Autore Topic: Centenario dalla nascita di Nino Manfredi  (Letto 5080 volte)

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ThomasDoll

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #20 : Domenica 21 Marzo 2021, 14:02:05 »
Valerio Mastandrea ha recitato in più film che capelli che ha in testa e ha vinto un furgone di premi.
Attore eccellente, non il migliore.
Per me Germano è un super. Non si può non menzionare Filippo Timi, eccessivo in tutto. A teatro Roberto Latini.
In tutto e per tutto Popolizio. Ma bravi ce ne stanno tanti, anche gente che fa commedia: Fresi, Battiston, e poi Favino che però ha qualcosa che boh, la faccia, non lo so. Ho visto cose eccellenti anche da Rocco Papaleo (Il grande spirito).
Ci sono diversi cani, ultimamente ho visto su Sky un docufilm su Leonardo e difficilmente ricordo di aver visto un cane come Luca Argentero, veramente scalcagnato.

Donne, mi perdo dietro alla bellezza e sono acritico. La Ragonese, la Ramazzotti, la Solarino sò talmente belle che uno perde di vista la recitazione...

Orazio Scala

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #21 : Domenica 21 Marzo 2021, 17:59:43 »
Vero, Orazio. Però alla fine torna ad essere "partigiano" con lo sganassone al direttore. Ci si può ribellare al conformismo, in definitiva.

E si ritorna ognuno al proprio posto nella scala sociale. Questa la conclusione di tutto il film. Magnozzi è un perdente senza speranza. Nei film di Dino Risi "vince" sempre chi gioca la sua partita e "perde" chi cerca di uscire dal ruolo che gli è toccato: ne Il sorpasso è lo studente quello che muore alla fine, così come è Sordi a precipitare nella tromba dell'ascensore ne Il vedovo.

Orazio Scala

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #22 : Domenica 21 Marzo 2021, 18:00:50 »
Valerio Mastandrea ha recitato in più film che capelli che ha in testa e ha vinto un furgone di premi.
Attore eccellente, non il migliore.

A me pare un coattone che fa sempre se stesso.

Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #23 : Domenica 21 Marzo 2021, 20:34:35 »
A me pare un coattone che fa sempre se stesso.


Ti sto battendo le mani.
Sempre se stesso, come Giallini ed altri.

@Thomas, so che ha vinto premi, ma, credimi, è un attorucolo che qualcuno ha voluto far diventare un attorucolo.

Andrebbe per questo impalato un certo presentatore.




Orazio Scala

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #24 : Domenica 21 Marzo 2021, 20:57:52 »

Ti sto battendo le mani.
Sempre se stesso, come Giallini ed altri.

Il caposcuola è Amendola.

Gassman invece manco se stesso riesce a fare.

Giallini, perlomeno, non ha pretese da grande.

Orazio Scala

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #25 : Domenica 21 Marzo 2021, 21:00:52 »
Voglio dire, non è che Amendola e Mastandrea non se la cavino di fronte alla macchina da presa.

Però un tempo quelli come loro si chiamavano "caratteristi". Come un Tiberio Murgia, un Livio Lorenzon (Stucchi de Il vedovo, per capirci). Oggi sono diventati "grandi attori". Mah.

Offline disabitato

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Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #26 : Lunedì 22 Marzo 2021, 11:25:16 »
Fra Mastrandrea e Amendola (un miracolato grazie al cognome che porta), c'è un abisso in favore del primo.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #27 : Lunedì 22 Marzo 2021, 13:53:22 »
Voglio dire, non è che Amendola e Mastandrea non se la cavino di fronte alla macchina da presa.

Però un tempo quelli come loro si chiamavano "caratteristi". Come un Tiberio Murgia, un Livio Lorenzon (Stucchi de Il vedovo, per capirci). Oggi sono diventati "grandi attori". Mah.

esatto, caratteristi.
Gli attori veri sono altri. E un Mastandrea non può trovare asilo dove si celebra, pure con la giusta enfasi, il centenario dalla nascita di Manfredi.

Offline Er Matador

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Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #28 : Lunedì 22 Marzo 2021, 15:48:37 »
Centenario della nascita che cade proprio oggi.
Rileggendo l'interessante discussione in corso, mi trovo particolarmente in sintonia con due osservazioni.

Manfredi invece è Dudù di Operazione San Gennaro, è Geppetto, è Giacinto di Brutti sporchi e cattivi. Ai suoi personaggi trasferiva la sua abilità recitativa e niente altro.
La sua caratteristica era proprio l'assoluta opacizzazione del lato umano.
Ricordo un'intervista, non so più in quale programma, in cui parlava delle difficoltà affrontate per recitare a teatro un'opera di Goldoni, lingua veneta compresa.
Al di là del contenuto, mi colpì la mancanza di contatto coi suoi personaggi.
Albertone, ma anche gli altri grandissimi citati, rimanevano riconoscibili anche quando apparivano col proprio volto.
Di fronte al Manfredi al naturale, ci volle una messa a fuoco della faccia e della voce per convincersi che fosse veramente lui.
Fra parentesi, l'impressione che suscitava non era molto lontana dalle voci cui facevano riferimento jegue98 e Panzabianca.

Voglio dire, non è che Amendola e Mastandrea non se la cavino di fronte alla macchina da presa.

Però un tempo quelli come loro si chiamavano "caratteristi". Come un Tiberio Murgia, un Livio Lorenzon (Stucchi de Il vedovo, per capirci). Oggi sono diventati "grandi attori". Mah.
Discorso che può essere ulteriormente esteso, per come centra un aspetto centrale nel cinema contemporaneo.
Prendiamo Pierfrancesco Favino, chiaramente spinto dal sistema ma anche bravo in proprio.
In Hammamet la sua incarnazione di Craxi è al limite del paranormale.
Ne Il traditore, sostenuto anche qui da truccatori che meriterebbero l'Oscar, segue nella loro evoluzione le fattezze di Tommaso Buscetta.
Personaggio di rara difficoltà in questo senso, vuoi per il carattere atipico dei suoi lineamenti, vuoi per i cambiamenti dovuti tanto a interventi di chirurgia plastica quanto a una vita non certo riposante.
Due interpretazioni notevoli, ma con un dubbio: un tale modo di recitare si pone in continuità - sempre fatte le debite proporzioni - con Nino Manfredi o piuttosto con Alighiero Noschese, un Maradona della situazione ma in un altro campo?
Come nel caso dei caratteristi, si tende a definire attore chiunque si agiti davanti a una macchina da presa.
Perdendo così il concetto, assai più specifico, di attore vero e proprio.

Tornando a Nino Manfredi, mi piace ricordarlo con quello che considero lo zero della recitazione.
Intendendo con "zero" il riportare la recitazione ai suoi ingredienti basilari: uno sfondo neutro, un monologo, un attore immenso.


Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #29 : Lunedì 22 Marzo 2021, 16:38:17 »

Donne, mi perdo dietro alla bellezza e sono acritico. La Ragonese, la Ramazzotti, la Solarino sò talmente belle che uno perde di vista la recitazione...

un nome  e un "coniome" senza "sbaliarlo": Valentina Lodovini. Lì te perdi veramente...

Quelle che hai detto sono brave. Per la Ragonese ho un debole. Toglierei però le mogli dei registi...e la Solarino boh, non mi dice granché. Ma fa tanto anche il gusto personale.

Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #30 : Lunedì 22 Marzo 2021, 16:42:34 »
Centenario della nascita che cade proprio oggi.
Rileggendo l'interessante discussione in corso, mi trovo particolarmente in sintonia con due osservazioni.
La sua caratteristica era proprio l'assoluta opacizzazione del lato umano.
Ricordo un'intervista, non so più in quale programma, in cui parlava delle difficoltà affrontate per recitare a teatro un'opera di Goldoni, lingua veneta compresa.
Al di là del contenuto, mi colpì la mancanza di contatto coi suoi personaggi.
Albertone, ma anche gli altri grandissimi citati, rimanevano riconoscibili anche quando apparivano col proprio volto.
Di fronte al Manfredi al naturale, ci volle una messa a fuoco della faccia e della voce per convincersi che fosse veramente lui.
Fra parentesi, l'impressione che suscitava non era molto lontana dalle voci cui facevano riferimento jegue98 e Panzabianca.
Discorso che può essere ulteriormente esteso, per come centra un aspetto centrale nel cinema contemporaneo.
Prendiamo Pierfrancesco Favino, chiaramente spinto dal sistema ma anche bravo in proprio.
In Hammamet la sua incarnazione di Craxi è al limite del paranormale.
Ne Il traditore, sostenuto anche qui da truccatori che meriterebbero l'Oscar, segue nella loro evoluzione le fattezze di Tommaso Buscetta.
Personaggio di rara difficoltà in questo senso, vuoi per il carattere atipico dei suoi lineamenti, vuoi per i cambiamenti dovuti tanto a interventi di chirurgia plastica quanto a una vita non certo riposante.
Due interpretazioni notevoli, ma con un dubbio: un tale modo di recitare si pone in continuità - sempre fatte le debite proporzioni - con Nino Manfredi o piuttosto con Alighiero Noschese, un Maradona della situazione ma in un altro campo?
Come nel caso dei caratteristi, si tende a definire attore chiunque si agiti davanti a una macchina da presa.
Perdendo così il concetto, assai più specifico, di attore vero e proprio.

Tornando a Nino Manfredi, mi piace ricordarlo con quello che considero lo zero della recitazione.
Intendendo con "zero" il riportare la recitazione ai suoi ingredienti basilari: uno sfondo neutro, un monologo, un attore immenso.


ottimo intervento. Osservazione degna di una seria riflessione pure quella su Favino/Noschese. Davvero interessante.

Orazio Scala

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #31 : Lunedì 22 Marzo 2021, 17:48:41 »
Due interpretazioni notevoli, ma con un dubbio: un tale modo di recitare si pone in continuità - sempre fatte le debite proporzioni - con Nino Manfredi o piuttosto con Alighiero Noschese, un Maradona della situazione ma in un altro campo?

La differenza tra interpretazione e imitazione.

E l'Andreotti de Il divo? In quale delle due categorie ricade, a tuo avviso?

Offline franz_kappa

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Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #32 : Lunedì 22 Marzo 2021, 18:06:36 »
Stasera 22 marzo su Rai2, con inizio alle 21.20, il documentario "Uno, nessuno, cento Nino", firmato dal figlio Luca Manfredi.
Buona visione.  :)

P.s. = posto che Gassman era un gigante e aveva, per l'idea che mi sono fatto, statura di intellettuale che lo rendono incomparabile a Manfredi, Sordi, Tognazzi e Mastroianni ovvero ai grandi del periodo d'oro della cinematografia italiana, tra tutti costoro, Gassman incluso, preferisco  di gran lunga Manfredi, per quel che vale il mio atecnico parere.

Nell'ambito della memorabile filmografia di Manfredi richiamo due film, mi pare non ancora citati nella discussione, che trovo particolarmente indicativi della sua cifra d'attore: "Il giocattolo" e "Caffè Express".
E chiudo, per deliziarci con un divertissement, affermando che "Non è ver che sia la morte il peggior di tutti i mali. Le acque oligominerali sono un male assai peggior".  ;)
Buon viaggio, caro Piero.

Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #33 : Lunedì 22 Marzo 2021, 23:44:38 »
La differenza tra interpretazione e imitazione.

E l'Andreotti de Il divo? In quale delle due categorie ricade, a tuo avviso?

Nella risposta a questa domanda c'è la chiave per  capire chi sia veramente il grande attore.

E Servillo secondo me lo è veramente.

Ecco perché poi i Mastandrea non te li spieghi. Monoespressivi, monotono... insomma, dalle oscure capacità.


Offline Er Matador

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Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #34 : Martedì 23 Marzo 2021, 04:44:19 »
La differenza tra interpretazione e imitazione.

E l'Andreotti de Il divo? In quale delle due categorie ricade, a tuo avviso?
Bella domanda. Per rispondere alla quale occorre una premessa più generale.
Col trascorrere degli anni, stanno diventando lontani nel tempo personaggi per i quali disponiamo di registrazioni audio e video: il che cambia sostanzialmente le carte in tavola quando si tratta di incarnarli sul grande schermo.
Nel senso che, un tempo, chi interpretava un personaggio storico seguiva delle linee guida, ma per il resto poteva sovrapporre a tutto campo la propria fisicità, capacità attoriale, inventiva.
Mentre oggi si trova a riprodurre non solo le sembianze, ma anche il tono di voce, la mimica, i movimenti degli originali: operazione riuscita magistralmente a Bruno Ganz ne La caduta e a Gary Oldman ne L’ora più buia.
In casi del genere, la recitazione cede forzatamente il passo, se non all’imitazione nel senso più superficiale del termine, a una forma di mimesi.
Ragion per cui, chi vuole concedere libero sfogo al proprio temperamento attoriale deve cercarsi personaggi cronologicamente più remoti, letterari, di fantasia o comunque non vincolati a un’immagine fisica in movimento.
In questo contesto, dove inserire la performance di Toni Servillo nei panni del Divo Giulio?
Il trucco e la rappresentazione fisica del suddetto, allusivi ma non perfettamente mimetici, sembrano suggerire un approccio diverso da quello di cui sopra.
E con esso una maggiore libertà nella trattazione, che guadagna margine di manovra non alla recitazione bensì, a mio avviso, a un‘ulteriore componente peculiare di quel film.
La ricostruzione della figura di Andreotti non si limita a una sequenza di fatti di stampo cronachistico, ma opera un montaggio che tende a darne una precisa immagine.
Di più: l’impostazione si può definire teleologica, poiché tutto lo svolgimento è finalizzato al monologo finale e alla concezione della politica – ma non solo, viene da dire – esposta in prima persona dal protagonista.
L’interpretazione di Servillo si trova così presa in mezzo fra le esigenze, sia pure parziali, di mimesi e una scrittura particolarmente invasiva: per cui alla recitazione, a dispetto delle sue doti in materia, rimangono le briciole.

Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #35 : Martedì 23 Marzo 2021, 16:16:38 »
molto d'accordo, anche tenuto debitamente conto del regista.
Per uscirne fuori solo con le capacità attoriali devi essere l'alter ego del regista (il quale, in un certo senso, come dici tu, nel messaggio risulta invasivo,  quasi  manipolativo) o un artista immenso.

Devo dire, forse Servillo è entrambe le cose.

Orazio Scala

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #36 : Martedì 23 Marzo 2021, 17:08:09 »
operazione riuscita magistralmente a Bruno Ganz ne La caduta e a Gary Oldman ne L’ora più buia.

Gary Oldman tra l'altro impressionante Oswald in JFK di Oliver Stone (uno che è riuscito a far recitare nello stesso film Tommy Lee Jones, Walter Matthau, Jack Lemmon, Donald Sutherland, Joe Pesci, John Candy, Vincent D'Onofrio - il soldato "palladilardo" di Full metal jacket - e lo stesso Jim Garrison in persona, poi ha affidato la parte principale a un rubinetto. ma questa è un'altra storia).

Panzabianca

Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #37 : Martedì 23 Marzo 2021, 22:25:48 »
Gary Oldman tra l'altro impressionante Oswald in JFK di Oliver Stone (uno che è riuscito a far recitare nello stesso film Tommy Lee Jones, Walter Matthau, Jack Lemmon, Donald Sutherland, Joe Pesci, John Candy, Vincent D'Onofrio - il soldato "palladilardo" di Full metal jacket - e lo stesso Jim Garrison in persona, poi ha affidato la parte principale a un rubinetto. ma questa è un'altra storia).

Ah ah ah ah... vero.

Offline Il lodolaio

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Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #38 : Sabato 27 Marzo 2021, 07:55:44 »
un nome  e un "coniome" senza "sbaliarlo": Valentina Lodovini. Lì te perdi veramente...

Quelle che hai detto sono brave. Per la Ragonese ho un debole. Toglierei però le mogli dei registi...e la Solarino boh, non mi dice granché. Ma fa tanto anche il gusto personale.

Pure mia moglie ha un debole per la Ragonese  8).
La Lodovini è fuori categoria  8).
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

Offline Il lodolaio

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Re:Centenario dalla nascita di Nino Manfredi
« Risposta #39 : Sabato 27 Marzo 2021, 08:29:00 »
Sì, ma era il personaggio Sordi, a cui nella vita capitava di andare in guerra, di fare il partigiano, il Marchese, l'emigrato in Australia e tanto altro. Prendi il suo ruolo più atipico, quello del combattente partigiano di Una vita difficile che non riesce ad adattarsi alla realtà del dopoguerra: in fondo anche quello è un personaggio negativo, del quale emerge continuamente una certa italianità messa perfidamente in evidenza da Dino Risi: forse ben sapendo che nel ruolo del duro e puro Albertone non sarebbe stato credibile.

Manfredi invece è Dudù di Operazione San Gennaro, è Geppetto, è Giacinto di Brutti sporchi e cattivi. Ai suoi personaggi trasferiva la sua abilità recitativa e niente altro.

Vero, Sordi rimaneva sempre se stesso qualsiasi personaggio interpretasse.
Manfredi no, era un attore vero e proprio.
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"