischia il posto? – il presidente biancoceleste ieri – A me non risulta, perché dovrebbe? Abbiamo già smentito, sono tutte falsità, Petkovic è l’allenatore della Lazio».
C’è da approfondire la questione delle presunte dimissioni del tecnico che, al netto della smentita pubblicata sul sito del club, per una notte ha invaso web, radio e televisioni. E, soprattutto, c’è da riportare un po’ di ordine dopo lo scoppio della crisi e il tramonto, ufficializzato ancora prima dell’ennesima sconfitta in trasferta, dell’obiettivo primario di stagione: la qualificazione alla Champions.

Perché finora nella Lazio ha regnato solo la confusione: traguardi stagionali proclamati con la Coppa Italia in mano e poi saltati dopo aver generato aspettative false, tra i tifosi e sul mercato, in relazione ad un passo nel 2013 che, se è non da retrocessione, è da mediocrità assoluta (28 partite in campionato e 36 punti, 1,28 di media, frutto di 10 vittorie, 6 pari e ben 12 sconfitte). Quindi girandola di moduli e di uomini, ad inquadrare l’assenza di un’identità tattica, un’idea precisa alla base del progetto nato con i «senatori» e proseguito sulla linea verde più per diktat societario che per volontà dell’allenatore; il futuro e il presente delle stelle, segnatamente Klose e Hernanes, che non sembrano più l’ombelico della Lazio, per volontà loro e per necessità (mai esplicitate) tecniche ed economiche.

In questo senso l’episodio delle dimissioni diventa solo l’ultimo esempio del caos, la postilla ad una situazione da nervi tesi tra allenatore e società che si trascina dall’estate e che, non a caso, ha fatto saltare l’appuntamento per un rinnovo a oggi lontano anni luce. «Io proseguo. Lavoro. Come ho sempre fatto e continuerò a fare – ha commentato ieri Petkovic dalla casa in Svizzera – Alla ripresa sarò a Formello. Le dimissioni? Stupidaggini».

Scaricato dai tifosi e delegittimato dalla società (chi si ricorda le parole di Lotito dopo il tonfo in Supercoppa?), ora Petkovic aspetta di capire se ha almeno il sostegno dei suoi giocatori. Il tecnico ha due partite, Apollon dopodomani in Europa League e Cagliari domenica sera, per far cambiare direzione alla Lazio: Lotito e l’«architetto» della nuova Lazio Igli Tare, sono stati chiari e oggi lo saranno di più. «È una situazione delicata – ha ammesso Tare – si dicono e scrivono tante cose ma soltanto noi sappiamo la verità. E per il momento io non ho proprio niente da dire, non spetta a me». Infatti è già stato detto tutto. Anche troppo.
Andrea Arzilli



22 ottobre 2013

Ma lo spogliatoio non è più sereno (Corriere dello Sport)


Incontri e confronti, sarà un giorno lungo a Formello. Lotito parlerà con Petkovic, ci sarà anche Tare in zona. E Petkovic parlerà alla squadra. Gli appuntamenti sono fissati, la loro scansione non è definita, il programma è di massima. Petkovic rientrerà in Italia stamane con un volo proveniente da Milano, sarà nel centro sportivo prima dell’inizio dell’allenamento (ore 16). Lotito dovrebbe incontrare l’allenatore nel tardo pomeriggio, non sono esclusi anticipi. I confronti saranno multipli, è meglio dirsi tutto in faccia, solo così si può ripartire.

L’ARIA – Petkovic e la squadra si ritroveranno a distanza di 48 ore dall’ultimo capitombolo. Nello spogliatoio di Bergamo ha parlato solo il diesse Tare, ha rimproverato i giocatori, ha chiesto maggiore impegno, più cattiveria. Non bastano le sgridate, serve unione, l’unione che sta mancando, s’è persa. Smentite a parte c’è distanza tra l’allenatore e una parte del gruppo, alcuni big si sono sentiti esclusi. Le gerarchie sono cambiate, si è creata confusione. Tra gli scontenti, tanto per fare dei nomi, ci sono certamente Ledesma, Gonzalez, Dias e Ederson. I primi tre rappresentano una parte della vecchia guardia, l’ultimo sembra aver risolto i guai fisici, ha dato segnali di crescita e di forza, non sta trovando spazio. Sarebbe riduttivo pensare che i problemi siano legati solo a pochi singoli, non è così. I musi lunghi esistono per vari motivi, comprendono anche aspetti tecnico-tattici. Un anno fa Petkovic fu bravo perché trovo le chiavi giuste per farsi apprezzare e accettare, per disporre la squadra in campo secondo caratteristiche. Petkovic fu allenatore e ottimizzatore, motivò la truppa, migliorò il rendimento dei singoli, le capacità psico-fisiche del gruppo. Petkovic rigenerò Hernanes, fu uno dei suoi grandi meriti. Eppure all’inizio incontrò difficoltà, il precampionato non andò bene, la svolta arrivò a fine agosto: «Ho fatto un passo indietro io e ha fatto un passo in avanti la squadra» . Nacque così il modulo-compromesso, il 4-1-4-1 che fece andare d’amore e d’accordo il tecnico e i giocatori. Quel feeling e quell’unione di intenti sono svaniti, vanno ritrovati. Quest’anno Petkovic s’è sentito più sicuro, ha cambiato atteggiamento. Ha imposto il suo calcio offensivo perdendo di vista gli equilibri. Quando arrivò non aveva nulla da perdere, ma confermarsi è più difficile.
LA MENTALITA’ – Il calcio è una brutta bestia, quando arrivano i risultati ci si vuole bene. Quando i risultati iniziano a scarseggiare l’atmosfera cambia insieme al vento, il malumore serpeggia e corrode i rapporti. Petkovic non è stato scaricato dai suoi uomini, la società si sarebbe mossa velocemente. Ma alcune divisioni esistono, si sono create fratture, vanno ricomposte. Il ricambio generazionale imposto dal club ha creato difficoltà all’allenatore. Ha tardato a inserire baby come Felipe Anderson e Perea, li ha sganciati quando si è sentito sotto pressione. Vlado prima ha protetto la vecchia guardia, poi ha virato sulla nuova generazione, questi cambi repentini hanno scatenato le prime scosse telluriche all’interno dello spogliatoio. E i continui cambi tattici hanno contribuito ad aumentare il disordine.
LA CONTESTAZIONE – Incontri e confronti a Formello, il giorno è oggi. I tifosi aspettano risposte, non solo i dirigenti. A Bergamo i supporter presenti si sono rifiutati di salutare i giocatori a fine partita, hanno espresso dissenso con un gesto clamoroso. La contestazione comprende tutti e sta montando sempre di più, si diffonde tramite le radio e i forum di riferimento. La contestazione comprende dirigenti, allenatore e squadra. Non piacciono gli impegni di Lotito con la Salernitana, è stata notata l’assenza del presidente a Bergamo. E Petkovic e i suoi uomini devono garantire risultati. Il bonus Coppa Italia non vale più. ()


Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Matita

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Re:22.10.2013
« Risposta #1 : Martedì 22 Ottobre 2013, 07:43:16 »


Lotito: Non è in discussione Lo incontrerò (Corriere dello Sport)


Dimissioni smentite e non c’è aria d’esonero lampo: «Petkovic è l’allenatore della Lazio, non è in discussione. Domani (oggi, ndr) ci confronteremo comunque» . Parole di Lotito, parole pronunciate ieri a Milano prima d’entrare nell’ascensore della Lega. I fatti non cambiano, gli scenari nemmeno, gli appuntamenti neppure, sono gli stessi di domenica sera. Lotito è arrabbiato, ma non medita soluzioni drastiche. Il presidente vuole parlare col suo allenatore, vuole confrontarsi, vuole chiarire aspetti tecnici, tattici e futuri, vuole risposte chiare. Lotito e il tecnico si vedranno oggi a Formello, la squadra si ritroverà alle 16, inizierà a preparare il match di giovedì contro l’Apollon Limassol. Il faccia a faccia dovrebbe avvenire a fine allenamento. Lotito e Petkovic, se non impazziranno, andranno avanti insieme. Per quanto tempo? Nessuno può dirlo, non c’è pronostico, non sono stati lanciati ultimatum perentori. La speranza dei dirigenti è che Vlado ritrovi serenità e lucidità, che riesca a raddrizzare la rotta, che l’ambiente si ricompatti una volta per tutte. Se questo non succederà, se lo spogliatoio esploderà, se la Lazio precipiterà in classifica, gli scenari cambieranno. Solo un crollo totale spingerebbe la società ad agire in tempi più o meni brevi. Lotito è un fumantino, ma da patron laziale non s’è mai divertito mangiando allenatori. Lo score si conosce: in 9 anni ha licenziato solo Ballardini. A Salerno invece ha una storia diversa e Sanderra è vicino all’addio.

I RAPPORTI - Dimissioni e divorzi sono smentiti, ciò non toglie il fatto che la situazione è tesa e merita approfondimenti. Il rapporto tra la Lazio e Petkovic è in bilico, potrebbe proseguire sino a fine stagione, non oltre (il tecnico è in scadenza). La società è scontenta, imputa colpe precise all’allenatore: le due gare sbagliate contro la Juve, il ritardo nell’inserimento dei giovani (Perea e Felipe Anderson), la gestione delle sostituzioni (errori contro Sassuolo e Atalanta), la mancanza di cattiveria che penalizza la squadra, il cambio d’atteggiamento mostrato dal tecnico rispetto ad un anno fa. Petkovic, dal canto suo, non ha intenzione di dimettersi, l’ha detto chiaramente. Ma neppure lui è contento, tutt’altro. Il rapporto col club è cambiato. Vlado ha accusato i colpi e a fine agosto, pur non lamentandosi mai pubblicamente, non aveva digerito la linea adottata dai dirigenti sul mercato. Il malessere del bosniaco è evidente, s’è sentito sotto pressione, vive la crisi più dura dell’avventura laziale. Gli attriti tra le parti esistono, i disagi sono incrociati, potrebbero essere l’anticamere del divorzio. Al momento non sembrano tali da generare la sperazione. Lotito è stato chiaro ieri pomeriggio, le voci pazze e incontrollate che s’erano diffuse domenica sera (lanciate da alcuni siti internet e rilanciate da tv nazionali) lo hanno fatto imbestialire. «Petkovic si è dimesso» , fu scritto. La società intervenne per smentire l’indiscrezione, pubblicò un comunicato ufficiale. Voci infondate, c’è stata un’altra smentita ieri. Igli Tare ha fatto sapere di non aver mai rilasciato queste dichiarazioni, erano sembrate sibilline: «E’ una situazione delicata, soltanto noi sappiamo la verità. E per il momento non ho proprio niente da dire, non spetta a me» . Tare ha voluto chiarire d’aver dichiarato al sito calcionews24 soltanto «non ho niente da dire» .
REJA E… - Petkovic non molla e Lotito non lo manda via, è lo scenario attuale, il futuro è un’incognita. Le presunte dimissioni del tecnico avevano fatto scattare il toto-allenatore. Reja ha aperto al ritorno: «Tutto può succedere. In ogni caso non so se accetterei di tornare, ne dovremmo parlare e capire i termini della questione. Per ora però non ci sono stati contatti diretti, nemmeno col Bologna. Alcune situazioni in ballo ci sono. Vedremo» . Mihajlovic, sotto contratto con la Serbia sino a dicembre (può liberarsi quando vuole), tornerebbe a Roma con piacere. In passato è stato in contatto con Lotito, mai con Tare. De Biasi, cittì dell’Albania, sogna la chiamata. E’ stato rilanciato il nome di Di Matteo, scartato prima di Petkovic. E’ Allegri il nome per il futuro (in scadenza col Milan). L’idea di base, legata ai risultati, è cambiare a fine anno. (Daniele Rindone)


ottobre 2013
Petkovic, ecco gli errori. Lotito furibondo con lui e oggi sarà faccia a faccia (La Repubblica ed. Roma)

Dopo la serata del caos, il giorno della verità. Oggi a Formello l’incontro tra Lotito e Petkovic: un faccia a faccia importante, i due vogliono capire se ci sono le condizioni per andare avanti insieme. Il presidente è convinto di sì, al momento, nonostante la classifica triste (11 punti, 7 meno dello scorso anno) e i numeri allarmanti (solo 9 vittorie nelle ultime 27 partite di campionato): «Petkovic — tuona Lotito — è l’allenatore della Lazio, non è in discussione. Comunque ci confronteremo». Già, un confronto è necessario perché, come sottolinea il ds Tare, «la situazione è delicata ». Però meno confusa rispetto a domenica sera, quando si sono diffuse le voci sulle dimissioni di Petkovic, smentite ufficialmente dalla società dopo la mezzanotte. In ogni caso, il tecnico ieri ha allontanato i cattivi pensieri: «Io continuo il mio lavoro. Come ho sempre fatto e continuerò a fare. Domani (oggi, ndr) sarò a Formello per la ripresa degli allenamenti.
Le dimissioni? Stupidate».
Ma giallo e tensione restano: «Si dicono e si scrivono tante cose, soltanto noi sappiamo la verità. E per il momento io non ho proprio niente da dire, non spetta a me», le sibilline parole di Tare al sito Calcionews24. Nel pomeriggio, il ds nega di aver pronunciato quelle frasi: «Non ho niente da dire», ribadisce solo. Di sicuro a lui e a Lotito certe scelte di Petkovic non sono piaciute neanche un po’. Il tecnico è in confusione e le accuse nei suoi confronti non sono proprio secondarie per un allenatore: non ha ancora dato un’identità tattica alla squadra e non riesce a motivarla nel modo giusto, soprattutto in trasferta (solo sette punti fuori casa su 42 disponibili nelle ultime 14). Così oggi Lotito deve capire se Petkovic ha ancora gli stimoli adatti per guidare la squadra fuori dalla crisi e in un ambiente già incattivito dal primato della Roma. Intanto ha cambiato allenatore a Salerno (via Sanderra, torna Perrone), ma alla Lazio è un’altra storia: manderà a casa Petkovic solo in caso di disastri nelle prossime partite, tra Apollon, Cagliari e Milan (mercoledì 30 al Meazza). In caso di svolta, il favorito per la successione è Roberto Di Matteo, ex laziale, libero, una Champions vintacon il Chelsea. Restano in corsa Reja, Mihajlovic e De Biasi. Oggi visite in Paideia per Candreva, Hernanes e Marchetti: solo il primo sembra in dubbio per la trasferta di Limassol. (giulio cardone)

ottobre 2013
Petkovic sulla graticola (Il Tempo)

Fiducia a tempo. Nonostante tutto – le scelte poco convincenti, il rendimento catastrofico in trasferta e un amore evaporato nel momento più bello, poco dopo lo storico trionfo in Coppa Italia – oggi il presidente Claudio Lotito ribadirà il proprio sostegno a Vladimir Petkovic. Un sostegno forte, ma non incondizionato: dopo aver nuovamente proclamato il proprio «amore» verso la Lazio («Dimissioni? Stupidate. Io continuo a lavorare, come ho sempre fatto»), a Formello l’allenatore di Sarajevo dovrà spiegare il deludente avvio di stagione e alcune scelte tecniche «poco comprensibili».
I capi d’accusa mossi dalla società nei confronti di Petkovic sono noti: la formazione mandata allo sbando contro la Juventus nella Supercoppa italiana; lo spazio ridotto concesso ai nuovi arrivati prima della «svolta di Modena», vale a dire il pareggio contro il Sassuolo e il successivo faccia a faccia con il direttore sportivo Igli Tare; e ancora le scelte di Bergamo, con Candreva relegato in panchina, Floccari esterno nel tridente ed Hernanes sostituito nel momento migliore.
Società e allenatore viaggiano su binari diversi ormai da tempo. Le «frecciate» lanciate pubblicamente da Lotito al tecnico dopo la doppia sconfitta contro la Juve sono ancora fresche («Quest’anno la Lazio ha 22 titolari, l’allenatore deve saperli gestire»), ma oggi il presidente – impegnato anche nel cambio di allenatore a Salerno, dove Sanderra potrebbe lasciare il posto a Perrone – vuole provare a ricomporre la frattura. «Petkovic a rischio? A me non risulta – ha spiegato Lotito – sono falsità che abbiamo già smentito. Petkovic resta l’allenatore della Lazio, purtroppo le partite si vincono e si perdono. Domani (oggi, ndr) faremo il punto della situazione».
Dunque Lotito incontrerà l’allenatore e poi anche i giocatori. Il presidente vuole vederci chiaro, testare l’umore della squadra e capire qual è la via più breve per uscire dalla crisi. Perché le rassicurazioni del numero uno biancoceleste sulla posizione del tecnico sono importanti, ma non bastano. La situazione non è così chiara in casa Lazio, e lo si capisce anche dalle parole pronunciate da Igli Tare: «Il momento è delicato – ha riconosciuto il direttore sportivo – si dicono e scrivono tante cose, ma solo noi sappiamo la verità. E per il momento io non ho proprio nulla da dire, non spetta a me».
Non spetta al direttore sportivo, certo, ma al presidente. E oggi il presidente, come detto, ribadirà la propria fiducia nei confronti di Petkovic. Se però nelle prossime due gare non arriveranno le risposte (e le vittorie) necessarie, allora Lotito non avrà più scelta. Per questo, seppure in silenzio, Tare sta valutando le possibili alternative al tecnico di Sarajevo.
La lista non è poi così lunga. La prima, scontata ipotesi porta all’usato sicuro, Edy Reja, traghettatore ideale se la stagione, come ha ammesso domenica lo stesso Tare, va considerata «di transizione». L’allenatore goriziano non lo dice apertamente, ma sarebbe molto felice di poter tornare a Formello. «Io di nuovo alla Lazio? Tutto può succedere – ha spiegato Reja – il club biancoceleste ha diramato un comunicato chiaro smentendo le voci sulle dimissioni di Petkovic, ma se mi chiamassero potremmo parlarne e capire i termini della questione. Per ora non ci sono stati contatti, né con la Lazio né col Bologna, ma ho percepito le voci sul mio conto. Alcune situazioni in ballo ci sono, vedremo».
Edy Reja attende l’eventuale chiamata, l’ex biancoceleste Sinisa Mihajlovic fa lo stesso. Per ora sono soltanto idee, è giusto ribadirlo, ma la Lazio deve cautelarsi e pensare anche allo scenario peggiore. In tal senso, nelle ultime ore, la società sta vagliando un nome nuovo e interessante: Roberto Di Matteo, centrocampista della Lazio a metà anni Novanta e poi campione d’Europa sulla panchina del Chelsea nel maggio 2012. Un allenatore giovane ma dal curriculum importante, al quale la Lazio potrebbe chiedere la necessaria svolta psicologica e affidare un progetto di medio-lungo periodo. Ma Petkovic non si tocca. Almeno per ora. (Daniele Palizzotto)

ottobre 2013
D’Amico vota per l’esonero: «È confuso e poco sereno» (Il Tempo)

Serve un scossa, è necessario l’esonero di Petkovic». Vincenzo D’Amico, bandiera e campione d’Italia nella stagione ’73-’74 con la Lazio, non ha dubbi su come far ripartire la squadra biancoceleste: bisogna cambiare l’allenatore.
D’Amico, è giusto andare avanti con Petkovic?
«No, anzi. Credo che sia assolutamente necessario l’esonero, non vedo altre vie d’uscita. È confuso e poco sereno, lui vorrebbe far giocare un’altra squadra ma purtroppo qualcuno glielo vieta. Ad inizio stagione aveva cominciato con un’altra formazione, poi dopo Sassuolo c’è stato un confronto ed è cambiato tutto».
Si parla di Di Matteo come possibile sostituto. Cosa ne pensa?
«Sarebbe una soluzione giusta ma non facciamoci confondere dal fatto che abbia vinto una Champions League, sappiamo tutti come andò. E’ un laziale, questo può essere importante per i tifosi».
Per la Lazio che anno sarà? La Coppa Italia è stata un’arma a doppio taglio?
«Bisogna capire bene qual è l’obiettivo. A volte ci dicono terzo posto, altre volte parlano di “stagione di transizione”. C’è molto caos. Facciamo crescere i giovani senza troppe aspettative. Il 26 maggio ha sicuramente concesso bonus alla società in sede di mercato».
Hernanes e Klose sono incerti sul loro futuro. Questo può influire negativamente?
«Io ho questa squadra nel cuore e quindi è difficile giudicare una scelta del genere. Quando sei alla Lazio dovresti sentirti fortunato. Anche se avessi Messi in squadra e mi dicesse di voler andare via, lo lascerei partire senza problemi».
I tifosi contestano a Petkovic di accettare troppo i consigli della società.
«È una cosa sbagliata, non è accettabile a questi livelli. Il mister dovrebbe andare avanti con la propria filosofia, con le proprie idee. Deve vincere e perdere da solo, senza l’aiuto di nessuno». (Gia. Che.)
ottobre 2013
Gregucci difende il bosniaco: «Non è diventato un brocco» (Il Tempo)

Petkovic deve restare alla Lazio». Ne è convinto Angelo Adamo Gregucci, ex difensore biancoceleste e attuale tecnico in cerca di sistemazione.
Mister Gregucci, è giusto andare avanti con Petkovic?
«Assolutamente sì. Una squadra ha bisogno di equilibrio. Lo scorso anno sembrava un ufo arrivato da chissà quale parte del mondo e invece era un tecnico che allenava in giro per l’Europa già da qualche stagione. Ma non era un fenomeno prima e non è un brocco adesso. A Bergamo ha provato a vincere la partita, finalmente aveva inserito più di una punta in campo, ma purtroppo l’ha persa».
Per la Lazio che anno sarà? La Coppa Italia è stata un’arma a doppio taglio?
«Sarà una stagione complicata. I momenti di difficoltà possono esserci, ci sono sempre stati. A Roma si passa da uno stato d’animo all’altro con troppa facilità. Dopo il 26 maggio sembrava finita la storia del calcio nella Capitale, sei mesi dopo si è ribaltato tutto. Ci vuole più calma e serenità».
Hernanes e Klose sono incerti sul loro futuro. Questo può influire negativamente?
«Chi non vuole più restare deve andare via subito, anche a gennaio. C’è bisogno di gente motivata, di giocatori che abbiano fame. I giovani? È giusto lanciarli, ma devono essere bravi e soprattutto ci vuole tempo e pazienza».
I tifosi contestano a Petkovic di accettare troppo i consigli della società.
«Secondo me un tecnico deve andare avanti con le proprie idee, senza farsi condizionare da nessuno. È fondamentale anche un sostegno quotidiano da parte della dirigenza, sono necessari e utili confronti giornalieri, questo è assolutamente importante. Ma poi la squadra che scende in campo devono deciderla il mister e i suoi collaboratori».
Come si riparte da questa situazione?
«Restando uniti, tutti insieme. Tifosi, squadra e società: c’è ancora il tempo per rialzare la testa». (Gianluca Cherubini)

ottobre 2013
Petkovic: «Io vado avanti» (Corriere dello Sport)


La giornata più lunga e difficile della sua esperienza alla Lazio Vladimir Petkovic l’ha trascorsa avvolto dal calore della sua famiglia, in una Locarno che lo ha accolto con la solida discrezione. Non è stato il ko contro l’Atalanta a spingerlo alla ricerca di un rifugio: il tecnico biancoceleste torna sempre nel suo appartamento nel Canton Ticino quando la Lazio è impegnata al Nord e ieri non ha fatto eccezione. Domenica la moglie Ljiljiana lo è andata a prendere a Bergamo e in macchina è rientrato a Locarno dove ha sbollito la rabbia per la sconfitta e ha messo a tacere le voci sulle dimissioni che avrebbe presentato al presidente Lotito.
VADO AVANTI - La Lazio aveva già preso posizione domenica sera negando qualsiasi ipotesi di addio, ma ieri mattina, contattato telefonicamente dal Corriere dello Sport-Stadio, Petkovic ha tenuto a ribadire il concetto: « Io proseguo. Lavoro. Come ho sempre fatto e continuerò a fare. Domani (oggi) sarò a Formello. Le dimissioni? Stupidate. Non dico altro perché non faccio interviste ». L’allenatore di Sarajevo è uscito a metà mattinata dal suo appartamento situato in una via non molto lontana dall’ospedale La Carità. A bordo della sua Audi scura, è andato a incontrare qualche amico ed è rientrato solo alle 14,20 per pranzare insieme alla moglie, poi alle 15,30 è uscito di nuovo per riprendere la figlia Lea alla scuola di via Chiesa. « Non ho altro da aggiungere » ha detto con garbo. Nessun curioso ad aspettarlo e vicini di casa tutti rispettosi della privacy del «mister». Tutti, tranne uno…
SCIARPA DELLA ROMA - Uscito con l’auto dal garage sottorraneo, Petkovic è passato nella via stretta e a senso unico che in questi anni ha percorso in tantissime volte e non ha potuto evitare di vedere la sciarpa con su scritto “Forza Roma” appesa al terrazzo davanti a casa sua. « E’ spuntata dopo l’ultimo derby vinto dalla Roma - ha raccontato un uomo di una sessantina d’anni, con barba e occhiali, uscito dal palazzo bianco dove abita il bosniaco – ma lui non ci avrà fatto neppure caso: è un signore, uno molto rispettoso ». Lo spettro del derby, però, lo segue anche nella suo tranquillo rifugio svizzero dove vive la moglie.
LUI NON MOLLA - Le voci delle sue dimissioni sono arrivate anche a Locarno dove Petkovic ha tanti amici-tifosi personali. « Da quando è andato alla Lazio non l’ho più visto - ha raccontato Loris Conti, dentista molto conosciuto a Solduno, un quartiere di Locarno vicino a casa del tecnico – ma da come lo conosco io, non è uno che molla o si arrende. Mi sembrava strano… ». Conti è da 35 anni il presidente del Solduno, club di Terza Lega svizzera, e Petkovic lo ha sempre ammirato. « Da quando ha guidato in Prima Lega l’Agno che poi ha venduto il titolo sportivo al Lugano. L’ho conosciuto perché mio figlio ha fatto le scuole con sua figlia Ines (adesso a studiare lingue a Barcellona) e per alcune estati, quando andavano in vacanza, ci prendevano cura delle loro tartarughe. E’ l’allenatore ideale per qualunque squadra ». Matias Zingg ha invece avuto Petko come secondo, nella formazione Under 14 del Locarno. « Sono passati parecchi anni - ha raccontato – e al tempo lui giocava ancora, ma non perdeva mai una partita o un allenamento dei ragazzi. Correggeva tutti con calma e aveva sempre un buon consiglio. E’ davvero una persona favolosa ». Roberto Chiappa lo ricorda centrocampista nel Bellinzona. « Giocava davanti alla difesa e… entrava deciso. Quando può viene al corso per istruttori di calcio al centro sportivo Tenero dove si allena il Team Ticino (l’ex squadra del figlio di Manicone, vice di Petkovic) ed è uno spettacolo ascoltarlo. Alla Lazio sta faticando? Se Mourinho allenasse il Catania, non vincerebbe mica lo scudetto… Vlado è una persona squisita e un grande tecnico. Troppo facile dare la colpa agli allenatori se le cose non vanno ».
TIFO SOCIALE - Per Petkovic fanno il tifo anche nella sezione di Giubiasco della Caritas Ticino. Lì il tecnico della Lazio ha lavorato 5 anni, prima di firmare per lo Young Boys. « Era un operatore sociale molto apprezzato - ha raccontanto il responsabile della sede, Stefano Frisoli – una persona dedita al lavoro e molto positiva. Si occupava del ritiro delle cose donate e della consegna di quelle acquistate gestendo un gruppo di persone disoccupate o in assistenza. Era bravissimo a guidarle e a motivarle. Uno con la sua cultura poteva essere supponente e invece ha sempre pensato a creare una bella squadra per fare le cose per bene. Anche allora era un allenatore, ma fino alle 17 esisteva solo la Caritas e le sue capacità organizzative venivano fuori alla grande ». Alla Caritas di Giubiasco è passato l’ultima volta in Primavera e lì conservano gli articoli di giornale che lo riguardano. « Tifiamo per lui e vedrete che la Lazio con Vlado in panchina si riprenderà ». Lo spera anche Petkovic. (Andrea Ramazzotti)




Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

borgorosso

Re:22.10.2013
« Risposta #2 : Martedì 22 Ottobre 2013, 07:57:06 »
mi piace:l'architetto della nuova Lazio, igli tare.
da oggi in poi vajont tare.

strano che non legga nulla sulle possibili dimissioni o almeno un mea culpa de 'sto fenomeno d'architetto. zero. bah.

Brocchi 63

Re:22.10.2013
« Risposta #3 : Martedì 22 Ottobre 2013, 09:44:56 »
E’ Allegri il nome per il futuro (in scadenza col Milan). L’idea di base, legata ai risultati, è cambiare a fine anno. (Daniele Rindone)

si, come no, La marmotta incarta la cioccolata e gli asini volano.

borgorosso

Re:22.10.2013
« Risposta #4 : Martedì 22 Ottobre 2013, 10:18:58 »
pare che sia sempre stato il sogno di allegri, lavorare con lotito.
è il segreto di pulcinella che allenerà la nazionale dopo prandelli.

Zapruder

Re:22.10.2013
« Risposta #5 : Martedì 22 Ottobre 2013, 10:24:09 »
pare che sia sempre stato il sogno di allegri, lavorare con lotito.
è il segreto di pulcinella che allenerà la nazionale dopo prandelli.

Però non essere sempre così divertente di prima mattina, ché poi uno sbotta a ride' mentre beve il cappuccino, e non è bello.

borgorosso

Re:22.10.2013
« Risposta #6 : Martedì 22 Ottobre 2013, 10:25:49 »
Però non essere sempre così divertente di prima mattina, ché poi uno sbotta a ride' mentre beve il cappuccino, e non è bello.

m'ha fatto più ridere "è allegri il futuro"

ThomasDoll

Re:22.10.2013
« Risposta #7 : Martedì 22 Ottobre 2013, 11:35:25 »
Ma un grazie a Matita per la rassegna stampa?

CP 4.0

Re:22.10.2013
« Risposta #8 : Martedì 22 Ottobre 2013, 11:35:38 »
... Candreva preoccupa un po’, è alle prese con un fastidio ad un ginocchio e a Bergamo ha accusato un affaticamento ai flessori.
...

borgorosso

Re:22.10.2013
« Risposta #9 : Martedì 22 Ottobre 2013, 11:37:20 »
Ma un grazie a Matita per la rassegna stampa?

no  :P

Offline Reflexblue

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Re:22.10.2013
« Risposta #10 : Martedì 22 Ottobre 2013, 16:02:18 »
...
LA MENTALITA’ – Il calcio è una brutta bestia, quando arrivano i risultati ci si vuole bene. Quando i risultati iniziano a scarseggiare l’atmosfera cambia insieme al vento, il malumore serpeggia e corrode i rapporti. Petkovic non è stato scaricato dai suoi uomini, la società si sarebbe mossa velocemente. Ma alcune divisioni esistono, si sono create fratture, vanno ricomposte. Il ricambio generazionale imposto dal club ha creato difficoltà all’allenatore. Ha tardato a inserire baby come Felipe Anderson e Perea, li ha sganciati quando si è sentito sotto pressione.Vlado prima ha protetto la vecchia guardia, poi ha virato sulla nuova generazione, questi cambi repentini hanno scatenato le prime scosse telluriche all’interno dello spogliatoio.  E i continui cambi tattici hanno contribuito ad aumentare il disordine.
...

Perea ha esordito dopo un paio di settimane dal suo arrivo a Roma, Anderson quando ha superato i guai fisici. Il solito vizio di piegare i fatti per dimostrare un teorema.

Offline DinoRaggio

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Re:22.10.2013
« Risposta #11 : Martedì 22 Ottobre 2013, 16:29:49 »
Ma un grazie a Matita per la rassegna stampa?

 ;D !atitaM eizarG
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)